Titolo: Segnare fa bene... ma anche stare a riposo non è male!
Autrice:
vltearsofblood Beta: Nessuno U_U
Personaggi/Pairing: Zlato <3 (Ibra\Pato)
Rating: Nc17
Avvertenze: Oneshot, slash.
Conteggio parole: 1848 secondo Word xD
Disclaimer: Ibra e Pato non sono miei, (e menomale per loro xD) ed è tutto nella mia testa! (mmm, forse no :D) Ah, non mi pagano.
Ad Alexandre, Zlatan nella partita contro la Sampdoria era mancato più del solito. E non era un buon segno. Non sapeva spiegarsi bene come, ma quella specie di “cotta”, “attrazione fisica” o simili che provava per lui stava aumentando e diventava quasi dolorosa. Così dolorosa da spingere Alex ad andare a trovare Zlatan a casa sua prima del suo ritorno. I piedi si muovevano quasi da soli mentre avanzava verso casa di Zlatan e suonava il campanello. Passò un minuto e nessuno rispose, Alex pensò di andarsene, ma proprio in quel momento Zlatan aprì la porta con un accappatoio che in realtà copriva ben poco e con i capelli che ancora gocciolavano. Ad Alex venne quasi un infarto e forse quel rossore che aveva alle guance lo fece notare anche ad Zlatan stesso.
<< Alex ehi che ci fai qui? >> chiese Zlatan appoggiandosi al muro.
<< Volevo vedere come stavi… >> spiegò non con poco imbarazzo.
<< Ok, entra dai… >> e con un sorriso si spostò per farlo entrare. Alex oltrepassò la porta e cercò in tutti i modi di non far cadere lo sguardo lì posandolo su qualche quadro di discutibile importanza. Cercava di non pensare al corpo nudo di Zlatan sotto l’accappatoio e quando lo fece sedere sul divano della cucina e gli disse di aspettarlo lì mentre si andava a vestire pensò che poteva benissimo spogliarsi lì anche davanti a lui ma accantonò subito quel pensiero arrossendo ancora di più. Quando Zlatan tornò Alex era ancora più nervoso e quando si sedette accanto a lui deglutii pensando che questa situazione non sarebbe finita bene.
<< Vuoi qualcosa da bere? Non so, una birra? >> chiese Zlatan.
<< Una birra andrà benissimo >> rispose Alex cercando di sorridere. Zlatan si alzò, prese due birre dal frigorifero, ne diede una ad Alex e poi si sedette accanto a lui.
<< Senti ma, cos’è successo veramente contro la Fiorentina? A me puoi dirlo >> disse Alex posando con coraggio una mano sulla spalla di Zlatan.
<< Ho mandato a quel paese me stesso, non il guardalinee >>
<< Eri nervoso… >>
<< Comunque grazie di essere venuto, credevo fossi arrabbiato con me >> e strinse la mano di Alex che era rimasta ancora appoggiata sulla sua spalla. Alex sussultò per quel gesto e il rossore che aveva alle guance diventò più forte. Zlatan se ne accorse e lasciò cadere la mano che fu seguita da quella di Alex. Il silenzio avvolgeva la stanza e Alex cominciò a pensare a quando i giornali dicevano che lui e Zlatan addirittura si odiassero. In realtà si erano presi tempo per conoscersi e adesso erano… amici. O almeno sembrava così. Non sapeva bene cosa provava per lo svedese ma pensò che anche se aveva il “nasone” in quel preciso momento voleva baciarlo. Posò lo sguardo sulla birra di Zlatan appoggiata a terra, mentre lui la sua l’ha stringeva ancora fra e mani. Fu in quel momento che Zlatan si avvicinò ad Alex, gli sfilò la birra dalle mani e l’appoggiò a terra, vicino alla sua. Alex lo guardava stupito ed agitato e quando le labbra di Zlatan si appoggiarono sulle sue il suo cuore perse un colpo e cominciò a battere più veloce del normale. La bocca di Zlatan premeva su quella di Alex per farla schiudere e Alex gliel'ho permise con un mugolio pensando che Zlatan