La prima America

Mar 29, 2011 22:06

Salve bella gente! Questa che vi accingete a leggere è un ESPERIMENTO! E' la prima volta che provo una cosa del genere, prendetevela con Pirandello e con la sua "Il guoco delle parti", okay??
Va be'... bando alle ciance! Non spoilero nulla... buona lettura (lo spero davvero!)

Titolo: La prima America

Capitolo: one-shot

Autore: Eos_92

Gruppo/Artista: KAT-TUN, Jin Akanishi

Coppia: Akanishi x Kamenashi

Genere: agnst (comica??)

Rating: nc-13

Avvertimenti: yaoi

Disclaimer: i personaggi non mi appartengono

Ringraziamenti: Pirandello (non sono scema... davvero xD)


PERSONAGGI

PRIMO ATTORE: KAMENASHI KAZUYA

SECONDO ATTORE: AKANISHI JIN

TANAKA KOKI, NAKAMARU YUICHI, UEDA TATSUYA, TAGUCHI JUNNOSUKE

Tokyo, estate 2007

ATTO PRIMO

Kamenashi Kazuya, Akanishi Jin

In una stanza qualunque, un piccolo salotto, un camerino, è presente solo un divano che dà le spalle al pubblico, un piccolo tavolo con sopra un computer portatile e un paio di sedie. Sul divano sta seduto Jin che sfoglia con fare distratto una rivista (sportiva?), seduto a tavolino c’è Kazuya che, annoiato, si divaga davanti al pc. In fondo alla scena una finestra che da su un cielo bianco.

KAMENASHI (sotto voce, legge ciò che fino a quel momento aveva fatto solo con la mente): […] Sotto le mille e più maschere che indossavo sul volto di ragazzo ancora spaventato, conobbi il vero me stesso, che si specchiava nei suoi occhi lucidi e colmi di pianto. […]

(strabuzza gli occhi - sempre sotto voce): in che diavolo di sito sono capitato?

AKANISHI (sollevando di poco la testa dalla rivista, trattenendo uno sbadiglio, si passa una mano tra i capelli): parli con me?

KAMENASHI (dondolandosi un po’ sulla sedia): veramente no… ma vieni un po’ a vedere!

Jin si alza dal divano e stiracchia le braccia verso l’alto, lascia la rivista sul divano e si avvicina a Kazuya. Gli appoggia una mano sulla spalla e si china per guardare lo schermo.

AKANISHI (continuando a fissare lo schermo): che cos’è?

KAMENASHI: non lo so… ci sono capitato per caso… sembra un racconto.

AKANISHI: mh (e inizia a leggere ad alta voce): […] Continuai a camminare senza voltarmi indietro. Potevo sentire ancora il suo sguardo trapassarmi in due. O forse non era così…?  (sbaglia intonazione)

KAMENASHI (irritato): ma non sai neanche leggere?

AKANISHI: eh, scusa!

KAMENASHI: fai fare a me! […] O forse non era così? (e guarda Jin per fargli capire come era il tono, poi prosegue) Forse i suoi occhi mi avevano già abbandonato, come io stavo facendo con lui […]

AKANISHI: ma… una ragazza non sarebbe così esplicita…  e se fosse un ragazzo che parla?

KAMENASHI: mh, così pare…

AKANISHI (stupito): e si rivolge a un altro ragazzo?

KAMENASHI (sempre irritato): e che ci sarebbe di male?

AKANISHI (scrollando le spalle): niente… ma fammi capire un po’ che cosa è ‘sto sito…

Jin fa per appoggiare la mano sul mouse, senza accorgersi che quella di Kazuya sta ancora lì. Si sfiorano e con uno scatto si guardano negli occhi, Kazuya si morde un labbro.

KAMENASHI (fa per alzarsi): ti lascio il posto.

AKANISHI (stupito e un po’ imbarazzato): ma… possiamo guardare insieme… prendi un’altra sedia.

Kazuya non risponde e si avvicina alla finestra, gli dà le spalle, appoggia i gomiti sul davanzale e si accende una sigaretta. Con lentezza, ispira grosse boccate di fumo, senza dire più nulla.

