Titolo: The way you make feel
Autore: Phi_
Fandom RPF calcio
Personaggi/Pairing: Thiago Motta, Leonardo
Rating: Per tutti (credo :| )
Warning: Slash
Disclaimer: Questa fanfiction non è a scopo di lucro. Non si vuole offendere o essere lesivi nei confronti delle persone reali descritte. Niente (o quasi) di quanto narrato in questa fanfiction è realmente accaduto ma è frutto di fantasia, pertanto non si pretende di dare un ritratto veritiero di eventi o personalità.
Note: Questa è la prima FF che scrivo! *____*
p.s. Il pairing è strano, lo so ç__ç
THE WAY YOU MAKE ME FEEL
- I nerazzurri sono felici e con nuove speranze. Contro il Napoli c’è stata una bella vittoria, la prima vittoria con il nuovo allenatore. La pesantezza che c’era prima negli spogliatoi, ora è sparita.
E adesso c’è lui, Leonardo, quest’uomo reduce da tredici anni rossoneri e che è passato sull’altra sponda di Milano. Il suo ottimismo, la sua dolcezza, il suo sorriso, quel sorriso bellissimo che fin dal primo secondo ha fatto letteralmente impazzire Thiago.
Thiago. Com’è felice di aver segnato una doppietta e di aver abbracciato Leo. Gli era bastato poco per inquadrare il suo nuovo allenatore, gli era bastato poco per innamorarsene. -
*
Marco batte le mani e fa casino, Cristian e Dejan lo assecondano e tutti e tre cantano a squarciagola il tuo nome per darti il benvenuto: stile da pazzi, stile da Inter. E tu, Leonardo, un po’ imbarazzato, stai appoggiato al muro e ridi.
Questo è un vero problema per Thiago che, seduto sulla panca, traffica nella sua sacca mettendo a posto le ultime cose prima di andarsene. Come può concentrarsi? Come può portare a termine qualcosa se ha continuamente quella tua risata che gli riecheggia in testa? Come può ignorarla? Ignorare una meraviglia è impossibile.
Alla fine i vostri sguardi si incontrano. - Ma che fai, perché mi guardi ora? - pensa lui, e continua imperterrito a fissarti, accennando un sorriso, anche se suda freddo; tu invece abbassi lo sguardo, poi guardi dall’altra parte, suscitando in lui del nervoso; - Non far finta di non vedere. -
A quel punto, si alza. Tu, appena capisci che si sta dirigendo verso di te (esatto, hai visto bene, proprio verso di te!), assumi un’espressione un po’ spaventata e dentro senti il cuore che comincia a pompare; i muscoli perdono vigore, non si collegano più al cervello, sono immobili. E Thiago ti va vicino, molto vicino, così vicino da farti gelare il sangue nelle vene, e ti sussurra «Quando vanno via tutti, va bene se restiamo un po’ soli io e te?»; e tu, Leonardo, annuisci e arrossendo un pochino ti scansi e vai da Diego e Wesley con la scusa di dover dire loro qualcosa. Solo una stupida scusa, solo uno stupido pretesto per sfuggire da un imbarazzo a cui sai di essere condannato.
Thiago torna a sedersi sulla panca e ti aspetta con impazienza. Osserva ogni persona che esce dalla porta e la fissa; - Muoviti. - pensa digrignando i denti.
Gli ultimi a uscire sono Marco e Samuel; il camerunense esce subito con il suo solito spensierato sorriso sulle labbra, Marco invece esita, come se non volesse lasciare che tu uscissi per ultimo. - Dunque, Marco, - pensa Thiago - come la mettiamo? -
Gli batti una pacca sulla spalla, il tuo cervello ormai non ragiona più lucidamente.
«Dopo arrivo… cominciate ad andare…» gli dici cautamente. Marco alza interrogativamente il sopracciglio, poi nota che Thiago è ancora negli spogliatoi e lo fissa con aria spazientita.