avesse il potere di leggerlo nel pensiero dato che stava esaudendo il suo desiderio al suo posto o che fosse tutto un sogno senza senso logico. La lingua di Zlatan andò a cercare subito la sua e la trovò. Le mani di Alex si posarono sui capelli di Zlatan accarezzandoli. Per lui quei capelli erano un’ossessione, così mossi e morbidi… Le lingue si sfioravano e intrecciavano e Zlatan spinse Alex sul divano e si sdraiò su di lui. Alex si era dimenticato perfino come si respirava, l’ossigeno che Zlatan gli dava più o meno gli bastava. I due corpi si sfioravano strappando ansiti e gemiti ad entrambi e quando le mani di Zlatan cominciarono ad accarezzare la pelle della schiena di Alex da sotto la maglietta quest’ultimo capì quello che stava succedendo, così si rialzò e blaterando un milione di scuse uscì di fretta. Si chiuse la porta alle spalle e si appoggiò su di essa sospirando e cercò di darsi una calmata. Insomma, voleva baciarlo ok, ma… Andò verso la sua macchina, entrò e poggiò la testa sul volante. Zlatan gli piaceva, ormai l’aveva capito, ma quello che stava per succedere andava oltre ogni immaginazione. Zlatan aveva due figli, una moglie e lui usciva con Barbara… o almeno lo faceva. Mise in moto e si diresse verso casa sua. Nella settimana successiva agli allenamenti stavano sempre lontani e Zlatan lo chiamò un paio di volte al cellulare, forse per scusarsi, ma Alex non rispose a nessuna delle sue chiamate.
Alex si era infortunato e quindi seguì la partita contro il Bologna dalla tribuna e quando anche Zlatan arrivò cercò di non guardarlo, era anche più bello del solito, ma fu impossibile. Gli sguardi si incatenarono e i due restarono incollati a guardarsi per un bel po’, poi Zlatan distolse lo sguardo. Il Milan vinse la partita 1 a 0 con un goal di Flamini. Alex finita la partita andò verso la sua macchina e quando si girò per prendere le chiavi rimase sorpreso di trovarsi Zlatan davanti.
<< Io e te dobbiamo parlare >> disse lo svedese con convinzione. Alex annuii e mormorò un già quasi impercettibile.
<< Andiamo a casa tua >> disse Zlatan. Tutta la schiena di Alex fu attraversata da un brivido a pensare che lui e Zlatan sarebbero stati di nuovo soli. Entrò in macchina, Zlatan fece lo stesso sedendosi dalla parte del passeggero e si diressero verso casa sua. Arrivati Alex ebbe appena il tempo di varcare la soglia che già Zlatan l’aveva spinto ed intrappolato contro la porta, le sue mani dappertutto e le labbra che fameliche gli divoravano la bocca schiudendola. Alex pensò che se questo era il suo modo di parlare, sì gli piaceva parecchio. Sorrise nel bacio e con una certa riluttanza riuscì ad allontanarsi da Zlatan.
<< Dovevamo parlare, eh? >> soffiò sulle labbra dello svedese e sorrise malizioso.
<< Di cosa dobbiamo parlare? Ti voglio, mi vuoi… >> e cercò di baciarlo di nuovo ma Alex lo bloccò.
<< Ma sei spostato, hai due figli... >> provò a dire ma le labbra di Zlatan scesero a leccargli la pelle del collo e l’unica cosa che Alex riuscì a fare fu deglutire e gemere affondando le mani nei capelli di Zlatan.
<< Dopotutto mi piacciono le tue argomentazioni… >> disse Alex, Zlatan sorrise. La lingua e i denti di Zlatan continuavano a torturagli il collo e Alex se lo spinse ancora più contro, il sangue che cominciava a scendere verso il basso. Alex prese il volto di Zlatan e lo baciò con foga portandolo verso la stanza da letto. Il brasiliano fu spinto sul letto dallo svedese che gli fu subito sopra. Con una certa urgenza Zlatan spogliò Alex che sorrise della sua foga.
