"Torn." Capitolo 3 Versione Definitiva. (seconda parte)

Aug 23, 2010 14:53


Questa è la seconda parte del capitolo 3 di Torn.
Buona lettura^^

Per le parti precedenti: Parte Prima: Sinking. + Parte Seconda: Drowning. + Parte Terza: Falling. (prima parte)

Titolo: Torn. [Parte 3/3 Falling. Versione Definitiva. (seconda parte)]
Fandom: Naruto
Pairing: NaruSasuNaru
Rating: M (arancione)
Warnings: angst, parolacce.
Summary: quando un legame non ha nome, le cose si fanno maledettamente difficili. Soprattutto se si tratta di Naruto e Sasuke.

        
Era notte fonda. Naruto stette in piedi per vari secondi davanti alla porta sigillata dell’appartamento di Sasuke, prima di sporgersi dal balconcino e notare la finestra socchiusa della sua camera. Probabilmente era stata una cattiva idea presentarsi lì a quell’ora, ma non era stato capace di addormentarsi, né di aspettare l’alba. Per cui, era venuto fin lì. Non poteva permettersi di buttare al vento la risoluzione che Sakura e Kakashi gli avevano trasmesso con così tanta sofferenza, per cui contò fino a dieci e poi si avventurò sul cornicione, da cui saltò dentro la stanza senza far rumore. Gli occhi, già abituati alle tenebre, scorsero subito il letto del ragazzo e la sua figura immobile avvolta nelle coperte.

“Sasuke”, sussurrò.

Non si era aspettato sul serio di prenderlo di sorpresa. Per cui, quando Sasuke semplicemente si tirò su a sedere senza guardarlo negli occhi, Naruto aspettò semplicemente che dicesse qualcosa.

“Cosa ci fai qui?”

“Sono qui per una risposta.”

Naruto esitò un attimo. Sasuke ancora non lo stava guardando. Sospirando, si fece coraggio.

“Sasuke, per te cosa sono, io?”

Naruto lo vide irrigidirsi, la mandibola contrarsi dalla rabbia.

“-Non capisco ancora, ma è qui che giace il motivo, vero? Il motivo per cui volevi farlo con me. L’amore non c’entra niente”

Sasuke continuava nel suo ostinato mutismo, ma il suo sguardo, anche se era rimasto inchiodato ai piedi del letto, aveva perso la furia di prima. Era triste. Naruto si sentì triste.

“Sasuke, tu sei tutto il mio mondo”

Naruto stava sorridendo quando Sasuke alzò lo sguardo per incontrare quello dell’altro. Lo shock gli aveva spalancato appena gli occhi e socchiuso le labbra. Ma anche quell’emozione morì in fretta. Sasuke abbassò di nuovo la testa mentre la voce gli usciva dalla gola come un suono smorzato.

“Non dire-” Non dire cose del genere. Non fare a pezzi il mio mondo.

Non riuscì a dire altro. Troppo dolore, troppo sangue era stato versato per cancellare tutto in un attimo. Questo non avrebbe mai potuto perdonarselo. Questo era molto peggio della morte.

E la paura. Anche nel dolore per il rifiuto, Naruto poteva distinguerla perfettamente anche ora.

“Non ti permetterò di uscire di qui e non tornare mai più.”

“Te ne stai andando”

Ma paura di cosa? Naruto gli aveva dato tutto.

“Sasuke, ricorda che io non andrò da nessuna parte. Mai. Io sono tuo”

“Sei tutto il mio mondo”

Non era ancora abbastanza?

“Non dire-”

“Dimmelo”

Qualcosa nascosto in profondità dentro il suo tono attirò l’attenzione di Sasuke. L’espressione di Naruto era neutra, illeggibile. Sasuke non poté fare a meno di fissarlo in attesa.

“Dimmi perché hai forzato in quel modo il nostro legame.”

Se non mi ami-

Lo sguardo di Sasuke si perse ancora una volta nel vuoto. Naruto era cosciente del fatto che l’amico stava combattendo contro qualcosa di infinitamente più grande di lui, e che non gli stava mostrando di sua volontà la sua debolezza. Ma voleva delle risposte. Le voleva disperatamente.

“Sasuke” disse avvicinandosi istintivamente “Non lo capirò da solo. Non sono la persona giusta, per capire da solo. Se non me ne parli-”

Naruto non finì la frase, ma l’altro ragazzo seppe istintivamente come finiva.

Se non me ne parli, finirà. Non rimarrà più niente.

