Titolo: Ojalá que tú, que yo (One more mile of silence while I'm coming back to you)
Fandom: RPF Calcio
Personaggi/Pairing: Steven Gerrard/Xabi Alonso
Rating: PG14
Conteggio Parole: 2600 (100x26) (
fidipu)
Avvertimenti: slash, angst, casini vari, la Q è AU
Note: Ugh, era una vita che non pubblicavo una fic col banner o sbaglio? *LOL*
- Scritta per il
Sillabario di
maridichallenge , of course. Non ci posso credere che per farlo ho rispolverato persino le mie vecchissimissime familiarità con Ricky Martin, comunque. Uggesù.
- Altre note in fondo.
- Dunque, metto le mani avanti dicendo che, boh, l'insapidità generale. Però mi sono impegnata tanto a cercare citazioni di canzoni che iniziassero con la lettera dovuta, per cui amen, vogliatemi bene almeno per quello. (Huecco vince).
- Gilda, a voi. ♥ (Buon ritorno, Brappu, e buon eZame, moglie ;W;)
Disclaimer: Non mi appartiene nulla; è tutta fantasia; nessuno mi paga un centesimo.
~ Ojalá que tú, que yo.
(One more mile of silence while I'm coming back to you)
Agosto.
All the streets where I walked alone with nowhere to go have come to an end. → Sum 41, With me
Tornare gli fa sempre uno strano effetto, e soprattutto d’estate. A star lì in piedi su un ponticello a cavallo della Mersey, gli occhi persi a seguire la corsa pigra dell’acqua grigia, a Xabi sembra di sentire sulla pelle il tocco invadente di una brezza troppo calda, come se stesse contemplando il cielo su una spiaggia assolata, torrida.
Liverpool non potrebbe essere più diversa dai deserti dorati di Donostia, eppure Xabi quasi riesce a sentire il mare salato spumare attorno alle caviglie, verde e azzurro e bianco, e la sabbia scottargli le dita dei piedi.
Tornare gli fa sempre uno strano effetto.
Brindis.
Brindo por ti con vino malagueño de amor, brindo por ti a medias con la luna y el sol. → Diana Navarro, Brindo por ti
Stevie magari è ubriaco, magari non proprio. Magari vuole solamente evitare di pensare a cose che non siano le gocce di condensa che rotolano lungo il profilo freddo della sua bottiglia di birra. Magari vuole solo evitare di riempirsi la testa di cose complicate, cose importanti, cose del Liverpool, cose pericolose. Cose che gli fanno pensare ad altre cose, che gli fanno pensare ad altre cose, che gli fanno pensare a Xabi. Vuole davvero evitare di pensarci, a quelle cose lì.
Quando Pepe propone un brindisi per nessun motivo particolare, Stevie chiude gli occhi. Solleva la birra, e pensa a Xabi.
Cities.
Can you see the beauty inside me? Oh, you look so beautiful tonight, in the city of blinding lights → U2, City of blinding lights
Donostia è luminosa e calda, bella, profuma di mare. Xabi non vuole andarsene mai.
Liverpool è scura, triste, poi d’improvviso s’accende di rosso e forse Xabi è innamorato.
Istanbul è accecante. Xabi si sente indifeso contro i fuochi d’artificio, contro il rumore, ma si stringe tra le mani la divisa, respira, you’llneverwalkalone, e gli sembra di riuscire a calmarsi un pochino.
Madrid è una lama di luce bianca conficcata tra gli occhi. Xabi è sempre spaesato, ha le vertigini ogni volta che si guarda attorno e non si abituerà mai al riverbero della sua maglietta candida sotto i riflettori del Bernabéu.
Liverpool è, sempre.
Dádiva.
Dame vida, dame. Dame amor, dame. Dame un momento, dame, aqui y ahora, dame. → Huecco, Dame vida
Probabilmente, chiedergli di tornare sarebbe troppo. E comunque non basterebbe, perché mica Xabi può fare le valigie e andarsene dove stracazzo gli pare secondo i suoi comodi, secondo i comodi di Steven Gerrard. No, non basterebbe. Non basterebbe neppure se non fossero due professionisti vincolati da contratti a troppi zeri e colori che certi giorni sono ingombranti da morire. Non basterebbe chiederglielo, non basterebbe implorarlo.
Stevie, poi, non è neanche assolutamente certo di poter trovare il coraggio di - di fare che? Andare da Xabi in ginocchio e pregarlo di fargli la carità di tornare? Cristo.
Sarebbe troppo, e non basterebbe.
