Kamen Sequel /// Forgotten Feelings (First Part) - [ITA]

Jan 30, 2011 22:35


Ohayou!
Credits for this fiction go to green_feelings livejournal. Thanks to Shaina, for letting me translate her wonderful work ^_^

Ciao!

Ho sofferto come una cane a tradurre questa parte.. lo so che ormai dovrei aver superato la cosa.. lo so che ormai Jin canta solista e i KT sono un gruppo di cinque persone.. però.. non l'ho affatto superato!! Ma proprio per niente.
Posso andare a vedere Jin, posso andare a vedere i KT, ma la verità è che vorrei vederli insieme.. per sempreeeeeeeeeeeeeeee XD

Gioia, questa è per te, se non insistevi.. la saltavo a piè pari :DD

Douzo ^_^



banner by naomi0211

Title: Kamen //Can you look right through me?// Forgotten Feeling
Pairing: Akanishi Jin x Kazuya Kamenashi //Akame//
Genre: Romance. Angst, Fluff
Rating: NC-13
Disclaimer: I don't own any of the characters in this story. I don't make profit with this.
Author: Yumiko Okahawa: journal GREEN FEELINGS

Summary: I sentimenti sono come maschere che indossiamo per comunicare il nostro io più profondo. Ma qualche volta ci scopriamo a usare queste maschere per nascondere il nostro vero volto.. Quanto Jin sa leggere le emozioni di Kazuya; quanto Kazuya capisce realmente Jin? Dopo essere stati insieme per così tanto tempo, alcune cose iniziano a cambiare, e i sentimenti a celarsi dietro delle maschere.

A/N: BAAAAAM! Ecco che, dal nulla, arriva un'altro sequel di Kamen. Chi è sorpreso? Alzi la mano.. Davvero, ho scritto queste dieci pagine in un momento.

Spero vi piaccia.




Forgotten Feelings (First Part)

“Indovinate un pò?”

Kazuya alzò lo sguardo dal copione che stava leggendo. Era seduto sul divano che avevano fatto mettere nel backstage dell’enorme villa che utilizzavano come luogo delle riprese.

Uchi era dall’altra parte della stanza, in un angolo, scrivendo qualche cosa sul suo cellulare, Miyao era seduto di fianco a Kazuya, fissando il vuoto davanti a sé, probabilmente perso nei propri pensieri.

Tegoshi aveva aperto la porta, entrando con un espressione eccitata sul viso.

“Cosa?” chiese Miyao, sollevando un sopracciglio interessato.

“Andiamo in tour”, annunciò Tegoshi.

“Eh? I vostri tour non sono in inverno, di solito? Pensavo che Ryo-chan lavorasse con gli Eito, quest’estate.” Disse Uchi sorpreso.

Tegoshi scosse la testa. “Non so cos’hanno in programma i Kanjani, ma Ryo sarà occupato con le riprese del suo film, quest’estate.”

Kazuya piegò la testa di lato, pensieroso. “Allora.. è Tegomasu?”

Il giovane annuì con veemenza. “Registriamo un secondo album e poi avremo il tour quest’estate! Sono felice da scoppiare!” disse mettendosi in una posa vittoriosa.

Miyao rise. “I concerti devono essere divertenti.”

Uchi annuì. “Sono il massimo.”

Tegoshi lo guardò, mortificato. “Scusa, non dovevo..”

“No, non ti preoccupare, so che ti piace fare i tour”, Uchi rispose sorridendo.

“Non è che Uchi abbia mai fatto parte di Tegomasu, comunque”, commentò Kazuya mettendo via il copione.

“Sì, però..”, iniziò Tegoshi, ma poi si azzittì, quando Uchi gli diede una pacca sulla spalla. “Tutto a posto, Tegonyan.”

Tegoshi annuì, e guardò Uchi andarsene. Poi si girò verso gli altri due.

“Sei contento, eh? Sarai tutto solo con Masuda-kun..”

Tegoshi guardò Miyao per un attimo, notando il sogghigno sul viso di Kazuya. “Non è che saremo solo noi..”

“Kame-kun mi ha detto, quando ti piace quel ragazzo.” Miyao sventolò la mano davanti al viso di Yuya, sorridendo apertamente. “Come continuavi a chiamarlo, quando siete stati a Osaka, qualche mese fa.”

“Kamenashi-kun”, Tegoshi fece un lamento. “Hai capito male..”

“E’ il tuo migliore amico, no?” Kazuya si comportava come se non avesse fatto niente di male.

“Beh.. no.” Tegoshi fece il broncio. “Non lo è; ho molti amici che sono molto più simili a me.”

“C’è altra gente come te?”

Kazuya rise al commento di Miyao, e fece l’occhiolino a Tegoshi. “Non arrabbiarti, Tegoshi-kun. So come ci si sente.”

