Average Time [1/1] (Scott/Jack) - Avengers comics

Aug 27, 2012 19:59

Titolo: Average time
Personaggi: Scott Lang (Ant Man II), Jonathan Hart (Jack of Hearts)
Fandom: Marvel comics (Earth 616); Avengers comic
Rating: giallo limone
Riassunto:  -Sei un’idiota- vorrebbe sbottare. Invece gli esce un sospiro mesto, difficoltoso, perché già hanno urlato, già si sono rivoltati addosso una valanga d’insulti. 
Avvisi: mini-shot, slash, What if, probabilmente AU 
Prompt 500 themes ita: 136. Abbraccio intimo
Note: Oh cielo. Ok, la colpa di tutto ciò è imputabile a lucre_noin, che con il suo manifesto ha traviato la mia fragile volontà XD Scherzi a parte, me ne ha fatto seriamente innamorare -e rodermi l'anima perchè di materiale su questi due cretini praticamente non ne esiste ç_ç - e... eccomi qui. Mi scuso se saranno presenti imprecisioni varie sul background dientrambi il personaggi, probabilmente avrei dovuto documentarmi di più prima di tntare l'impresa, ma non ho resistito...
Bene, smetto di sproloquiare. buona lettura.

[Average time]
  Average time

La porta si chiude con un tonfo soffocato, alle sue spalle.

Fortunatamente la Mansione è grande, ma non immensa. E Jonathan, nel poco tempo che trascorre all’aperto, è un tipo abbastanza abitudinario, e alla sesta lite Scott ha scoperto che quella stanza un po’ appartata e poco frequentata dagli altri Vendicatori, resa un po’ più buia delle altre da un paio di spesse tende -sopravvissute probabilmente alla rivisitazione moderna operata da Stark alla villa una volta che vi ci sono trasferiti-, e quel divano un tantino scomodo incuneato in angolo sono i posti preferiti in cui l’altro si rifugia. Molto spesso quando i suddetti battibecchi sono stati particolarmente violenti e Jonathan si allontana da tutti e tutti per sfogare la sua frustrazione senza nuocere a nessuno. E alla fine, tocca a lui inghiottire un po’ d’orgoglio e fare retrofront, pressato da quel malefico sentimento che gli divorerà il cuore.

Jack di Cuori è, come sempre, infossato nel sofà, appoggiato malamente a uno dei braccioli, lo sguardo fisso e accigliato puntato fuori dalla finestra che dà sul giardino. Scott sa che ha notato perfettamente il suo ingresso -impossibile non farlo- ma che non gli darà mai la soddisfazione di fargli intendere che la cosa l’ha in qualche modo toccato. Avanza incerto, combattuto sul da farsi, e si avvicina al divano, accomodandosi lontano da Jonathan quel tanto che basta affinché non si sfiorino, ma non troppo, accogliendo il famigliare cigolio delle molle con un piccolissimo sospiro. Allarga le ginocchia strascicando i piedi per terra, fissandosi pensieroso i palmi delle mani.

-Sei un’idiota- vorrebbe sbottare. Invece gli esce un sospiro mesto, difficoltoso, perché già hanno urlato, già si sono rivoltati addosso una valanga d’insulti. Scott è stanco, tanto. Perché non è riuscito a dormire, dopo tutto quel livore, e la mattina dopo Jack era nella Zero Room, e poi è passata Cassie e adesso… adesso non sa cosa dire, si sente esausto e disorientato. Ma non riesce ad andare via.

-Lo so. Me l’hai già detto. Quattro volte. Insieme a parecchi altri insulti- Jonathan, invece, il fiato per l’ultimo commento acido lo trova sempre, eccome. Continua a non fissarlo, tamburella sul bracciolo del divano, si morde le labbra - Non chiederò scusa.- aggiunge, con un ultimo slancio d’ira.

-Lo so- Scott sospira, rassegnato, portandosi una mano tra i capelli e arruffandoli ancora di più - E non lo farò neppure io- continua, abbandonandosi esausto contro lo schienale e concedendosi di osservargli, con calma, la schiena. Le spalle. Il collo. Lo stomaco gli si stringe in una morsa famigliare, e si ritrova a muoversi, in preda allo sconforto. Prima o poi non reggerà più la tensione costante, si dice, arriverà il punto di rottura e se ne andrà definitivamente. Non entrerà più in quella benedetta stanza. Ma per ora non ne ha ancora la forza.

-Jack- chiama, piano, e vorrebbe che la voce gli uscisse di gola un po’ più neutra, non così palesemente bisognosa -Jack- ripete, e allunga piano una mano, posandogliela tra le scapole e iniziando a muovere le dita in piccoli, delicati circoli, sempre più distanziati.

Jonathan emette uno strano suono, a metà tra il sospiro plateale e un singhiozzo disperato, e poi inspira, con forza, riempiendosi i polmoni e rilasciando l’aria lentamente

-Sei un coglione, Scott Lang. Sei il più grande coglione che la Terra abbia mai visto- rincara, con rabbia, sperando forse che l’ennesima bordata velenosa lo convinca ad allontanarsi. Scott, invece, il capo abbandonato contro la tappezzeria e il braccio che si muove per inerzia, sorride fiaccamente.  Jonathan ha ragione, ovviamente. Chi se non un coglione si ostinerebbe a restare con questo pazzo maniaco? Però, invece di fargli notare quest’evidenza, si sporge in avanti, verso di lui, avvolgendogli le braccia attorno al torso e spingendo la sua schiena contro il suo petto, gentilmente ma senza esigere repliche. Jack non si dibatte nemmeno, ormai ha smesso da molto di rifiutare quella sorta di abbraccio che chiude le loro liti furiose. Scott si premura di lasciar scivolare entrambe le mani sotto quella la tuta, premendo entrambi i palmi aperti sulla pelle liscia e appena umida -appena appena più calda della sua, e di qualunque altro essere umano-, la destra in corrispondenza del cuore, che prende a battere con più energia.

-Tempo?- mormora, contro il suo collo, la punta del naso che preme appena dietro l’attaccatura del suo orecchio ad inalare il suo odore. Jack emette un lamento, e poi si abbandona tra le sue braccia, cercando un maggior contatto.

-Sei ore, quarantacinque minuti, ventinove secondi- risponde in un sussurro accorato, la voce appena più roca dell’abituale. Scott deglutisce quasi rumorosamente e socchiude gli occhi, ascoltando il battito furioso che scalpita tra le sue dita. Le sue labbra scendono istantaneamente al collo tornito schiudendosi in una scia umida di baci che arriva fino alla spalla.

-Allora… rendiamole degne di nota, sei d’accordo?- mormora, l’adrenalina che fiocca in circolo, e la sua mano, la sinistra, scivola più in basso, in una lenta e sinuosa carezza che termina in prossimità della cintura.

Il borbottio con cui Jonathan concorda, voltando il viso per ricercare la sua bocca, è l’ultima cosa coerente che gli esce di gola.


fandom: marvel comicverse (earth 616), fic, character: scott lang (ant man ii), character: jonathan hart (jack of hearts

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