The Kaleidoscope Land
III Ciclo: Not a dream will fall
Capitolo IV: Cose da fare insieme
Dove ci sono persone che vogliono condividere qualcosa, e persone che fanno di tutto per tenere qualcosa solo per sé
IV - Cose da fare insieme
- Io dovrei dirti una cosa.
Fuyumi distolse lo sguardo dalla Via Bianca, l'ultimo tratto di strada che si doveva percorrere per raggiungere gli ingressi principali del palazzo. Dalla terrazza della sua stanza poteva vederla bene, e aveva scorto con chiarezza Ened e Aldis di ritorno dall'Accademia. Erano stati via pochi giorni, senza mandare alcuna notizia. Ciò non significava che non avessero con sé qualcosa di preoccupante da raccontare.
- Tra poco saranno qui.- Mormorò lei, osservandoli mentre si presentavano alle guardie. - Speriamo che non ci sia niente di grave.
- Fuyumi, posso dirti una cosa?
Lei si voltò. Loril aveva quell'aria buffa di quando stava per rivelarle di aver compiuto un danno irreparabile. Aveva imparato a non prenderlo troppo sul serio: non tanto perché non le interessasse il suo dispiacere, quanto perché se i danni di Loril venivano risolti con un sorriso, lui si tranquillizzava e smetteva di sentirsi in colpa. Pensò che in quei giorni cupi era comunque una cosa bella, constatare che Loril era sempre lo stesso, con la sua faccia smarrita e lo sguardo che non si fermava mai su niente, segno del suo immenso imbarazzo. Un guerriero temibile che andava in crisi di fronte alle cose più piccole (dai disastri casalinghi a qualche segreto involontariamente svelato.) Fuyumi gli si accostò, pronta ad accogliere l'ennesima confessione stentata di qualche sciocchezza che agli occhi di Loril sembrava una catastrofe.
- Che c'è?
Il vento primaverile, piacevole e invitante a dimenticare le angosce, le soffiava sul viso e allargava l'ampia veste tradizionale dell'Est, azzurra, che indossava. Avanzò verso Loril, chiedendosi come mai esitasse tanto a parlarle.
- Loril. Che c'è?
Quando gli fu abbastanza vicina, lui le prese le mani e si fece serio.
- Quello che ti sto per dire potrebbe sembrarti una specie di presagio negativo, o un pensiero su cui non è bene fermarsi. Ma non posso farne a meno.
Ogni allegria si spense, in Fuyumi. Qualcosa di gelido le rivoltò lo stomaco. Non riusciva a dare un senso a quelle parole inquietanti.
- Dove vuoi arrivare?
- Potremmo morire domani o tra due giorni. Non sono tipo da pensarla così, lo sai, però è necessario prendere in considerazione anche questo.
- Mi sembra che lo stiamo facendo. Da tempo. Non abbiamo mai ignorato il pericolo. Perché vieni a dirmelo adesso? Stai sottintendendo qualcosa che non capisco?
Lui scosse la testa e abbassò lo sguardo sulle mani bianche di Fuyumi.
- Non pensavo che te l'avrei detto in questo modo. Mi dispiace.
- Loril, che cosa vuoi dirmi?- Gridò lei, esasperata, ritraendo le mani. Lui sembrò ferito da quel gesto. Fece per toccarla di nuovo e lei si ritrasse, guardandolo con severità.
- Ti prego...- Mormorò Loril, tendendole la mano. Fuyumi cercò di indagare il viso di lui, per capire quello che le parole non riuscivano a suggerirle. Alla fine, titubante, accettò l'offerta e gli diede la mano.
- Cosa c'è?- Ripeté, addolcendo la voce.
- Dopo... Dopo, quando sarà finito tutto, lo rifaremo in maniera... dignitosa. Però, ti prego, io voglio sposarti prima... Insomma, prima possibile. Lo so che non cambia niente, magari moriremo e una volta che sei morto, sei in pace e chi se ne frega dei tuoi legami terreni, ma per me sarebbe la cosa più importante, e se tu...
