Albero delle drabble Artù/Merlino
Io e nykyo abbiamo deciso di rubare l’idea da questo post sulla community merlinxarthur e inaugurare un albero di drabble su Artù e Merlino, tutto in Italiano!
( Cos'è un albero di drabble? )
( Cos'è un albero di drabble? )
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Artù non sa che cos’é la resa.
Lui é un combattente, é l’orgoglio di Camelot e di suo padre Uther.
Artù non si é mai arreso, né davanti ai nemici, né davanti ai pericoli.
Ma adesso sta per scoprire quale sia il sapore della resa, del cedere al volere di un altro.
Manca così poco, giusto la distanza tra le sue labbra e la bocca invitante e insolente di Merlino che gli mormora parole di fiducia e di abbandono nell’orecchio mentre gli sfila l’armatura dalle spalle e gli promette una notte calda di amorevoli attenzioni.
Ma la prima cosa che assaggia solo i caldi baci di Merlino.
Io, io, iooo voglio giocare!!!
Eccomi qui a provarci anche con questi due ragazzotti, per favore.. qualcuno mi metta un freno. XDD
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Le sue labbra sono dischiuse, in attesa.
Frementi.
Merlino continua a parlare, come ha sempre fatto e sempre farà, e Artù resta fermo e aspetta.
L’armatura viene fatta scivolare via con i gesti dell’abitudine e viene riposta; poi è il tempo della maglia di ferro e poi ancora della casacca.
Quando si trova davanti la pelle calda del suo signore Merlino si zittisce, sospira e si avvicina.
Quando le dita gli sfiorano la pelle più chiara dell’ultima cicatrice, Artù lascia libero un singhiozzo, che non ammetterà mai, e chiude gli occhi.
Non è la prima volta che Merlino lo spoglia, eppure quel semplice sfiorarsi di pelle e polpastrelli lo ha fatto quasi sperare.
Ma Merlino ha ripreso a blaterare di chissà che cosa e Artù si ricompone.
E ritorna ad aspettare.
(Per chi volesse commentare, può farlo qui)
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“Merlino, l’armatura non è abbastanza lucida!”
“Merlino, questo cibo ha un sapore terribile!”
“Merlino, sistema le mie stanze, sembra di vivere in un porcile!”
“Merlino, le mie vesti sono sudicie, lavale subito!”
“Merlino, l’acqua del bagno è bollente... è gelata!”Quante volte in una giornata il giovane mago sente Sua Altezza Reale, l’Asino incoronato, lamentarsi soprattutto con lui? Troppe, decisamente troppe ( ... )
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La mano perde la presa e il calice cade con un tintinnio sulle pietre fredde del pavimento.
Il mugolio di Merlino è un misto tra la sorpresa, il dolore per l’impatto con il muro alle sue spalle e una sorta di incitamento, o almeno così lo sente lui, a non fermarsi.
Lui pensa per un attimo che se qualcuno si affacciasse li vedrebbe sicuramente, ma la questione non lo tocca più di tanto.
Quella sera Merlino era stato abbastanza innocente da accettare il suo invito ad assaggiare il vino, e lui adesso è abbastanza ubriaco da farglielo provare direttamente dalla sua bocca.
(Sappiate che vi odio, tutte e tre! XD
Per chi volesse commentare da questa parte o da quest'altra)
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Merlino giace accasciato al centro del salone.
Qualcosa dentro Artù ha urlato con ferocia, mentre si rovesciava il vino in gola.
Qualcosa che adesso sanguina e si contorce, preda di un dolore soverchiante.
Il dolore di innumerevoli, contrastanti consapevolezze che affondano nel suo corpo come altrettanti colpi di spada.
Quel veleno era destinato a lui e Merlino ha scelto di berlo al suo posto.
Una mano sconosciuta è giunta ad un soffio dallo spegnere la sua vita.
Tradimento. Paura. Furia. Senso di colpa. Odio.
Merlino lo ha protetto.
