fic: Let the music do the talking

Feb 15, 2012 00:10

Titolo: Let the music do the talking
Fandom: Marvel
Personaggi: Tony, Steve (Natasha, Clint, Bucky e il resto della truppa)
Rating: verde prato
Avvisi: pre (o post?)slash, angst, un pochino fluff
Note:  duuuuuuuunque. AU. Nel senso, che SO che non può essere avvenuto nulla del genere, su terra616, dopo Civil War, ma sapete? Non me ne frega. Poi, non ricordo bene come cavolo sono organizzati i gruppi -e soprattutto come sono stati organizzati- quindi fate finta abbiano fatto una mega riunione da qualche parte e che poi abbiano dormito tutti assieme perchè s'era fatto tardi. Ce la potete fare?


Let the music do the talking

Non lo guarda negli occhi. Scivola nel divano accanto a lui, rigido come se fosse fatto davvero di metallo, restando teso sul bordo, accanto al bracciolo, attento ad ogni movimento.

Steve espira bruscamente, congelandosi sul posto. Impreca mentalmente, subito dopo, e si concentra per non distogliere lo sguardo dalla partita che sta venendo trasmessa in tv. È forse la prima volta da… da quando è successo, che sono, da soli, così vicini, senza armatura e scudo addosso, il resto della squadra probabilmente immersa nel sonno. In teoria non dovrebbero nemmeno trovarsi sotto lo stesso tetto, ma dopo la riunione non c’è stato il tempo -o il desiderio- di separarsi, e una notte, una sola, non poteva mica fare male.

Non è passato abbastanza tempo. Forse non ne passerà mai abbastanza. Basta intravedere il suo sguardo - perso, disorientato, inconsapevole- perché i ricordi ritornano a premere con un furore incontenibile alle porte della sua mente.

Tony non parla. Resta a fissare il vuoto per un tempo interminabile, le mani sulle ginocchia, il respiro che pare assente. Steve lo cura a momenti alterni con la coda dell’occhio, il nervosismo che cresce ad ogni secondo. Poi, improvvisamente, Tony si piega verso il tavolino collocato tra il divano e il televisore e ci posa un biglietto spiegazzato e malmesso. Steve vi occhieggia, e il cuore sobbalza, prepotente, rotolandogli nel petto.

Tra un numero impressionante di cancellatura spicca una sola parola intellegibile, scritta a lettere chiare, seppur incerte. Resta lì a fissarla, sbattendo a vuoto le palpebre, perché è talmente stupido e… idiota, che fa quasi male, ed è al contempo la cosa più semplice che l’altro potesse fare per spiazzarlo e capovolgere ogni singolo pensiero nel suo cervello con una tale intensità da non riuscire a farlo respirare.

Sorry.

Steve si passa una mano tra i capelli, un singulto indecifrabile impregnato di cento e mille e nessuna cosa che gli sfugge di labbra, poi scivola composto al cuscino laterale fino a che la stoffa degli eleganti pantaloni firmati che Tony indossa non sfrega contro il velluto a coste dei suoi, aspetta di vederlo trattenere il fiato, sbiancare completamente tanto da fargli temere che stia per svenire e poi gli stringe la mano nella propria, con forza. Senza guardarlo negli occhi, senza abbassare lo sguardo. Tony batte le palpebre, gli getta un’occhiata in tralice, ma non dice nulla.

La mattina dopo, Natasha li trova addormentati sul divano nella stessa posa, le dita ancora intrecciate. Non li sveglia, attraversa il salotto in punta di piedi per prendersi un bicchiere d’acqua e poi tornare da Bucky di corsa.

Quando, qualche ora dopo, si ritrovano praticamente tutti in cucina per la colazione diligentemente servita da Jarvis secondo i gusti di ognuno, e Steve chiede, con tutta tranquillità, a Tony di passargli il miele, e Tony gli allunga il vasetto senza protestare e continuando a discuter col suo maggiordomo del menù della cena, non c’è un solo Avenger che non tiri un sospiro di sollievo, Clint compreso.

character: anthony stark (iron man), character: natasha romanova, character: steve rogers(captain america)

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