Titolo: Dare buca con stile
Rating: Verde
Genere: Commedia, Slice of life
Personaggi: Bayonetta, Dante, Nero
Wordcount: 775 (
fiumidiparole)
Prompt: 'Mi sento solo.' 'Avresti potuto pensarci prima.' di
lisachanoando per
LDF's The Pirates @
fiumidiparoleNote: Het
«Non cercare di dare tutta la colpa a me per questo casino, Dante...» gli rispose a tono una voce femminile dall'altro capo del telefono «Sei tu che ieri mi hai detto di avere un impegno stasera con Trish...».
«C-che storia è questa?».
Dante si raddrizzò sulla sedia, stringendo di più la presa sulla cornetta del telefono del suo ufficio. Dopo Trish quel rottame da antiquariato era praticamente il suo migliore amico: lo trattava talmente bene che se fosse stato una persona gli sarebbe stata debitrice per tutta la vita. In quel momento però era l'unico mezzo su cui poter sfogare la rabbia che sentiva montare dentro.
«Avevi detto che saresti venuta a dormire da me stasera!» obiettò l'albino, gli occhi che dardeggiavano d'ira mentre accavallava le gambe sbattendo i talloni delle scarpe sul piano della scrivania.
«Non cercare di dare tutta la colpa a me per questo casino, Dante...» gli rispose a tono una voce femminile dall'altro capo del telefono «Sei tu che ieri mi hai detto di avere un impegno stasera con Trish...».
Nel pronunciare il nome di Trish si poté chiaramente evincere quanto la cosa non le andasse a genio e quanto si sarebbe incazzata se avesse provato a fare qualcosa che fosse diverso da un canonico e pudico impegno di lavoro.
Dante arrossì, un po' per l'accusa lanciata come una frecciatina non poi così implicita e un po' per l'impeto della conversazione. Si ricordava di averle parlato di quell'impegno, ma cosa poteva farci se Trish gli aveva dato buca all'ultimo...?
"Ho altro da fare che bazzicare locali in cerca di informatori, stasera" gli aveva detto uscendo dall'agenzia indossando un abito particolarmente succinto. Era tornata alla Devil May Cry quel pomeriggio sul tardi solo per cambiarsi d'abito e dirgli che non sarebbe andata con lui.
Probabilmente aveva un appuntamento. Con chi? Non era affar suo. Trish non era una mocciosa e lui non era il suo babysitter.
Così una volta rimasto da solo aveva deciso di rimanersene comodamente a casa. Non aveva voglia di andare ad ammazzare squallidi tirapiedi dei demoni. Avrebbe concesso una notte di vita in più a tutti loro - o magari anche un paio di giorni, a seconda di quando Trish sarebbe stata pronta ad accompagnarlo.
«Be', l'ho annullato! Puoi venire adesso, Bayonetta!» esclamò il cacciatore di demoni con veemenza, serrando la mano libera come se volesse prendere a pugni qualcuno.
«Ah, mi dispiace per te ma...» la strega di Umbra si interruppe qualche istante per creare atmosfera «... il mio impegno di stasera è ancora valido... ed è appena arrivato!» aggiunse con un tono allegro che fece saltare letteralmente i nervi a Dante.
«Come sarebbe a dire "è appena arrivato"?! Cosa stai...» sbottò Dante, picchiandosi il pugno su una coscia.
Bayonetta sarà anche stata gelosa di Trish, però pure lui non ci scherzava. Bayonetta era una bella donna e per quello temeva sempre che qualcuno cercasse di portargliela via in qualche modo. Sapeva di avere un certo innegabile fascino e che c'erano donne che facevano la fila per corrergli dietro, ma lui le considerava solo per stuzzicare la sua partner.
«Ehi, carino saluta Dante...!» esclamò Bayonetta con lo stesso tono allegro e leggero di poco prima.
L'albino udì la sua voce allontanarsi dalla cornetta prima che un'altra voce dicesse: «Ehilà, Dante...!».
L'uomo si bloccò com'era riconoscendo all'istante quella voce.
«Ragazzo...» sibilò, cercando di mantenere una vaga parvenza di calma «Che ci fai con Bayonetta?».
«Quello che non fai tu...» rispose Nero sghignazzando perfido.
Prima che avesse modo di aggiungere altro - o che Dante potesse ribattere - Bayonetta ritornò in possesso della cornetta.
«Mi accompagna a cena fuori, Dante. È veramente un ragazzo gentile...» spiegò.
Dante sentì che un pezzo di sé andava in frantumi da qualche parte nel suo inconscio.
Lui la portava di rado fuori a cena, essendo perennemente a corto di soldi. A volte aveva dovuto farsi pagare da lei il pasto, però non si era mai lamentata.
Quella era una vera pugnalata alle spalle.
«Quel ragazzino me la pagherà...» giurò a se stesso, sperando di poterlo fronteggiare al più presto.
Se gli avesse portato via la sua donna l'avrebbe ucciso.
Dante decise di giocarsi la sua ultima carta, quella che in genere preferiva non utilizzare. Era imbarazzante e la sola idea di dover formulare verbalmente quel sentimento non lo rendeva affatto entusiasta; tuttavia era l'unica cosa che forse avrebbe potuto convincere Bayonetta a dare buca a Nero - con sua somma soddisfazione - e andare da lui.
Lentamente e prendendo coraggio, compose la frase: «Mi sento solo».
Quel genere di cose smuovevano l'animo della sua fidanzata in qualche modo oscuro e misterioso.
Quando glielo diceva lei cercava di raggiungerlo e poi finivano col fare l'amore per buona parte della notte e rimanere teneramente avvinghiati per il resto.
Prendendo il coraggio a due mani ora che aveva cominciato, proseguì: «Perché non mi raggiungi e facciam...».
«Spiacente, Dante» lo interruppe Bayonetta «Avresti potuto pensarci prima».
Riattaccò il telefono e Dante rimase attonito ad ascoltare il rapido "bip-bip-bip" dell'apparecchio.
Gli ci vollero alcuni secondi per realizzare che gli aveva appena dato buca definitivamente. A quel punto si alzò di scatto in piedi abbattendo la cornetta sulle forcelle di sostegno con forza tale che rischiò di romperlo.
«Quel maledetto moccioso me l'ha fatta, dannazione!» urlò fuori di sé.