Titolo: You Wreck Me
Fandom: RPF EXO
Personaggi: KrisYeol (Kris/Chanyeol), Baekhyun
Wordcount: 2579
Rating: verde
Avvertimenti: AU, one-shot, slash
Genere: angst, sovrannaturale, sentimentale, triste
Note: Scritta per la terza settimana del Genetics Fest indetto da
fanfic_italia con prompt "Classe Ali - Livello 3: prompt: Volo".
Avete presente quando vi costruite il bellissimo plot in mente, perfetto per il prompt, pronto per essere scritto e poi il vostro umore cambia radicalmente e vi sentite male se continuate a scrivere quello che avevate pensato prima? Ecco cos'è successo a me questa settimana. Avevo iniziato una cosa molto normale, tranquilla e FLUFF, poi durante la fine di questa settimana mi è presa un po' la depressione (e la frustrazione #why) nel momento esatto in cui aprivo il file word e quindi sono stata costretta a scrivere quello che mi veniva cambiando praticamente TUTTO. Chanyeol doveva essere il mutate, ma alla fine lo è Baekhyun D: E fuck, non doveva essere angst ç___ç
Che poi l'ho scritta mentre ascoltavo "Wrecking Ball" di Miley Cyrus (*coff* il titolo fantasioso *coff*) e quindi il plot è nato proprio da solo D:
Spero non faccia schifo e soprattutto spero di essere riuscita a trasmettere la tristezza che volevo :///
Enjoy! (?)
p.s.: Anche questa, come l'altra volta, è la versione editata x°
Don't you ever say I just walked away...
I will always want you.
La notizia era arrivata inaspettata, mentre lui e Kris passavano tranquillamente la domenica pomeriggio a coccolarsi: non era loro abitudine uscire e andarsi a divertire nella grande città tecnologica che li ospitava, ma a cui ancora non si erano abituati, che ancora non riuscivano a chiamare casa. Per Chanyeol, quell'abbraccio accogliente e dolce era casa; per lui, Kris era casa e pensava non sarebbe mai cambiato, dato che era così sin da quando era piccolo, sin da quando vivevano insieme nell'orfanotrofio di Seoul e Kris lo proteggeva da tutti quelli che osavano prenderlo in giro, o per il suo aspetto diverso dal loro - quelle orecchie a punta, sporgenti e gli occhi rotondi, più grandi del normale, per loro, sembravano più strani delle varie mutazioni genetiche con cui loro erano nati -, o per il fatto di essere umano. Chanyeol, a quelle offese, non sapeva mai come rispondere e si limitava ad abbassare la testa e a scappare costantemente da loro; ma Kris, che tutti i bambini nell'orfanotrofio - umani e non - trovavano spaventoso, non era mai stato preso di mira, anzi veniva lasciato solo proprio per l'espressione severa che costantemente era sul suo viso. Chanyeol non sapeva perché, ma un giorno lo sentì mettersi al suo fianco, abbracciarlo e rispondere a tutti gli insulti, cacciando ad uno ad uno i vari ragazzini - era stato strano, dato che Chanyeol all’inizio pensava di non piacergli, dato che al suo primo abbraccio non aveva risposto -. Non era mai stato in grado di sdebitarsi per l'aiuto che gli aveva dato durante l'adolescenza che avevano passato là e, nonostante Kris insisteva nel dire che era stato Chanyeol a salvare lui, a trovarlo e a farlo sentire finalmente parte di qualcosa, lui era convinto che Kris fosse stato la sua ancora di salvezza ed era convinto che lo sarebbe sempre stato, che sarebbe rimasto accanto a lui ad abbracciarlo e proteggerlo dal mondo esterno che, per entrambi, era ancora per la maggior parte sconosciuto e misterioso.
Molte volte Chanyeol avrebbe voluto non essere uno dei pochi umani sulla Terra, ma poi pensava che, se non lo fosse stato e che se non fosse finito a vivere in quell'orfanotrofio, non avrebbe probabilmente mai conosciuto Kris, e ringraziava il cielo per averlo fatto nascere umano. Molte volte, mentre si perdeva ad osservare il suo volto rilassato, posato sulle sue gambe, gli occhi chiusi, non riusciva a controllare i pensieri e le parole e finiva per chiedere a Kris perché aveva deciso di non farsi mai mutare in qualcosa di simile ad un angelo, dato che sarebbe stata la mutazione che avrebbe fatto al caso suo, che gli sarebbe stata sicuramente adatta a lui. In quelle occasioni, Kris apriva leggermente gli occhi, con un sorriso divertito che gli faceva venir voglia di baciare quelle labbra morbide, e lo fissava, per vedere se sera serio, e dopo averlo accertato ed essersene sorpreso, iniziava a ridere come se gli avesse chiesto una cosa assolutamente divertente. In quei casi, il suo sorriso confondeva Chanyeol, che sicuro della sua domanda e del suo ragionamento, voleva davvero una risposta, che non cambiava mai, ogni volta che glielo chiedeva.
