Ero terrorizzato ed emozionato allo stesso tempo: non avevo mai visto una persona morta.
Quando entrammo nella camera della donna, Helen ebbe un colpo,
io rimasi immobile a guardarla: sembrava una finzione.
Era una donna dal viso dolce:
era pronta per sposarsi, se non fosse per la persona senza cuore che l'aveva uccisa. Già in quei momenti sarebbe stata a festeggiae con i suoi amici e il suo sposo, e non distesa a terra nella sua stanza, pulita e brillante come una bomboniera.
Una cosa mi colpì: la bocca era macchiata di sangue nonostante il corpo non presentasse ferite o segni di strangolamento. Il colorito alterato quasi bluastro, mi impressionò particolarmente, ma volevo capire, e mentre mi chinai ad osservare meglio, notai un particolare che mise in azione la mia giovane ma agile mente. Purtroppo Helen ritenne che la durata della visita fosse sufficiente, e mi tirò con forza al piano di sotto. Avevo il primo tassello del mosaico. Ma da solo non avrei cavato un ragno dal buco. Helen aveva bisogno di prendere aria, mentre io non riuscivo a smettere di pensare alla scena del crimine. Intanto l'arma del delitto non era stata trovata, ma tutto faceva pensare (compreso quello che aveva visto in camera di Françoise) ad un veleno: dopo sentii parlare di morte per soffocamento: doveva essere un veleno potente, ma quale? Inoltre, chi poteva permettersi, in un quartiere così povero, una dose di veleno al solo scopo di eliminare una giovane e dolce persona?
"Cianuro, è stato il cianuro!". Mi voltai a vedere la persona da cui proveniva quella voce familiare...era proprio Jean!!
"E tu che ci fai qui? E soprattutto, come fai a dirlo?(sembrava mi avesse letto nel pensiero!)"sbottai contento di vederlo.
"Conoscevo Françoise, faceva la sarta come mia sorella"agiunse triste"per il cianuro lo so, perchè l'ho vista.
Chiaramente la causa della morte è soffocamento da cianuro. Sono esperto di queste cose" e sorrise. Jean, bravo ragazzo, ma come tutti i francesi, pallone gonfiato.
"Il cianuro è un veleno facile da procurare?", feci questa domanda per poter dare un'indirizzo preciso ai miei ragionamenti.
"Si, se conosci le persone giuste...e se hai parecchi franchi in tasca! Io di certo, non potrei"
"Neanche il padre di Françoise allora?"
"La miseria di questo posto dovrebbe darti la risposta da solo, piccolo Lord! No, certo che no. Pensavi fosse stato lui? Giochi a fare il poliziotto?"
"No, ma mi piacerebbe poter dare giustizia a quella povera donna che giace là per terra" risposi, indicando la finestra "vado a parlare con Monsieur Perrier, che certo ascolterà le mie informazioni!"
Poi Jean disse:"Posso aiutarti piccolo Lord? Lo sai che mi stai simpatico, e poi ho il dovere di aiutare anch'io la povera Françoise. Intanto ti racconto una cosa su Monsieur Magritte, ma non pensare che sia l'assassino. Non farebbe male ad una mosca , ora".
Corsi prima da Helen, che mi aspettava nel giardino.
Mi informò che erano arrivati gli altri poliziotti (finalmente, pensai io!) e avevano portato via il corpo della giovane, Monsieur Magritte era stato condotto negli uffici per essere interrogato.
Era rimasto sul luogo del delitto M. Perrier e un altro dei suoi, dedito all'indagine, che fino a quel momento non era riuscito a notare quel particolare che era invece stato troppo evidente persino per un bambino come me!
Per maggiore discrezione, ci spostammo prima all'interno della casa, dove ebbi un dialogo con Jean
(dovrebbe fare il poliziotto da grande, altro che monsieur mammoletta, che nel frattempo aveva fatto chiamare lo sposo, fino a quel momento assente dalla scena del delitto) e infine nel cortile interno, dove decidemmo infine di rivelare agli adulti le nostre scoperte,
stupendoci del fatto che non solo si fidarono di noi, ma decisero di mettere in atto il nostro piano per smascherare il presunto colpevole.
In quel mentre, giunse lo sposo, visibilmente scosso, Jacques Binet
era un giovane di povere origini, che aveva fatto fortuna in America. Poi era tornato in Francia dove aveva conosciuto Françoise. Dopo qualche mese i due avevano deciso di organizzare le nozze (nonostante qualche obiezione da parte di M.Magritte) e quel giorno si sarebbero dovuti sposare. Mentre il giovane ci raccontava la sua storia non smetteva un attimo di piangere. Io ormai avevo le idee chiare sul colpevole...bisognava solamente smascherarlo. Così, M. Perrier raccontò ai presenti la versione dei fatti che gli avevo riferito io.
