"Casa nuova" per eledh_3

Jul 09, 2008 00:37

Titolo: Casa nuova
Autore: skyearth85
Beta-Reader: / (spero di trovare un volontario)
Fandom: Torchwood
Pairing: Jack/Ianto
Rating: NC-17
Warning: spoiler per tutta la prima stagione (anche perché non ho ancora visto la nuova. Ambientata idealmente dopo di essa.
Note: scritta per il Mad Tea Party @ fanfic_italia. Il prompt era: Torchwood: Jack/Ianto (prompt: smut; warning: fluff, NC-17). Guarda caso, avevo una drabble nel mio pc, iniziata per l' Italian P0rn Fest, ma ahimè non conclusa. In quell'occasione avevo scelto Torchwood, Jack/Ianto, un luogo tutto loro.

Ho unito le due cose :)



Jack ha un'ossessione. Più di una ad essere onesti, ma in questo momento stiamo parlando di “questa” ossessione particolare: vorrebbe che Ianto si scordasse completamente di Lisa. Perché anche da morta (e questa volta sul serio), lei è sempre lì. Che stiano prendendo un caffè, che stiano scopando, che stiano soltanto nella stessa stanza, ma lei è sempre, sempre lì, in mezzo a loro. Piccina, piccina, ma sempre lì.

Owen l'aveva definito un “manipolatore bastardo e possessivo”. Jack ne è compiaciuto e non ha problemi ad ammettere che è vero...

Non nel senso comune del termine, ma lui ama Ianto. Non in “ti sarò fedele fino alla fine dei miei giorni e oltre” (anche perché gli è un po' impossibile, l'immortalità crea questi problemi), o “sei l'unico che voglio al mio fianco”, o stupidaggini simili.

La realtà è molto più banale: qui, ora, adesso, lui vuole Ianto. Solo per sé.

E' naturale quindi che odia lo spettro della ragazza. Da viva non avrebbe avuto tale potere.

Jack è un uomo paziente (d'altra parte il tempo non gli manca, no?) e perseverante.
Sa che sono le piccole cose che fanno la differenza. ( - Perché non andiamo a comprare qualche abito nuovo Ianto? - - Signore? - - Mi piace che tu sia carino ed alla moda. -)
O meglio, sono il trampolino di lancio per cose più grandi.

- Stanno vendendo degli appartamenti sull'altra strada. - Jack butta lì con fintissima non curanza.
- Lo so, ho visto il cartello. Costosi. - Ianto sta mettendo in ordine le scartoffie arrivate dal governo. Ha il completo bordeaux con cravatta fucsia che hanno comprato assieme qualche giorno prima. Jack è di buon umore.
- Però vendendo il tuo appartamento potresti tranquillamente permettertene uno, vero? -
Jack detesta l'appartamento di Ianto. E' bianco, asettico, impersonale come pochi. Grande, quindi pieno di foto di Lisa. Di quello che ha capito Ianto l'ha preso subito dopo la battaglia, quando si era trasferito da Londra e Lisa era appena “morta”.
Lo hanno fatto solo una volta lì e Jack ha odiato ogni minuto. E' un'esibizionista, ma fare un pompino avendo davanti agli occhi la foto della ex-ragazza, morta per giunta, non lo esalta.
- Credo di si, ma perché dovrei? -
- Saresti più vicino a Torchwood. Non dovresti neanche prendere la macchina o l'autobus per tornare a casa. - Jack aspettava da mesi l'occasione giusta, da quando aveva visto gli operai procedere alla ristrutturazione di quel vecchio palazzo. Sa' che la carta dell'autobus è quella vincente. Ianto odia dover prendere l'autobus.