- Loril.
Fuyumi gli lasciò la mano e lo guardò, incredula.
- Sì?
- Tu... Tu mi hai fatta stare in ansia per cinque minuti orribili, solo perché non avevi il coraggio di chiedermi di sposarti?
- No. Sì. Scusa. E' che non è bello domandarti una cosa tanto importante solo perché ci troviamo in un momento difficile. Avrei voluto dirtelo in modo diverso.
- Quanto sei sciocco.- Mormorò lei, sorridendo. Sollevò gli occhi su di lui e si prese tutto il tempo del mondo per guardarlo, senza smettere di sorridere, felice di tenerlo sulle spine. Doveva ripagarlo per quella confessione assurda. Ma non riuscì a resistere più di tanto: fu molto rapida nell'abbandonare i propositi di vendetta per lasciarsi abbracciare.
- Scusami.- Sussurrò lui. - Sono un idiota, questo lo hai sempre saputo.
- Va bene.
- Va bene cosa?
- Sposiamoci con un rito semplice, appena possibile. Poi, quando sarà davvero finito tutto, organizzeremo la cerimonia più sfarzosa che esista, con la benedizione dell'Est e del Sud, della tua religione e della mia.
- Davvero?
- Davvero. Non ho paura della morte e non credo che questo sia un presagio negativo. Mia madre si sposò il giorno prima di sfidare a duello un nemico temibile del clan Akatsuki. Lo fece perché voleva sfruttare la forza che le avrebbe donato il legame matrimoniale, nello scontro. Non è una formalità o una cosa come un'altra: come tutto ciò che è importante, possiede qualità che aiutano l'anima e la mente.
- Insomma, accetti la mia proposta perché può essere un'arma in più, eh?- Scherzò lui. Fuyumi si staccò bruscamente, per regalargli un'occhiataccia.
- Stupido.
- Sì. Scusa.
Poi però tornò immediatamente a stringersi contro di lui.
- Credo che Erianne possa officiare un rito di matrimonio, secondo i principi Nevan.- Disse. Loril rispose con un mormorio confuso: sembrava troppo impegnato a tentare di baciarla, per ascoltare le sue parole. - Mi hai sentito?
- Non...- Rispose lui, cogliendola di sorpresa e strappandole un bacio al volo. - Ti prego, non metterti a organizzare. Non pensare a questo. Non ora...
Di nuovo quegli strani consigli indetti dall'imperatrice nella sua stanza, in piena notte, con la poco formale presenza di cibarie sparse ovunque. Ened pensò che se Erianne avesse avuto la libertà di ufficializzare quella forma di raduno, tutta l'organizzazione dell'impero ci avrebbe guadagnato.
Erano gli stessi di qualche notte prima, con l'aggiunta di cinque persone in più. C'erano la mercenaria Maaya, col solito ghigno temibile e bonario al tempo stesso, e la maga Hedni che lo aveva aiutato un anno prima a ritrovare il controllo della sua mente. Con Hedni era venuto un uomo dai capelli rossicci, alto e silenzioso, con una spada al fianco. La donna lo aveva presentato come Weran, suo servitore, e non aveva detto altro su di lui. Poi c'era Nelyn, la piccola capo delle guardie speciali dell'imperatrice, con le sue treccine da ragazzina e una quantità impressionante di armi addosso. Li aveva salutati con confidenza, ricordando i loro nomi uno per uno e fermandosi a dire qualcosa a ciascuno. Infine c'era un uomo che nessuno di loro conosceva, un tipo alto e robusto, con i capelli nerissimi e ricci, vestito in dimessi panni scuri.
- Benvenuti.- Li salutò Erianne, richiamando l'attenzione su di sé. - Credo che vi conosciate tutti tra voi, tranne che con il generale Deith Yeril.