AKANISHI (prendendo il posto dell’altro davanti al pc): fanfic? Kamenashi, tu lo sai che cosa sono le fanfic?

KAMENASHI (alzando le spalle, con fare infastidito): e che ne so?

AKANISHI: va be’… (e riprende a leggere, ad alta voce in modo che l’altro possa sentirlo): […] Passato il check-in mi sembrò di entrare in un altro mondo. Una nuova dimensione, illusoria e fantastica, senza tempo e senza spazio. Lui era lontano da me, come se non fosse mai esistito. Ed io esistevo in quella nuova dimensione? Il mio corpo non mi apparteneva… perché il mio corpo rimaneva… con… lui? (la lettura si fa sempre più incerta) […] perché il mio… corpo… restava per sempre… suo? (si gira verso di Kazuya) ma si può sapere che razza di cosa è? È un porno?

KAMENASHI (sbuffando fuori il fumo, continuando a guardare fuori dalla finestra): ma non è porno!

AKANISHI: allude al… sesso.

KAMENASHI: lo avevo capito.

AKANISHI: vuoi sapere come prosegue?

Kazuya fa spallucce e spegne la sigaretta nel posacenere appoggiato sul davanzale.

AKANISHI: […] Il ricordo di noi due insieme si fa sempre più lontano. Il tempo che ci divide si dilata all’inverosimile, come la distanza che aumenta e io non riesco più a percepirla, non appena prendo posto nell’aereo […] (perplesso, s’interrompe e poi, rivolto sempre a Kazuya) Non ti sembra una scena familiare?

KAMENASHI: e perché?

AKANISHI (con un tono tra l’incerto e l’imbarazzato): dai, un aeroporto, la distanza, un aereo che decolla per l’America…

KAMENASHI (girandosi con uno scatto verso di lui): questa cosa dell’America non l’hai letta!

AKANISHI: ah! Devo essere andato avanti a leggere con gli occhi… ma mi stavi ascoltando?

KAMENASHI (sbuffando e incrociando le braccia sul petto, appoggiato al davanzale): certo che ti stavo ascoltando.

AKANISHI (con voce bassa e scandendo con lentezza parola dopo parola): ti sei sentito così… quando… sono andato… a Los Angeles.

Kazuya s’irrigidisce, i muscoli delle sue gambe fremono, tace per un po’ e distoglie lo sguardo da lui, andandosi a sedere sul divano e accavallando le gambe.

AKANISHI (sotto voce): scusa (e torna a leggere, ma stavolta con lo sguardo)

KAMENASHI: ovvio che non mi sono sentito così. Questa “cosa” è solo finzione.

AKANISHI: mh… no perché… invece… io mi sono sentito proprio così.

Kazuya sprofonda sul divano e non si vede più.

Attimi di silenzio.

AKANISHI (riprendendo la lettura): […] Mi autoconvincevo che quello non fosse amore… perché se anche fossi tornato, nulla sarebbe cambiato. Il sesso con lui era splendido, ma rimaneva qualcosa di fragile ed effimero. Non poteva essere amore… qualcosa in cui non potevo riporre tutta la mia fiducia. Ma che cosa ne pensava lui?

KAMENASHI (interrompendolo bruscamente, continuando a nascondersi alla sua vista, grazie al divano): ho pensato che sei stato davvero un grande stronzo, ecco.

Jin, stupito dall’affermazione secca dell’altro, si porta una mano al petto e guarda dritto al pubblico, con lo sguardo supplicante, come per cercare aiuto, poi torna a fissare lo schermo di fronte a sé.

KAMENASHI: non prosegui?

AKANISHI: pensavo t’irritasse.

KAMENASHI: e perché?

AKANISHI: si parla di sesso.

KAMENASHI: non ho mica dodici anni!

AKANISHI (titubante): ma… si allude… al sesso… tra me e te.

KAMENASHI (balzando in piedi e scattando verso di lui, gridando): che cosa?!

AKANISHI (storcendo la bocca, per incassare l’urlo stridulo dell’altro): a-ehm… sta scritto qui… proprio in cima (e indica lo schermo) pairing: Akanishi x Kamenashi… ma che significa pairing?