Easy.
Easy ride, alright. (I know it will be) → The Doors, Easy ride
A Xabi viene sempre da sorridere, quando ripensa alla facilità con cui di Liverpool si è innamorato, dal niente e per tutto, quando era un uomo già pieno, pieno del mondo, molto meno di adesso, ma comunque abbastanza. Aveva Donostia, ma Liverpool, tra il grigio e la pioggia e l’odore di città e porto, è diventata importante come fosse stata lei a vedere i suoi primi passi e la sua prima parola.
Liverpool che gli ha strappato il cuore e se l’è nascosto tra le strade, forse sotto un sedile della Kop.
A Xabi viene sempre da sorridere, con una tristezza immensa.
Frio.
Fue suficiente para enamorarme de tí. (Con un beso) → Ricky Martin, Frio
Stevie sta tremando dall’emozione, dalla stanchezza, Cristo, potrebbe benissimo stare tremando di freddo, anche se è maggio e lui è coperto di sudore, perché stanotte - stanotte che hanno recuperato un tre-a-zero decisissimo a mandarli a casa a calci in culo e tanti saluti, stanotte che hanno vinto, stanotte - stanotte non c’è niente che abbia senso, niente che sia meno che bellissimo e perfetto, perciò Stevie, in mezzo al campo, sta tremando di freddo.
Butta le braccia attorno al collo di Xabi, gli urla contro un orecchio,
«Sto tremando di freddo!»
E Xabi sorride, ride. Trema anche lui, di freddo anche lui.
Glass.
Goodbye, blue sky. The flames are all long gone, but the pain lingers on. → Pink Floyd, Goodbye blue sky
Xabi guarda il fondo di un bicchiere azzurro cielo e si sente triste, pensa: ecco la mia vita. È una stupidaggine, ma non mentre ci pensa: mentre pensa ecco, tutto quello che ho avuto, mia moglie, i miei figli, una Champions, un mondiale, i trofei e i tifosi e il talento, è tutto qua, in quel momento gli sembra la cosa più intelligente e profonda di sempre.
Stupido, davvero, ma il punto è che se l’azzurro fosse rosso, se il bicchiere fosse una divisa e se Madrid fosse Liverpool, se l’aria fosse Stevie, se, se e se, Xabi allora sarebbe contento.
Halagos.
He besado ya por fin esta mañana los labios de la venganza cuando volviste a llamar. → Huecco, Mis 100 últimas mañanas
È incredibile quante persone vengano a congratularsi, bravo, Stevie, complimenti, Stevie, come se Andy e Luis li avesse ingaggiati lui personalmente, come se fosse sua la firma in fondo ai loro contratti. Eppure, ottimo, Stevie, sono tutti entusiasti, e che scelta geniale, Stevie.
Stevie è a tanto così dal mettersi a urlare, ma sta lì e stringe mani, sorride e si prende il merito di scelte con cui, ma seriamente, lui che c’entra? È sempre quello che ha lasciato che Xabi Alonso se ne andasse, se lo sono dimenticato?
Per le strade c’è ancora gente che brucia magliette col nove di Fernando.
Indiscreet.
I look for you in everyone. → Low Millions, 100 Blouses
Non c’è niente di male nel mettere alla prova i suoi nuovi compagni, queste magliette bianche come neve sparse su un prato spettacolarmente curato, perciò Xabi non si risparmia. Allunga i passaggi più in avanti che può, persino troppo in avanti, tant’è che Guti e Rafael sembrano sul punto di voler prendere a calci lui piuttosto che il pallone; cerca sincronie che naturalmente non trova, sbatte il naso contro schemi nuovi, ritmi poco familiari. Naturalmente.
Non c’è niente di male nel cercare un centrocampista che si spinga fin sotto la porta; c’è tutto di male, nel cercare Steven Gerrard al Real.
Jamás.
Jamás, jamás he dejado de ser tuyo, jamás, jamás mis manos han sentido más piel que tu piel. → Camilo Sesto, Jamás
«Sembri... felice di vedermi.»
Xabi lo dice come se fosse strano, come se si fosse aspettato tutt’altro, un insulto o un paio di schiaffi, e Stevie ride perché, andiamo, lui che tira un ceffone a Xabi? S’è mai sentito qualcosa di più divertente?
Poi capisce che, oddio, Xabi ci credeva davvero, che si sarebbe arrabbiato.