Tegoshi si calmò e trattenne un ghigno. “Ne sono più che certo.”

Ignorando il commento, Kazuya si immerse di nuovo nella lettura del copione, senza ascoltare la conversazione che proseguiva fra Miyao e Tegoshi.

Anche a lui sarebbe piaciuto andare in tour. Girare per il Giappone per mesi, viaggiare da una città ad un’altra..

Era stressante, ma Kazuya lo amava.

Specialmente perché poteva stare con Jin tutto il tempo. Era eccitante sgattaiolare fuori dalla stanza di Jin la mattina presto, per tornare nella propria, perché nessuno capisse.

Da quello che sapeva, anche loro avrebbero tenuto un tour, quell’estate. Non c’erano motivo per non farlo.

Kazuya era sicuro che era lo stesso per Tegoshi, e pensava di capire perfettamente il motivo dell’eccitazione del più giovane. Non ne era sicuro al cento per cento, ma a giudicare dal tempo che avevano passato insieme a Osaka, Kazuya era quasi certo che la relazione fra Tegoshi e Masuda fosse dello stesso genere di quella sua e di Jin.

Osaka.. pensò, ricordando Ottobre dell’anno precedente.

Aveva preso il treno della notte, per andare a Tokyo e vedere Jin, anche solo per poche ore. Quella notte era stata molto dolce, Jin era stato molto dolce e si era preso cura di lui.

Sospirò e guardò il punto dove prima era Uchi.

Era passato un mese, dall’ultimo.. problema. Jin non si era arrabbiato con Kazuya, ma comunque lui si sentiva male per quello che era successo con Uchi. Per quel bacio rubato.

Kazuya stava dormendo, ma si sentiva strano, anche solo a ripensarci.

Da quel momento, aveva preferito parlare quasi solo con Tegoshi, ma dal momento che Uchi aveva fatto lo stesso, il più giovane si era in qualche modo trovato coinvolto in quella confusione, fra i due più grandi.

Non che gli dispiacesse, Tegoshi amava molto essere al centro dell’attenzione, ma ovviamente si chiedeva a che cosa era dovuta.

“Hai litigato con Uchi?”, gli aveva chiesto un giorno. Non aveva potuto mentirgli, così aveva scosso semplicemente la testa, e poi aveva invitato lui e Uchi a cena fuori.

Era stata una serata simpatica, e quando lo aveva raccontato a Jin, lui aveva detto solo che non c’erano problemi, e che se Tegoshi era con loro, Uchi non avrebbe tentato niente.

Così, per mantenere un’atmosfera rilassata al lavoro, Kazuya aveva deciso di essere amichevole con Uchi, senza trattarlo in maniera diversa dagli altri.

Ma se poteva, preferiva passare il tempo con Tegoshi, anche solo per rassicurarsi del fatto che non stava tradendo Jin in nessun modo.

“Kamenashi-kun”, disse Tegoshi, sprofondando nel divano accanto a lui. “Fra poco è il tuo compleanno, vero?”

Kazuya annuì. “Infatti.”

“Vuoi qualche cosa di speciale?”

Kazuya sbattè gli occhi. “No, non devi prendermi niente.”

“Voglio farlo. Tu mi hai chiamato per il mio compleanno, e sei anche stato il primo a farlo.” Tegoshi sorrise. “Anche io voglio fare qualche cosa per te.”

“Avete già qualche cosa in mente, scommetto..”

Tegoshi rise e scrollò le spalle. “Non ci scommetterei, sai.”

Sogghignando, Kazuya girò nuovamente la testa sul suo copione. “Dov’è Aya-chan?”

“Verrà più tardi. Questa mattina giriamo solo noi quattro.”

“Ah”, rispose Kazuya stiracchiandosi. “Iniziamo, allora?”

“Okay”, rispose Tegoshi, alzandosi e incamminandosi davanti a lui.

Kazuya sorrise, seguendolo, contento che quella giornata fosse iniziata bene.

Jin girò la testa, sentendo suonare il suo cellulare. Decise di ignorarlo e chiuse gli occhi.

“Jin, ti suona il cellulare”, disse uno dei suoi ballerini. Aprì gli occhi, guardandolo. Aveva più o meno quindici anni, delicato, giovane e con molto potenziale, pensò.

Troppo giovane per capire quando non era il momento di disturbarlo.

“Non voglio rispondere”, disse brevemente.

Il ragazzo si avviò verso il tavolo dove si trovava il cellulare di Jin. Aveva smesso di suonare, ma ricominciò immediatamente.

Lo prese dal tavolo. “E’ Kazuya.”

La testa di Jin si alzò di scatto, si alzò dalla sedia e prese il cellulare dalle mani del ragazzo. Senza una parola, uscì dal backstage e andò nel suo camerino privato.

