E subito subito la Masterlist così poi si può pensare a p0rnare invece che a postare \O/
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Parole: 1100
Era arrivata da lontano, si era fatta annunciare per quello che era, una principessa di una terra lontana, oltre il mare. L’aveva fatta entrare al suo cospetto, ovviamente, e ora erano sole in quel grande salone.
«Ho sentito parlare molto di voi, regina Elsa.» La ragazza è bellissima, ondeggia la sua folta chioma rossa ad ogni passo. Elsa è affascinata e non sa cos’altro.
«Principessa Merida.» L’accoglie la giovane regnante con un sorriso.
La forestiera si inchina ai suoi piedi, prende una delle sue mani fasciate dai guanti e le fa un galante baciamano
«Sono qui per chiedere la vostra mano, maestà.» Afferma Merida con sguardo sveglio e furbo, un sorriso malizioso le appare e Elsa arrossisce, per un secondo crede di aver sentito male, ma poi lo sguardo fiero e quella postura sicura di sé le dicono che ha sentito esattamente quelle parole.
«Certamente vi renderete conto di aver errato con la vostra ultima frase.» Si aggrappa disperata alla ricerca di un senso logico.
«Non credo di aver errato nulla nella formulazione.» Considera Merida con un’espressione pensierosa sul volto.
Elsa ride nervosamente, non vorrebbe darlo a vedere e vorrebbe chiamare le guardie, ma nello sguardo di quella ragazza c’è qualcosa che la lascia incollata al suo posto, desiderosa di sentire ancora la sua voce spiegare.
«Considererai il caso che tu abbia formulato questa richiesta ad una donna.» Tentò di farla ragionare la regina stringendosi le mani nervosamente incapace di tenere il suo sguardo sul quel volto sincero e meraviglioso.
«Si vostra maestà.» Non c’è sorpresa o imbarazzo nella voce di Merida ed Elsa si chiede se tutto quello che sta accadendo sia uno scherzo.
Vorrebbe aprire la bocca e dire qualcosa ma non sa neppure lei cosa deve dire a quegli occhi sinceri e pieni di speranza.
«Ho aspettato di trovare il mio vero amore e poi vi ho vista, in mezzo alla folla, quando siete venute a visitare le mie terre, e ho capito che voi eravate quella che stavo attendendo.» Merida è serissima ed ad ogni parola si avvicina di più al volto della regina che indietreggia fino a che non trova la parete dietro di lei e la fuga le diventa impossibile.
«Il vero amore? Ma che state dicendo? Io sto attendendo un principe.» Elsa riesca a sfuggire a quegli occhi pieni di passione e grinta scivolando di lato e guadagnandosi ancora dei centimetri da quel corpo caldo che ormai l’aveva raggiunta.
«Ne siete sicura?» Domanda Merida piegando gli angoli della bocca in quel sorrisetto impertinente e malizioso.
«Certo che si.» “o forse no” si trova a pensare Elsa per poi scacciare subito quel pensiero dalla sua mente.
«Vostra maestà, voi siete come me, siete libere e desiderose di libertà. Non siete capace di stare alle regole e quello che volete veramente è poter essere voi stesse. Seguire il vostro destino.» Merida sembra sempre più sicura di sé e Elsa non può far altro che mordersi il labbro inferiore, quella sconosciuta le sapeva scavare dentro più di chiunque avesse mai fatto in vita sua. Neppure Anna l’aveva capita quando aveva avuto bisogno della sua libertà, invece questa ragazza, questa straniera sembrava sapere esattamente come si sentisse.
«Ma vi sbagliate principessa, io non amo le donne.» Dice con un groppo in gola, anche il solo pensiero è così strano da formulare, figurarsi il dirlo ad alta voce.
«Davvero? Io non credo.» Mormora la ragazza dai folti capelli rossi, e prima che Elsa potesse formulare una risposta anche solo nella sua mente Merida l’ha già schiacciata al muro e ha premuto le labbra sulle sue.
Elsa emette uno strano squittio in risposta spalancando gli occhi per la sorpresa. Le labbra calde di Merida accarezzano gentilmente le sue, è una sensazione così strana che nel suo stomaco qualcosa si muove. Nessuno l’aveva mai baciata non aveva permesso a nessuno di avvicinarsi, invece quella straniera l’aveva colpita con le sue parole, le aveva fatto abbassare la guardia e ora la stava baciando dolcemente.
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Afferra le spalle della giovane con i capelli rossi e la allontana da lei.
«Noi non dobbiamo.» Cerca di convincerla scatenando in Merida una bassa risata.
«Smettila di reprimere quello che sei. Rimarrai sempre te stessa, sarai sempre la bellissima persona che sei.» Le risponde senza paura la ragazza afferrandole un seno e provocando in Elsa un gemito basso e strozzato.
«… Merida.» Il nome della ragazza è come miele sulle sue labbra, socchiude gli occhi mentre quelle mani la percorrono. Le accarezzarono entrambi i seni, il ventre per poi spostarsi sui suoi fianchi. Elsa la vede inginocchiarsi ai suoi piedi e alzarle la gonna.
«Cosa… Cosa fai?» Domanda la regina in panico mentre la mano di Merida arriva a lambirle le mutandine.
Senza dire una parola infila due dita tra la labbra della vagina di Elsa che ha un fremito lungo tutto il suo corpo. Non si era mai sentita così … accaldata. Le sue guance si tingono di un rosa intenso mentre inconsapevolmente apre le gambe in modo da poter sentire la mano di Merida accarezzarle l’intimità.
“È sbagliato.” “È sbagliato.” “A me non piacciono le donne.” Continua a ripetersi Elsa come una cantilena nella sua testa, ma quando la lingua calda di Merida si aggiunge alla sua mano, Elsa si sente morire. È così rovente, la sua mente pensa a mille chilometri orari e il suo bacino si spinge automaticamente verso quelle mani e quella bocca che la stanno facendo gemere incontrollatamente.
Afferra i capelli della straniera con entrambe le mani, vuole di più, vuole la lingua di Merida ovunque e quando le dita della ragazza entrarono dentro di lei trattiene il fiato in un grido muto.
Merida si muove la suo interno mentre sul suo volto compare un sorriso malizioso e le mani di Elsa si aggrappavano saldamente alla sua enorme chioma rossa.
Il bacino della regina asseconda i movimenti di Merida e all’ennesimo passaggio di quella spessa, calda e umida lingua, Elsa, si aggrappa con tutte le sue forze a quella testa tra le sue gambe, unico suo sostegno oltre al muro dietro di lei. Viene gemendo silenziosamente mentre Merida prontamente si alza per sorreggerla tra le sue braccia dopo l’orgasmo, con il sorriso che non le ha mai abbandonato il volto.
Forse, in fondo, Elsa pensa che Merida non ha tutti i torti e che forse avrebbe dovuto semplicemente abbracciare il suo destino, come questa bellissima, meravigliosa ragazza stava facendo con lei.
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