- Perché dovrei diventare un ibrido quando sono parte di una razza protetta e in via d’estinzione? Non perderei il mio fascino?- scherzava, per poi aggiungere: - E poi ti lascerei da solo, per quale motivo dovrei volere qualcosa del genere?-
E quello era il momento in cui tutti i pensieri strani di Chanyeol sparivano dalla sua mente e l’unico che rimaneva era l’amore infinito per il ragazzo sotto di lui. Quello era il momento in cui, non curandosi della posizione scomoda, si abbassava, prendendo il viso di Kris tra le mani, per avvicinarlo al suo e baciare le sue labbra bellissime come se fossero acqua nel deserto, come se fossero l’unica cosa che lo tenesse in vita.
Si amavano: quello era un dato di fatto che tutti - amici, conoscenti, passanti - potevano notare e affermare con sicurezza. Si amavano profondamente, in modo quasi ossessivo; così tanto che non smettevano mai di guardarsi, di osservarsi, di tenersi vicino e toccarsi. Si amavano in modo incosciente, non spericolato, ma senza curarsi di loro stessi, solo uno dell’altro - e questo bastava -; si sentivano liberi di fare tutto ciò che volevano, si sentivano sopravvissuti in un mondo straniero a cui in realtà appartenevano, ma di cui assolutamente non si sentivano parte. Per entrambi il loro mondo era ogni luogo in cui stesse l’altro e si sentivano padroni di esso durante ogni momento che passavano insieme.
Quella sera nulla era diverso, apparentemente - Kris si era comportato come al solito, rivolgendogli gli stessi sorrisi dolci e devoti e gli stessi baci mozzafiato che lo rendevano dipendente -, ma Chanyeol lo sentiva teso nel suo abbraccio e di conseguenza non riusciva a rilassarsi. Aveva cercato di guardarlo il più possibile negli occhi, per leggere cosa ci fosse di strano, cosa lo preoccupasse, ma ogni volta, Kris distoglieva lo sguardo, ignorando il suo che diventava sorpreso e perplesso, non lasciandogli capire nulla. Per questo ruppe la pace e il silenzio che li circondava, chiedendogli il motivo del suo comportamento strano. Kris ci mise molto a rispondere, tanto da far preoccupare Chanyeol e a renderlo curioso - ma ripensandoci col senno di poi, quest’ultimo avrebbe davvero voluto non sapere ciò che sarebbe accaduto dopo -.
- Mi sposo, Chanyeol.- confessò, abituato a dire sempre la verità all’uomo che amava.- La mia famiglia adottiva mi sta costringendo a farlo. Non posso tirarmi indietro.-
Chanyeol, dopo queste parole, sentì solo il silenzio e poi un rumore forte che gli rimbombò nelle orecchie e immaginò che fosse il rumore che faceva il suo mondo quando crollava a pezzi, tutte le sue sicurezze e certezze mentre si disfacevano ad una ad una.
Il litigio che ci fu dopo accadde in un’altra dimensione, contro la volontà di entrambi, così lontano da Chanyeol da fargli credere per qualche attimo che tutto quello non stesse accadendo. Si ricordò di aver pianto come mai aveva fatto, ogni lacrima un peso in più sul suo cuore, mentre Kris, viso distorto dalla sofferenza, cercava di calmarlo e di spiegargli che non era ciò che voleva e che non lo sarebbe mai stato. Ma Chanyeol non lo sentiva, per lui non c’erano ragioni: Kris lo stava lasciando, abbandonando, dopo avergli promesso che niente avrebbe potuto separarlo da lui, e non c’era niente che Kris potesse dire o fare per annullarlo.
Detto ciò, iniziarono le urla incontrollate e le parole, che volavano e venivano tirate come pietre addosso a entrambi, ferirono entrambi senza davvero volerlo. Tutta la rabbia, che quelle avevano suscitato dentro al più giovane, liberata in insulti ed accuse: Kris si sentì ripetere così tante volte che il suo amore non era vero e che se l’avesse amato sul serio avrebbe trovato una soluzione e non lo avrebbe mai abbandonato, che non ebbe neanche più il coraggio, la forza, di controbattere con la stessa aggressività, perché in fondo Chanyeol poteva aver ragione. Forse era davvero colpa sua…
Di una cosa era certo però: il suo amore per l’altro non era mai stato finto e il fatto di non riuscire a farglielo capire, di non riuscire a fargli credere che nessuno dei suoi sentimenti era cambiato, che il suo amore per lui non era cambiato, era così frustrante che Kris ebbe l’impulso di urlare e piangere allo stesso tempo. Si trattenne a malapena: non sapeva come Chanyeol avrebbe potuto interpretare quella sua reazione e non voleva sconvolgerlo ancora.
