Titolo: Indovina chi viene a cena
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Severus Piton, Lucius Malfoy, Harry Potter
Parte: 1/1
Rating: Nc17
Riassunto: Lucius fa una visita a sorpresa a Severus, ma non sa che lui è già impegnato...
Note:Questa fanfiction ha vinto un piccolo concorso per la giornata "HP Yaoi Day" organizzata dal negozio Musshop! (
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Visto che sono molto sveglia, la giornata è stata l'anno scorso e solo ora mi sono ricordata che qui non l'avevo pubblicata perchè prima volevo sapere il risultato XD
Ecco il mio premio:
E dopo questo, buona lettura! ^^
INDOVINA CHI VIENE A CENA
Quando Lucius Malfoy uscì dal camino dell’alloggio di Severus Snape rimase stupito dei suoni che provenivano da oltre la tenda divisoria della zona notte, in cui lui si trovava al momento.
Erano dei rumori soffocati, ma non c’erano dubbi sulla loro natura: erano i gemiti di un ragazzo.
Con l’eleganza che cotraddistingueva la sua casata, scostò il pesante velluto, entrando nel lato dello studio, curioso di vedere cosa stava succedendo.
Dovette ammetterlo: fra tutto quello che aveva ipotizzato potesse essere la causa di quei suoni non era compresa la scena che si ritrovò davanti.
Severus era tranquillamente seduto nella sua poltrona, guardando -per Merlino!- Harry Potter, la fonte dei gemiti. Ma non era solo l’identità del ragazzo a sconvolgerlo, era anche il motivo per cui mugolava a quel modo.
Aveva in bocca un bit-gag che soffocava i suoni in uscita, le braccia bloccate dietro la schiena da un perfetto kinbaku, un vibratore -acceso a giudicare dagli spasmi dello studente- tenuto fermo là dentro da una sbarra di metallo piantata verticalmente nel pavimento. E questo era solo quello che riusciva a vedere del dietro…
Il maghetto era in punta di piedi -da almeno qualche minuto visto che gli tremavano le gambe e minacciava di appoggiare completamente le palme- costretto in quella scomoda posizione da dei sottili fili magici che tenevano legati i suoi capezzoli e il suo membro eretto -impedito anche da un cock-ring per non lasciargli sfogo- ad un anello di un’altra sbarra verticale di fronte a lui, posto in alto cosicchè se si fosse abbassato lo avrebbero dolorosamente tirato.
Un predicament bondage da maestro, come c’era da aspettarsi da Severus.
Dopo aver esaminato così bene il ragazzo, Lucius spostò lo sguardo sull’insegnante, che lo stava fulminando con gli occhi.
-Non è buona educazione avvisare prima di presentarsi in casa di qualcuno?- fu il rimprovero sibilato del pozionista al biondo.
-Non credevo potessi essere impegnato così dopo l’orario di lezione- Malfoy sorrise mellifluo, avvicinandosi alla poltrona ed entrando nel campo visivo di un Harry particolarmente umiliato, ancora di più dalla nuova presenza.
-E’ orario di punizioni- fece notare il professore.
-Oh, questo lo vedo…- con un cenno della bacchetta fece apparire un’altra poltrona, accomodandocisi come se fosse uno spettacolo. E lo era, anche molto piacevole.
-Come hai ottenuto il permesso di punirlo a livello corporale?- chiese interessato, accavallando le gambe.
Severus alzò gli occhi al cielo, rassegnandosi alla presenza dell’altro fino alla fine della punizione.
-L’ho chiesto a suo zio e me l’ha concesso subito- rispose atono, riportando lo sguardo su Harry.
Il moretto aveva il viso molto arrossato, per la fatica di restare in posizione, l’umiliazione, la vergogna, la rabbia e la frustrazione, di non potersi ribellare e non poter venire. Dall’inizio di quel supplizio gli occhi si erano inumiditi parecchio e ora erano completamente appannati dalle lacrime, che cominciarono a colargli lungo le guance rosse.
Però dalla sua bocca non uscivano singhiozzi, solo gemiti prevalentemente di piacere. E questo lo umiliava ancora di più. Come poteva piacergli quella tortura?
-Da quanto tempo è così?- si informò ancora Lucius.
-Da meno di cinque minuti. Non ha resistenza, né tantomeno autocontrollo. È già al limite di sopportazione, farebbe qualsiasi cosa pur di essere liberato da lì, nonostante sappia che la punizione peggiorerebbe. Non ho ragione, Potter?-
Le lacrime scesero più copiosamente mentre il ragazzo annuiva, rischiando di perdere l’equilibrio e appoggiare i piedi.