L'uomo chinò rispettosamente la testa.
- L'imperatrice mi ha convocato qui insieme a voi perché mi fa l'onore di darmi la sua piena fiducia.- Disse l'uomo.
- Siamo stati compagni d'armi e amici da una vita.- Spiegò Nelyn. - Sono stata io a suggerire alla nostra signora di coinvolgerlo in questo raduno.
- Ho pensato a lungo alle parole che Loril mi disse, riguardo l'avanzamento nelle cariche principali di governo di qualcuno di cui mi fido.- Disse Erianne. - Credo che dare maggiori responsabilità a Deith sia una cosa possibile. Per cui desidero che sappia tutte le cose importanti che noi condividiamo. Lui si incaricherà di preparare l'esercito, insieme a Nelyn. Maaya e i suoi uomini staranno nell'ombra, pronti a sostenerci. Hedni studierà una difesa magica, con l'aiuto di Weran, suo amico e persona fidata.
- Io starò ai vostri ordini.- Disse Hedni, guardando prima Aldis, poi Ened. - Voi sapete meglio di tutti cosa sta succedendo nell'impero e conoscete i nemici. Tutti noi, qui, ci fidiamo di voi.
- Vi ho chiamati qui perché ci sono due cose importanti di cui parlare.- Riprese Erianne. - Ened ci deve raccontare cosa ha scoperto all'Accademia. E alla fine, ho qualcosa da fare per conto di Fuyumi e Loril, ma saranno loro a dirvelo. Prima occupiamoci della cosa che ci preoccupa di più. Ened, a te la parola.
- All'Accademia abbiamo scoperto qualcosa.- Cominciò Ened, avvertendo un po' di imbarazzo nel doversi spiegare. Non sapeva bene da che parte cominciare. Soprattutto, non sapeva come girare attorno a certe questioni senza scendere nei particolari. Non poteva dire tutto e non poteva permettersi di far capire che stava nascondendo qualcosa.
- Tu hai scoperto qualcosa...- Borbottò Aldis, da qualche parte in ombra.
- Almeno quando si parla di cose serie, potresti evitare di tirare in ballo il tuo senso di inferiorità nei suoi confronti?- Lo rimbeccò Garnet. - Forza, non ci fate aspettare ancora. Che avete scoperto?
- Utilizzando un vecchio incantesimo, Averil, che a ragione ci sentiamo di considerare il capo dei nostri nemici, è stato lì all'Accademia, nelle sue vecchie stanze, per prendere alcune cose. L'incantesimo tramite il quale è giunto gli ha permesso di arrivare incolume, e una volta dentro suppongo sia semplicemente uscito da uno dei passaggi nascosti, noti a chi ha trascorso là gran parte della vita.
- Sei sicuro che sia stato lì? E come sai che si è portato via della roba?- Domandò Deith. - Ti chiedo scusa per le mie domande, ma io non ti conosco. Non conosco nessuno di voi. Devo capire.
- E' una domanda sensata.- Rispose Ened. - Io ero suo allievo e suo amico, fino a pochi anni fa. Conosco bene le sue stanze. So cos'ha preso. E siccome ho visto quello che è successo nel Niwyn, la distruzione di un'intera città e la sparizione delle anime dei suoi abitanti, credo di sapere che cosa vuole fare Averil.
- Seriamente?- Chiese Loril, incredulo. - No, aspetta, stai dicendo che hai davvero capito i piani dei nostri avversari?
- Mica tutti hanno la tua intelligenza sublime...- Borbottò Garnet. Fuyumi le posò una mano sul braccio e la ragazza sospirò e alzò le mani, come per scusarsi di quelle parole. - Beh, sono brutte giornate per tutti.- Concluse. - Insomma, cosa vogliono fare?
- Esiste il progetto di una magia potente e articolata, chiamata Wytt, che nel dialetto antico del Nevan significa “cambiamento”.- Rispose Ened.
