Titolo: Shush
Fandom: Hawaii Five-0
Personaggi/Pairing: Steve McGarrett, Danny Williams
Rating: R
Conteggio Parole: 1740 (
fidipu)
Prompt: Hawaii Five-0, Danny "Danno" Williams/Steve McGarrett, And now you're shirtless, great per il
p0rn fest #4 di
fanfic_italia- Spiagga di notte per la
Maritombola di
maridichallenge.
Avvertimenti: slash, PWP
Note:
anybeaver , solo e sempre ♥ *bacia*
Disclaimer: Non mi appartiene nulla; è tutta fantasia; nessuno mi paga un centesimo.
~ Shush.
La spiaggia privata sul retro della casa di Steve è terribilmente bella, di notte, con il cielo solo vagamente striato di viola sul mare e due fiaccole piantate nella sabbia ad illuminare il bagnasciuga. Danny non è proprio sicuro del perché si sia fatto convincere a venire qui - l’unica cosa che sa con certezza più o meno assoluta è che il panorama c’entra poco, dal momento che non riesce a vedere il resto di niente, neppure le palme che dividono la proprietà di Steve da quella dei vicini, - ma sospetta che c’entri qualcosa la birra, no, le molte birre che s’è scolato per celebrare il compleanno di Kono, e magari anche il fatto che non vede Grace da tre giorni e gli sembra una vita.
Non è sicuro neppure del perché abbia chiesto a Steve altra birra da bere, forse perché si sente mostruosamente in imbarazzo - peraltro, questa è un’altra cosa di cui gli riesce difficile comprendere la ragione, - e non sa cosa fare delle proprie mani, svaccato com’è sulla sdraio più comoda che la storia ricordi.
Quando Steve ritorna, appoggiandogli sulla testa una bottiglia ghiacciata e stappata che Danny quasi si rovescia addosso perché, anche se può sembrare il contrario, i suoi capelli non sono così pietrificati, grazie tante, improvvisamente s’accorge di non sapere che fare anche del silenzio che, dopo due sorsi di birra e un paio di occhiatine esitanti, comincia a diventare piuttosto scomodo. Inusuale. Ingombrante.
«Allora,» si schiarisce la gola, e la voce, per qualche ragione, gli vien fuori rauca e incerta. Si morde la lingua. «Una spiaggia privata, eh? Da dove vengo io, la gente ha i giardini.»
Steve ridacchia appena attorno al collo della bottiglia - Danny, perché gli stai fissando le labbra? - e si volta un po’, per guardarlo direttamente. Anche se siede a gambe incrociate sulla sabbia, i suoi occhi sono praticamente all’altezza di quelli di Danny.
«Toto, ho l’impressione che non siamo più nel New Jersey,» dice, e Danny s’imbroncia istantaneamente e in qualche modo riesce a convincersi di non essersi arrossito.
«Kansas,» brontola, buttando giù un sorso di birra per buona misura. «È il Kansas, nel Mago di Oz.»
Steve ride apertamente ora, gettando la testa all’indietro - sì, Danny, è il suo collo, quello, scoperto e un po’ abbronzato e lo so che vorresti morderlo, lo so, ma non è il caso, non credi? - e poi allungandosi per dargli una spallata più o meno allegra.
«Mi fa piacere sapere che sei così preparato,» scherza, e Danny, davvero, vorrebbe dirgli che non è colpa sua, diamine, se non fosse per Grace lui probabilmente non saprebbe nulla dell’esistenza stessa del Mago di Oz, ma Steve non si è allontanato da lui, è rimasto a sorridergli a due centimetri dalla faccia, teso in qualche modo impossibile per l’anatomia di un essere umano ma naturalmente cosa c’è d’impossibile per un SEAL? Niente, infatti, e per dimostrarlo basta il fatto che questo energumeno senza senso è in qualche maniera - assurda quanto la sua posizione al momento - riuscito ad infilarsi sotto la pelle di un uomo di una certa intelligenza - Danny, naturalmente, - stravolgendogli un’esistenza altrimenti piacevolmente pacifica, con tutte le riserve del caso, costringendolo ad avere a che fare con tutt’una serie di sentimenti, di voglie, di cose che un uomo - un uomo di una certa intelligenza, di nuovo; un uomo di un certo livello - non dovrebbe proprio essere programmato ad affrontare.
Insomma, Danny, inconcepibilmente per lui, non replica nulla, ma si sporge quel tanto che basta a coprire la distanza tra i loro volti e bacia Steve, piano, quasi con incertezza, con il cervello che strilla ‘ma checcazzo stai facendo’ e lo stomaco in subbuglio che dice ‘ma perché vai così piano’.
Rabbrividisce, quando sente Steve sorridere nel sul bacio timido e poi la sua mano contro la nuca che lo attira a sé - lo stomaco di Danny fa le capriole, contento che almeno uno, tra di loro, non sia così tanto coglione, - la sua lingua che gentilmente si fa avanti, chiedendo il permesso di invadegli la bocca. Danny prende un respiro profondo e quel permesso glielo accorda - come se non gliel’avesse accordato già da mesi, peraltro, ma è molto gentile, da parte di Steve, ribadire la domanda, testare la sua decisione, - e per un momento se ne pente, poi il momento passa, perché Steve sta facendo cose nella sua bocca che, beh, Danny è sempre pieno di lavoro, ok? Non ha avuto molto tempo per andare in giro a divertirsi con qualche hawaiiana disinibita, ultimamente.
Butta la birra da qualche parte sulla sabbia, gl’importa poco, al momento, e allunga le mani per agguantare un po’ di Steve - sobbalza e si separa dalla sua bocca con uno schiocco praticamente osceno, che lo fa diventare bordeaux, quando sotto le dita sente già la sua pelle calda.