Sentiva uno strano freddo, mentre le parole di Chanyeol lo colpivano nei suoi punti deboli, rendendolo inerme, mentre cercava inutilmente di farsele scivolare via. Cercava di convincersi che se lo avesse lasciato sfogare, se fosse rimasto a distanza e lo avesse lasciato urlare, si sarebbe poi risolto tutto: Chanyeol si sarebbe calmato e avrebbe accettato le sue spiegazioni, restandogli comunque vicino. Ma nonostante volesse dargli i suoi spazi, sentiva il desiderio di avvicinarsi a lui, in cerca del suo calore e dalle presenza rassicurante che Chanyeol era sempre stato nella sua vita. Cercò davvero di trattenersi, ma mentre l’altro urlava, Kris non riuscì a non cercare di avvicinarsi, tendendo leggermente le braccia come se stesse provando ad abbracciarlo. La reazione di Chanyeol lo shockò: appena Kris fece un passo nella sua direzione, l’altro si allontanò velocemente verso la porta come se fosse un totale sconosciuto, come se, fra loro due, non fosse stato sempre normale godere l’uno della vicinanza dell’altro. Non se l’erano mai stata negata - neanche appena conosciuti, mentre affrontavano insieme i loro giorni più bui all’orfanotrofio - e quella era davvero la prima volta che Kris vedeva reagire Chanyeol in quella maniera. Chanyeol che era stato il primo ad invadere il suo spazio personale, il primo ad abbracciarlo quando l’aveva visto solo il suo secondo giorno all’istituto e l’altro non sapeva quando gli era stato grato per quel gesto, quando aveva, da quel giorno, avuto sempre bisogno di lui e del suo modo di fare, del suo calore e del suo sorriso che rappresentava la sua casa e la sua famiglia; quanto aveva sempre desiderato solo di proteggerlo e saperlo sereno e felice. Vedersi togliere quell’intimità così all’improvviso per qualcosa che non era in suo potere, qualcosa che non aveva potuto controllare e a cui non aveva potuto opporsi, lo aveva fatto congelare. Non sapeva neanche che espressione avesse sul viso in quel momento, ma quella di Chanyeol cambiò, mentre le urla di affievolivano e si smorzavano di conseguenza.
Il cervello di Kris era l’unico organo non congelato che, al contrario, lavorava frenetico colpevolizzandosi sempre di più, ogni secondo che passava. Realizzava soltanto adesso che avrebbe perso molto di meno rifiutando quell’imposizione e magari ferendo la sua famiglia adottiva, piuttosto che Chanyeol e adesso - solo adesso, maledizione - pensava alle mille cosa che avrebbe potuto dire loro per impedire quel matrimonio, per rimanere per sempre con Chanyeol. Si diede dello stupido, promettendosi di non perdonarsi mai, perché adesso, con Chanyeol pericolosamente vicino alla porta che minacciava di uscire dalla loro casa - dalla sua vita - da un momento all’altro, era troppo tardi.
Chanyeol si era pietrificato accanto alla porta, indeciso su cosa fare. L’espressione che Kris aveva in quel momento, lo devastava ancora di più: lo colpiva dritto al cuore, sbriciolandolo ancora di più e scuotendo la sua anima già sofferente. Non gliel’aveva mai vista sul volto; anzi, non aveva mai visto nessuno con un’espressione tale. Era dolorosamente eloquente e mostrava un’agonia che gli fece desiderare di rimangiarsi ogni parola detta fino a qualche minuto prima. La sensazione di tradimento e di abbandono era ormai latente - se non sparita -, mentre ricambiava lo sguardo assente di Kris. Gli venne voglia di correre da lui e di abbracciarlo forte, per rassicurarlo, come fece tempo addietro, ma sentiva anche un impulso urgente di uscire da quella casa, di avere del tempo da solo per ragionare. Era completamente diviso, per questo esitava, non sapendo cosa fare: voleva uscire, andare da qualche parte a finire di piangere le sue lacrime per poi riflettere seriamente e con un po’ di razionalità; ma al contempo voleva rimanere con Kris, stringerlo e dirgli che sapeva non era colpa sua e che insieme avrebbero trovato un modo per superare anche quella.
