[RPF] Demolitioners

Feb 25, 2012 15:10

Titolo: Demolitioners
Fandom: RPF Spaghetti Funk
Personaggi/Pairing: Ax/Grido, mamma
Rating: R
Conteggio Parole: 726 (fidipu)
Avvertimenti: commedia, slash, incesto
Prompt: quadro + NSFW @ Cow-T 2, come al solito su maridichallenge.
Note: Gh.
Disclaimer: Non mi appartiene nulla; è tutta fantasia; nessuno mi paga un centesimo.

~ Demolitioners.

Il terzo quadro sulla sinistra dall’ingresso, a casa di mamma, è un bel panorama di una qualche costa scoscesa e pittoresca d’Italia, forse è Amalfi, Luca e Ale gliel’avranno chiesto tremila volte ma non se lo ricordano mai; è il preferito di mamma, tra tutti quelli che ha fatto, e per questo lo ha imprigionato in una cornice importante, color ottone, una di quelle da museo, con i riccioloni di stucco e le venature e le roselline in rilievo. Sarebbe persino pacchiana, se non fosse in casa di mamma, e non c’è niente, in casa di mamma, che sia meno che perfetto.
Il fatto è che, un giorno, quando sono già grandi entrambi e quindi non è che hanno la scusa di essere iperattivi per via degli ormoni o di una merendina troppo zuccherata mangiata a scuola per sbaglio, un giorno Ale e Luca quella cornice la rompono, ed è un po’ come se avessero fatto cascare la luna, fracassandola in mille pezzi.
Si sentono così terribilmente in colpa che mamma, quando torna dal super, li trova entrambi in lacrime, inginocchiati davanti al muro a chiedere perdono al quadro per la suprema offesa che gli hanno inflitto.
«Che vi siete fumati?» domanda mamma, sospettosa, piantandosi una mano su un fianco. Luca e Ale balzano in piedi, rossi in viso, e si guardano, perché non vogliono mentirle, ma non vogliono neanche dirle la verità. Lei sospira, e sono ormai anni che non è più davvero esasperata dal fatto che entrambi i suoi figli praticamente campino di canne. «Mi devo preoccupare?»
«Ma no, ma’,» piagnucola Luca, con una vocina piccola piccola, tirando su col naso. «È che... si è un po’ rotto il quadro.»
Mamma stringe gli occhi, ma saggiamente decide di non incazzarsi finché non avrà constatato l’entità del danno con i suoi occhi.
«Fatemi vedere,» dice, e Luca e Ale si guardano di nuovo, e poi si fanno da parte. Mamma mette giù la busta della spesa, va a ispezionare il suo quadro, e le viene un po’ da ridere perché, santo cielo, i suoi figli sono irrecuperabili.
Si è un po’ rotto il quadro, in realtà, corrisponde ad una minuscola sbeccatura nell’angolo in basso a destra della cornice; uno di quei difetti infinitesimali che, per vederli, devi sapere che è lì, e devi cercarlo, e devi, possibilmente, portarti da casa una lente d’ingrandimento.
Tuttavia, mamma non vuole schernire il sincero rammarico dei suoi bambini, perciò li abbraccia entrambi e promette che non è arrabbiata, che sopravviverà a questa terribile, terribile catastrofe.
Luca e Ale sembrano tranquillizzarsi, solo che poi lei, curiosa, domanda come abbiano fatto a intaccare quella cornice che è sopravvissuta intera, dice, ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
«Uh,» boccheggia Ale, gli occhi un po’ vitrei.
«Eh,» concorda Luca, guardando a turno lui e lei e il quadro.
«...ah?» tenta mamma, con mezzo sorriso. Luca e Ale ridacchiano, scuotono in sincrono la testa, e in sincrono si mettono a pensare.
Perché, dunque, non è che le possono dire la verità - che Ale stava baciando Luca proprio sulla bocca, e mica per sbaglio, e che aveva le mani sotto la sua maglietta e voleva sentirlo tutto contro di sé, perché Luca è suo e non è mai abbastanza vicino, e quindi l’ha spinto contro il muro, l’ha preso per le cosce e l’ha sollevato, schiacciandolo sospeso tra sé e la parete; non è che le possono dire che la catenina che Luca porta al collo si era impigliata nella cornice, e che, quando Ale l’ha preso in braccio, quella ha strattonato un pezzetto della rosa lì sull’angolo, tirandolo giù, e che nella foga di baciarsi e strusciarsi l’uno sull’altro loro neppure se n’erano accorti, lì per lì.
Non è che possono... no, proprio non è il caso.
Perciò, le rifilano la storia palesemente vera di come una palla da baseball vagante si sia infilata in casa attraverso la finestra in cucina, abbia rimbalzato su centomila pareti fino a far saltare quell’angolino della cornice, per poi tornarsene da dov’era venuta, non prima di aver fatto esprimere loro tre desideri, giurando che li avrebbe fatti realizzare, perché sì, certo, mamma, è ovvio che era una palla parlante!
Mamma chiaramente non se la beve, ma non è che possa sospettare quale sia la vera, verissima verità; sorride, però, e ordina loro di sistemare la spesa in frigo, mentre lei va a cercare quell’Uniposca dorato che è sicura di avere da qualche parte.

rpf spaghetti funk: j-ax, rpf spaghetti funk: grido, rpf spaghetti funk, rpf spaghetti funk: ines aleotti, } 2012, › ita, » challenge: cow-t 2

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