Kazuya gli è praticamente addosso, con le mani appoggiate sulle sue spalle e il busto inclinato in avanti.

KAMENASHI: ma… non sta tanto bene… una persona che immagina su di noi una cosa del genere, no? (e cerca comprensione nell’altro, guardandolo dritto negli occhi, i loro volti sono davvero molto vicini)

AKANISHI (quasi un sussurro): ma… hai detto che sono stato stronzo… e io… ho detto che… mi ci ritrovo… in “questo” Akanishi.

KAMENASHI (allontanandosi da lui e tornando vicino alla finestra): e con questo che vorresti dire? Noi non facciamo quelle cose.

AKANISHI (seguendolo e fermandosi dietro di lui): il cuore mi si è stretto… mentre leggevo…

KAMENASHI (chinando il viso a fissare il pavimento e parlando a voce bassa): perché sei un perverso… e t’immaginavi le “cose porno”.

AKANISHI (trattenendo una piccola risata): sei pessimo… Kamenashi.

Jin allunga le mani e le appoggia sui fianchi di Kazuya, che di scatto solleva il viso.

AKANISHI (avvicinando il viso all’orecchio dell’altro): ho avuto una fitta al cuore… perché ho pensato proprio a noi.

KAMENASHI (serio): non esiste nessun noi (fa per allontanarsi ma Jin lo abbraccia stretto).

Jin avvicina il viso alla sua nuca e annusa i suoi capelli, un respiro profondo.

Kazuya si rilassa e si gira nell’abbraccio appoggiando il viso sul petto dell’altro.

KAMENASHI (contro la sua maglia): sei stato davvero uno stronzo… ma sappi che non ho pianto.

AKANISHI (in un sussurro): okay, ti credo­.

Jin si china sul suo viso.

Il sipario cala.

ATTO SECONDO

Kamenashi Kazuya, Akanishi Jin, Tanaka Koki, Yuichi Nakamaru, Taguchi Junnosuke, Ueda Tatsuya

Stessa stanza: Jin e Kazuya si stanno baciando, quando irrompono nella scena gli altri quattro attori, dalla quinta di destra, vociferando a gran voce.

TANAKA (entrando per primo sulla scena, guardando indietro verso gli altri quattro): …ma davvero! Vi dico che è così!

Jin e Kazuya si allontanano velocemente l’uno dall’altro e si appoggiano al davanzale con fare indifferente e si accendono una sigaretta.

TANAKA (rivolto ai due): ehi! Ma voi siete stati sempre qui? Beati voi che avevate la giornata libera! (sbuffa)

KAMENASHI (grattandosi dietro la nuca): eh… già… (e di sottecchi guarda Jin, lo gli sorride con fare malizioso)

Junnosuke e Tatsuya si siedono sul divano: Junnosuke prende dalla borsa il videogame e inizia a giocare, Tatsuya prende la rivista che poco prima stava leggendo Jin e la sfoglia distrattamente.

TANAKA (avvicinandosi al pc): wow! È acceso! Se permettete…

KAMENASHI E AKANISHI (urlando): veramente!

TANAKA (girandosi sorpreso verso di loro): ma che ho fatto?

Jin e Kazuya scuotono la testa.

NAKAMARU: […] ricordo quando appoggiavo le mani sul suo petto glabro… ricordo i suoi… capezzoli piccoli e rosa? (si volta verso gli altri con un’espressione interrogativa)

TANAKA (catapultandosi con gli occhi incollati allo schermo): ma che roba è?

KAMENASHI: niente!

UEDA (avvicinandosi sorridendo): però sembra interessante!

NAKAMARU: no che non è interessante, è… spinto!

Tatsuya e Koki scoppiano a ridere, Koki batte più volte la mano sulla schiena di Yuichi.

AKANISHI: ma… non abbiamo nulla da fare, ora?

TANAKA E UEDA (voltandosi verso di lui): ovviamente no!

TANAKA: questa cosa è interessante! Nakamaru continua a leggere!