Marco gli fa un cenno, abbozzando un sorriso. - Hai capito bene. - medita Thiago; poi se ne va chiudendo accuratamente la porta. - Bravo Marco, bravo. -
Tu hai le mani sudate e le tempie pulsanti. E ti senti uno stupido che a quarantun’anni prova ancora questi irrazionali sentimenti adolescenziali. Questo momento solo con lui è una trappola a cui ti sei autocondannato, forse curioso di sapere cosa ti avrebbe riservato quella sera il destino, forse solo perché così dannatamente passionale e, soprattutto, testa di cazzo. Ti giri di scatto, fissando Thiago.
- Cristo se sei bello, come faccio a non imprecare… - pensa Thiago scrutando attentamente il tuo visino turbato e sente l’irrefrenabile voglia di sbatterti contro il muro; - Non fare il bambino, trattieniti. -
Comincia così un gioco di sguardi che dura svariati minuti, minuti per te infinitamente lunghi ma che infondo, vorresti che lo fossero davvero. Poi lui si alza e comincia a gironzolarti intorno. Esattamente come aveva previsto, tu, assillato da mille pensieri che ti galleggiano confusi nella mente, indietreggi fino a rimanere con la schiena al muro; - Sei così prevedibile… - pensa Thiago. Lo sei davvero.
A quel punto allunga le mani come se fossero due chele e ti blocca i fianchi. - Se devo fare una cazzata, tanto vale farla bene. Non mi scappi. -
Lungo il tuo corpo comincia a diffondersi un leggero tremolio e senti lo stomaco accartocciarsi su se stesso. D’istinto gli stringi le mani, poi, appena te ne rendi conto, le lasci subito andare, come se avessi appena toccato qualcosa di bollente. Agitatissimo, prima socchiudi gli occhi percependo il calore delle tue guance, ormai scarlatte, poi metti a fuoco i pensieri e ti rendi conto che stai andando incontro a qualcosa forse più grande di te. Però la paura, la perversione e la curiosità si mescolando tra loro formando una miscela che ti convince a restare fermo e ad affrontare quel che sarà, qualsiasi cosa sarà, con la gola chiusa e la pancia avvolta da un dolce dolore.
Thiago, con delicatezza, ti libera un fianco e ti posa la mano sul cuore, in modo da poter percepire i tuoi battiti. Tu, spiazzato, sgrani gli occhi. Sei in trappola, non puoi fare nulla per evitare che lui percepisca il tuo stato d’animo ai limiti dell’esasperazione. Appena ti tocca, senti i tuoi nervi serrarsi, ti chiedi quanto potrai resistere ancora prima di perdere le staffe.
«Tranquillo… perché ti agiti così?»
Ti mordi il labbro, anch’esso pulsante, e stringi gli occhi cercando di far rallentare i tuoi battiti. Sei davvero provato, hai i muscoli tesi e delle piccole goccioline di sudore cominciano a formarsi sul suo viso. E’ come se non riuscissi a reagire, è come se quell’assurda situazione ti piacesse. Ti lecchi il sudore sopra al labbro con la lingua, assaporando il gusto salato di te stesso. Sei bollente, le guance ti vanno a fuoco. Sudi ancora pensando a te stesso, pensando al tuo scarso self-control.
«Perché?» è l’unica cosa che riesci a dire con l’ultimo residuo di voce che ti è rimasto in gola.
Thiago ti guarda compiaciuto.
«Perché rimarrei qui da solo con te per tutta la notte, per tutta la vita. Tu non puoi minimamente immaginare quanto sei bello. Quanto sia bello il tuo sorriso. Puoi sorridere un attimo, per favore?» ti sussurra con una voce dalla natura passionale a cui è riuscito ad aggiungere un tocco di raffinata dolcezza che ti fa sentire di più a tuo agio.
Così sfoderi uno di quei meravigliosi sorrisi a trentadue denti, tutti perfettamente bianchi e dritti; la ciliegina sulla torta sono i tuoi occhi, piccoli, neri, stretti e anche loro impiegati in quel sorriso. E ti piace sorridere, questo lo sai da sempre, ma ora hai scoperto che ti piace ancora di più sorridere per lui.
