[Fullmetal Alchemist] Little Ball of Fur.
Fandom: Fullmetal Alchemist
Titolo: Little Ball of Fur.
Rating: PG
Conto Parole: 427 (fiumidiparole )
Personaggi: Edward Elric, Alphonse Elric
Avvertimenti: Nessuno
Note: Scritta per il HMS Maourotopia Treasure Hunt, seconda tappa, Isola Zampa di Gatto. Alcibiade è un gatto.e_e E sa come conquistare Ed. La canzoncina che canticchia Al è rubata amorevolmente a The Big Bang Theory. <3 Sheldon ti ammazzerei ma ti voglio bene.
Riassunto: Edward non ama i gatti, anzi. Sono quasi alla stregua del latte, o del sentirsi chiamare tappo barra nano barra basso. Li tollera finché stanno in strada a miagolare ed acchiappare topi per il bene comunque.
Quando li ha in casa, no.
“Al…”
“Soft kitty, warm kitty…”
“Al…”
“Little ball of fur…”
“Alphonse!”
Sopratutto quando una di queste stupide palle di pelo - per l’appunto - cattura totalmente l’attenzione di suo fratello, facendogli dimenticare il resto del mondo (e quindi lui).
Edward non ama i gatti, anzi. Sono quasi alla stregua del latte, o del sentirsi chiamare tappo barra nano barra basso. Li tollera finché stanno in strada a miagolare ed acchiappare topi per il bene comunque.
Quando li ha in casa, no.
“Al…”
“Soft kitty, warm kitty…”
“Al…”
“Little ball of fur…”
“Alphonse!”
Sopratutto quando una di queste stupide palle di pelo - per l’appunto - cattura totalmente l’attenzione di suo fratello, facendogli dimenticare il resto del mondo (e quindi lui).
“Che c’è?”
“Cos’è?”
“Cos’è cosa?”
“Quella cosa.”
“Oh, è Alcibiade.”
“… pardon?”
“Alcibiade.”
Alphonse si alza dal divano e si avvicina a lui sorridendo, e subito l’altro avverte il pericolo.
Scappa, fuggi, vai in Alaska, in Tajikistan, in Ruanda.
“Alphonse mi era sembrato di essere stato chiaro a riguardo, non voglio nidi di pulci in casa.”
“Ma fratellone!” No. No. Ora protesta e piange. Non parlare, Alphonse Elric. “L’ho lavato, lo curerò e lo terrò in camera, non ti darà fastidio e…”
E il gattino zompa giù dalle sue braccia e si fionda tra le gambe del maggiore, e senza pietà comincia a strusciarsi e a fare le fusa - un po’ gli ricorda il rumore di un motore piccolino, forse perché sua mamma quando erano piccoli diceva sempre “Ecco, ha messo in moto il motore.”, quando erano più piccoli.
Le combo mortali.
Quello miagola come se qualcuno lo stesse strozzando, è piccolo come il suo pugno ed è già così ruffiano. Alphonse ha occhi che non accettano no.
Non ce la può fare.
“Alphonse lo sai che…”
Si china e lo raccoglie, e Edward se lo ritrova in faccia, gli occhioni dorati e le pupille in verticale che lo hanno sempre inquietato un po’.
Come tutto il resto.
“Ma guardalo, è piccolo, e già ti ama, non lo puoi abbandonare al suo destino!”
Due serpi.
Edward sta per aprire la bocca e arrendersi. Chiude gli occhi e sospira con le mani sui fianchi, ma quando sta per cedere e dirgli che il suo stupido gatto può anche infilarselo in posti poco scoperti purché non gli distrugga gli appunti di ricerca, sente una macchia di calore spandersi dal petto giù fino all’ombelico.
E la cosa non è piacevole.
“… Alphonse.”
“… sì?”
“Questo come lo devo interpretare?”
“Marca il territorio.”
“Avrà meno di due mesi.”
“Sarà un bimbo precoce.”
“Alphonse.”
“… sì?”
“Sbattilo fuori di casa.”
E quello stringe forte Alcibiade - ma che minchia di nome è poi! - e corre via dalla cucina cantando quella stupida canzoncina, mai glielo avesse fatto vedere quello stupido telefilm.
“Purr, purr, purr!” canta a voce alta quella creatura meschina.
E lui sa che ora saranno in due, gli elementi a non dargli retta in quella casa.
… spera soltanto che non marchi anche i suoi appunti, altrimenti sì che sono guai per tutti - lui compreso.
