[Supernatural] Nostalgia

May 02, 2011 11:55

Titolo: Nostalgia
Autrice: vahly
Fandom: Supernatural
Pairing: Dean/Sam
Genere: Introspettivo, angst
Avvertimenti: slash, incest
Conteggio parole: 1'821
Note: scritta per la sesta settimana del COW-T, sul prompt (come da titolo) “nostalgia”.
Disclaimer: I personaggi non sono miei, il telefilm non è mio, blablabla tutta sta roba qui, se ci guadagnassi sopra sarei diventata Paperon De' Paperoni


Nostalgia

A volte a Dean tornava in mente la notte dell’incendio. Eppure, non ricordava tanto le fiamme alte, né la disperazione del padre. Quello che ricordava maggiormente era il piccolo Sammy tra le sue braccia. Il calore di quel fagottino, e il fatto che lui doveva proteggerlo. A qualsiasi costo.

Dean ricordava con precisione la prima volta che Sam era andato a caccia con lui e il padre. Il fratello minore era spaventato, e lui si sentiva in dovere di proteggerlo. Così gli era stato vicino tutto il tempo.
Erano in una casa sperduta, una di quelle che normalmente si vedono nei film dell’orrore, alla ricerca di un polteigest. Sammy ovviamente sapeva tutto sull’argomento: in quegli anni in cui il padre li aveva tenuti lontani dalla caccia si era ben documentato, com’era naturale che fosse con quel carattere da secchioncello che si ritrovava, e quando John aveva cominciato a portare Dean con sé, quest’ultimo aveva sempre narrato le proprie gesta epiche al fratellino, che lo ascoltava incantato.
Essere un esperto nella teoria però non lo aveva aiutato granché. Era letteralmente terrorizzato, e Dean aveva cercato di rassicurarlo come poteva. Alla fine il fratello minore si era mostrato forte e coraggioso, ma Dean sapeva che dentro di sé era ancora spaventatissimo - e gli fece una tenerezza immensa.
La caccia era stata un disastro e John li aveva sgridati perché non erano riusciti a fare quello che lui gli aveva chiesto, cioè recitare un paio di esorcismi in latino. Sam aveva discusso con il padre e Dean all’inizio non l’aveva presa bene. Ma poi aveva passato tutta la notte seguente a parlare con Sam di quello che aveva fatto, e il fratello minore sembrava così emozionato, ora che il pericolo era passato, che a Dean non importò più - non davvero - come si fosse conclusa la caccia. Il volto deciso ma anche allegro di Sam lo ripagava di qualunque fallimento. Di qualunque cosa.

Dean ricordava molto bene anche la prima volta che lui e Sammy avevano acceso i fuochi d’artificio assieme, di nascosto dal padre, quella notte del 4 luglio 1996 - ricordava Sam che sorrideva, che lo abbracciava, che lo ringraziava - e ci ripensava ogni volta che vedeva dei fuochi d’artificio risplendere nel cielo. Era stata una delle notti più belle della sua vita. Dopo aver finito i fuochi si erano sdraiati sull’erba e avevano dormito sotto le stelle. E anche se Sammy non lo avrebbe mai saputo, quando Dean si era svegliato per primo, erano abbracciati. Come due fidanzatini, due anime gemelle destinate a stare assieme, si erano cercati anche quando non ne erano coscienti, e si erano trovati.

Dean era sempre appartenuto a Sam, e lo sapeva fin da quando il fratellino era nato. Era una cosa che non avrebbe mai messo in discussione. Ma il modo in cui amava Sam, in cui lo voleva… aveva deciso che il fratello minore non sarebbe mai e poi mai dovuto venirlo a sapere.
C’era stato un periodo in cui la consapevolezza che i suoi sentimenti erano a senso unico gli aveva fatto un po’ male, ma la verità era che non gli importava così tanto: la semplice presenza di Sammy nella sua vita bastava a renderlo felice, completo. Per questo aveva deciso che gli sarebbe bastato. Davvero non aveva bisogno di altro.

