Titolo: Someone like you
Fandom: Marvel
Personaggi: Johnny, Peter
Rating: verde prato
Avvisi: slash, fluff
Note: cazzata, perchè è San Valentino, e sembra che non so più scrivere, quindi uno deve accontentarsi di quel che viene. Non osate chiedermi il senso di questa cosa, per carità <.< E facciamo anche finta di sapere dove è collocata. Fate sì con la testa, da bravi, su!
Someone like you
Peter cerca di non barcollare. Insomma, ha affrontato ben di peggio senza battere ciglio; ma forse, visto che per combattere supercrinali deciso a distruggere il pianeta e magari, già che ci sono, anche l’universo intero, usa maschera e lancia ragnatele non è che le sue reazioni siano molto plateali. E poi può continuare a girare per strada tranquillo.
Adesso, invece, non è molto sicuro. Boccheggia come un pesce strappato brutalmente fuori dall’Oceano, la bocca che si apre e si chiude senza emettere suoni coerenti, e continua a fissare il cielo con occhi spalancati, rendendosi a malapena conto dei brusii di zia May alle sue spalle e le chiacchiere concitate dei vicini.
-Oh. Mio. Dio-
-Grazie, ma lo sai che puoi chiamarmi solo Johnny- con tutta la nonchalance di questo mondo, la Torcia Umana gli atterra con estrema grazia accanto, il corpo coperto di fiamme ardenti che si estinguono nell’istante in cui gli stivali della divisa da Fantastico Quattro toccano il manto erboso accando al vialetto con un soffice tump. Peter riesce a distogliere lo sguardo dal cielo, sgomento.
-JOHNNY! Si può sapere che cavolo ti salta in mente? Sei impa…-
-Ehy!- e bastano tre lettere e un sorriso brillante -e devastante- per fargli morire la protesta in gola -Sorpresa!- e il cretino allarga le braccia -Buon San Valentino!-
E Peter è quasi tentato di sparargli una ragnatela in faccia, metterlo ko con un bel pugno sul naso e poi correre ad asserragliarsi in casa per telefonare a Sue per ingiungerle di venire a recuperare quel coglione di suo fratello, che il senso di ragno lo aveva avvertito, ma lui niente, scemo, che vuoi che succeda alle quattro del pomeriggio del quattordici di febbraio? Invece non fa nulla, resta lì come un imbecille, perché alla fine ci ha messo tanto, ma tanto, però alla fine quel sentimento ridicolo ha finito per accettarlo anche lui e in effetti stava meditando di chiamarlo, giusto per sapere se per caso in serata doveva sistemare qualche pianeta, partecipare a quale esperimento o se era semplicemente libero per, chessò, andare insieme da qualche parte.
Così sospira, fissa per l’ultima vola l’enorme cuore fiammeggiante disegnato nell’aere sereno e l’ancora più gigantesca scritta I love you redatta al suo centro che inizia piano a svanire sospinta dall’aria di fine inverno, mastica un “Idiota, bastava un biglietto”, e poi scivola placido tra le braccia di quel fiammifero cretino per rubargli un bacio umido e mozzafiato che, quello sì, farà parlare i vicini per un’eternità, e che magari farà venire il diabete a zia May. Ma, mh, se Johnny Storm ha scelto lui, un motivo ci sarà, quindi… chissenefrega.