Titolo: Little Ball of Fur.
Rating: PG
Conto Parole: 427 (fiumidiparole )
Personaggi: Edward Elric, Alphonse Elric
Avvertimenti: Nessuno
Note: Scritta per il HMS Maourotopia Treasure Hunt, seconda tappa, Isola Zampa di Gatto. Alcibiade è un gatto.e_e E sa come conquistare Ed. La canzoncina che canticchia Al è rubata amorevolmente a The Big Bang Theory. <3 Sheldon ti ammazzerei ma ti voglio bene.
Riassunto: Edward non ama i gatti, anzi. Sono quasi alla stregua del latte, o del sentirsi chiamare tappo barra nano barra basso. Li tollera finché stanno in strada a miagolare ed acchiappare topi per il bene comunque.
Quando li ha in casa, no.
“Al…”
“Soft kitty, warm kitty…”
“Al…”
“Little ball of fur…”
“Alphonse!”
Sopratutto quando una di queste stupide palle di pelo - per l’appunto - cattura totalmente l’attenzione di suo fratello, facendogli dimenticare il resto del mondo (e quindi lui).
Edward non ama i gatti, anzi. Sono quasi alla stregua del latte, o del sentirsi chiamare tappo barra nano barra basso. Li tollera finché stanno in strada a miagolare ed acchiappare topi per il bene comunque.
Quando li ha in casa, no.
“Al…”
“Soft kitty, warm kitty…”
“Al…”
“Little ball of fur…”
“Alphonse!”
Sopratutto quando una di queste stupide palle di pelo - per l’appunto - cattura totalmente l’attenzione di suo fratello, facendogli dimenticare il resto del mondo (e quindi lui).
“Che c’è?”
“Cos’è?”
“Cos’è cosa?”
“Quella cosa.”
“Oh, è Alcibiade.”
“… pardon?”
“Alcibiade.”
Alphonse si alza dal divano e si avvicina a lui sorridendo, e subito l’altro avverte il pericolo.
Scappa, fuggi, vai in Alaska, in Tajikistan, in Ruanda.
“Alphonse mi era sembrato di essere stato chiaro a riguardo, non voglio nidi di pulci in casa.”
“Ma fratellone!” No. No. Ora protesta e piange. Non parlare, Alphonse Elric. “L’ho lavato, lo curerò e lo terrò in camera, non ti darà fastidio e…”
E il gattino zompa giù dalle sue braccia e si fionda tra le gambe del maggiore, e senza pietà comincia a strusciarsi e a fare le fusa - un po’ gli ricorda il rumore di un motore piccolino, forse perché sua mamma quando erano piccoli diceva sempre “Ecco, ha messo in moto il motore.”, quando erano più piccoli.
Le combo mortali.
Quello miagola come se qualcuno lo stesse strozzando, è piccolo come il suo pugno ed è già così ruffiano. Alphonse ha occhi che non accettano no.
Non ce la può fare.
“Alphonse lo sai che…”
Si china e lo raccoglie, e Edward se lo ritrova in faccia, gli occhioni dorati e le pupille in verticale che lo hanno sempre inquietato un po’.
Come tutto il resto.
“Ma guardalo, è piccolo, e già ti ama, non lo puoi abbandonare al suo destino!”
Due serpi.
Edward sta per aprire la bocca e arrendersi. Chiude gli occhi e sospira con le mani sui fianchi, ma quando sta per cedere e dirgli che il suo stupido gatto può anche infilarselo in posti poco scoperti purché non gli distrugga gli appunti di ricerca, sente una macchia di calore spandersi dal petto giù fino all’ombelico.
E la cosa non è piacevole.
“… Alphonse.”
“… sì?”
“Questo come lo devo interpretare?”
“Marca il territorio.”
“Avrà meno di due mesi.”
“Sarà un bimbo precoce.”
“Alphonse.”
“… sì?”
“Sbattilo fuori di casa.”
E quello stringe forte Alcibiade - ma che minchia di nome è poi! - e corre via dalla cucina cantando quella stupida canzoncina, mai glielo avesse fatto vedere quello stupido telefilm.
“Purr, purr, purr!” canta a voce alta quella creatura meschina.
E lui sa che ora saranno in due, gli elementi a non dargli retta in quella casa.
… spera soltanto che non marchi anche i suoi appunti, altrimenti sì che sono guai per tutti - lui compreso.