Severus fece un gesto come a sottolineare la sua ragione, poi fece scomparire i fili magici che lo tiravano. Si alzò e divise il vibratore dalla sbarra di metallo, che sparì assieme alla gemella, poi con un movimento della bacchetta bloccò l’oggetto al suo posto dentro il maghetto.
Harry per poco non cadde in ginocchio quando gli fu possibile allentare la tensione dei muscoli, solo il sostegno dell’insegnante glielo impedì.
Il pozionista gli tolse anche il gag, lasciandolo ansimare e mugolare liberamente prima di tornare a sedersi sulla sua poltrona.
-Visto che non hai rispettato i termini della punizione, Potter, adesso dovrai sottostare ad altro. Voglio che quella tua bocca sempre piena di ingiurie si occupi del mio membro. So perfettamente che ne sei in grado- spostò la veste, rivelando un accenno di eccitazione.
Il maghetto si morse un labbro per non insultarlo e peggiorare ulteriormente la propria posizione, poi lanciò uno sguardo a Malfoy prima di riportarlo, supplice, al professore.
Non voleva farlo davanti a lui, era già abbastanza terribile così…
Ma Severus non gli diede corda, aspettando in silenzio che obbedisse. Lucius non se ne sarebbe andato comunque e la sua presenza non faceva altro che umiliare ulteriormente il ragazzo, perciò tanto valeva permettergli di guardare.
Visto che l’insegnante ignorava la sua supplica silenziosa, il maghetto cercò un’altra strada.
-Pro..professore…- cominciò in tono disperato, senza però avere la possibilità di concludere la richiesta.
-Non ti ho dato il permesso di parlare, Potter. Ti conviene obbedire senza lagnarti troppo o mi vedrò costretto a usare la frusta- per sottolineare il concetto accarezzò un gatto a nove code appoggiato sul bracciolo della poltrona.
Harry rabbrividì mordendosi le labbra, ma si affrettò ad inginocchiarsi davanti all’uomo.
Cercò inutilmente di ricacciare indietro le lacrime, degluttendo a vuoto prima di aprire la bocca e iniziare a leccare il membro davanti a lui. Era disgustoso, eppure il suo corpo reagiva come se tutta quella orribile situazione fosse la cosa più eccitante che potesse capitargli.
Come diavolo era possibile? Doveva per forza essere stato drogato in qualche modo, ma non aveva nemmeno cenato per l’ansia di quella punizione, non poteva aver preso una pozione neanche per sbaglio…
Quando il pene dell’insegnante fu sufficientemente eretto lo prese in bocca, cominciando a succhiare.
Le lacrime scendevano sempre più abbondantemente, mentre dalla sua gola continuavano ad uscire gemiti di piacere, soffocati dall’ingombrante presenza che continuava a gonfiarsi grazie anche a quelle eccitanti vibrazioni.
Il respiro di Severus si fece più profondo, i suoi occhi si riempirono di libidine mano a mano che l’eccitazione cresceva.
-Sembra bravo…- commentò Lucius, leccandosi lascivamente le labbra. Sperava che dopo aver finito con lui gli avrebbe concesso di “provarlo”…
-E’ l’unica cosa per cui è buona la sua bocca- rispose il pozionista con tono basso e caldo per il piacere, che fece rabbrividire e gemere Harry.
-Quando hai finito…?- il biondo completò la domanda con uno sguardo eloquente.
Snape lo guardò un attimo, poi spostò gli occhi su quelli del ragazzo, che era ancora più supplice di prima.
Non voleva assolutamente farlo. Il professore si coprì la bocca con la mano per nascondere un ghignetto sadico, fingendo di pensarci qualche attimo.
-Anche adesso… io finisco dopo- rispose, ottenendo dal maghetto un soffocato gemito di disperazione.
Lucius ghignò apertamente di approvazione, aprendosi la veste.
Severus tirò i capelli neri dello studente per farlo staccare, continuando a fissarlo negli occhi.
-Hai sentito quello che devi fare, obbedisci- gli ordinò languido, facendolo rabbrividire di nuovo.
Il moretto annuì, spostandosi davanti al biondo sulle ginocchia.
Gli lanciò appena uno sguardo, arrossendo ulteriormente per la sua espressione compiaciuta e libidinosa, ma si costrinse a prendere in bocca il suo membro e succhiarlo e leccarlo.