- Una parola che ci perseguita da un po', direi.- Commentò Erianne. - Yler non vuol dire la stessa cosa?
- Per non parlare dei significati nascosti di enkradh.- Disse Aldis.
Ened annuì, in silenzio, realizzando la stessa cosa in quell'istante.
- Cambiamento. Sì, sembra che questa parola voglia comunicarci qualcosa. E Wytt è... l'inizio di tutto. Wytt è un progetto che Averil elaborò diversi anni fa, un sistema per cambiare l'anima di ogni magia. Con Wytt, qualsiasi incantesimo malvagio, con la sua immensa potenzialità, poteva essere usato a fin di bene. E viceversa, ovviamente. Può sembrare una cosa banale, ma per un conoscitore della magia, è chiaro che non è così. Anzi, è una cosa rivoluzionaria. Tutto potrebbe essere utilizzato per qualsiasi scopo, da una persona capace di invertire le proprietà intrinseche di un incantesimo.
- Sei sicuro dell'effettivo funzionamento di questo sistema?- Chiese Hedni. Aveva lo sguardo stupito e confuso di chi comprende l'argomento e non sa capacitarsi della sua verità.
- Ho progettato questa cosa insieme a lui.- Confessò Ened, guardando in basso. - Solo che... Non era ancora ultimata, quando Averil tradì l'Accademia e l'impero, cercando di attuare l'Yler, più o meno due anni fa.
- E tu pensi che con la roba che ha preso dalla sua stanza e tutte quelle anime Averil voglia fare questo Wytt?- Chiese Garnet. - Insomma, siamo nella merda?
- Sono sicuro che abbia elaborato un modo per finire Wytt e metterlo in pratica, sì. Le cose che mancano sono quelle relative ai nostri studi su questo sistema. Per quanto riguarda le anime... Ben, quando Wytt non era ancora concluso, facemmo varie ipotesi su come riuscirci. Ne elencammo molte, alcune delle quali raccapriccianti. Erano tutte a livello teorico, ovviamente. Una di queste riguardava l'utilizzo di luoghi particolarmente dotati di energia magica naturale, risvegliati grazie a una fonte di potere spirituale.
- Per risvegliare un luogo sopito, di potere spirituale ce ne vuole davvero tanto.- Disse Aldis, spuntando fuori dall'angolo in cui si era rintanato, ora che l'argomento lo stava interessando ancora di più.
- Le anime di un'intera città ti sembrano poco?
Aldis sembrò rifletterci per un istante, poi assunse un'aria scandalizzata e quasi offesa.
- Avevate progettato una cosa del genere? Tu?
- No.- Ened sollevò la testa, avvertendo un moto di rabbia dentro sé, e per una volta sentendosi giustificato. - Erano ipotesi teoriche. Ed era sempre Averil che proponeva simili soluzioni. Io lo invitavo a non pensarci nemmeno.- Rispose, concitato. - E se davvero ho qualche colpa in tutto questo, è solo la mia ingenuità nel non rendermi conto che i discorsi astratti di Averil erano in realtà molto concreti, nella sua mente!
- Aldis, per favore...- Mormorò Erianne. Aldis si voltò verso di lei e la raggiunse, sedendosi sul letto, accanto all'imperatrice. Ened distolse lo sguardo da lui, ancora agitato dalla rabbia. Sapeva che Aldis ce l'aveva con lui per non avergli spiegato prima la faccenda, e per avergli tenuto nascosto il colloquio privato che aveva avuto con il capo dell'Accademia. E sapeva anche che in quel momento di caos era più importante che mai che gli amici rimanessero tali. Eppure non poteva dire nulla, su quel colloquio. Non ancora.
- Continua, Ened.- Lo invitò dolcemente Fuyumi.