«Xabs,» gli dice, serio serio, con mezzo stadio intorno, e Xabi è adorabile nel suo cappotto pesante, con il naso arrossatissimo, e Stevie vorrebbe dirgli sono tuo, non ho mai smesso,, ma non trova la voce, perciò lo guarda, aggrotta le sopracciglia. «Xabs,» ripete, e forse Xabs capisce.
King (for just a moment).
Keep up the charade, until the end waltzing together. → Sonata Arctica, Caleb
È solo un bacio, e a Xabi sembra il mondo.
È un bacio stupido, persino, dato per ridere, niente di più, per ringraziarlo, magari, per quei cinque metri che ha corso così in fretta, e per tutto quello che è venuto dopo, ma non significa nient’altro. È un bacio e a Xabi sembra il mondo, forse per via della vittoria, per via della Coppa con i nastri dorati legati alle orecchie, forse per via dei coriandoli che gli si impigliano tra i capelli e forse solo perché si tratta di Stevie.
È un bacio, e Xabi si sente nient’altro che un re.
Lucha.
La soledad se está encargando en silencio de curar despacio todos tus males. → Huecco, Los tesoros imposibles
Stevie oggi ha l’incazzatura in circolo, quindi si mette in un angolo e aggredisce la cyclette come se quella gli avesse dato fuoco alla colazione.
Il punto è che non c’è niente, nel suo corpo, che non faccia un male disastroso, ogni volta che pensa a quello lì, e lui non è neanche tanto sicuro che sia possibile, sentire dolore così dappertutto sotto la pelle. Lo detesta, per un momento, ma più a lungo non può. E siccome non può neppure rincorrerlo fin dove sta adesso, si sfoga pedalando.
Può faticare quanto gli pare, comunque, ma non si muoverà di un millimetro.
Memories.
Maybe I’m still hurting, but you know that I still love you. → Leonard Cohen, Coming back to you
Un ricordo: Xabi sta zigzagando a bordocampo, sorride e saluta in giro, ed è felice, sì, così tanto che quando sente due dita picchiettargli una spalla e si volta e vede Stevie che lo sta fissando non si ferma neppure un attimo a pensare, ma gli si lancia in braccio urlando, ed è magnifico che Stevie traballi appena e poi riesca a reggerlo senza difficoltà.
Se adesso ci ripensa, se gli capita di vedere una foto di quel momento, Xabi avvampa e vorrebbe morire, ma sotto tutta la nostalgia e dietro il senso di colpa continua a battere quell’identica, esatta felicità.
Noche.
No te lloraré en esta noche caliente, no te lloraré. → Huecco, No te lloraré
Durante le partite, Stevie non ci pensa. E poi un passaggio dalla difesa finisce tra i piedi sbagliati. A casa, Stevie non ci pensa. E poi il telegiornale annuncia una notizia dalla Spagna. Quando è fuori a bere, poi, o dopo una sconfitta un po’ più brutta, allora Stevie ci pensa in continuazione, ma c’è di peggio.
Il peggio è la notte. Di notte, Stevie fissa il buio e ci vede Xabi. Fissa il cielo e ci vede Xabi. Fissa i riflessi argentati sulla schiena della Mersey, e ci vede Xabi. Lo sente, persino. Dalla notte, Stevie non può neppure scappare.
Overload.
Oh, what a good thing we had, gone bad. Long weeks of waitin’ and livin’ for the day we marry → Johnny Cash, Oh, what a good thing we had
Era troppo, a volte, il pensiero di Stevie, e come il cuore di Xabi gli si contorceva stupidamente nel petto per quegli occhi blu, per quelle mani impacciate. Era troppo, e Xabi scappava a nascondersi, rubava un momento per sé, magari prendendo a testate una parete, piano, per non farsi sentire, o leggendo un libro. A pensare, o ad evitare di farlo.
E adesso, a volte, è troppo il pensiero che, con il tempo, con la distanza e mesi interi di silenzio non è cambiato niente, Stevie ancora gli fa venire voglia di chiudere tutto fuori e non tornare più indietro.
Permanecer.
Paso a paso ire y persistire a cualquier distancia. → Ricky Martin, No importa la distancia
Il cuore di Stevie è un bastardo insolente che se ne va in giro dentro di lui senza criterio, bloccandogli il respiro in gola o appesantendogli lo stomaco con una dolcezza praticamente disgustosa - e magari Stevie ci ha messo un po’ a raccogliere gli indizi e capirci qualcosa, d’accordo, ma pure dopo non è migliorato niente, per cui non è che la colpa sia sua.