Non fai in tempo a tornare serio che le tue labbra vengono sigillate da quelle di Thiago, che ha il cuore che gli batte a mille ed è galvanizzato da quel tuo meraviglioso sorriso, troppo bello per passare inosservato, troppo bello per non provocare un colpo al cuore a chiunque lo guardi.
Thiago muove la lingua con destrezza, con quella passione che sfiora la violenza. Lui è così, dentro gli scorre caldo sangue brasiliano, come te, e contraddittorio sangue italiano; lui non ci va mai per le leggere; lui, per te, rappresenta qualcosa di proibito, ed è proprio per questo che ti scopri felice delle sua attrazione verso di te che all’inizio ti spaventava. Le vostre bocche sono un piccolo mondo estraneo a quello reale, le vostre lingue si congiungono e si inseguono formando una serie di spirali, la sua pelle ruvida ti preme sul labbro superiore e non sai se ti da più fastidio o piacere, fatto sta che non vorresti staccarti mai.
Thiago, innervosito dal fatto che la camicia infilata nei pantaloni e la cintura bloccano l’accesso alla parte di te che vorrebbe raggiungere, sposta le mani dai fianchi alle natiche, stringendotele. Tu ti senti sempre più caldo, ormai fradicio di sudore. Non fai nulla, semplicemente non vuoi fare nulla: ti lasci fare tutto da Thiago e la cosa ti pare incredibilmente bella. E’ quella sorta di piacere misto all’immoralità, quella sorta di irresistibile adrenalina. E’ quell’emozione che prende lo stomaco e lo rende come un vortice, prende la gola e la fa tremare; quell’emozione tipicamente adolescenziale che non provavi più da molti anni. Amore viscerale: fortemente radicato, ma non razionalmente motivato.
Thiago preme con le mani sul tuo collo caldo per percepire le pulsazioni, poi si allontana di qualche centimetro dalla tua bocca. Tu respiri a fatica e anche volendo, non riusciresti a dire una parola.
«Mi dispiace, non è colpa tua…» ti sussurra, come se avesse letto nella tua mente che in realtà il tuo pensiero perverso ritiene che il vero problema sia tu e ti senti in colpa per questo «…comunque sia, benvenuto nell’Inter, mister.»
Dice questo e lascia la presa, cammina velocemente verso la panca, prende il suo borsone ed esce dagli spogliatoi facendoti l’occhiolino.
Resti qualche secondo impietrito con i battiti a mille. Il silenzio, l’assenza del suo respiro, ti mette a disagio, ti lascia completamente disorientato.
Respiri profondamente, ti concentri e cerchi con tutte le tue forze di riprendere conoscenza. Ti senti come nel mezzo di una sbronza, il corpo leggero, quasi inconsistente, c’è solo la tua mente che è sospesa in aria e ricorda solo cose felici, non c’è tristezza, non ci sono preoccupazioni, solo felicità apparente costruita dall’alcool che non assomiglia a quella reale, ma che comunque ti far star bene. Thiago però è mille volte meglio di una sbronza.
Vai in bagno a sciacquarti il viso con dell’acqua gelida: ne hai proprio bisogno. Poi ti siedi sulla panca e leccandoti le lebbra, riassapori l’essenza di Thiago, o meglio, i residui di quel caldo sapore di lui; lo cataloghi tra i sapori che adori, ti sembra così familiare.
Sorridi perché sai che a lui piace il tuo sorriso, e quel sorriso, anche quello, lo dedichi a Thiago. Cominci a pensare a lui e quel bacio: da quel momento in poi, non smetterai più di farlo. ■
NOTE: oooh sono strafelice di aver pubblicato la mia prima FF! *__* ; Uhm, una precisazione: questa FF è svolta dopo Inter-Napoli del 6 gennaio 2011 vinta dai nerazzurri per 3-1 con doppietta di Thiago Motta. :D
Pooooi... volevo dire una cosa: a me i Pairing scontati proprio non piacciono! ç_ç ; perciò, ecco qui che è nato LEOTTA... personalmente li adoro :3 **
Grazie mille a chiunque commenterà o anche solo leggerà (p.s. anche se so che non son brava, ma non siate tanto cattivi xD)
p.s. Akanetachibana semplicemnte G-R-A-Z-I-E **