Quindi imprecò sotto voce, nel tentativo di dissimulare le emozioni contrastanti che lo laceravano. Voleva parlare. Doveva tacere. Voleva risolvere. Doveva finirla. Le dita gli si serrarono sulle lenzuola, mentre affrontava l’ultima oncia di orgoglio che gli era rimasta quando aveva deciso di lasciare che l’amico gli entrasse in camera.

“-perché noi siamo tutto e niente!”

E prima che lo smarrimento di Naruto potesse tradursi in parole, Sasuke riprese la parola.

“Non sei mai stato mio fratello. Non sei più un rivale. Non ci sono più i presupposti per essere amici. Ma nonostante tutto, continuavi a tornare. Mi venivi a trovare tutti i giorni, con o senza Sakura. A volte eri qui anche quando dovevi lavorare, anche quando avresti dovuto passare quel tempo a trovarti una ragazza. Nonostante parlassi solo con te, non hai mai detto a nessuno che avevo ripreso a farlo. E quando mi sono reso conto che oltre questo io non esistevo, che oltre te io non possedevo null’altro, io…”

Con il cuore in gola, Naruto ascoltava. E quando la pausa si fece troppo lunga, si arrischiò a spezzare l’incantesimo, esortandolo con delicatezza.

“Io cosa, Sasuke?”

“-io… ho avuto paura. Perché se te ne fossi andato via da me, io avrei perso ancora me stesso”

Aveva pronunciato quella parola con voce incrinata, velocemente. E quasi per compensare il senso di colpa per aver ammesso qualcosa di così disonorevole, alzò improvvisamente il tono di voce, che si fece violento, sferzante. Naruto, che per un attimo aveva smesso di respirare, si sentì trascinato di nuovo nel vortice.

“Ma se al nostro legame toglievi l’amicizia, la rivalità, cosa rimaneva? Come si possono accampare diritti su qualcosa che non ha definizione? Per questo ho aspettato che tu abbassassi la guardia per farti mio. E ho lasciato la porta aperta anche se sapevo che Sakura stava arrivando. Se fossi riuscito a diventare tutto per te, non sarebbe più stato niente. Il nostro rapporto non è nato per il sesso, né tantomeno come amore. Ma se... Se le cose fossero cambiate, forse avrebbe iniziato ad esserci un senso”

“Un senso?” sussurrò cauto l’altro.

“Al fatto che ti odiassi per i sentimenti che mi costringevi a provare”

Il mondo di Naruto tremò dalle fondamenta.

“Io ti odiavo.”

“Il mio corpo si è mosso da solo.”

E lo baciò. Sporgendosi sul letto e tirandolo a sé per un braccio, lo baciò lasciando da parte ogni delicatezza, esplorando con le mani quel corpo che pur avendo già stretto tra le braccia, non si era mai fatto veramente sfiorare. Questo deficiente. Sempre a costruirsi in testa realtà che non corrispondono a verità, senza neanche preoccuparsi di avvisarmi!

Sasuke, da parte sua, rispose al bacio senza riserve, sentendo, per la prima volta. E odiò un pochino quella parte di se stesso che aveva voluto sentire così disperatamente. Che era stata incapace di rimanere fedele al sangue degli Uchiha, di morire come uno di loro. Che era tornata a Konoha, che aveva protetto Naruto, che in fondo era stata incapace di accettare il piano di Madara. Lui non aveva bisogno di questi sentimenti.

“Non avevo bisogno di questi sentimenti.”

Sasuke lo guardò scioccato. Perché era stato Naruto a parlare.

“Non ne avevo bisogno. Avevo Sakura. Avevo una vita. Un futuro pronto. Invece- Ti ho inseguito. Ti ho cercato. Ho desiderato essere la tua unica luce nelle tenebre. Che tu guardassi solo me, che vedessi solo me. A costo di morire.”

A costo di rinunciare a tutto.

Sasuke non disse nulla. Poi distolse dolorosamente lo sguardo, mormorando qualcosa che rimase sospeso solo per un attimo nel silenzio della notte. E che Naruto intuì.

Tu sei tutto per me-

Naruto sorrise.

Ora, tutto sarebbe tornato ad avere un senso.

--

Naruto rimase sulla collina a guardare il tramonto. La squadra con cui era andato in missione, doveva ormai essere giunta nei pressi di Konoha. Quindi, senza perdere altro tempo e dando le spalle al Sole, si diresse verso la Valle della Fine, che da lì distava solo qualche chilometro e scese fino alle pendici della cascata.

Questo era il luogo della promessa.