NAKAMARU: io non leggo proprio niente (poi, rivolto a Tatsuya) La rivista era di sport? (Tatsuya annuisce e Yuichi si va a sedere sul divano)

TANAKA (piagnucolando): ma! Non puoi tirarti indietro così! (Yuichi lo ignora)

UEDA (tirando la manica della giacca di Koki): ehi, che vuol dire “pairing”?

Kazuya e Jin si guardano e iniziano a dire cose poco sensate.

TANAKA: ma che avete?

UEDA: ma questi due sono Kamenashi e Akanishi!

NAKAMARU: che cosa?

TANAKA: potrebbe esserci scritto anche qualcosa su di noi! Nakamaru, cerchiamo se qualcuno ha inventato una storia d’amore su di noi!

NAKAMARU (massaggiandosi le tempie): ma perché sei così tranquillo? (rivolto a Kazuya e Jin), voi non vi siete scandalizzati?

AKANISHI: sono solo un sacco di frottole… (rivolto a Kazuya) ora noi togliamo il disturbo, giusto? (Kazuya sorride e annuisce)

­Jin e Kazuya escono di scena.

Junnosuke alza lo sguardo dal videogame, si guarda un po’ intorno e poi si gira appoggiando le braccia sullo schienale del divano.

TAGUCHI: non avete notato che Kamenashi e Akanishi sono stati molto tranquilli… troppo?

NAKAMARU (seguendolo nella stessa posizione): bah… magari Kamenashi avrà deciso di perdonarlo.

TANAKA (con fare allusivo): dopo aver letto cose così… avranno fatto pace si sicuro.

UEDA (tirandogli una gomitata): ma come sei perverso!

TANAKA: senti chi parla! Ti stai eccitando a leggere di te e Taguchi-kun, ammettilo!

Junnosuke strabuzza gli occhi e torna a giocare, sprofondando nel divano.

Tatsuya guarda con fare torvo Koki, che gli fa spallucce sorridendo.

NAKAMARU: ora potremmo anche cambiare modo di rilassarci, no?

TANAKA: scherzi? Qui la situazione si fa piccante!

Il sipario cala.

ATTO TERZO

Kamenashi Kazuya, Akanishi Jin

Il sipario è ancora chiuso. Si diffonde una dolce melodia al pianoforte. Quando il sipario si apre, la scena è cambiata. In mezzo al palco c’è un letto singolo dalle lenzuola scomposte. Una piccola scrivania, una sedia con le ruote. La finestra è aperta. Fuori è notte.

Kazuya entra dalla quinta di sinistra. La musica cessa. Kazuya si siede sul letto.

KAMENASHI (passandosi una mano tra i capelli): uffa… che giornata… (si volta a guardare il cielo) Avrei dovuto dirgli di seguirmi. Con quegli occhi che mi pregavano solo un “sì”… ma perché ho scosso la testa? (si porta una mano alle labbra) Ci siamo baciati.

(si toglie la t-shirt e rimane a petto nudo, come scosso da un brivido, si massaggia a lungo le braccia)

Perché un estraneo ha saputo descrivere così bene i sentimenti che ho provato quel giorno? Non voglio più provare quelle emozioni… non ho pianto… non ho pianto… (si porta le mani al viso e simula un singhiozzo)

(impreca) Dannazione! (e si alza in piedi di scatto, prende dalla tasca dei jeans pacchetto di sigarette e accendino e se ne accende una)

Non ho pianto (e sbuffa fuori il fumo)… lui si è sentito proprio come su quella “fanfic” o quel che era… e io?

Si sente il bussare alla porta.

Kazuya si asciuga gli occhi con la mano libera dalla sigaretta.

KAMENASHI (a voce alta): sì?

AKANISHI: Kamenashi, sono io! Scusa ma non ce l’ho fatta a non venire… dopo quello che è successo… insomma…

Kazuya si avvicina alla quinta di sinistra, Jin entra nella stanza.

Si guardano in silenzio, poi Jin si siede sulla sedia e Kazuya sul letto.