«Quand’è che ti sei tolto la camicia?» chiede, sbalordito, perdendosi, suo malgrado, a seguire le curve dei suoi muscoli illuminati di bagliori arancioni dalle fiaccole, e poi si vede - si vede, perché non ricorda di aver mai ordinato al proprio braccio di muoversi - tracciare con due dita il percorso dei tatuaggi sulle spalle. Steve lo guarda e sogghigna, gli prende il viso tra le mani e lo bacia ancora, togliendogli il fiato, e Danny ci mette un po’ a tornare sulla terra, tant’è che si perde la sua risposta - sicuramente era qualcosa di offensivo e stupido, - ma gl’importa poco, in realtà, perché si ritrova Steve sdraiato addosso, le sue ginocchia contro i fianchi e a disposizione interi chilometri di pelle ambrata.
E poi c’è il sorriso di Steve, ad un centimetro dalla sua bocca, e non è che ci siano al mondo molte cose che reggano il confronto. (Non che Danny abbia neuroni femminili a sufficienza da concepire un pensiero del genere, naturalmente.)
Lo bacia ancora, perché è una cosa piacevole da fare e non vede perché non dovrebbe, e sente le mani di Steve darsi da fare con la sua cravatta, con la camicia, e dev’essere un’altra di quelle cose che ti insegnano in marina, come denudare un collega in meno di quattro decimi di secondo, perché un attimo prima si stanno baciando e un attimo dopo Danny rabbrividisce e inarca la schiena, la pelle improvvisamente a contatto con la brezza fresca che proviene dal mare e che neppure le spalle ampie di Steve riescono ad ostacolare.
«Gesù,» brontola, quando il suo bacino si sfrega contro quello di Steve, e Steve sorride ancora, e Danny vorrebbe dire qualcosa tipo ‘piantala di sorridere così che sei inquietante’, vorrebbe davvero, ma Steve gli sbottona i pantaloni e appoggia il palmo della mano sui suoi boxer e non è che gli riesca di articolare cose più complicate di un gemito, ora come ora. Gli riesce a stento di slacciargli la cintura, per la precisione, e ha bisogno dell’aiuto di una mano di Stevie per riuscire a calargli i bermuda che indossa sulle cosce.
Danny vorrebbe evitare il momento estremamente imbarazzante in cui i loro occhi si incontrano - ricorda quando è successo la prima volta con Rachel, che lei era nuda sotto di lui e lui non stava capendo più niente perché aveva caldo ed era eccitato e aveva le sue mani addosso e si sono guardati ed è stata una doccia gelata perché lei è scoppiata a ridere, e lui ha pensato che fosse una cosa dolce, lì per lì, perché la amava, ma ora a ripensarci si sente morire d’imbarazzo e vorrebbe seppellirsi da qualche parte, davvero, - ma Steve non è così tanto attento, e d’altra parte non è ancora nella sua testa a questi livelli e non sa delle assurde paranoie di Danny, per cui, mentre gli sta accarezzando l’erezione già tesa e lo ha ridotto a gemere incoerenze contro il suo collo, sposta piano la testa, gli dà un bacio leggero e struscia il naso contro il suo, costringendolo ad aprire gli occhi, a guardarlo, e Danny è quasi già pronto a gettare tutta la tensione sessuale dalla finestra e farsi un’altra, bella risata, però poi lo guarda davvero, guarda la faccia seria - appena appena sorridente - di Steve, guarda quei suoi occhi scuriti dal piacere, le guance ispide di barba cortissima, il naso perfetto, e, meraviglia delle meraviglie, non ci trova proprio nulla da ridere, anzi, si allunga verso di lui e lo bacia perché gli sembra di non poter respirare bene, se non lo bacia, e geme sulle sue labbra quando Steve aggancia un dito all’elastico dei suoi boxer e piano piano, crudelmente piano glieli sfila.
«Rilassati,» mormora Steve, la voce bassissima e Danny potrebbe venire solo così, ma si impone di controllarsi e sfila anche i suoi boxer e quando Stevie lo stringe imita i suoi movimenti, perché è davvero un sacco di tempo che non fa sesso ed è così perso che non riuscirebbe a decidere da solo cosa fare. Steve evidentemente intuisce tutto questo, stupido SEAL telepatico, e gorgoglia una risata contro il suo collo. Danny rabbrividisce, le dita di Steve che si arrampicano ritmicamente su e giù lungo il suo sesso e poi indugiano un po’ quando arrivano in punta, stuzzicandolo con gentilezza e impudenza, e lui fa altrettanto, e gli scappa un ghigno quando Steve trattiene bruscamente il fiato. Trovano un ritmo perfetto per entrambi, e Danny quasi si stupisce quando Steve è il primo a cominciare ad ansimare; i loro movimenti si fanno via via più rapidi, il braccio su cui Steve si regge a un certo punto cede e lui piomba a pesare tutto su Danny ma è piacevole, sentirselo contro, e così si toccano anche le loro erezioni e non c’è più bisogno delle mani, Danny le stringe entrambe attorno ai fianchi stretti di Steve e si strusciano l’uno con l’altro in una frizione deliziosa e impiegano un nulla a venire, Steve che si immobilizza contro di lui e Danny che inarca la schiena, scattando all’insù contro di lui.
Quando riprende fiato, Steve lo bacia con pigrizia, con calma, e poi appoggia una guancia alla sua e chiude gli occhi. Danny non riesce a restare fermo, e prende ad accarezzargli i capelli corti sulla nuca; Steve bronta qualcosa, dal fondo della gola, e non si capisce niente, il suono si mescola con la risacca del mare, ma Danny sa che ha detto che così si addormenterà, e che moriranno di freddo, ma non risponde nulla, perché ormai ne ha fatto un vizio.