Lealtà. Coraggio. Decisione. Sacrificio. E quel qualcosa.
Merlino sta morendo. Per lui.
NO.
(Se qualcuno fosse interessato a commentare, può farlo qui.
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E' re. Gli poso la corona sulla testa. E' bellissima, risplende quasi di luce propria. Ed è pesante. Merlino pensa che tutto questo abbia un senso: la bellezza si spiega da sola, Artù è bello di per sè, anche senza quel simbolo di potere. La luce che emana quell'oggetto è la stessa che lui sente vibrare sotto forma di energia intorno al suo principe. E il peso, c'è forse una maniera migliore di esprimere le responsabilità e i doveri del futuro regnante?
Mentre Artù si alza con indosso la corona, Merlino non sa resistere: bacia quelle labbra stirate per la tensione.
"Non sono abbastanza forte per portarla."
Merlino ha capito perfettamente a cosa si riferisce Artù.
"E' per questo che ci sono io, mio signore."
(Per i commenti qui)
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Merlino entra nelle stanze del Principe con un’espressione più ebete del solito ed Artù osserva divertito il fiore che racchiude tra le dita.
-Un altro dono di Ginevra?- domanda.
Le guance del moro prendono la medesima colorazione del papavero che gli è stato regalato: -A dire il vero è il dono di un cavaliere, di Sir Nicolas…-
-Sir Nicolas?- Artù si acciglia in un modo niente affatto promettente.
-Ha detto che…- pare impossibile, ma il Mago arrossisce ancora di più -che ha lo stesso colore delle mie labbra- poi scuote il capo, imbarazzato ed incredulo.
Il biondo fa schioccare la lingua contro i denti in un suono sprezzante -Cerca di entrare nelle tue grazie come se fossi una fanciulla- replica sarcastico, e non è chiaro se il tono di scherno sia riferito al suo valletto o all’uomo che lo corteggia.
Merlino si chiede infastidito perché accidenti gliel’abbia rivelato: -Beh, io l'ho trovato un gesto carino…-
-Carino?- sibila il giovane Pendragon, incredulo ( ... )
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Si sono guardati negli occhi, tutto è improvvisamente cambiato. Il secondo bacio, quello della consapevolezza, è frenetico, intenso. I loro corpi non sono capaci di resistere a quella tensione, e la sciolgono nel solo modo che conoscono: condividendola. Si avvicinano, questa volta sapendo benissimo cosa stanno facendo. Le mani corrono veloci sui corpi. Ad ogni punto in cui si fermano, lasciano un ricordo invisibile ma duraturo, come una ragnatela che si stia ancora formando, ma già impossibile da rompere.
Quando si stendono, il cambiamento di prospettiva li sorprende un attimo. Entrambi non si sono accorti di essersi sdraiati. Ma è solo un attimo. La frenesia ricompare, e addirittura sembra raddoppiare. Non conoscono il motivo di tanta intensità, ma non importa. In quel momento, la sola cosa che conta sono loro due. Per il resto, c'è tempo.
Ci sono cascata, è stato più forte di me! Spero solo che sia ( ... )
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Le ultime spinte sono quelle che Artù adora di più. Quelle in cui sente i muscoli di Merlino guizzare incontrollati sotto i suoi tocchi.
Le sue mani si appigliano ai suoi fianchi e lo strattonano, come se potesse portarlo ancora più in contatto, come se non stesse già sprofondando completamente in lui.
Il viso di Merlino si contrae in una smorfia quasi dolorosa di tensione e carica erotica un attimo prima di sciogliersi in un mare di estasi e sotto le palpebre socchiuse balugina uno sprazzo d’oro che non dovrebbe esserciArtù adora per davvero il modo in cui il corpo sudato di Merlino si accascia sul suo, o come il suo respiro gli fa nascere la pelle d’oca sui pettorali. Adora anche come i suoi capelli neri gli si appiccicano sulla pelle sudata, o come la mano sinistra non abbandoni mai il suo fianco ( ... )
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