Era passato un mese, da quando Kazuya lo aveva chiamato durante il lavoro. E in questo periodo, con i concerti da solista, Jin era più che occupato, così Kazuya lo lasciava in pace.

Doveva essere importante.

“Cosa c’è?”, disse, rispondendo al telefono.

“Dio, sono così felice che hai risposto”, disse Kazuya e Jin sentì stranamente che faceva fatica a deglutire. Era come se un grosso nodo alla gola glielo impedisse.

“E’ successo qualche cosa?”

“Un sacco di cose. E’ da tanto che non ci incontriamo, Jin.”

“Mi spiace, sono..”

“E’ tutto okay. Solo, questa sera, dopo che hai finito, vieni da me invece di andare a casa tua, okay? So che è più scomoda rispetto al Teatro ma..”

“Va bene, verrò”, lo interruppe Jin sorridendo. “Voglio venire.”

“Mi dispiace non riuscire a venire al tuo concerto”, disse Kazuya piano, la voce piena di rammarico.

Se si trattava solo della cattiva coscienza di Kazuya, Jin iniziava già a sentirsi meglio. “Non preoccuparti, sei molto preso anche tu. Vorrà dire che farò per te una performance privata.”

Kazuya rise. “Voglio stare di nuovo sullo stage insieme, Jin.”

“Anche io.”

“Davvero?” Kazuya prese un grosso respiro. “Oggi il Jimusho mi ha detto che andremo in tour, Jin, in Maggio. E non sarà il solito tour. Andremo all’estero.”

Jin dovette pensarci un momento. Fissando il muro avanti a sé, deglutì a fatica. “Sei serio?”

“Assolutamente.”

“E’.. incredibile. Ce l’abbiamo fatta.”

“Mettiamocela tutta perchè vada bene, okay?” La voce di Kazuya era allo stesso tempo felice e determinata. Kazuya era determinato a raggiungere i risultati che si era prefisso.

Jin sorrise istintivamente. “Devo andare adesso. Grazie per le belle notizie, Kazuya”, disse.

“Ci vediamo questa sera.”

“Non vedo l’ora”, rispose Jin, prima di chiudere. Tornò nel backstage, dove tutti gli altri erano già radunati, in attesa che il concerto iniziasse. Mise di nuovo il cellulare sul tavolo.

“Okay, pronti per lo show?”

Tutti si raccolsero intorno a lui, e Jin sorrise, ricordando le parole di Kazuya. Quando stava per andare in scena, notò che il suo manager stava parlando con un uomo dall’aspetto straniero. Non ebbe tempo di pensarci, la musica stava iniziando, precipitandolo in un altro mondo, in un’altra personalità. Andò sul palco.

Quella sensazione inebriante gli scorreva ancora nelle vene, facendolo sentire su di giri, quando arrivò nell’appartamento di Kazuya, parecchie ore più tardi.

Un buon odore lo accolse e, con un ghigno, disse ad alta voce: “Sono a casa.”

Kazuya apparve nel corridoio, sorridendo apertamente. “Bentornato.”

Jin si bloccò, fissandolo. “Che cosa è successo ai tuoi capelli?”

“Li ho tagliati. Ti avevo detto che l’avrei fatto.”

Con una smorfia, Jin scosse la testa. “Non pensavo così corti.”

Kazuya si portò istintivamente la mano alla testa. “Non ti piace?”

“Assolutamente no. Troppo corti.”

Kazuya sogghignò. “Non ci posso fare più nulla.”

“Lasciali crescere ancora.” Il più grande si tolse la giacca. “Mi piacciono di più quando sono lunghi.”

“Lo so”, rispose solo Kazuya.

“Hai cucinato?”

Kazuya annuì e si affrettò di nuovo verso la cucina. Quando si fu tolto gli stivali, Jin lo seguì, trovando il tavolo apparecchiato per due, e qualche cosa che bolliva nella pentola, mandando un profumo delizioso.

“Ho immaginato avessi fame.”

Jin annuì. “Sono affamato infatti. Ho preferito non mangiare con lo staff, sperando che avresti avuto questa idea.”

Ridendo, Kazuya mise il riso nelle ciotole. “Siediti, è tutto pronto.”

Il più grande sorrise con affetto, guardando Kazuya. Si sedette e appoggiò le braccia sul tavolo. “Come stanno andando le riprese?”

“Tutto bene. Lavoriamo bene insieme.” Kazuya si sedette di fronte e sorrise, prendendo le bacchette.

Jin assaggiò il primo boccone e canticchiò a bocca chiusa, per mostrare il suo gradimento. “Delizioso.”

“E’ andato bene il concerto di oggi?”

Annuì e guardò il più giovane. “Tutto come al solito. Mi sono abbastanza abituato, ormai, mi viene tutto in automatico.”