Un ricordo sfocato era quello del loro primo bacio. Il primo vero bacio, non come due fratelli, ma come due innamorati, uniti da qualcosa di più profondo anche del legame di sangue.
Dean era brillo quella sera, e non avrebbe dovuto esserlo, perché era stato incaricato di controllare il fratello. Non che a sedici anni avesse bisogno di essere controllato come un bambino, né era più problematico di quanto non fossero i suoi coetanei. Ma era sempre andata così: John partiva per la sua caccia, e lasciava a Dean il compito di badare alla casa e al fratello minore.
Così quella sera, quando lui e Sam avevano litigato per una sciocchezza e quest’ultimo era uscito di casa, aveva deciso di non seguirlo. Al diavolo, che facesse le sue esperienze. Così aveva aperto il frigo e aveva preso una birra, poi due, e poi tre. Credeva che avrebbe potuto far finta di niente e aspettare che Sam tornasse… Ma gli era bastata meno di un’ora perché si ritrovasse a cercare il fratello, disperatamente. E quando lo aveva trovato, nell’unico locale aperto vicino casa loro, lo aveva sgridato sonoramente, ed era davvero arrabbiato, per cui non avrebbe davvero saputo dire come aveva potuto finire per baciarlo. L’unica cosa che ricorda con chiarezza è il batticuore, e l’adrenalina, e il terrore che aveva provato nel separarsi da Sam, convinto che l’altro l’avrebbe odiato per sempre - invece Sam aveva avuto bisogno di pochi attimi per riprendersi dallo sconvolgimento, e per guardarlo con un’aria che no, non era affatto di disgusto o di odio. E poi l’aveva baciato a sua volta, e questa volta era stato un bacio di gran lunga molto meno casto del precedente.
Dean ricordava anche l’imbarazzo di quando avevano lasciato il pub, e che dopo erano stati ore ed ore a parlare, a darsi degli stupidi per non aver capito prima che i sentimenti che provavano l’uno verso l’altro non erano qualcosa di cui vergognarsi, né qualcosa per cui l’altro li avrebbe odiati per sempre. Era semplicemente stato così da sempre: loro due erano uniti, ed erano fatti per stare assieme. Erano solo loro due contro il mondo, e lo sarebbero stati per sempre.
Almeno così credevano.

La prima volta che avevano fatto sesso, invece, era ben impressa nella sua mente.
John era a caccia, come al solito, e loro erano rimasti a casa da soli. Nonostante il rapporto che si era creato tra di loro e che andava molto al di là di quello fraterno, entrambi - ma Dean in particolar modo - avevano continuato a flirtare con delle ragazze, come se fosse giusto e normale che fosse così. Dopotutto, prima o poi avrebbero dovuto sposarsi, avere dei figli, no? In qualche modo, Dean aveva sempre pensato che il rapporto che avrebbero avuto con un’eventuale moglie e quello che c’era tra di loro non fossero neppure lontanamente paragonabili. Che niente avrebbe potuto cancellare quello che c’era tra Dean e Sam, ed allo stesso modo quello che c’era tra di loro non poteva essere abbassato al livello del rapporto che c’era tra un uomo e una donna, che nasce dall’attrazione fisica, e che spesso sfocia nel sesso per puro desiderio, non per un amore come quello che lui provava per Sam.
Ma quello che non aveva messo in conto era che il fratello minore potesse non essere dello stesso avviso - che potesse essere geloso delle sue conquiste. Come se a Dean fosse importato qualcosa, anche un decimo di quanto non gli importasse di Sam. E forse fu proprio il fraintendimento del fratello a dargli così fastidio, perché davvero, come poteva pensare una cosa del genere? Come poteva sentirsi minacciato dalla scopata di una notte, o anche dalla fidanzatina dell’ennesima città in cui arrivavano?
Così avevano finito per discutere, e Sam sembrava esserci rimasto particolarmente male. Era andato a letto senza neppure cenare, ma quando Dean era andato in camera si era accorto che il fratello non stava dormendo. Ed all’inizio Sammy non voleva neppure starlo a sentire, e quando Dean gli si era piazzato di fronte per fargli le sue scuse, il fratello si era semplicemente voltato dall’altra parte. Così Dean era semplicemente rimasto lì, e gli aveva accarezzato i capelli, così soffici e voluminosi. E gli aveva detto che non importava se Sam non avesse ascoltato quello che lui aveva da dire, perché lui glielo avrebbe detto lo stesso, e poi gli aveva spiegato quando lo amasse e quanto fosse importante per lui. E alla fine Sam si era voltato, e aveva annuito. Lo so, aveva detto, e si era scusato per la rabbia che gli aveva riversato addosso. Perché sapeva che non aveva senso essere geloso, che quello che c’era tra di loro era speciale, ma vederlo tra le braccia di qualcun altro gli faceva troppo male lo stesso.
Allora Dean l’aveva baciato, e Sam gli aveva fatto spazio sul letto, per poter stare vicini. Avevano continuato a baciarsi, abbracciati, fino a che i baci erano diventati altro, e i loro corpi si erano uniti così come le loro anime.
Quella, per Dean, fu la notte più bella di tutta la sua vita.

