La casa maledetta - Prima Parte -

Aug 23, 2007 16:03




"Il clima dell'Ile-de-France è davvero strano, zio!", sbuffai.
L'estate era ormai alle porte, e per sollevarci un pò dal caldo insopportabile, io e lo zio Gus eravamo soliti fare una rinfrescante passeggiata sul Lungosenna.







Per me, abituato alle fresche estati della mia Inghilterra, il clima del continente sembrava insostenibile. E non erano ancora sopraggiunte le afose giornate di luglio, alle quali i parigini sfuggivano ritirandosi nelle campagne o nei tranquilli paesini della Bretagna!
Quel giorno con mio zio discutevamo di poesia:




argomento noiso, potrà pensare qualcuno; ma quando lo zio Gustave parlava di grandi poeti della Francia si esaltava in modo tale da lasciarti stupefatti: Lamartine, Chauteaubriant...la sua voce tremava e gli brillavano gli occhi.




La cosa mi divertiva non poco, quando ad un certo punto, divenni io la causa del divertimento dei presenti: distratto dal discorso dello zio, inciampai su una pietra e feci un ruzzolone.




Lo zio Gus si allarmò, neanche mi fossi ferito gravemente,




e tutto ciò contribuiva a rendere la scena ancora più ridicola...da un momento di disappunto iniziale, scoppiai a ridere rumorosamente, seguito a ruota dallo zio. Ero ancora seduto per terra, senza riuscire a fermare il mio riso, quando arrivò dietro di me una voce conosciuta, e fino all'istante prima di voltarmi a guardare, sperai con tutte le mie forze di essermi sbagliato nel riconoscerla.




Non mi sbagliavo, purtroppo. Era mia cugina Mary. Quale caso avverso aveva voluto che lei si trovasse proprio a Parigi, proprio in quel luogo della città, proprio quando mi trovavo seduto in mezzo alla polvere?




"Mio cugino, futuro conte di Lancshire, nella polvere come un qualsiasi accattone? Che spettacolo incredibile!"
Se esistesse la personificazione della vanità, si chiamerebbe Mary", pensai mentre mi rialzavo da terra. Devo precisare che io non odio mia cugina, è lei che si rende assolutamente insopportabile. Non è una cattiva ragazza, dopotutto ha ricevuto un'eccepibile educazione nei migliori collegi di Londra, ma il suo unico pensiero sono i vestiti, i balli, i divertimenti...
"Caro cugino, sei contento di vedermi? Abbiamo ricevuto una lettera dai tuoi genitori - sai, lo zio Edward scrive spesso a mia madre, e appena ho saputo che ti trovavi in Francia, sono subito corsa da te! Adoro Parigi! I boulevard, le maisons di moda, le feste, la galanteria dei francesi...c'est magnifique! Sono arrivata ieri in città e stamane ero venuta alla villa del signor Zio, ma la domestica mi ha detto che vi trovavate qui, ed eccomi qua!"




Altro difetto di Mary: la loquacità!
"Signor Zio, sarebbe possibile soggiornare presso la vostra tenuta? L'albergo nel quale abbiamo dormito ieri è fin troppo rumoroso! Elegante, per carità, e anche frequentato da gente a modo, ma Mon Dieu, come dite voi qui, è caotico. Non ho chiuso occhio e si vede: il mio incarnato oggi è spento! Terribile! Mi domando come abbiano dormito gli altri...dico io, il sonno...




"Mademoiselle Marie, è naturale che lei e la sua gentile dama vi fermiate presso di me per tutto il tempo che desiderate!" la interruppe lo zio. Non mi piacque l'espressione "per tutto il tempo", ma purtroppo il peggio era fatto. Lo zio mi mandò un'occhiata di scuse, più esplicita di mille parole. Io gli sorrisi: d'altronde non era mica una tragedia...tanto più che lei sarebbe stata impegnata tutto il giorno a girare i migliori negozi di vestiti...




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A cena, ebbi tuttavia una bella sorpresa: le sarebbe stata data la mia camera, perchè la più isolata e tranquilla ( anche Helen fu dispiaciuta di questo!).




La deliziosa cena preparata da Madame Dupont, la cuoca di mio zio, mi andò di traverso, ma ormai ero rasseganato al sacrificio;




la goccia che fece traboccare il vaso fu però Fifì, un ammasso di setoso pelo bianco.




A parte i miei dubbi sull'utilità della razza felina (egoisti e approfittatori più di qualsaisi altra specie!), c'è da aggiungere che la tenera Fifì possiede tutti i difetti della sua padona, con la quale in fin dei conti si può intavolare un discorso o comunque ragionarci insieme, a differenza del quadrupede che per dimostrarti la sua simpatia ti riempe di graffi tutto il viso!




La serata, calda come il giorno, volgeva alla notte, e mi ero appena recato nella mia nuova stanza.
Helen si era appisolata sul sofà del salotto, lo zio era ormai tra le braccia di Morfeo da un pezzo, e anche Mary riposava beatamente in quello che fino a qualche ora prima era stato il mio morbido letto.







Come avrei voluto che Helen fosse venuta a leggermi un racconto...ma non ritenevo giusto svegliarla...quando ci si annoia, il tempo non passa mai!
Ma nell'istante in cui finalmente le mie palpebre si erano arrese alla stanchezza...




