Fic: Wet

Mar 28, 2009 17:34

Titolo: Wet
Serie: Cheated
Autore: defenderxl
Beta: namidayume
Fandom: HL/UT/ZI
Pairing: Zlatan Ibrahimovic/Hugh Laurie
Rating: VM18
Warning: Hurt/Comfort, Linguaggio, Slash, PWP, Sesso esplicito... manca qualcosa? XD
Word Count: 1006 (W)
Disclaimer: Questa fanfiction non è a scopo di lucro. Non si vuole offendere o essere lesivi nei confronti delle persone reali descritte. Niente di quanto narrato in questa fanfiction è realmente accaduto ma è frutto di fantasia, pertanto non si pretende di dare un ritratto veritiero di eventi o personalità.
Note: Scritta per la seconda edizione del Porn Fest presso fanfic_italia. Prompt: Ibrahimovic/Laurie, acqua. C'era una volta una donnina che disse questo, quindi è tutta colpa sua in quanto è una ricattatrice morale.
Intro: Sì, Hugh è un amico e Uma è una stronza. Questo poteva capirlo anche da sé. E i jeans sono troppo difficili da sbottonare.





Wet

Ha un vago sospetto su chi sia a bussare così scompostamente alla sua porta; un sospetto che diventa certezza quando se lo ritrova davanti, per la seconda volta negli ultimi due mesi.
- Zlatan? - chiede, il dubbio nella voce, mentre nota che Ibra fatica a reggersi in piedi. - Ti sei sbronzato?
Ibra non risponde - farfuglia una serie di monosillabi, più che altro, ma a Hugh basta sentire l'odore di alcol; è pronto a reggerlo quando sembra che gli stia cadendo addosso, ed è altrettando lesto a impedirgli di crollare sul letto.
- Zlatan, sei pesante - sbuffa. - Ma non riuscirai a buttarti sul mio letto, te lo posso assicurare.
- Uma... non... sonno...
- Sì, d'accordo, Uma la chiamo io, tranquillo - lo rassicura, nonostante il gran peso che si porta dentro.
- No... - Hugh si sente davvero uno schifo, adesso, perché Ibra sta piangendo; e potrebbe anche essere soltanto un effetto della sbronza, ma ciò non gli impedisce di sentirsi decisamente in colpa.
- Senti, ora ti fai una bella doccia fredda, okay? Zlatan, mi senti? Vai a farti una doccia, c'è un bel bagno qui. Dai, spogliati e buttati sotto - dice, schiaffeggiandogli un po' le guance arrossate dai cocktail - quanti ne avrà buttati giù?. Ibra annuisce stolidamente ogni tanto, con quella smorfia da cane bastonato che si porta dietro da quando è arrivato; forse non è così ubriaco e deve aver capito, perché si siede sul bordo del letto senza crollare all'indietro - e ha già scalciato via le scarpe da solo.
È con uno strano miscuglio di sensazioni che Hugh si accinge ad aiutarlo a togliersi la giacca e a sfilarsi la maglietta.

Ibra s'è rifugiato da Hugh perché non sapeva da chi andare, semplicemente. Non ha chissà quale confidenza con i compagni, e con mister Laurie s'è trovato molto bene sul set. Si lamenta giusto un paio di volte, mentre con il suo aiuto tenta di spogliarsi - deve farsi una doccia, gliel'avrà ripetuto dieci o undici volte: la prima perché è troppo stordito per seguire il filo del discorso sconclusionato che il suo... amico sta portando avanti, la seconda perché ha delle mani troppo fredde e quando ha sentito quei due pezzi di ghiaccio insinuarsi sotto la maglietta è sobbalzato.
Sì, Hugh è un amico e Uma è una stronza. Questo poteva capirlo anche da sé. E i jeans sono troppo difficili da sbottonare.
- Aiutami - implora, e le dita così fredde si muovono dalle parti dell'inguine a tirar giù la zip; si solleva un po', no, ricade sul letto di schiena, mentre Hugh gli tira giù i pantaloni e gli toglie i calzini, sbuffando.
Ha voglia di piangere.

Non è preparato a vederlo piangere, no; un uomo semidistrutto, deve ammettere, ed è in parte a causa sua.
- Zlatan, cazzo, collabora - sbotta, riuscendo finalmente a sfilargli anche gli slip. - Sono in un bagno di sudore per colpa tua.
- Hai le mani fredde.
Hugh alza gli occhi al cielo. - Sì, bene, ho le mani fredde - lo tira su, con un certo sforzo, e lo sospinge verso la porta del bagno - ora però vatti a fare questa benedetta doccia.
Apre la manopola giusta, schizzandosi metà camicia e uscendo dalla porta grondante d'acqua fredda. Ibra scivola lentamente lungo la parete e si accascia per terra, con un lamento particolarmente sonoro, e Hugh si rassegna definitivamente: si spoglia in fretta, stizzito, ed entra nella cabina per sorreggerlo e spruzzargli direttamente sul viso il getto d'acqua.
- È fredda - commenta ancora irrazionalmente Ibra, scuotendo la testa lentamente, e poi abbraccia Hugh, bloccandolo tra la parete della cabina e il suo corpo.
- Zlatan, che diavolo... - comincia, ma tra le sue labbra si è insinuata la lingua di lui, e il sapore di alcol che avrebbe dovuto disgustarlo non è così fastidioso. È assurdo, si ripete, ed è sbronzo, e io sono pazzo: ma le sensazioni che la parte razionale del cervello gli sta mandando fanno a pugni con i segnali che gli sta dando il corpo, perché sono così vicini che può sentire il torace di Ibra alzarsi e abbassarsi, ansimante, e c'è una mano che si è insinuata tra le sue gambe e lo sta toccando in maniera più che audace, e cazzo, bacia come pochi al mondo. Anche meglio di lui, c'è da dirlo, perché ha un modo così dirompente ed erotico di baciare che Hugh può solo assecondarlo, difendendosi - ma neanche troppo - da un assalto terribilmente eccitante.
Hugh è così stordito da quella serie di baci che non si rende conto di come siano arrivati sul letto, senza neanche asciugarsi; le lenzuola già grondano d'acqua - ammesso che a qualcuno importi davvero. Percepisce solo una serie sfocata di immagini, suoni e sensazioni, le labbra roventi di Ibra, i capelli di lui che gocciolano e gli solleticano il collo, la mano che si chiude intorno alla sua erezione e che si muove in maniera spasmodica, e poi la bocca di lui che si sposta, inesorabile, seguendo la linea del suo torace. Hugh mormora qualcosa di inudibile quando quella dannatissima bocca raggiunge l'inguine, e bacia e lecca e stimola e dice qualcosa di altrettanto inudibile. Si dimena, sentendo il calore montare implacabile, quasi risucchiato da una forza più grande di lui, di loro, e affonda la mano nei capelli di Ibra, gemendo per il piacere.
L'orgasmo che di lì a poco lo travolge a ondate - bocca e mani e oh, chissenefrega - è devastante. Il cervello si spegne del tutto quando chiude gli occhi, sentendo il suo sperma e le gocce d'acqua scivolare sul suo addome, e la bocca, amara come niente al mondo, si spalanca in un - Ibra - più roco e passionale di quanto avrebbe voluto. Non sa dire quanto tempo passa così, mentre il piacere scema lentamente - troppo lentamente - e un pezzo di stoffa scorre rapidamente a pulire e accarezzare ancora; sa solo che gli costerà caro, tutto questo.

FINE

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