AKANISHI (agitato): per quello che ho detto a Nakamaru prima… cioè… non è una cavolata quella storia… cioè… la storia sì, ma… Kamenashi ci siamo baciati! (e si alza in piedi)

Kazuya non dice nulla, affonda la testa nelle mani e sospira forte.

AKANISHI: perché fai così, Kamenashi? (fa per avvicinarsi, ma poi si ferma, inizia a guardarlo con attenzione, come se si accorgesse per la prima volta che l’altro è mezzo nudo)

KAMENASHI (sotto voce): non fissarmi in quel modo…

AKANISHI: non puoi rinnegare quello che è successo. Okay, quella fanfic era pura invenzione ma… ti ho abbracciato, ci siamo baciati… ero sincero, te lo giuro.

KAMENASHI (quasi esasperato): non giurarmi nulla, Akanishi, non sopporterei di essere lasciato ancora... (piccola pausa, abbassa il tono di voce)… solo.

Akanishi sospira forte e si volta verso la finestra.

AKANISHI (guardando sempre nella stessa direzione): ­prima di partire per Los Angeles…  non ti ho promesso proprio nulla…

KAMENASHI: appunto… quindi non promettermi nulla neanche ora.

AKANISHI (voltandosi verso di lui): non ti fidi di me?

KAMENASHI: e se poi ci rimango fregato? E se ora… (abbassa ancora una volta il tono di voce) … io… con te…

AKANISHI: non ho sentito.

KAMENASHI: niente.

AKANISHI: ma che cosa vuoi da me?

KAMENASHI (alzandosi in piedi e iniziando a camminare velocemente lungo il palco): niente, niente (urlando) proprio niente! (si ferma, a circa un metro da lui) sei stato tu a dire che ti eri sentito in “quel modo” che mi ha abbracciato che mi ha baciato! (si zittisce e respira con affanno)

Jin fa un passo verso di lui, Kazuya si allontana. Ancora un passo in avanti, e uno all’indietro.

AKANISHI: non scappare, Kamenashi.

KAMENASHI: non sono io quello che scappa, ma tu.

AKANISHI: la mia non era una fuga.

Kazuya non risponde e torna seduto sul letto. Jin gli si siede accanto e gli cinge le spalle con un braccio, Kazuya sussulta.

KAMENASHI: chiudi la finestra? Fa freddo.

AKANISHI (in un sussurro): non posso abbracciarti?

KAMENASHI (con tono serio): prima chiudi la finestra.

Jin si alza, velocemente chiude la finestra, poi torna seduto e riprende la posizione di prima.

AKANISHI (sotto voce): non scappo più… te lo prometto.

KAMENASHI: se dici ancora una volta qualcosa a che fare con i giuramenti e le promesse ti sbatto fuori dal mio appartamento.

AKANISHI: okay… però… non cacciarmi (e appoggia la testa sulla sua spalla)

KAMENASHI (con una mano gli accarezza i capelli): se ora io… con te…

AKANISHI (sollevando il viso per guardarlo negli occhi): io e te… cosa?

KAMENASHI (con un filo di voce): vorrei baciarti ancora.

Jin si avvicina lentamente, Kazuya si lascia trasportare, si sdraiano sul letto, la sonata al pianoforte riprende prima a basso volume poi sempre più alto.

Il sipario cala.

Commento:

come è andato questo esperimento? Ecco che cosa succede ad essere incazzata col pc fino a mezzanotte e a non riuscire a prendere sonno! Con Pirandello che mi assilla da quattro giorni T__T

All’inizio non doveva essere la “sceneggiatura” per una rappresentazione teatrale (che paroloni xD), doveva solo essere una “metafanfiction” (una fanfic nella fanfic insomma! xD)… invece poi parlandone con Cri su msn…  mi è venuta l’illuminazione e ne è uscito questo!

Dovevo assolutamente concluderla oggi, che sennò mi assillava e m’impediva di studiare T.T che baka che sono… mi faccio sopraffare dai miei personaggi xD (scusate se vi è sembrata frettolosa!)

Vabbé… è tutto! Alla prossima!

comico, pg-13, kamenashi, angst, kattun, akanishi, one-shot, fanfic

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