Erano passati svariati mesi da quella notte e anche se all’inizio era stato difficile, tutto finalmente stava iniziando ad andare come doveva. Sasuke aveva iniziato ad uscire, a parlare anche con gli altri. Sakura ancora lo evitava, ma aveva iniziato a venire a trovare Sasuke di tanto in tanto, quando sapeva che lui era impegnato in qualche missione. Naruto, incapace di comprendere il principio, aveva provato a chiedergli qualcosa, ma lui si era limitato ad alzare le spalle e replicare che era un idiota. E di stare tranquillo, perché ora era tutto a posto.

Chiuse gli occhi, lasciando che i ricordi fluissero. Rivide una versione minuta di se stesso combattere disperatamente per riconquistare tutto ciò che gli stava venendo tolto, lacerato tra i suoi desideri di riconoscimento nel Villaggio e l’altro, il suo amico, il suo rivale, il suo caro fratello, che se ne stava andando senza di lui, che lo stava abbandonando. Alla fine, non sapendo per cosa combattere, ne era uscito distrutto. Il suo cuore era stato ridotto in pezzi e non era più stato capace di capire Sasuke.

“L’unica cosa che ti posso dire, è che quella volta sei sopravvissuto per un mio capriccio”

Naruto sorrise alla memoria, mentre a pieni polmoni prendeva a urlare.

“TI STA BENE BASTARDO! Se quella volta non mi hai ucciso, è perché NON CI SEI RIUSCITO!”

Soddisfatto, si rivolse di nuovo verso il Sole, stavolta vedendo una figura stagliarsi sulla cima di una delle statue.

“Come volevasi dimostrare, sei solo un idiota.”

“Ehi, mi sembrava di averti detto di andare avanti!”

“No, perché sapevo che avresti finito col fare una cosa stupida come questa”

“E di chi credi sia la colpa?”

Sasuke scese giù con un balzo, atterrando accanto a Naruto e prendendo a guardarlo di sottecchi.

“Non hai capito niente, usuratonkachi”

Poi avvicinandosi, unì le loro due fronti.

“Questo. Non ti ho ucciso per questo”

“-E cosa diavolo significa?”

Sasuke fu tentato di colpirlo e lasciarlo lì. Ma poi ripensò alle lamentele che avrebbe ricevuto da Tsunade e da tutti i suoi stupidi amici, e si limitò a contare fino a dieci prima di rispondergli.

“Abbiamo già connesso le fronti una volta. In questo luogo, cinque anni fa”

“Ma è qu-Oh” realizzò sorpreso “Perché non me lo hai mai detto?”

“Mi faceva comodo. Pensare che non ti avessi ucciso per una mia scelta”

“Quindi è questo che intendevi con sapevo che avresti finito col fare una cosa stupida come questa?”

“Hn”

Naruto gli sorrise dolcemente. Poi, chiudendo gli occhi, mantenne il contatto tra le loro fronti. Una connessione-non una lacerazione. Esattamente quello che stava cercando.

“Sasuke, sono contento di averti incontrato. Grazie di esistere.”

“Cosa sono queste smancerie? Siamo in missione, usuratonk-”

Il leggero bacio che Naruto gli diede soffocò l’insulto che era salito alle labbra dell’altro. E la delicatezza con cui Naruto lo aveva toccato, qualcosa che emanava da lui, lo disarmò completamente.

“Grazie per essere tornato da me” Grazie per esserti innamorato di me.

Sasuke non riuscì a dire nulla.

“Torniamo”

Probabilmente era questo che lo aveva spinto a tornare. Il sentimento che lo aveva spinto a proteggerlo da Madara. E l’inquietudine che aveva sentito, la paura di perdere tutto che si era impadronita di lui, la lacerazione, svanì. Non era necessario scegliere tra Naruto e la vendetta, tra la sua morte e quella del suo clan. Itachi aveva riposto tutto nelle sue mani, la vita e la ragione per cui vivere. Sasuke non era più un Uchiha, non lo era più nell’istante in cui era cresciuto seguendo i principi dei Senjuu, non lo era più da quando aveva protetto Naruto da Madara. Non lo era più perché suo fratello aveva dato la vita per cambiare il suo destino.

Quindi ora poteva essere felice, forse. Non c’era più nessun rancore da appagare, perché il suo cuore aveva capito: non si era mai trattato di una scelta; in qualunque modo fosse finita, Naruto si sarebbe preoccupato di rimanere sempre accanto a lui.

“Hn” e strinse la mano di Naruto nella sua.

Non avrebbero più conosciuto la solitudine. Non si sarebbero lasciati mai.

FINE.

1Falling: caduta, crollo; Falling (in love): innamorarsi.

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