<< Ti voglio, qui e subito >> sospirò Zlatan e di nuovo torturò le labbra di Alex con morsi e baci. Erano entrambi in boxer e le rispettive erezioni, costrette in quel pezzo di stoffa, cominciavano a far quasi male. I corpi si strusciavano e a ogni contatto i gemiti aumentavano. Zlatan stava per impazzire, voleva prenderlo subito ma sapeva che gli avrebbe fatto male, così gli sfilò e si sfilò i boxer e lo accarezzò fra le gambe. Alex sarebbe potuto venire in quel momento, con la lingua di Zlatan che gli mordeva i capezzoli e la mano che lo accarezzava così avidamente. Voleva sentirlo dentro di sé, voleva dirgli di prenderlo in quel momento ma quando Zlatan passo a baciargli l’ombelico ogni parola morì nel gemito che gli uscì dalla bocca. Quando poi Zlatan prese tutta la sua erezione in bocca e iniziò a succhiare gettò la testa all’indietro e artigliò il lenzuolo.
<< Stringimi le mani Alex >> disse Zlatan fissandolo, lo sguardo che diventava fuoco. Alex obbedii e le sue mani scesero ad intrecciarsi con quelle di Zlatan che intanto gli stava succhiando anche l’anima. Dai gemiti lo svedese capì che Alex sarebbe venuto di lì a poco, ma non voleva finirla lì, voleva sentirgli urlare il suo nome, voleva sentire le mani di Alex ancora tirargli i capelli così forte da fargli quasi male. Così, anche se di malavoglia, lasciò stare la sua erezione e riprese a baciare le soffici labbra del brasiliano spingendo la lingua fino in fondo. Alex si staccò e lo guardò perforandogli anche il cuore.
<< Ti prego… mettiti seduto >> disse, la voce roca per l’eccitazione. Zlatan lo guardò perplesso ma obbedii. Alex si sedette su di lui, prese la sua mano e la portò sulla sua apertura. Lo svedese eccitato da quel gesto si fiondò a baciargli il collo. Poi si inumidii due dita e lo penetrò dolcemente. Il fastidio c’era, ma Alex con la mano di Zlatan che lo accarezzava per tutta la sua lunghezza e con la sua lingua nella bocca quasi non lo sentiva. E non poteva più aspettare, voleva sentirselo dentro, anche se gli avrebbe fatto male voleva appartenergli totalmente.
<< Ti prego, adesso… >> gemette sulle sue labbra. Zlatan sorrise malizioso, lo ribaciò e tutte le altre cose che avrebbe voluto dirgli Alex morirono nel mugolio sconnesso che risuonava nella bocca dello svedese che se lo spinse contro. Le erezioni si toccarono, i respiri sempre più corti, le labbra che facevano male. Lo svedese lo penetrò piano, era la prima volta per Alex e non voleva fargli male. Ma quando il brasiliano poggiò le mani sulle sue spalle e se lo spinse tutto dentro Zlatan lo guardò estasiato e cominciò a spingere gemendo incontrollato. Si vennero incontro con le spinte e Alex artigliò la pelle dei glutei di Zlatan che continuava a masturbarlo. Le spinte diventarono sempre più selvagge, i gemiti più forti e i baci e i morsi lasciavano segni rossi sempre più profondi. Ci volle poco prima che Zlatan gettasse la testa all’indietro e con un gemito roco si svuotasse dentro Alex che con qualche altra carezza di Zlatan e qualche altra spinta macchiò il ventre dello svedese. Zlatan uscii da Alex e si accoccolò accanto a lui. Restarono così per un po’, con i respiri che pian piano tornavano regolari, poi Zlatan posò una mano sul petto di Alex che la prese e la strinse sorridendo con gli occhi lucidi.
<< Rientreremo insieme sai? >> constatò Alex baciandogli una spalla.
<< Lo so, se segno ti bacio >> e rise.
<< Stai scherzando vero? >> e si girò a guardarlo divertito.
<< Certo, ma se vuoi l’ho faccio lo stesso >> e gli baciò dolcemente la guancia.
<< Meglio di no, sai… >> ma già Zlatan si era riappropriato delle sue labbra e Alex sorridendo nel bacio non poté che pensare che avrebbe fatto di tutto per farlo segnare.