FIC: It's just a matter of aim

May 01, 2011 23:02


Titolo: It’s just a matter of aim
Autore: littledarkrin
Beta: «c’è nessunooooooo?» (cit. particella di sodio dell’acqua Lete) No, per cui se qualcuno vede sviste e vuole segnalarle mi rende felice. :3
Personaggi/Pairing: Pep Guardiola/Bojan Krkić + nominato Andres Iniesta
Rating: Nc17
Avvertimenti: PWP (ovvero: una trama, non cercatela, non c’è manco a pagarla oro) e io che ho un pessimo rapporto con il fluff
Word Count: 713 (W)
Disclaimers: LIES LIES LIES. Non conosco le persone citate, non so cosa facciano nel private, ma sicuramente NON fanno quel che io scrivo facciano - ew - e non vengo pagata per scrivere quello che scrivo.
Note: dedicata a sorella_erba perché è il suo compleanno, perché lei voleva qualcosa di p0rn e perché ha rotto le balle questo pomeriggio e perché tanto era già deciso che sarebbe stata sua (come le restanti 9/10 *muore*).
Tutta colpa di questo video e di Iniesta e al gelato mangiato con sorella_erba e o_lollipop , perché sì. E quello del gelato è un clichè tale che ormai è un clichè anche definirlo clichè. Tipo. #Capitemi.
Io comunque non lo so perché tutto quello che scrivo su loro due debba precipitare a questo modo nel p0rn, sul serio. Doveva essere una commedia casta e pura questa… Sì, vabbè, credeteci.


It’s just a matter of aim

La prima volta che Bojan vede il nuovo spot di Kalise non può evitare di scoppiare a ridere sonoramente. Pep lancia un’occhiata interrogativa al ragazzo, che fino a pochi istanti prima era pigramente accoccolato contro il suo petto.
«Andres non ti aveva detto della pubblicità?»
«Non è questo il punto» afferma Bojan, continuando a ridacchiare. «È che il gelato non si mangia così» asserisce convinto.
Pep lo osserva ancor più perplesso: non vede nulla di anormale in quella pubblicità, beh, a parte la trasformazione di tutti gli oggetti in gelati, ma non è di quello che stanno parlando, come non stanno parlando della scarsa intelligenza di chi l’ha ideato, quello spot. E insomma, lui davvero non capisce il punto del discorso di Bojan e quando glielo dice, il ragazzo gli lancia un’occhiata scandalizzata perché pensava che Pep avrebbe capito e forse avrebbe riso di lui dell’assurdo e fallimentare tentativo - ma poi ci ha provato davvero? O è lui ad aver maliziosamente frainteso il suo intento? - di sedurre i telespettatori di Andres.
Pep però non capisce ed è compito di Bojan rimediare a questa situazione.

*

La volta successiva che si vedono a casa di Pep, Bojan si porta dietro una scatola di coni, asserendo che ha voglia di gelati - neanche fosse una donna in stato interessante - e che Pep non ne ha mai e che quindi ha dovuto fare da solo.
Pep lo lascia fare, con un sorriso e un bacio sul capo.
Bojan socchiude gli occhi e si gode l’abbraccio dell’uomo, prima di liberarsene delicatamente e di saltellare fino alla cucina, dove si mette a sedere sul tavolo della cucina senza una parola scarta il cono, lanciando a Pep degli sguardi strani, invitanti, che l’uomo non traduce subito. Ma oh, li capisce, oh se li capisce, capisce tutto, quando Bojan comincia a leccare e a suggere la crema, potrebbe dire di aver capito il mondo intero, se glielo chiedessero, ma non c’è nessuno oltre a lui e Bojan e, se anche ci fosse qualcuno, forse Pep non lo degnerebbe di uno sguardo perché Bojan è semplicemente troppo per lui che si sente terribilmente vecchio per non aver colto subito tutte le implicazioni, ma Bojan lo guarda con un’espressione così compiaciuta - come se il gelato fosse lui e non quello che sta succhiando con degli schiocchi secchi - e i suoi pantaloni sono improvvisamente diventati troppo stretti e della sua età non gli importa più nulla. Neanche ci pensa più.
Soprattutto, non ci pensa quando vede il movimento dell’altra mano di Bojan - quella non impegnata a tenere il gelato -, che fino a pochi istanti prima era pigramente poggiata sul ginocchio del ragazzo e che ora è risalita lungo la coscia fino quasi all’altezza dell’inguine e Pep pensa che, no, così non va, che vuole essere lui a toccarlo per primo.
Il sorriso di Bojan si allarga fino a diventare quasi un ghigno, quando Pep annulla la distanza fra di loro e gli si preme addosso. L’uomo gli chiude subito le labbra con un bacio famelico, incurante del gelato caduto a terra e delle macchie che può avergli lasciato sui vestiti, incurante di tutto ciò che non sia la sua urgenza o la risata di Bojan, che gorgoglia direttamente contro le sue labbra, e delle mani del ragazzo che già corrono a slacciargli i pantaloni e che gli solleticano il ventre.
«Hai capito?» sussurra Bojan contro il suo orecchio, mentre comincia ad accarezzarlo lentamente, oltre la stoffa dei boxer; Pep riesce giusto a sbuffare e mormorare un: «È tutta una differenza di destinazione» prima di poggiare la fronte sulla spalla del ragazzo e lasciar sfuggire un gemito dalle labbra schiuse.

Dopo - dopo averlo spogliato, toccato, assaggiato, dopo averlo sentito e visto gemere e avere sorriso contro la sua pelle accaldata - Pep afferma severamente:
«Non ti azzardare a mangiare un gelato a quel modo fuori da questa casa».
Bojan ridacchia e gli si stringe ancor più addosso per mormorargli contro il lobo, mentre con una mano gli accarezza distrattamente il petto:
«Non è perché tu mi sei saltato addosso che devono farlo tutti per forza».
Pep sbuffa e ride.
«Tu non farlo comunque, non si sa mai» mormora prima di chinarsi a baciargli morbidamente una spalla.

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