- Credo che siano piccoli. Non ci starebbe tutta la mia roba. - Però con soddisfazione lo vede riflettere, pensarci, non è un argomento chiuso.
- Potresti mettere la roba in eccesso in uno scantinato. O venderla. -
Ianto piega il labbro in quel taglio che Jack ha ormai imparato a identificare come “Iniziamo a fare una lista di pro e contro della situazione”.
- E' un idea interessante. - Sembra essere la conclusione.
- Ho sentito che ci sono pochi appartamenti rimasti liberi. Credo che ti convenga sbrigarti. -
Il ghigno di trionfo non sfugge all'altro.

Ianto è una persona a cui piace che le cose siano fatte nel modo giusto.
Bravo studente, mai saltato una lezione, lavoratore instancabile, fidanzato modello. Tutte le sue storie sono sempre state “storie serie”. Mai avuto avventure di una notte.
Con Lisa si era parlato anche di matrimonio. Prima della battaglia. Prima del dolore e della solitudine.

Finché non era arrivato Jack. Non si faceva illusioni sulla natura del loro rapporto, ma andava bene così. C'era qualcosa. E questo gli bastava.
Karmico che chi aveva ucciso definitivamente la sua ragazza ne avesse preso il posto.
Lui e Jack erano diventati amanti dopo che era quasi stato ammazzato da quei mostri del tutto umani. Era stato nella stanza di Jack. La sua prima volta con un uomo, era stato bello. Jack era bello. Affascinante, carismatico.
L'avevano fatto spesso nella stanza del suo superiore. Ma a Ianto quella stanza non piaceva. Jack aveva solo una branda come letto e non ci stavano in due. E poi era troppo... “cupa”.
O forse semplicemente lì si sentiva un intruso.
Jack d'altro canto odiava il suo appartamento, infatti c'erano stati solo una volta e Jack era sparito non appena avevano finito. Ianto si era sentito umiliato.
Alla fine si era reso conto che le volte che gli erano piaciute di più era stato in qualche albergo. Squallido.
Sarebbe andato a dare un'occhiata.

- Allora? - Jack è curioso.
- Signore? -
- Sei andato a vedere gli appartamenti? -
- Si, signore. -

Ianto sta riordinando alcune scartoffie nella libreria dietro la scrivania di Jack, mentre ufficialmente il suo superiore stava facendo un po' di lavoro arretrato.
- E allora? - Jack è un uomo con una missione.

- Gli appartamenti sono veramente molto piccoli. Non riuscirei a farci stare tutta la mia roba. -
- Perfetto. Vendi i mobili e ne prendi dei nuovi, che quelli che hai proprio non si addicono al parquet. -
Ianto si blocca a guardarlo. Jack non capisce cosa può aver detto di strano per avere una reazione simile.
- Sei andato a vederli? -

Il sorriso tirato “oh-sono-stato-colto-in-fallo” di Jack è una risposta più che eloquente.

- Ero curioso. - E' l'unica giustificazione che gli riesce.
Ianto vorrebbe dire qualcos'altro, ma si rende conto da solo che forse era meglio che certe domande rimanessero senza risposta.
Si limita ad un - C'è un appartamento interessante. Sarebbe la mansarda, molto spaziosa. - Gli occhi di Jack s'illuminano. - Mi piace, ha il parquet scuro. Ho parlato con il venditore e scambiando il mio appartamento completamente arredato, con questo vuoto, saremmo a posto. -
- E' magnifico! -
- Forse dovrò dormire in terra per un po'. -
Jack gli si avvicina, appoggiando le mani ai lati del collo dell'altro.
- Verrò a tenerti compagnia. - gli sussurra suggestivo all'orecchio.

Ianto non ha messo annunci né parlato con nessuno, eppure sembra che tutti i membri di Torchwood siano a conoscenza dei suoi progetti di trasloco.