" Aaaaaaaaaaaaaaargh!!!!"
L'urlo di mia cugina si sentì così forte, che mi sembrò di avercela accanto.




Corsi subito in corridoio e mi accorsii che nessun'altro aveva sentito e, a parte delle voci provenienti dalla mia ex- stanza, regnava il silenzio più assoluto.




L'essere l'unico ad essere stato disturbato mi infastidì non poco...ma un momento!!!!Delle voci? Una era quella acuta di Mary, ma l'altra era una voce maschile! Forse era entrato un ladro, proprio nella sua stanza? Mi avvicinai di soppiatto e affacciandomi vidi Jean alle prese con una crisi isterica di Mary. Povero ragazzo!




Appena mi vide, mi corse incontro, imbarazzato.




"Ehi, Arthur! Ero passato per dirti una cosa interessante e siccome non ti affacciavi alla finestra, avevo deciso di farti una sorpresa!"
Da quando avevamo fatto amicizia, Jean veniva spesso a trovarmi e a raccontarmi le storie che sentiva per le strade della città. Sapeva ormai qual era la mia stanza, per questo era andato a colpo sicuro, trovandoci Mary.
"E invece me l'hai fatta tu, ragazzino! Devo dire che è una bella sorpresa, perchè di ragazze carine in camicia da notte non è sempre facile incontrarle."




Ebbi l'impressione che un vulcano stesse eruttando dietro di me...in realtà era Mary che satva per esplodere dalla rabbia e dall'imbarazzo. Feci finta di niente, anche perchè dovevo abituarmi al carattere di mia cugina per poter vivere nella quiete e nella serenità. Ad ogni modo, cercai di cambiare argomento con Jean per attenuare la tensione che si stava creando.
"Qual era la cosa interessante che volevi dirmi, Jean?"
"Ah si, giusto! Dicevo che è giunta alle mie orecchie una notizia interessante: pare che da una casa disabitata provengano delle urla e dalla finestra ho visto con i miei occhi un delle luci provenire dall'interno...la cosa più strana è che le tasse della villa vengono pagate puntualmente!" mi riferì Jean.
" Davvero? Molto strano...chi erano gli ultimi abitanti della casa?" chiesi io interessato.
" Una famiglia benestante, molto conosciuta nel quartiere dove abitava, si chiamavano i Rogers. Erano davvero delle persone gentili e perbene, mi hanno detto...poi però, un giorno, fu trovato nel suo studio il cadavere del signor Rogers,




così la moglie e il figlio, ormai maggiorenne, si traferirono all'estero per cominciare una nuova vita"raccontò Jean.
"Ma come è morto il Signor Rogers?"chiesi io.
"Un colpo alle testa che gli fu fatale, ma l'assassino non fu mai trovato! Era una famiglia tranquilla, non aveva nemici!" disse dispiaciuto Jean.
Che storia terribbile! Non solo la Signora Rogers e il figlio aveva perso una persona cara, ma non era neanche stato trovato l'assassino. E ora la casa era infestata da fantasmi che pagavano le tasse...la cosa non mi convinceva...ci doveva essere qualcosa sotto.
" Che ne dici di andare a fare una piccola escursione notturna dentro quella casa?" mi chiese eccitato Jean.
" Vuoi dire che tu sei entrato in questa casa, di soppiatto, per invitare un bambino di 10 anni a fare una "scampagnata" in una casa infestata dai fantasmi?" urlò Mary a Jean.
" Veramente ne ho 12" corressi Mary.
" Comunque rimane il fatto che mi avete svegliato per una sciocchezza!" continuò a urlare Mary.
" Non è una sciocchezza incantevole fanciulla!" Jean si avvicinò talemte tanto a Mary che, io per primo diventai rosso per l'imbarazzante situazione.




Ma evidentemente alle dame questo piace, perchè vidi mia cugina restare immobile come in estasi.




" Quando tornerai in Inghilterra, potrai dire di aver vissuto un'esperienza incredibilemnte eccitante..."e all'ultimo aggettivo mia cugina Mary era ormai cotta!
Mio padre una volta mi disse che i francesi si proclamano irresistibii tombeurs de femmes. Credo che Jean appartenga a questa categoria. Naturalmente a me di queste cose poco me ne importa, e poi ritengo ci voglia coraggio a corteggiare mia cugina Mary! Ancor di più che andare a gironzolare in una casa infestata. La cosa naturalmente mi entusiasmava: nessuno però doveva accorgersene e bisognava evitare che qualcuno troppo loquace aprisse bocca con gli adulti. Ma sembrava che Jean avesse fatto un ottimo lavoro di convincimento, quindi si trattava di trovare un modo per arrivare alla villa.
" Se prendiamo in prestito un calesse di tuo zio, pensi che si posso arrabbiare?"
" No, se nessuno glielo dice! Dai andiamo" dissi euforico...
" Un momento, signori: mi devo preparare! Non posso certo uscire di casa in queste condizioni... "




"Ma sei sei stupenda...una dea! La notte ci attende, mia diletta. Coraggio!" e le prese le mani.




La situazione si faceva troppo melensa...meglio buttarci a capofitto nell'avventura!




Continua....
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