-Hai ragione, è davvero bravo in questo…- commentò il purosangue, lisciando languidamente i capelli corvini del ragazzo fra le sue gambe.
Severus annuì, osservandoli.
Lucius era pienamente soddisfatto di quello che stava provando, mentre Harry ogni tanto alzava gli occhi su quelli scuri dell’insegnante per supplicarlo di far finire tutto.
Purtroppo per lui, il mago moro non era affatto di quel parere.
Per farlo smettere di supplicare aumentò il livello del vibratore dentro di lui, costringendolo a interrompere quello che stava facendo per lanciare un alto gemito di piacere, inarcandosi.
-Chi ti ha detto di smettere?- lo rimproverò il professore, mentre Lucius gli rispingeva la testa fra le proprie gambe.
Il ragazzo ricominciò a succhiarlo, gemendo più spesso di prima e faticando a concentrarsi sul proprio lavoro, ma a Malfoy andava più che bene così.
Iniziò a sospirare di piacere, incoraggiando Harry a fare su e giù sul suo membro sempre più in fretta, finchè non venne nella sua bocca con un gemito roco, tenendogli ferma la testa per costringerlo a ingoiare il suo seme. Aveva un’espressione compiaciuta e appagata, segno che aveva davvero apprezzato la fellatio del ragazzino.
Il maghetto nel frattempo aveva ripreso a piangere per l’umiliazione di essere considerato solo un giocattolo sessuale o una prostituta. Non sapeva se la cosa peggiore fosse quella o il fatto che al suo corpo sembrava piacere quel trattamento, e molto.
-Pulisci bene- gli ordinò il biondo in un sussurro languido, tenendogli ben stretti i capelli.
Harry fu costretto ad obbedire, leccandolo ancora finchè Lucius non fu soddisfatto e non lo lasciò andare.
-In piedi- gli comandò a quel punto Severus, alzandosi a sua volta.
Senza la possibilità di usare le mani, al ragazzo risultò un po’ problematico eseguire l’ordine prontamente, anche perché era distratto dal vibratore, rimasto a livello alto.
Appena riuscì a tirarsi su, pur rischiando di cadere addosso a Malfoy, che dal canto suo non faceva nulla per aiutarlo, il professore lo afferrò per un braccio e lo tirò malamente fino alla scrivania.
Lo obbligò a piegare il busto su di essa finchè non ci ebbe premuto la guancia, girandogli il viso verso l’altro mago, per umiliarlo ulteriormente mentre continuava la punizione.
Gli allargò le gambe, mettendo il vibratore al massimo e sbloccandolo per cominciare a muoverlo lentamente, tirandolo fuori fino a lasciargli dentro solo la punta per poi farlo di nuovo affondare tutto nella sua tenera apertura.
Harry gemeva sempre più forte, le sue gambe tremavano di piacere, il suo membro congestionato e bisognoso di attenzioni doleva per la mancata possibilità di sfogarsi.
Piangeva, ma senza singhiozzi, perché per quanto il suo lato razionale gli dicesse che era una tortura, che era violenza, che era stupro, il suo lato passionale da ragazzo sessualmente represso faceva festa.
Severus aumentava poco per volta la velocità dei movimenti, portando il ragazzo a gridare di piacere, chiamandolo, supplicandolo di lasciarlo andare e terminare quella terribile umiliazione.
Dal suo angolino, intanto, Lucius si godeva lo spettacolo, imprimendosi nella mente quell’espressione eccitata e allo stesso tempo disperata del maghetto. Era un vero peccato che il Signore Oscuro volesse ucciderlo il prima possibile, senza considerare quell’immenso divertimento.
Quando si fu stancato di quel gioco, il pozionista riposizionò a fondo il vibratore, bloccandolo di nuovo con un incantesimo. Richiamò a sé il gatto a nove code lasciato sulla poltrona, tenendo strettamente i capelli di Harry che aveva ripreso a lottare contro di lui, frustandolo sulle natiche.
Ad ogni potente colpo, per il dolore, il moretto stringeva i muscoli contro l’oggetto dentro di lui, così da mischiare piacere e dolore, che uscivano assieme dalle sue labbra in un unico suono.
Quella parte della punizione durò alcuni minuti, abbastanza perché il suo sedere cambiasse colore da latteo a rosso, prendendo una certa somiglianza con una mela.
A quel punto Severus decise che era sufficiente, posando la frusta e togliendogli il vibratore, anche se piano per aumentare l’umiliazione dato il gemito di frustrazione che lasciò le sue labbra.