Tosh e Gwen non fanno che lasciargli bigliettini e cataloghi (sorprendentemente i gusti di Gwen sono più simili ai suoi di quanto avrebbe mai immaginato), Owen sta già lanciando battute sulla festa da dare per inaugurare la casa. Insomma tutti che si fanno i suoi affari. Nella migliore tradizione di Torchwood.
Ianto non l'ammetterebbe mai ma gli piace. Quando Jack se n'era andato lui e gli altri erano diventati una famiglia. (Gwen aveva commentato con “malata e pronta a scannarsi in qualsiasi momento” e Owen aveva giustamente fatto notare “proprio come ogni famiglia”).

Ianto è ricco. Il che è anche ovvio essendo un uomo solo, con un ottimo stipendio e non facente una vita sociale molto movimentata.
Tutto ciò gli permette di far si che il giorno del trasloco sia IL giorno del trasloco: l'obbiettivo è che tutti i mobili nuovi vengono recapitati e montati nello stesso giorno, le sue cose già impacchettate, trasferite o nella nuova casa o nel ripostiglio che ha comprato qualche isolato più avanti a Torchwood.

Alle quattro del pomeriggio la maggior parte del lavoro è fatto, rimangono solo gli operai che stanno finendo di montare l'enorme vasca che si è auto-regalato.

Jack, Gwen e Tosh non sono molto felice della cosa. Owen, invece, semplicemente non vede l'ora di cominciare a brindare.

- Non è giusto Ianto! Abbiamo finito prima per darti una mano! -
- Abbiamo anche preso gli attrezzi per aiutarti a montare i mobili! -
- Infatti! -
I tre gli stanno tenendo il broncio mentre guardano quasi in cagnesco gli operai al lavoro. Sono seduti al tavolo in formica appena montato.
- Mi dispiace ragazzi, - gli offrirebbe il caffè, ma la macchinetta è ancora imballata - vorrà dire che mi darete una mano a tirare fuori la roba dagli scatoloni. -

Alle sue parole sembra quasi che i tre s'illuminino. Owen ridacchia.
- Visto Jeeves che basta così poco per farli felici?-
- Oh, non lo so', Jack sa essere piuttosto esigente... -
- Argh, ok, ok, niente particolari su quello che fate tu e quel depravato, per favore. -
- Owen! - è l'ammonimento di Tosh.
- Tutta invidia dottore. - risponde lascivo Jack.

- Si, ti piacerebbe... - risponde quasi ringhiando l'altro.

- Aspetta, hai un letto, ma non il materasso? - il tono di Jack è un misto tra disperato e incredulo.
- Non ho ancora avuto il tempo di andare a cercarne uno nuovo e il vecchio l'ho lasciato nell'altro appartamento. -
- Ma così anche il letto è inservibile! -
- E questo è un problema...? -
Il ragazzo indossa dei pantaloni morbidi, di una tuta probabilmente, e una camicia a maniche corte. A Jack la tenuta piace.
- Ianto! -
- Signore? - Ora il ragazzo si stava seriamente seccando.
- Ecco, vedi, io avevo fatto dei... “progetti” per questa sera, non so se mi spiego. -
- Progetti che coinvolgevano il mio letto? -
- Si! -
- Sono sicuro che troveremo un'altra soluzione. -
Il sorriso del ragazzo era molto promettente, si ritrovò a pensare Jack.

- Fate pure come se non ci fossimo, eh! - Owen aveva parlato a nome degli altri.

- Che cosa ti fa pensare che tu resti a dormire? -
Ianto ha appena accompagnato alla porta due brilli Owen e Gwen scortati da Tosh.
Jack non ha neanche fatto finta di alzarsi dal divano quando gli altri se n'erano andati.
- Perché sono brillante e affascinante. E il tuo capo. -
Ianto è davanti a lui.
- Il potere ti ha dato alla testa. - Gli si siede a cavalcioni.
- Mmm... - Ma è solo un mormorio contro il suo collo.
- Sei stanco? -
- E di cosa? Di guardare gli altri lavorare? -
- Vero. - Ridacchia. - Questo divano sembra comodo. - Mormora.
- Già. Ma propongo di fare ulteriori test più accurati. - Jack comincia a mordicchiargli il collo, mentre, aprendogli la camicia, con le mani mappa la pelle che scopre.
Le mani di Ianto invece sono tra i suoi capelli, massaggiano la testa, causandogli brividi che scendono lungo tutto il corpo.