Sono passati sei anni, cazzo, sta guardando una foto di Istanbul che non c’entra niente con quel momento lì e lo stronzo traditore gli si ficca, senza preavviso, di traverso sui polmoni.
Dio, è veramente ridicolo.
Quadruple cappuccino.
Questions you should say yes to. (Some day somebody’s gonna ask you) → Old 97’s, Question
«Sicuro di volerne quattro?» Alvaro sembra quantomai perplesso e preoccupato, ma Xabi, al di là del bancone, annuisce senza esitare, e allora lui, poveraccio, che può fare? Si riprende la tazza di cappuccino che gli aveva appena servito, la scoperchia e ci svuota dentro quattro shots di caffeina concentrata. Solo l’odore basta a friggergli le terminazioni nervose, ma Xabi sorride come se gli avesse appena regalato una coltura di batteri rarissimi da studiare.
«Grazie,» dice, riprendendosi il beverone e buttandone giù perlomeno metà in un sorso solo. Alvaro lo guarda con tanto d’occhi, ma lui si stringe nelle spalle. «Sono in sala con quell’insopportabile so-tutto-io di Gerrard, compatiscimi.»
Racha.
Rompe las cadenas que te hacen llorar, y siente la llamada de la libertad. → Huecco, Se acabaron las lagrimas
Dalla finestra spalancata viene uno sbuffo di vento che si porta dietro odore di mare - non di porto, né di fumo grigio di fabbrica, ma proprio mare, salsedine e conchiglie, un senso di libertà tanto assoluta da far paura.
Neppure avessero voluto farlo apposta, Stevie e Xabi hanno appena finito di guardare un film di pirati. Oddio, Xabi guardava, è sempre lui quello che s’interessa, e Stevie giochicchiava con i suoi capelli, perché di effetti speciali e dialoghi brillanti sinceramente non gl’importa un accidente.
Stevie sorride tra sé, tutto contento. Ha ancora sulla lingua il sapore del popcorn bruciato di Xabi.
Stevie.
A Stevie piace il rosso. Non solo il rosso, eh, per carità, gli piace anche il verde dell’erba e il blu scuro del cielo di notte, non quando è tardissimo ed è buio pesto, giusto un’oretta o due dopo il tramonto, quando c’è ancora abbastanza luce che non sembra tutto nero, ma c’è quella sfumatura un po’ vellutata su tutto l’orizzonte, quello gli piace.
Gli piace il grigio vivido delle nuvole riflesse sulle increspature della Mersey, ma soprattutto gli piace il rosso. Da quando era uno scricciolo poco più alto di niente a Stevie è sempre piaciuto tantissimo, il rosso.
Tú solo.
Tu cielo es feo y gris, me entristece cada día más. → perla (♥),
Does love speak spanglish? Un ricordo: Stevie se ne va, ha comprato una penna nuova per firmare il suo nuovo contratto. Xabi si presenta da lui una domenica pomeriggio, prima di Istanbul, prima, quando è ancora solo il ragazzo educato, il genio spagnolo. Stevie lo guarda. Xabi è serio e solenne e gli mette soggezione.
«Il cielo qui è grigio,» dice.
Poi forse se ne va, o forse Stevie gli offre una birra e Xabi accetta e quando si toglie il cappotto le sue spalle tremano.
Quando gli chiedono perché, alla fine, sia rimasto, Stevie sorride.
«Istanbul,» risponde, ma sta pensando al cielo, sta pensando a quel pomeriggio.
Ulysses.
Understand your man, meditate on it, remember what I told you. → Johnny Cash, Understand your man
A Xabi piace imparare, scoprire e capire, ed è un colpo notevole capire, scoprire e imparare che Liverpool gli piace così tanto che sarebbe contento di rimanerci tutta la vita. Che Stevie gli piace così tanto che sarebbe contento di poter amare solo lui per tutta la vita.
Ma preferisce pensare solo alla parte in cui Liverpool l’ha conquistato con facilità imbarazzante, allagandolo come una vita intera non ha saputo fare. Cambiandolo, forse solo costringendolo a crescere. Preferisce pensare che sia la città a dargli i brividi ogni volta che torna, piuttosto che ammettere che, magari, è solo colpa di Stevie.
Volveras.
Ves, que los sueños van morendo, desvaneciendose en mi pel, no me dejes solo aqui con mi dolor → Ricky Martin, Ven a mi
«Pensi di tornare?»
«Stevie, lo sai che non dipende da me, che io non--»
«Oi, oi, frena, no, scusami. Intendevo per le vacanze, Xabs.»
