Nov 04, 2014 11:51
Era da un anno, o poco più, che non la sentivo. Una fitta di nostalgia, lunga almeno venti secondi e accompagnata da una gran voglia di frignare (prontamente repressa, non si piagnucola per scemenze del genere. Per i telefilm sì, ma non per questo).
Dicevo, la nostalgia. Ogni tanto ho delle botte di vecchiaia anticipata in cui realizzo di quanti anni sono passati dalla mia nascita, di come ero diversa solo poco tempo fa e di come in fondo non sia mai cambiata, di quanto fosse più facile quando ero una bimba, di come voglia e non voglia diventare Grande e Responsabile... Per farla breve, con la nostalgia ho un rapporto pacifico per cui lei viene a trovarmi una volta o due al mese e mi lascia stare nel resto del tempo. Facile.
Stavolta è stato diverso. Causa scatenante: le foto di un gruppo scout pubblicate in un gruppo che seguo. Per chi non lo sa - e credo siano davvero in pochi - sono stata parte di un gruppo scout per quasi undici anni, dal 2001 al 2011-12; ho fatto il percorso da guida a vice capo reparto senza passare per il clan, nel segno di quella che era la situazione emergenziale del mio gruppo (zero giovani a parte me, tre capi troppo vecchi per badare a degli adolescenti e altro con cui non vi annoio). La mia esperienza si è interrotta bruscamente nel momento in cui ho mandato a quel paese la comunità capi e me ne sono andata sbattendo una porta metaforica, dopo aver inghiottito malcontento e amarezza per cinque anni. Se ripenso alla mia vita nel gruppo scout non provo nulla, se non il sollievo di non dover più avere a che fare con persone vecchie dentro (e fuori), accentratrici, chiuse e dalla mentalità tutt'altro che scoutistica. Non ho alcun rimpianto di aver smesso di fare attività perché, per quanto amassi e ami ancora lo scoutismo, le continue discussioni con persone che tuttora considero inette e detestabili mi stavano rendendo impossibile la vita. In breve, con gli scout ero felice, con i capi no.
L'anno scorso ho tentato di ricominciare l'attività in un altro gruppo, ma si è rivelata una delusione quasi peggiore: il gruppo doveva ripartire da zero e c'ero solo io ad impegnarmi perché ciò accadesse. Nulla di fatto, il che mi convinse a staccarmi del tutto dall'idea di tornare nello scoutismo. In fondo ora ho nuovi impegni, nuovi interessi, forse non avrei nemmeno il tempo per occuparmi anche di questo.
Nessuna nostalgia dello scoutismo, in sostanza, fino ad oggi. In questo gruppo vengono pubblicate le foto di un'uscita di noviziato (lo stadio intermedio tra reparto e clan, 16 anni a seconda del gruppo) e io, che di solito guardo le foto e mi limito a sorridere, vengo investita da un tir in corsa guidato a tavoletta da signora Nostalgia.
Sono i loro vestiti a colpirmi. Indossano i regolamentari maglioni di lana (loro li usano verde scuro, io ce l'avevo blu) e si tengono le braccia gli uni sulle spalle degli altri, nella tipica posa da fotografia. Io li guardo e mi rendo conto che so esattamente quali sensazioni stiano provando: il tepore della lana, il contatto fraterno coi corpi degli altri, il leggero freddo che passa dai pantaloncini (dovrebbero portarli già lunghi, ma a volte non ci si riesce proprio a lasciare le braghe corte). E l'odore del maglione leggermente bagnato, del bosco in cui scattano la foto, il rumore scricchiolante delle foglie su cui camminano nella foto successiva. C'è un casale sullo sfondo, hanno dormito lì dentro - il pavimento sotto al sacco a pelo che si sente attraverso il materassino, le chiacchiere sceme prima di addormentarsi schiantati dalla stanchezza, il risveglio pastoso del mattino dopo quando si è divisi tra la voglia di rimanere al caldo e l'urgenza di infilarsi gli scarponi per andare al bagno prima degli altri. La tranquillità. Non ci sono pensieri, solo quello di far bene le attività di quel giorno; la famiglia, i compiti, i problemi sono fuori da lì, si affronteranno una volta tornati, quello che conta è il presente.
Era un anno, no, più di un anno, che al pensiero dello scoutismo provavo solo indifferenza e un leggero fastidio. Il pensiero delle liti e delle arrabbiature aveva cancellato tutto. Ora, invece, mi sento come se avessi ritrovato qualcosa che avevo perduto: la vera ragione per cui ho speso dieci anni di vita in un gruppo scout.
Sono passate almeno due ore da quando è venuta e se n'è andata la nostalgia, eppure non ho ancora capito se sono felice o triste.
pensieri nel pensatoio