- Non c'è rimasto molto da dire. Considerato che ha portato con sé un atlante delle zone del Nord, tutte le terre appena sotto il Niwyn, insieme alla sua roba, c'è solo un posto nel quale può essere adesso, con le anime che ha rubato. Per la sicurezza di tutti rivelerò il nome di questo posto solo ai miei quattro compagni, quelli che porterò con me. Andremo lì, con una priorità: liberare le anime e impedire la riuscita dell'attivazione di Wytt. Strada facendo spiegherò loro il funzionamento di questo sistema nel dettaglio.
Sollevò gli occhi verso Erianne, sperando che capisse che era il momento giusto per passare all'argomento successivo. Sapeva di aver detto ben poco, ma era certo che tutti si sarebbero ragionevolmente accontentati.
A parte loro quattro, a cui aveva promesso di spiegare tutto.
L'idea di mentire proprio a loro quattro era tremenda, ma Ened non si sentiva in colpa neanche un po'. Per una volta nella vita era sicuro di quel che stava facendo.
- Siete sicuri di farcela da soli?- Domandò Erianne.
- Wytt è il frutto di una serie di riti che può compiere una persona soltanto. Averil agirà senza l'aiuto di nessuno.
- Magari fuori dalla sua postazione ci saranno duecento guardie pronte a difenderlo...- Notò Maaya. - Avete bisogno di una scorta.
- Sono d'accordo.- Disse l'imperatrice. - Avete salvato la situazione per due volte, è vero, e la prima volta da soli e per caso. Ora però non possiamo permetterci nessun errore, né una fiducia eccessiva nelle nostre capacità.
Ened strinse un lembo della veste tra le mani, concentrando in quella stretta tutti i pensieri e i calcoli che doveva sforzarsi di non mostrare in viso. Erianne sembrava decisa e severa più del solito. E aveva ragione. Però c'era qualcosa che non sapeva...
- Va bene.- Disse, infine. - Concorderemo io e voi, Erianne, come sistemare questa cosa. Dovremo agire con circospezione, però. Basterà un gruppo di guerrieri scelti di Maaya, mentre preferirei che Hedni rimanesse qui con l'imperatrice, perché non sia priva di un aiuto magico in caso di bisogno.
- Lascia fare a me: arriveremo così in silenzio che non ve ne accorgerete neanche voi!- Esclamò Maaya. - Ma non puoi proprio dirci nulla di questo posto?
- E' meglio di no.
- Ma di cosa hai paura? Capisco se si trattasse di un nostro segreto. Ma è un segreto dei nostri nemici. Non c'è pericolo che uno di loro piombi qui e si metta a minacciarci e torturarci per scoprirlo.
- Ci sono altri motivi che...- Cominciò Ened, a corto di parole per la prima volta in vita sua, e non per motivi magici. Un'idea, gli ci voleva un'idea... - Va bene. Lasciate perdere le mie paure. Il luogo è il colle di Eava, sul confine tra il Niwyn e Ryma.
- Non ci mette piede nessuno da una vita, è un luogo sacro di religioni così antiche che anche i maghi più atei hanno paura a pensarci!- Esclamò Aldis. - Sei sicuro?
- Non del tutto, ma sufficientemente sicuro per andarci.
- Tra quanto vuoi partire?- Chiese ancora Aldis.
- Prima possibile. Dipende tutto dal tempo che occorrerà a Maaya per organizzare il suo contingente.
- Dammi tre giorni. Sono troppi?- Chiese la guerriera. Ened tirò un sospiro di sollievo.
- Va benissimo. Tre giorni sono perfetti.
- Qualunque cosa troverete là, non sarà la fine di tutto, vero?- Domandò l'imperatrice. Ened scosse la testa, preferendo l'onestà, con lei.
- Non lo so. Penso che abbiamo buone possibilità di fermare l'incantesimo, ma non conosco il livello dei poteri di Averil, per affermare con sicurezza che lo batteremo definitivamente. E non so chi c'è con lui e cosa intendono fare.