«Oh. Beh, sì. Sì, penso che passeremo da quelle parti, sì.»
«Bene.»
«Sì.»
«Ci vediamo quando siete qui, allora.»
«Sì.»
Stevie prende un respiro, due, tre. Sta per dirlo, che non è vero che intendeva per le vacanze, che non è vero, e cambia idea all’ultimo secondo. Quel che è vero è che oggi sono sei anni da Istanbul, e già due che Stevie non ce la fa più. Gli resta solo da sperare che Xabi non abbia capito, ma neanche ci riesce davvero.
Wishes.
What am I, darling? What am I? A whisper in your ear, a piece of your cake? A boy you can fear, your biggest mistake? → Damien Rice, Cheers, darlin’
Xabi vuole tornare a portare il liver bird sul cuore, ma non vuole, ma vuole. Vuole, in effetti, e gli dispiace volerlo. Quando tenta di spiegarlo a Pepe, lui ride per cinque minuti di fila, tanto che Xabi teme possa sentirsi male e morire. Non sarebbe bello.
«Spegni il cervello, Xabi, ogni tanto,» gli consiglia Pepe, quando ricomincia a respirare. «Prendi esempio dal nostro impavido capitano.»
«Poi finirei a baciare Sergio in mezzo al campo senza motivo,» replica Xabi, appena appena acidamente, e gli sembra di sentire sulla pelle il sospiro esasperato e divertito di Pepe, il suo sorrisetto.
«Non ‘senza motivo’, Xab.»
Xabi.
A Xabi piacciono tutti i colori, per davvero, persino il giallo canarino della nuova divisa di Iker che non piace a nessuno. Più di tutto, però, gli piace il rosso di Stevie. E poi gli piacciono le arachidi, quelle dure e stantie che stanno lì da secoli nelle ciotoline dei bar e nessuno ha mai il coraggio di assaggiare. A Stevie basta guardarle per sentirsi male, e Xabi invece se le piazza davanti ogni volta e sgranocchia, pensoso, sporcandosi le dita e la barba di sale.
La sua bocca sa sempre di chiuso, dopo, e di polvere, ed è buonissima comunque.
Years.
You fly like a cannonball. (There’s still a little bit of your words I long to hear) → Damien Rice, Cannonball
È incredibile come, dopo tanti anni, - più di quanti Xabi abbia voglia di contare, comunque, - l’accento di Stevie gli riservi ancora sorprese non del tutto comprensibili. Xabi si domanda se verrà mai il giorno in cui non dovrà più chiedergli di zittirsi, resettare il suo sistema di comunicazione e ricominciare ad esprimersi come una persona normale, in un inglese normale o perlomeno vagamente comprensibile, ma non è che nutra grandi speranze, tutto sommato.
Tutto sommato gli piace così, gli piace anche troppo, pensare che Stevie potrebbe passare tutti i secoli di quest’universo a rimbecillirlo di parole assurde e irricostruibili.
Zafarse.
Zic, zac, zic, zac, todo valor, zic, zac, zic, zac, por un mordisquito → El ratón Zorro
Stevie non riesce a smettere di ridacchiare come un cretino, e tutto sommato un cretino ci si sente pure, a sgattaiolare per il corridoio come neanche ai tempi delle giovanili.
Xabi continua a dirgli di non fare casino, che se Rafa li becca li sbatterà fuori squadra per sempre, ma Stevie non ce la fa, andiamo, è esilarante, due uomini adulti che camminano in punta di piedi nel cuore della notte per procurarsi una barretta di cioccolato.
E Xabi dev’essere veramente stanco, perché c’impiega un sacco a ricordarsi che il modo migliore di zittire Stevie è spingerlo in un angolo e baciarlo.
- ‘Dádiva’ significa, appunto, carità (caridad è più usato, penso, ma oh, a me serviva la D *muore*).
- ‘Halagos’ sarebbero le lodi/gli elogi, e se ve lo state chiedendo sì, c’è una canzone di Ricky Martin che si chiama ‘Entre el amor y los halagos’, che è l’unico motivo per cui conosco la parola. #uhm
- Una ‘racha’ è una raffica, o un soffio di vento.
- Ugh, quanto amo Damien Rice.
- "Stevie" va con "Xabi", ovviamente. #finezze
- ‘Zafarse’ è un verbo fighissimo, significa sgattaiolare via/scappare. Per la canzone, ugh, ammetto di essere andata in crisi e di aver inventato. Cioè, no, ho tradotto! Il topo Zorro è una filastrocchetta che mi cantavano alle elementari :°)