I loro bacini si toccano. Iniziano a strusciarsi, ma è un movimento lento, non hanno fretta.

Ianto fa scivolare le bretelle di Jack. Solo Jack può andare in giro con le bretelle in piena mostra ed essere considerato un dio del sesso.

L'uomo reclina la testa all'indietro. Gli occhi sono chiusi, la posizione apparentemente arrendevole.

La punta della lingua di Ianto scivola lungo la mascella.

- Ti sei rasato. - Constata senza nessun motivo particolare, ricevendo un mormorio d'assenso.
Jack solleva un po' Ianto per far scivolar via i pantaloni e le mutande.
- Adoro le tute. Fanno risparmiare tempo. - Jack gli arpiona i glutei: pressione, rilascio, pressione, rilascio... Ianto sente i testicoli contrarsi ad ogni movimento.
- Bastardo...- Non può fare a meno di mormorare. Sta per venire senza nemmeno essere toccato.
Apre i pantaloni di Jack. L'americano invece non porta mai le mutande.
Il sesso dell'uomo risalta contro l'azzurro della sua camicia. Lo prende in mano, l'accarezza, inizia a pomparlo molto lentamente.
Nel frattempo il suo capo ha perso sia la camicia che la canottiera.
- Vuoi uccidermi? -
- No, signore. Ho decisamente altri progetti per la serata. -
Il capitano ridacchia, almeno finché il suono non si trasforma in un gemito.

Ianto allunga una mano fino a raggiungere la tasca dei pantaloni dell'altro. Dentro ci sono dei profilattici e dei lubrificanti monodose.

- Mi fa piacere che i nostri progetti coincidano. - E come a sottolineare la cosa, l'uomo lo stringe a sé: i loro petti si toccano, i sessi si strusciano contro e le mani del capitano scendono a giocare con l'apertura.
- Aspetta. -
Ianto sta cercando di tirargli giù i pantaloni: la cerniera in certe zone non è piacevole.
- No. - è la semplice risposta.
Ianto sente le confezioni venire aperte.

- Se-se mi hai sporcato il divano ti ammazzo. - Quello che viene fuori dalla bocca di Ianto è un misto tra un rantolo e un gemito.
- Se riesci a pensare al divano con il mio uccello nel culo c'è qualcosa di profondamente sbagliato. -
- La pensi così solo perché-perché non hai idea di quanto mi è costato. -
- Ok, è giunto il momento di staccarti il cervello. - e accompagna le sue parole aumentando il vigore delle spinte. Ianto inizia a gemere senza ritegno. Ogni volta che Jack affonda in lui si sente sull'orlo dell'orgasmo.

Non ci vuole molto prima che vengano tutti e due,

- Ehy. - L'uomo gli mormora contro la fronte.
- Mm? - Jack è accasciato su Jack.
- Lieto di averti “lasciato senza parole”. - Ridacchia il capitano.
Ianto si solleva con i gomiti contro lo schienale. Le ginocchia iniziano a dargli fastidio.
- Non mi hai dato neanche un bacio.- Finge di mettere il broncio Jack.
- Credi di meritartelo? - lo prende in giro.
Jack lo ribalta su un lato, - Decisamente! - prima di divorarlo.

FINE

Note: questa è la cosa più “osè” che ho scritto. Non credevo che fosse così difficile scrivere qualcosa di erotico senza cadere nel A) volgare B) ridicolo C) scientifico D) OOC. Cercherò di migliorare sempre di più. Al prossimo anno e spero che la mia “ricevente” non sia delusa. *inchino*

autore: skyearth85, !challenge: mad tea party, torchwood, fanfiction

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