La giovane rimase pensierosa per qualche momento, prima di alzarsi e raggiungere Ened, con un sorriso un po' stanco sulle labbra.
- Fate quel che potete, con il nostro pensiero a proteggervi.- Gli posò le mani sulle spalle. - Mi fido di voi. Lo sai. Lo sapete tutti. Anche quando ci sono troppe preoccupazione e troppe ombre per potervi incoraggiare degnamente.
- Vi ringrazio, Erianne. Lo sappiamo e non ci sentiamo mai soli.
- Bene.- Il sorriso si fece un po' più convinto. - C'è una cosa buona che devo dirvi, prima di passare ai dettagli dell'azione. Ho un compito ufficiale da svolgere. Vogliono venire Fuyumi e Loril qui davanti a me, per favore?
Silenzio completo. I due convocati, con un sorriso sulle labbra, dandosi la mano, raggiunsero l'imperatrice al centro della camera. Tutti gli sguardi dei presenti (ma di sicuro anche gli sguardi dei fantasmi e degli spiriti, se c'erano) fissavano quel trio, senza capire.
In realtà Ened aveva cominciato a capire, ma gli sembrava un'idea troppo folle, davanti a un gruppetto disomogeneo, di notte, in fretta, senza annuncio, nella camera dell'imperatrice...
... e invece Erianne iniziò a pronunciare le parole del rito matrimoniale Nevan, che sancivano un patto stretto da due persone, di fronte a tutte le creature viventi, eterne e mortali, in quel mondo e in tutti gli altri, per il tempo che restava loro. Le frasi erano semplici e avevano la capacità di far sentire agli ascoltatori come ogni parola fosse vera, fosse efficace, fosse per sempre. Il sorriso gioioso e un po' imbarazzato di Loril e Fuyumi si trasmise al resto dei presenti nella sala, serpeggiando pian piano sulle bocche, trasformandosi in piccole risate, mormorii divertiti e colmi di meraviglia, qualche parola commossa (anche un paio di parole commosse ma molto pittoresche, dono nuziale da parte di Garnet.)
Alla fine Erianne mise le mani di Loril in quelle di Fuyumi e le strinse insieme.
- Il rito è compiuto e ora siete sposati.
Loril, incurante del resto del mondo, come sempre, prese la ragazza tra le braccia e la sollevò da terra con impeto, nonostante le proteste di Fuyumi.
- Ma che stronzi. Non avevano detto niente a nessuno, eh?- Commentò Garnet.
- No.- Rispose Erianne, visto che i due sembravano molto, molto lontano da lì. - Hanno chiesto a me di compiere il rito perché volevano unirsi davanti ai loro amici, prima di gettarsi in tutto quel che ci aspetta. Quando torneranno tra noi, vi spiegheranno che hanno intenzione di rifare la cerimonia, davanti anche alla loro famiglie. Quando sarà arrivato un tempo di pace per tutti. Ora, va bene così.
- Già.- Mormorò Aldis, che sembrava stranamente commosso. - Ehi, Ened, ma tu due anni fa l'avresti detto, che ci saremmo trovati qui, ora, in questo modo?
Ened scosse la testa.
- E' per questo che è ancora più bello esserci adesso.- Rispose.
Non si voltò mai indietro a guardare il Palazzo.
Tre giorni, aveva detto Maaya. Aveva tre giorni di vantaggio, dunque. Aveva lasciato minuziose istruzioni per tutti, in una lettera magica che si sarebbe palesata esattamente dopo tre giorni.
Ened avrebbe avuto tutto il tempo di fare ciò che doveva fare da solo.
***
Sto tenendo il triste ritmo di un capitolo al mese, ma ora dovrei velocizzarmi: ho avuto un'idea per rinvigorire il finale che mi diverte...XD
Grazie a chi è qui, davvero! <3