Mar 30, 2012 14:11
Chap 5
R’s POV
Quando vide K andarsene capì di avere esagerato. Cosa gli era venuto in mente? Tutte quelle cose…no, non poteva averle dette. Non potevano essere uscite dalla sua bocca.
Guardò sconsolato la porta e smise di fissarla solo quando A si decise ad arrivare con un vassoio e le tre birre poggiate sopra.
-Amico dovresti vedere, qui ci sono delle ragazze favolose…mezzelune che farebbero rizzare anche quello di Iron Man!-
A Richard bastò un’occhiata per giudicarlo: -A, quante birre hai bevuto?-
L’amico ci pensò un po’: -Abbastanza da poter ancora portarne tre su un vassoio.-
-Vero.- dovette riconoscere l’amico.
-Ma K dov’è finito?- chiese lui, rendendosi conto della mancanza del terzo componente del gruppo, lo sguardo che gli era caduto sulle 5 sterline abbandonate li.
-Oh…lui…-
-Avete litigato, vero?- A sospirò mentre si sedeva e prendeva la sua birra. R sbarrò gli occhi e A sogghignò -Cosa credevi, che non mi fossi accorto della tensione che c’era fra voi? Con altri due qui nel set siete i miei migliori amici e non mi va che litighiate. Cos’è successo?-
-Ecco…-R si vergognava come un cane. Cosa aveva fatto? -…io…glihodettochedevesmetteredistarmiattaccatoalculocomeuncane.- disse tutto d’un fiato.
A, con molta calma, bevve un sorso di birra, si leccò la schiuma dal labbro superiore e produsse un sonoro apprezzamento, poi si rivolse a R. -Cosa?-
-Eh, gli ho detto che è ora che si faccia strada da solo, che mi sta sempre appiccicato, che non è possibile che stiamo sempre insieme, che…A, perché cazzo mi stai guardando in quel modo? Ho mandato a puttane la mia amicizia con K senza nemmeno essere ubriaco e tu stai sorridendo come se avessi detto la cosa più divertente di questo mondo? Non stai bene. Per niente.- e con questo s’impossessò finalmente della Guinness e ne bevve per metà, il tutto sotto lo sguardo divertito di A. -Insomma, ti decidi a dirmi cosa c’è?- sentiva d’iniziare a spazientirsi.
-R, perchè l’hai fatto?- chiese A semplicemente.
R era perplesso: -Come perché l’ho fatto? Hai ricominciato con l’erba? Te l’ho spiegato, non ne posso più di…-
-Oh, andiamo, non dire stronzate! L’hai fatto perché hai paura di perderlo!-
R non poteva credere alle proprie parole: lui che aveva paura di perdere qualcuno? Lui era l’alfa, l’uomo che, con A, aveva un fiume di bambine, ragazze e donne che gli sbavavano dietro! Lui non cercava nessuno e nessuno lo ripudiava.
-Tutti e due sappiamo che non è così.-
-Sì, così come tutti e due sappiamo che tu e K non siete amici. Senti R, parliamoci chiaro.- R si fece attento perché A aveva improvvisamente abbandonato l’aria da sfattone e aveva chinato la schiena unendo, sul tavolo, le mani intrecciandone le dita. Era diventato serio. -Da quando ti conosco non ti ho mai visto senza K e non ti ho mai visto considerare la sua presenza come un peso. Tu dici che K ti sta sempre attaccato al culo, ma chi è che quando andiamo al pub gli chiede se vuole venire? Non sono io e non è F. Sei tu. Ti offri sempre per cercarlo. Dividete anche il camerino assieme quando ognuno di noi principali ne ha uno a testa. Se vi chiedessero di dividere la camera voi accettereste e se ci fosse un solo posto nella doccia la fareste insieme! Voi siete più che amici. Siete fratelli, siete confidenti…voi vi completate, siete come due innamorati di cui uno non vuole ammettere il proprio amore e, per questo, fa soffrire l’altro…-
-BASTA! A, BASTA COSì!- R era rosso fuoco in faccia e una gran confusione in testa: non potevano essere tutto questo, lui non poteva averlo deluso e lui non poteva farlo soffrire...”MA CHE CAZZO VADO A PENSARE??? IO CHE FACCIO SOFFRIRE E POI ME NE PENTO?”.
Improvvisamente realizzò e A, che lo guardava dal basso verso l’alto visto che R si era alzato di scatto, aumentò il sogghigno.
R si lasciò cadere di peso sulla sedia e scivolò lungo lo schienale della sedia.
-Non è possibile…non è possibile…- continuava a mormorare.
got,
diana9241,
k,
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