[Sousei no Aquarion] Il mio cane 4/7

Jun 11, 2015 21:36

Titolo: Il mio cane
Personaggi:  Apollo, Silvia De Alisia
Genere: fluff, comico, romantico
Rating: G
Avvertimenti: longfic, AU, OOC
Wordcount:796 (Fidipù)
Introduzione: Lo vedete quel ragazzo?
Quello bello e selvaggio, quello con i capelli rossi sparati, la camicia della divisa fuori dai pantaloni, la cravatta allentata e le maniche arrotolate; quello che porta una polsiera al braccio e svariati orecchini.
Insomma quello che sta cercando di togliere con i denti le mutandine ad una ragazza! Bene, quello è il mio amico d’infanzia: Apollo Taiyou. Ed è anche il mio cane.

Capitolo 4
Non importa quanto io desideri rimanere accanto ad Apollo.
Ora non posso più farlo.
Non posso più farlo.
Ho perso il conto dei giorni, ma sono parecchi quelli che ho passato senza Apollo.
Ed è stato come non vivere.
«De Alisia?»
Alzo la testa, osservando svogliata Lucas, in piedi accanto al mio banco. Cosa vuole? E’ tutta colpa sua se ho perso Apollo.
No, aspetta. E’ solo colpa mia.
«Cosa c’è che non va? Sei di nuovo in ritardo»
Osservo l’orologio. Cavolo, non mi ero accorta di aver fatto così tardi!
«Scusami, mi sono nuovamente distratta» mormoro, alzandomi e passando una mano sulla fronte: «Vado subito a casa»
«Tranquilla, tutto ok» mormora Lucas, sorridendomi cordiale: «Potrei avere la tua risposta alla mia proposta?»
Cosa?
No!
«Taiyou è solamente il tuo cane, vero?»
Apollo.
Lui non è più il mio cane.
Però…
E’ così?
Lui non è più mio.
È inutile fantasticare.
«De Alisia?»
Un dolore enorme mi prende il cuore, mentre sento le lacrime scorrere lungo le mie guance: non riesco a smettere di pensare ad Apollo.
Il suo volto riempie i miei ricordi, solo lui. Solamente lui.
Se avessi saputo che lo avrei rimpianto così tanto, gli avrei detto cosa provavo, anche se mi avrebbe odiato.
Apollo.
Apollo.
Apollo. Penso solo a te.
Per me esisti solo tu.
«Perché l’hai fatta piangere?»
Una voce arrogante arriva al mio orecchio.
Non mi ero accorta di aver chiuso gli occhi e quando li riapro, trovo Baron a terra, con un ematoma sul volto e un braccio forte che mi stringe per le spalle: «Non mi interessa molto se uscite o meno» continua la voce, mentre il mio cuore batte all’impazzata.
L’ho riconosciuto.
So chi è, nonostante non mi sia ancora girata.
Perchè lui è qui?
Perché Apollo è qui?
Mi tiene stretta per le spalle, mentre la sua mano è chiusa a pugno contro lo stipite della porta: «L’unico che può infastidire Silvia sono io!» ringhia, facendo forza sul pugno: «Tu, bastardo!»
«Apollo!»
In un attimo capisco cosa ha in mente.
No.
Oh no.
Lo afferro per il braccio, cercando di tenerlo: «Non…»
«Che diavolo le hai fatto?»
«Non ha fatto niente!» urlo, ritrovandomi ansante.
Apollo si volta verso di me. I suoi occhi dorati sono arrabbiati e disperati allo stesso tempo: «Allora perché stai piangendo?»
Mi mordo il labbro inferiore, chiudo gli occhi e affondo la testa nel braccio di Apollo: «Perché…»
Avanti diglielo Silvia!
Diglielo!
«Perché mi piaci, Apollo»
L’ho detto! E mi sento libera, leggera. Senza più quel peso sul cuore.
«Stai lontana da me»
E’ un sussurro, ma la voce di Apollo giunge benissimo alle mie orecchie.
Lo sapevo che mi avrebbe odiato se avesse saputo la verità.
Lo sapevo.
Mi da una spinta e si allontana da me.
Lo sapevo, ma non volevo avere rimpianti.
Apollo è fermo, lontano da me. Immobile con lo sguardo abbassato, trema vistosamente: «Il giorno della festa del diploma, tu mi ha detto di fermarmi perché non volevi che io ti baciassi, giusto?»
Cosa?
«Non voglio farti ancora del male»
Apollo ha urlato l’ultima frase, mentre a me viene nuovamente da piangere.
«Da quel giorno il mio corpo ha obbedito al tuo comando di stop»
Respiro, trattenendo l’aria: non avevo mai capito Apollo!
Per me era facile dire stop, ma non avevo mai capito Apollo, non avevo mai capito le sue motivazioni, non avevo mai capito i suoi sentimenti.
Non avevo capito nulla di lui.
«Io posso solo impedire al mio corpo di non muoversi per tre minuti» continua Apollo, tremante. Si sta trattenendo: «Quindi sbrigati e scappa»
Sospiro: spiacente Apollo, non fuggirò più.
«Quel giorno…» inizio, avvicinandomi a lui: «...hai tentato all’improvviso di baciarmi e mi sono impaurita. Oltretutto, poco dopo, hai detto che ero solamente un’amica»
Ricordo benissimo quel giorno e il dolore che provai: «Questo mi fece pensare che, anche se mi vedevi come amica..»