"Tutto cominciò ben 15 anni fa. M. Magritte doveva sbrigare delle commissioni in città con il suo calesse. Mentre correva per arrivare in tempo a un appuntamento, investì una giovane donna che stava attraversando la strada con un bambino. Questi si salvò, ma la madre poco dopo morì in mezzo alla strada. M. Magritte andava talmente di fretta che non prestò soccorso alla povera donna,anzi, le urlò contro che se lo meritava. 15 anni dopo il bambino della donna investita diventò un adulto. Incontrò M.Magritte e riconobbe l'uomo che pur avendo visto la giovane donna a terra, non si curò di aiutarla. Voleva che Monsieur Magritte provasse la perdita di una persona cara. La vittima designata era la figlia, l'unica parente che gli rimaneva. Così ha raggirato quella donna, facendola innamorare di se e chiedendo addirittura la sua mano. Ieri sera, è venuto in questa casa per portarle il regalo di nozze: un magnifico anello che la ragazza ha voluto indossare subito. Mentre bevevano insieme il the le ha raccontato la verità, confidandole l'intenzione di ucciderla per vendetta. Ma non lo ha fatto. Le ha consegnato la dose di cianuro, e poi è andato via prima che giungessero le amiche. Il rimorso, e forse l'amore che provava per Françoise, lo hanno spinto a fermarsi nel mettere in atto il piano. A questo punto però, sono successe due cose terribili: la donna ha deciso di assumere spontaneamente il veleno mortale, questa mattina. Le persone più care per lei l'avevano ferita nel profondo.
Ma c'è dell'altro: la tazzina del the che lei ha utilizzato per uccidersi e che poteva incastrare immediatamente l'assassino, è stata nascosta da Monsieur Magritte, che ha tentato di raccogliere i cocci, ma qualche frammento è rimasto, e Monsieur Baker, questo ragazzino, lo ha visto e me lo ha riferito! la situazione si è fatta chiara: incastrando il colpevole, si sarebbe potuto risalire a quell'infamante vicenda di molti anni fa. Ciò vuol dire che tra Monsieur Magritte e il suo vendicatore si è instaurato un rapporto di complicità! Corrisponde tutto a quanto è successo, Monsieur Binet?" chiese Jean.
Jacques cominciò a difendersi: "Non è vero...non avete prove contro di me!"
"Ce l'abbiamo"disse Jean" lei è l'unica persona, che conoscesse Françoise, che poteva permettersi di comprare questo veleno!"
L'uomo cedette.
"Mi avete scoperto" confessò Jacques" Dovevo farla pagare a quell'uomo, con la stessa moneta...dovevo fargli provare cosa vuol dire perdere una persona cara. Mia madre sarebbe sopravvissuta se lui l'avesse soccorsa...
poi tutto il resto è come lo ha descritto lei M.Perrier. Ma non pensavo che Françoise si togliesse la vita".
Tornammo all'interno della casa, il caso era stato risolto, Monsieur Perrier chiamò il suo sottoposto per condurre il colpevole agli arresti. Monsieur Binet chiese allora un bicchiere d'acqua ed Helen glielo porse; lontano dall'attenzione degli altri, l'uomo sussurrò un "perdonami" e lo bevve tutto d'un sorso.
Fu impossibile intervenire. Michel ed Helen non riuscirono a fermarlo,
e l'uomo cadde morente davanti ai suoi occhi. Il rimorso lo aveva spinto al suicidio.
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Quella sera
Helen mi leggeva un racconto,
ma io ero distratto da altri pensieri, chiesi:"Helen, secondo te, come mai M.Binet ha voluto uccidere una persona innocente come Françoise?"
Helen fece un sospiro:"Caro Arthur, la vendetta è un sentimento che cattura il cuore di una persona facendola diventare come una bestia...non c'è possibilità di spiegarne i gesti! Ora dormi, e non pensarci. Non volevo certo che tu venissi impressionato da questi episodi"
Ripose il libro, mi rimboccò le coperte, spense la luce ed uscì.
Rimasi a pensare al buoio. Credo che Françoise abbia perdonato l'uomo che amava. Se la vendetta può uccidere, sono convinto che il perdono sia superiore a tutte le cose di questo mondo!
- FINE -
E con questo episodio si conclude la prima avventura di Arthur Baker, sperò al più presto di poterne farne un'altra..