Tagliando la carne, Kazuya lo guardò ancora. “Sono contento. Oggi Tegoshi mi ha detto che Yamashita-kun verrà a vederti uno di questi giorni.”

“Sì, verrà la prossima settimana. Le fans diventeranno matte.”

Rimasero in silenzio per un pò, mangiando, fino a quando Jin si alzo di scatto e corse fuori dalla stanza.

Kazuya lo guardò con un sopracciglio alzato, quando rientrò in cucina, mettendo un piccolo pacchetto sul tavolo.

“Che cos’è?”

Jin sogghignò, sedendosi di nuovo. “E’ questo il motivo della cena, no?”

Kazuya sollevò lo sguardo dal pacchetto a Jin, sbattendo le palpebre. “Eh?”

“San Valentino?”

Annaspando, Kazuya guardò Jin con gli occhi sbarrati. “E’ oggi?”

Jin rise. “Te ne sei completamente dimenticato, vero?”

“Gli abbiamo dedicato un episodio, ma non pensavo che fosse così presto.” Si morse le labbra. “Non ti ho preso niente.”

“Mi hai invitato e hai cucinato per me. Completa con del buon sesso più tardi e siamo assolutamente pari.”

Rilassandosi, Kazuya gli sorrise. “Grazie.” Prendendo il piccolo pacchetto, tolse la carta con cura e aprì la scatola, trovando una collana simile a quella che indossava di solito.

“Ho pensato che, trattandosi di un oggetto che compri normalmente, non avrebbe destato sospetti. Così potrai indossarlo senza problemi.”

Kazuya rise. “Hai pensato questo?”

“Perché ti sorprendi? La gente ci osserva molto attentamente, no?” Jin finì il piatto, spostandolo poi di lato per chinarsi in avanti sul tavolo.

Kazuya annuì. “Immagino di sì. E’ molto bello.”

“Sono solo delle pietre colorate”, rispose il più grande, alzandosi per aiutare Kazuya ad allacciare la collana. Dopo aver chiuso il gancetto dietro il collo, si chinò per posarci un bacio, appoggiando poi le braccia sulle spalle del più giovane e sentendo le mani di Kazuya salire sulle sue braccia.

“Dovresti darmi il tuo regalo, adesso”, mormorò Jin nella piega del collo di Kazuya, facendolo ridacchiare.

“Non ho finito di mangiare.”

“Non hai più fame.”

Ridendo, Kazuya si alzò, lasciò che Jin gli allacciasse la braccia dietro il collo e lo attirasse a sè, mentre lui gli afferrava delicatamente i fianchi. Le mani del più grande gli passarono fra i capelli leggermente, Jin sorrise e si chinò in avanti per dargli un bacio leggero sulle labbra.

“Vai d’accordo con quei due, eh?”

Kazuya sbattè le palpebre, guardandolo. “Chi?”

“Uchi e Tegoshi. Passate un sacco di tempo insieme, vero?” Jin lo attirò più vicino, le mani scesero dai capelli di Kazuya al collo, tenendolo fermo.

“E’..” Cosa aveva Jin? Che risposta voleva? “Non sto cercando di tradirti, Jin.”

Il più grande sorrise, lo baciò di nuovo velocemente, prima di muoversi lentamente all’indietro, tirando Kazuya con sé.

“Sei strano, oggi, Jin.”

“Continua così, okay”, chiese Jin e aprì la porta della cucina, uscendo.

“Che cosa? Jin, non capisco..” Kazuya incespicò, cadendo addosso a Jin e annaspò, mentre l’altro lo teneva stretto.

“Continua a essere loro amico. Continua a vederli; lascia che si prendano cura di te.”

“Detto così, sembra che tu mi voglia lasciare”, mormorò Kazuya, confuso dalla situazione.

“Non è così”, lo rassicurò Jin. “Ma voglio che tu abbia anche altre persone intorno a te, oltre me.”

“In che tipo di situazione?” Kazuya si innervosì. “Non molto tempo fa, mi hai detto che eri spaventato dall’idea che io potessi rivolgermi a qualcun altro, quando tu non potevi essermi a fianco.”

Jin annuì, si allontanò leggermente, le mani scorsero le braccia di Kazuya e andarono ad afferrare le mani del più giovane. “Ho ancora quella paura, ma è infantile, no? Non posso essere l’unica persona di cui ti fidi.”

Kazuya sorrise. “Tu sei infantile, Jin. Va bene così. Non voglio fare affidamento su nessun altro.” Allacciò le loro dita insieme. “Sei tu la persona in cui ripongo la mia fiducia.”

Con un sorriso, Jin si avvicinò, premendo le sue labbra su quelle di Kazuya e rubandogli un bacio molto più lungo, profondo e caldo. “Tienilo a mente.”

Kazuya sbattè le palpebre, prima che Jin lo tirasse di nuovo dietro di sè, verso la camera da letto.

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