…ti andavo bene, completai mentalmente.
Pensavo che ti sarebbe andata bene qualsiasi amica.
Quanto mi sbagliavo.
Sono davanti a lui, lo vedo stringere i denti per lo sforzo e tremare vistosamente; allungo le mani, accarezzandogli la pelle delle guance: «Ti ho detto di starmi lontano!» ringhia, contro di me.
No, Apollo. Questa volta non scappo.
Mi avvicino ancora un po’, le nostre labbra stanno per sfiorarsi, sento il respiro caldo di Apollo sul mio viso: «Se non vuoi, io…» mormora, mentre i nostri occhi si incontrano: «…potrei impazzire, solamente sentendoti dire che ti piaccio»
Appoggio le mie labbra alle sue: un bacio lieve, un bacio casto. A fior di labbra.
Apollo è rigido, le braccia abbandonate lungo i fianchi, i pugni serrati.
«Vedi?» bisbiglio, staccandomi dalle sue labbra: «Non importa quello che fai, andrà bene comunque»  sorrido, rispecchiandomi in quelle iridi dorate: «Perché mi piaci veramente, Apollo. Mi sei sempre piaciuto solo tu»
Solo tu, in tutti questi anni.
I miei occhi hanno guardato solo te.
«Non ripetere troppe volte che ti piaccio»
«Ma…»
«Se non stai attenta a dirlo…» si avventa su di me: «Il bacio che mi hai dato non mi soddisfa del tutto»
La sua bocca impadronisce la mia, sento la sua lingua cercare la mia e danzarci insieme, mentre scivoliamo a terra.
«Mmm»
«Apri di più la bocca, Silvia»
E’ inferno.
E’ paradiso.
E’ goduria, è lussuria.
La nebbia mi avvolge il cervello. Non esiste altro all’infuori di noi due. Niente, tranne le labbra e la lingua di Apollo.
«Ehi tu!»
Ecco, forse mi sono dimenticata di qualcosa, o meglio, qualcuno!
«Togliti, non posso uscire!»
Lucas da una botta ad Apollo, mentre io sento le guance andarmi a fuoco: cavolo, mi ero completamente scordata di Baron!
«Non ci credo! Ci hai interrotti?» grida Apollo, mentre osserva il moro.
«Interrotti? Io interferirò sempre, ricordatelo Taiyou!» sogghigna Lucas.
«Dannato! Ehi Silvia, stagli lontana!»
Lucas, mi dispiace ma non posso proprio ricambiare i tuoi sentimenti. Scusami.
«Silvia» mi sento strattonare per la cravatta: «Perché lo stavi fissando?»
Apollo tiene una mano sulla mi guancia, impossibilitandomi dal girarmi: «Tu devi guardare solo me»
Cosa? Come prego?
Non è lui quello che va a flirtare con tutte?
«Ma che diavolo vuoi? Sei tu quello che flirta con tutte!»
Cerco di alzarmi, ma questo idiota mi tiene a terra: «Fessa» mormora, avvicinandosi e leccandomi il collo: «L’unica ragione per cui lo facevo era per attirare la tua attenzione»
Apollo.
«Davvero?» esclamo, balzandogli addosso e afferrandolo per la camicia.
«Davvero»
«Quindi non lo farai più?»
«Almeno fino a quando sarai la mia ragazza»
Si china verso di me, baciandomi nuovamente. Dolcemente, lambendo le mie labbra con la lingua e, poi, insinuandola all’interno.
Ragazzi. Sono così felice, ho sempre sognato di essere la ragazza di Apollo.
Mi sento trascinare indietro, la mano di Apollo sopra la mia.
«Silvia» mormora, riprendendo fiato dal nostro bacio: «Vorrei fermare il tempo, adesso»
Il suo viso scende lungo il mio corpo, baciando la gola e scendendo lungo l’addome, mentre la camicetta della divisa si apre sotto le sue mani: «A-apollo, siamo in classe»
«E allora?» soffia contro la mia pelle, leccando la porzione di pelle lasciata scoperto dal reggiseno.
«Aspetta. Non puoi, così all’improvviso…»
Oddio, è riuscito a togliermi il reggiseno, la sua bocca si impadronisce di un mio seno, leccandolo, succhiandolo, mordicchiandolo; mentre all’altro spettano le attenzioni della mano di Apollo.
E’ estasi.
«Non è all’improvviso» mormora, senza smettere di dedicarsi al mio seno, mentre io, in completo accordo con le mie parole, lo sto privando della camicia: «Non faccio che pensarci da quando mi hai detto che ti piaccio»
Il mio cuore corre impazzito.
La mia femminilità pulsa di desiderio.
«Non farmi aspettare ancora…»
Apollo bisbiglia al mio orecchio, mentre lecca la mia guancia e le sue mani scivolano in basso e sollevano la gonna.
Sto impazzendo, il mio cuore esploderà.
«STOOOOOPPPP!»
Urlo quella parola, involontariamente e Apollo si blocca, come sempre.
«Cosa?» esclama sorpreso.
Ridacchio, mentre sguscio da sotto di lui: «Silvia, tu piccola. Lo hai detto ancora!» mi risistemo la camicia, incominciando a correre via.
Io ho un cane.
E quel cane…
«…non sono il tuo ragazzo?» urla Apollo, ancora impossibilitato a muoversi.

fandom: sousei no aquarion, !longfic, *alternative universe

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