Dopo essere rimasto a contemplare la figura di Kris - che ancora non si era mosso - per qualche altro minuto, decise di accontentare entrambi gli istinti: mosse qualche passo in direzione del più grande, avvicinandosi sempre di più fino a sfiorargli un braccio scoperto. A quel tocco, Chanyeol sentì chiaramente i vari brividi che percorsero Kris e cercò di rassicurarlo attraverso la stretta che gli diede poi - non riusciva ad ignorare completamente tutto ciò che c’era stato: non sarebbe stato da lui e soprattutto non voleva nella maniera più assoluta, dato che i ricordi sarebbero potuti essere l’unica cosa che lo avrebbero consolato in futuro -. Sussurrò brevemente un “tornerò”, prima di prendere la giacca ed uscire da quella casa con il passo più veloce che aveva. Non aveva intenzione di sbattere la porta, ma quando la chiuse il rumore fu eccessivo e si chiese se non fosse soltanto una suggestione, se non fosse soltanto il suo cervello che sottolineava quella decisione che sarebbe potuta essere definitiva. Dopodiché, mentre scendeva le scale per raggiungere la strada, chiamò Baekhyun, uno dei suoi più cari amici.
- Baek, ho bisogno di te.- continuò a sussurrare, non fidandosi della sua voce ancora scossa dai singhiozzi.- Posso dormire a casa tua?-
***
Cercò di fare il più veloce possibile, volando per i cieli di Seoul, così da evitare il traffico fitto che avrebbe incontrato sulla via di casa. La chiamata di Chanyeol lo aveva messo in allerta e Baekhyun aveva subito iniziato a chiedersi cosa fosse potuto accadere da scuotere così tanto il suo amico e soprattutto da farlo allontanare da casa, da Kris.
In quel momento odiò con tutto se stesso le sue branchie - parte della sua prima mutazione, insieme alle squame - che, mentre volava a velocità sostenuta, gli davano problemi alla respirazione, contraendosi troppo velocemente e dolendogli. Tenne duro, dato che mancava poco a casa sua e non aveva nessuna intenzione di rallentare e impiegare più tempo per raggiungere Chanyeol. Fece l’ultimo pezzo di strada senza respirare e poi planò nel giardino anteriore della sua villa, atterrando con l’eleganza che lo caratterizzava, poco distante da Chanyeol, rannicchiato sui gradini di casa sua. Si chiese, mentre ansimava per riprendere fiato, perché non fosse entrato dato che sapeva da tempo il codice che gli permetteva di entrare e si domandò anche se magari, sconvolto da ciò che stava passando, si era dimenticato che casa sua, al contrario di quella che divideva con Kris, non aveva bisogno di nessuna chiave per entrare.
Gli si mise accanto, chiamandolo dolcemente per nome per vedere se stesse piangendo o se si fosse addormentato, ma non ottenne risposta. Si fece più vicino, il viso a qualche centimetro dal suo, e osservò il suo respiro regolare e le lacrime che gli bagnavano tutto il viso e le parti dei vestiti sul quale si era appoggiato, gli occhi dolorosamente rossi. Arrivò alla conclusione che doveva essersi addormentato mentre lo aspettava e si maledisse: avrebbe dovuto fare più in fretta ed essere vicino a lui, dargli conforto, mentre piangeva quelle che sperava sarebbero state le ultime lacrime della serata.
Dopo aver aperto la porta principale di casa sua, sfruttò la seconda mutazione che aveva e spiegò le folte e forti ali , proporzionate comunque al suo corpo minuto, per avvolgere Chanyeol e sollevarlo con molta fatica, aiutandosi anche con le braccia. Volò, ansimando per lo sforzo, fino al letto della sua camera, dove lasciò cadere il più delicatamente possibile il corpo incosciente di Chanyeol. Dopodiché, senza neanche togliersi i vestiti usati per lavorare, si distese accanto a lui, prendendosi qualche minuto ad accarezzargli i capelli come per rassicurarlo che tutto sarebbe andato bene, canticchiando sottovoce una ninna nanna, nonostante sapesse che non poteva sentirlo.
- Mi dispiace, Yeol. Per qualsiasi cosa ti sia accaduta, mi dispiace così tanto.- gli sussurrò poi direttamente nell’orecchio, prima di stendersi per bene accanto a lui e avvolgerlo di nuovo con le sue ali, convincendosi che, così facendo, lo avrebbe protetto dal dolore che aveva provato almeno per quella notte. D’altronde proteggerlo e renderlo - vederlo - felice erano le uniche cose che davvero importavano per lui.