-La… la prego… basta…- supplicò per l’ennesima volta, ansimando.
-Decido io quando basta, Potter- gli sibilò all’orecchio in risposta, penetrandolo con mortificante lentezza.
Il ragazzo gridò di piacere a quella nuova intrusione, tendendosi verso di lui per riceverlo meglio. Iniziò a tremare e a cercare di spingersi indietro per invogliarlo a muoversi, senza molto successo perché era ancora schiacciato contro la scrivania.
Lo sentiva perfettamente dentro di sé, ogni centimetro della sua voglia pulsante, che premeva contro le sue pareti, allargandole solo con la sua ingombrante presenza calda. E lo voleva terribilmente, voleva sentirlo muoversi dentro di sé, con forza, colpendo quel punto così sensibile dentro di lui.
Fu fortunato, erano le esatte intenzioni del professore: infatti quando iniziò a muoversi usò fin da subito delle spinte potenti, appassionate.
Lucius non perdeva un solo istante, voleva cogliere ogni singola reazione dello studente, ormai perso nella libidine del momento. Se non avesse avuto un orgasmo da poco si sarebbe eccitato a quella vista.
A Harry non importava più della sua presenza, lo guardava senza vederlo veramente da dietro il velo di lacrime, che avevano smesso di scendere perché il suo lato passionale aveva messo definitivamente a tacere quello razionale.
Gli piaceva essere trattato a quel modo? Sì, molto.
Gli piaceva perdere completamente la testa per quello, dimenticando tutti i lati negativi (e non erano pochi) della situazione in cui si trovava? Sì, da morire.
Gli piaceva essere scopato violentemente dal professor Snape, per cui predicava un odio profondo? Sì, più di ogni altra cosa.
Per questi motivi, quando anche l’insegnante fu vicino all’orgasmo, appena il cock-ring sparì venne copiosamente, lanciando un grido talmente intriso di piacere da far rabbrividire Malfoy e contribuire parecchio a far raggiungere a Severus l’apice del godimento.
Il pozionista si liberò dentro il ragazzo con un sibilo, concedendosi qualche secondo per riprendere un minimo il fiato prima di uscire da lui e rimettersi a sedere sulla poltroncina per smaltire il post-orgasmo.
-Sembra piacergli parecchio- Lucius interruppe la sua pace momentanea.
-E’ così, infatti- rispose l’altro, spossato.
-Anche a te- il biondo lo guardò eloquentemente, ricevendo in risposta un’occhiataccia.
Era solo un ulteriore metodo di umiliazione dimostrare al ragazzo che non era in grado di controllarsi e soprattutto che quel genere di punizione era decisamente di suo gradimento. Era un’ulteriore violenza nei suo confronti, nient’altro.
Harry nel frattempo rischiava di addormentarsi, ancora piegato a novanta sulla scrivania e con le braccia legate dietro la schiena.
-Potter, non si permetta di appisolarsi nel mio ufficio. Si alzi immediatamente- gli sibilò contro il professore quando riportò lo sguardo su di lui.
Fece sparire le corde e gli diede una ripulita con dei semplici incantesimi, senza muoversi dalla poltrona.
Il ragazzo obbedì stancamente, aprendo e chiudendo le mani per ripristinarne la circolazione.
Ci volle qualche attimo prima che si rendesse conto di quello che era successo esattamente, quindi arrossì terribilmente.
-P..posso andare ora, professore?- balbettò in tono imbarazzato e rispettoso.
-Sì, vada. Non dimentichi qui nulla o sarà gettato nel camino- gli concesse l’interpellato.
Il maghetto annuì, recuperando i propri vestiti e indossandoli velocemente, dando un’occhiata allo studio per essere sicuro di non scordare nulla, poi uscì frettolosamente borbottando un saluto.
Anche Malfoy si alzò a quel punto, dirigendosi calmo verso la tenda divisoria per raggiungere il camino.
-Perché sei venuto qui?- gli chiese Severus, seguendolo. -Devi dirmi qualcosa?-
Lucius si girò verso di lui con un sorrisetto mellifluo.
-Niente di importante… Volevo invitarti ad andare in un locale per adulti, ma direi che al massimo potresti invitarmi tu qui, è molto meglio-
Sparì nella metropolvere, tornando a casa soddisfatto del bel passatempo serale, lasciando che Snape si sistemasse per la notte. Dopotutto, lui aveva lezione il giorno dopo…