Dean ricordava tutte le notti d’amore che c’erano state successivamente. Ok, forse non proprio tutte. Ma sicuramente la maggior parte.
Ricordava che a Sam facevano venire i brividi i baci sul collo, e che andava in estasi quando lo facevano lentamente, quando spendevano tempo in preliminari e carezze. Ricordava Sam che voleva le coccole dopo il sesso, come una ragazzina. E lui che lo prendeva sempre in giro.
Ricordava ogni volta che avevano rischiato di farsi scoprire da John. Tutte le volte che il padre era rincasato prima, che era rientrato da una caccia quando loro non lo aspettavano, le volte in cui mandavano tutto al diavolo e si baciavano fuori casa, e poi avevano il terrore che qualcuno li avesse visti, che qualcuno lo potesse dire al padre.

Ricordava, un po’ meno felicemente, i litigi del fratello con il padre. Infinite discussioni che ai suoi occhi non avevano senso, perché loro erano una famiglia, e le famiglie restano sempre unite no? Ma ricordava anche Sam nervoso che si lasciava consolare dalle sue braccia, e Dean si sentiva importante per qualcuno, importante per Sam. E allora si sentiva anche stupidamente felice, perché Sam era davvero tutto il suo mondo, e se tutto il tuo mondo pensa che tu sia importante, allora non hai davvero più nessuna scusa per non essere la persona più felice del mondo.

Ricordava anche ogni sorta di assurdo menù vegetariano o salutare che Sam pretendeva di avere nei fast-food al posto di un semplice hamburger. Come se un hamburger potesse sopportare l’onta di essere soppiantato da un’insalata.
Dean sapeva che quel povero panino ci sarebbe rimasto seriamente male se lo avesse saputo. Era per questo che lui si premurava di prenderne sempre due, così che l’hamburger pensasse di essere troppo desiderato da Dean, e che Sam si era accontentato di quell’erba scialba solo per far felice il fratello.

E un po’ a Dean veniva da ridere quando pensava a tutte le volte in cui aveva praticamente cotretto quel secchione di Sam di aiutarlo a finire i compiti, e al fatto che forse avrebbe dovuto vergognarsi per questo. Ma non era mica colpa sua se il fratello amava tanto studiare da farsi quasi venire un orgasmo spontaneo alla vista di un libro, mentre a lui stare sui banchi di scuola faceva venire l’orticaria.

Dean ricordava con estrema precisione ogni cosa di Sam, e avrebbe conservato questi ricordi per sempre, nella sua mente.

Perché ora Sam se n’era andato lontano, a Stanford.

Perché la persona che Dean pensava che più di tutti lo amasse, alla fine lo aveva abbandonato.

E tutto quello che Dean ricordava, ora non esisteva più.

autore: vahly, supernatural, fanfiction

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