Titolo: L'immortalità non è questa gran cosa se si è soli come un cane.
Autore: Sonadow_yuffie
Fandom: Tengen Toppa Gurren Lagann
Personaggi: Viral, La moglie che si vede nell'Alternate Space Universe, la figlia che appare nello stesso posto.
Rating: verde.
Prompt:
Dolcetto o Scherzetto Fest di
fanfic_italia, Fase I: Dolcetto.
Word Count: 732
Beta: non betata e scritta in fretta, troppo, perdonate il mio scarso italiano ._.°
Riassunto: non c'è nulla di più bello di ciò che si da per scontato.
Note:Scritta per il Dolcetto o Scherzetto Fest, creata in troppo poco tempo perché mi sono accorta solo oggi dell'esistenza del DoDF e, dato che alle sei e mezza devo lasciare questo pc, ho fatto ciò che potevo. Per la prossima, lo giuro, farò di meglio. Il nome Memu per la figlia di Viral viene dal fandom, ci sono alcuni posti in cui si riferiscono a lei con questo nome. Di base, la moglie e la figlia di Viral sono considerate 'illusioni' che nascono, a tutti gli effetti, dal più grande desiderio di Viral. Diciamo che per mancanza di tempo e di fantasia mi sono permessa, a questo giro, di renderle più 'reali', per quanto un fantasma possa venir considerato tale. Se la fanfiction è da considerarsi fuori dal Dolcetto o Scherzetto Fest per me non è un problema, vorrà dire che lavorerò meglio ai prossimi due 'appuntamenti'.
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Viral scivolò sul divano osservando i preparativi in corso attorno a lui; freneticamente, sua moglie correva da una parte all'altra della casa ad appendere decorazioni per la festa che, da lì a poco, sarebbe cominciata. Onestamente l'uomo bestia dubitava che l'immensa quantità di cibo preparata dalla sua consorte potesse venir smaltita in una serata da un'orda di marmocchi, quindi si era presto rassegnato all'idea di mangiare avanzi per una settimana, senza contare il fatto che la loro bambina si era messa in testa di preparare a sua volta dei dolcetti e, per quanto la mamma l’avesse aiutata, aveva voluto fare di testa sua; per qualche strano motivo, Viral già sapeva che sarebbe stato un clamoroso disastro, bastava sentire l’odore che proveniva dalla cucina. Per un mezzo felino come lui l’odore era quasi insopportabile..
Lui, semplicemente, era stato messo a ritagliare pipistrelli in carta nera da appiccicare alla finestra.
"Papà, assaggia!"
Appoggiò le forbici sul tavolino accanto al divano, quindi si preparò all'ingresso della figlia; se c'era una cosa di cui era certo era di quanto Memu adorasse venir lodata da lui ed, ovviamente, era parte dei suoi doveri di padre renderla felice, no?
Viral sorrise quando la osservò entrare nella stanza con fare orgoglioso, pavoneggiandosi come una modella sulla passerella, in un buffo costume da streghetta e con un vassoio in mano su cui la mamma aveva spostato i biscotti appena usciti dal forno; una breve occhiata alla sua sposa e si rese conto che qualcosa non andava, sensazione che divenne certezza quando osservò le masse informi e bruciacchiate che, in bella vista sul vassoio bianco, sembravano far a gara nell’apparire brutte. Peggio di quanto non avesse osato temere.
"Sembrano deliziosi." mormorò raddrizzandosi ed allungando le mani verso di lei per poi afferrare il vassoio ed appoggiandoselo sulle gambe. Ah, se la puzza avesse potuto uccidere…
“Ecco…” la piccola prese uno dei biscotti e, praticamente a forza, lo piazzò in bocca al padre. In tutta la sua vita, e poteva dire di essere abbastanza vecchio, non aveva mai assaggiato nulla di simile: sembrava un impasto di peli di Boota, fango e colla.
“Ti piacciono, papà?”
Ah, vocina traditrice, con quel tono innocente avrebbe fatto mentire in merito anche il più sincero degli uomini.
Viral, sforzandosi, sorrise mostrando i pericolosi denti appuntiti ed annuendo virogosamente, come entusiasta.
"Sono buonissimi! Sei sicura di averli fatti tu? Dimmi la verità, perché io credo che li abbia fatti la mamma. Anzi, sai che fa papà? Se li tiene da parte e se li mangia tutti lui, con calma. Li lasci a papà?"
Lei annuì sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi; uno dei quelli che avrebbero potuto far sciogliere perfino Adiane se mai avesse avuto modo di conoscere quella piccola adorabile creatura, ne era sicuro.
L’uomo bestia sapeva che, per amor suo, avrebbe finito veramente per mangiarli tutti... quei cosi.
"Capitano?"
Viral inarcò un sopracciglio spostando lo sguardo verso Memu, quella non era assolutamente la voce di sua figlia, eppure era stata lei a parlare.
“Capitano?”
Sì, era stata lei a muovere le labbra, non c’erano dubbi, ma come poteva essere sua quella gruttuale voce maschile?
"Papà, io e la mamma dobbiamo andare, ci ha fatto piacere rivederti. Pensavamo di poter stare un po' di più, ma sembra che il nostro tempo sia già finito."
Cercò di rispondere, ma si rese conto di non riuscire a dire nulla, poi tutto divenne sfocato e confuso, l'ultima cosa che avvertì furono le labbra di Memu sfiorargli una guancia, poi il mondo cominciò a vorticare e chiuse gli occhi.
Quando aprì gli occhi era sulla Terra Cathedral, nella sua cabina, e con la radio qualcuno lo stava convocando sul ponte per qualcosa di urgente.
Sospirò rigirandosi sulle lenzuola cercando di riassaporare ancora un poco la sensazione piacevole che il sogno gli aveva saputo donare, la malinconia per i tempi passati e la solitudine si facevano sentire ogni giorno di più nel corso della sua vita immortale, ma al terzo richiamo si arrese e decise di tornare al lavoro. Dannate festività nuove della Terra, perché doveva importargliene qualcosa?
Assunse la consueta espressione feroce e si rialzò, preparandosi ad affrontare una nuova , lunga, giornata; solo una delle tante, troppe, ripetitive giornate della sua infinita vita.
Senza che lui lo notasse, mentre usciva, alcune briciole scivolarono fuori dalla sua giacca, si appoggiarono a terra e, lentamente, scomparvero