Titolo: Don’t call me Barry
Fandom: Misfits
Autore:
arcanumblack Pairing: Simon/Nathan
Rating: PG13
Genere: Introspettivo
Avvertimenti: slash, linguaggio, flashfiction
Word count: 473
Simon era stufo di lui. Lo avrebbe ammazzato volentieri, se fosse stato troppo impegnato a farsi divorare dai sensi di colpa per aver spappolato il cervello della loro assistente sociale contro un vetro del centro.
Stava parlando di Nathan ovviamente.
Quel lurido stronzo senza senso che non sapeva far altro che chiamarlo con un nome non suo.
Barry.
Ma si può essere più stronzi? No, forse no.
Era colpa sua se si sentiva una nullità, un essere invisibile borderline che si accontentava di gravitare intorno alle vite altrui senza avere il coraggio o le capacità di entrare a farne parte.
Poi la tempesta. Gli aveva donato un potere decisamente utile, ma lo beffava in pieno per via della sua natura schiva. Nathan invece sembrava essere in grado di scalare una montagna a mani nude, con le sue parole. Beh, forse c’era gente che gliele avrebbe ficcate volentieri in culo quelle parole, ma a Simon facevano un effetto contrastante.
Il primo era facile, beh, lo detestava.
Il secondo era abbastanza imbarazzante, perché lo attraeva e dannazione, era sempre stato convinto che gli piacessero le ragazze. Avrebbe voluto essere spigliato come lui e provare a portarsi a letto Alisha (con tutto il rispetto per Kelly, non era il suo tipo), se non fosse stato che probabilmente Alisha avrebbe tirato un calcio nelle palle sia a lui che a Nathan, anche se ultimamente si comportava in maniera strana con lui, si sentiva come se lo osservasse sotto una lente di ingrandimento.
Erano fantasie, cosa c’era di male?
“Ehy Barry!” Nathan gli si avvicinò masticando rumorosamente una barretta energetica rubata dalla macchinetta all’ingresso del centro. “Curtis si sta scopando la telecinetica su di sopra, vuoi guardare?”
Simon non rispose se non sgranando gli occhi. La rabbia lo bloccava, perché diamine doveva essere così? In fondo lui voleva solo essere suo amico.
L’immortale seguitò a farsi roteare in bocca il cibo prima di lasciarlo con un’alzata di spalle e sparire oltre alla porta degli spogliatoi. Simon si passò una mano in viso: non sarebbe mai cambiato nulla, ma si sentiva stupido perché non aveva il coraggio di dirgli le cose che gli premevano di più.
Che non si chiamava Barry.
Che gli piaceva.
La malinconia lo aiutò a diventare invisibile. Solo in quel modo, in quello stato inesistente fu in grado di seguire Nathan che si stava spogliando della tuta arancione e afferrarlo per le spalle, spingendolo con gran frastuono contro gli armadietti.
“Che cazzo, basta assassinarmi!” esclamò l’immortale e Simon scosse la testa, non visto. “Non voglio ucciderti.”
Nathan parve calmarsi un istante, ritrovando il sorriso sfrontato. “Barry!”
“Non chiamarmi Barry. Mi chiamo Simon, stupido” rispose l’altro, chiudendogli le labbra con un breve bacio e fuggendo via, senza neppure guardare il volto stupito dell’altro.
Era poco, era niente. Ma almeno si sarebbe ricordato il suo nome, no?
FINE