Fic: (And you can tell everybody) This is your song.

May 25, 2010 00:32

Titolo: (And you can tell everybody) This is your song.
Autore: janetmourfaaill. (lachesilie)
Beta: Il Nulla, e non l'ho neppure riletta prima di postarla, gloria per voi e la vostra smania repressa di correggere ogni dove. \O/
Fandom: RPF - F.C. Barcelona.
Capitoli: 12.
Rating: VM16.
Word Count: 3415.
Personaggi/Pairing: Pep Guardiola, Bojan Krkić.
Genere: Generale.
Avvertimenti: Slash, Angst, Fluff, carie e via discorrendo.
Disclaimer: Non è vero niente, ciao.
Note: Credits per il titolo principale e dei singoli capitoletti vanno a “Your Song” di Elton John, peraltro riportata completamente verso per verso. Partecipante alla Challenge Special #7 @ it100.





(And you can tell everybody) This is your song.

~ Privato.

It's a little bit funny, this feeling inside
I'm not one of those, who can easily hide.

Una leggera pressione sul braccio lo induce a voltarsi quel tanto che gli basta per realizzare che Pep si è fermato al suo fianco, incredibilmente rigido, bloccandolo appena prima di entrare in campo.
Quando parla, nella sua voce spicca una chiara nota di irritazione. - Cosa facevi prima con Gerard? - Nessuno dei due sta guardando l'altro, sono voltati in direzioni opposte - Pep dà la schiena al campo mentre Bojan ha davanti a sé lo Stadio gremito e festoso intinto nei loro colori. Non sa cosa rispondere, si sente ferito e arrabbiato ma al contempo è terrorizzato dall'idea di averlo ferito a sua volta, di averlo irritato in un qualche modo. - Le solite cose. Lo sai com'è Geri. -
Pep non dice nulla, non commenta la sua risposta talmente preoccupata da farlo sentire un completo idiota: ha ancora negli occhi la visione di loro due molto, troppo vicini, e nonostante nei loro volti ci fossero espressioni di genuino divertimento non era riuscito a impedirsi di ribollire, di guardarli con astio e quasi di odiarli entrambi. Nemmeno ora è riuscito a mantenere un minimo di ritegno e improvvisamente si sente ridicolo come mai prima in vita sua.
- Scusami. - Lo bofonchia appena lasciandolo andare, ma questa volta è lui a sentirsi trattenere e quindi finalmente si volta, frustrato. Bojan gli sorride nervosamente, abbassando lo sguardo. - Sei ancora più stupido di Geri, sai. Ed è davvero tutto dire. -
Pep fa una smorfia ma poi ride a sua volta, sciogliendo un po' quell'immotivata tensione. - Lo so. Dovresti lasciarmi. - Boji alza gli occhi al cielo, poi gli si avvicina e lo bacia a fior di labbra. - Mi correggo. Tu non sei stupido, tu sei totalmente pazzo. -
Gli passa una mano dietro la nuca trattenendo il respiro; si guardano ancora per un lunghissimo istante, poi si separano ed entrano in campo senza aggiungere altro.

~ Pubblico.

I don't have much money, but boy if I did
I'd buy a big house where we both could live.

Bojan si fa strada tra la folla fino a raggiungere Dani, gli si pianta addosso e gli grida che sarebbe anche l'ora di andarsene, che sarà pure una festa in loro onore ma sta diventando tutto decisamente troppo caotico. Dani gli urla qualcosa di rimando che ovviamente Boji non capisce, così se lo trascina dietro alla ricerca degli altri.
Trova Geri intento ad esibirsi in un gioco di magia; ha in mano un mazzo di carte uscito da chissà dove e ne sta intingendo una nella birra con in viso l'espressione più imbecille del pianeta. Porta via anche lui a fatica, tra il malcontento delle ragazze, trascinandosi dietro entrambi come due pesi morti.
Una volta arrivato appena sotto la torretta rialzata su cui troneggia il Dj, però, emette un verso disperato e si porta entrambe le mani al viso, sospirando - ovviamente sia Dani sia Geri colgono al volo l'occasione per sfuggire alla sua presa e volatilizzarsi. Bojan sospira, guardando Pep dare spettacolo nel bel mezzo della pista, la cravatta a mo' di bandana e la camicia quasi del tutto sbottonata intento a uccidere a suon di stecche “Amante Bandido” di Miguel Bosé.
Ma è nel momento in cui la musica si ferma e la voce tremula di Pep sovrasta tutte le altre che Boji davvero teme il peggio e cerca di avvicinarglisi, disperato. - Volevo dedicare questa canzione al mio... aaaamico. Il mio amico spesciale. -
- Pep, andiamo a casa. Sei ubriaco. - L'ha preso di forza e quello sorprendentemente lo segue, sorridendo beato. - Oh, eccolo il mio aaaamico spesciale, è lui, lui è il mio rag-- -
- Andrés aiutami, porca puttana! - Boji arrossisce violentemente interrompendo Pep e soffocando precipitosamente le sue ultime parole. Andrés sospira e gli dà una mano assieme a Xavi. - Ti amo, Boji. - Pep sorride ancora mentre glielo sussurra pianissimo all'orecchio, poi si accascia su di lui, svenuto.

~ Caos.

If I was a sculptor, but then again, no.
Or a man who makes potions in a travelling show.

Quando apre gli occhi il primo impulso è quello di richiuderli all'istante mandando quel mondo vacuo e vorticante a quel paese.
Solo che non riesce a chiuderli, li tiene spalancati e fissa il soffitto con insistenza mentre quasi gli pare di vederselo cadere addosso. Si sente di merda. Ha la nausea. Ha caldo. Deve persino andare al cesso. Sta per mugugnare un'imprecazione a caso quando si rende conto di non essere solo - in altre occasioni avrebbe sicuramente urlato o come minimo sobbalzato, mentre ora nonostante il colpo e la tachicardia non riesce a reagire in alcun modo se non strabuzzando gli occhi e quindi moltiplicando all'infinito il moto rotatorio delle pareti intorno a sé.
- Ehi. Buongiorno. -
La voce di Boji gli giunge come un pugno dritto alle tempie; è talmente forte e invadente che Pep raduna le poche forze che ha in corpo per portarsi le mani alla testa dolorante, gemendo. - Ah. Scusa. - Ora Bojan è quasi mortificato, parla pianissimo e Pep vorrebbe chiedergli perché cazzo si sta scusando, poiché se ricorda anche solo un decimo di quanto accaduto la sera prima di sicuro quello con l'obbligo di scusarsi di lì all'infinito non è certo lui.
- Scusa tu. - Non è che lo stia propriamente dicendo, lo sta stancamente articolando e non sa nemmeno se Boji riesca a capirlo. Quando lo vede abbassarsi su di sé baciandogli la fronte e poi la mascella, piano, per paura che persino quei baci lievi possano disturbarlo, sente che pian piano le cose tornano al loro posto, le mura smettono di girare e la luce cessa di opprimerlo, mentre lui finalmente riesce a chiudere gli occhi abbandonandosi al calore del corpo di Boji.

~ Ordine.

I know it's not much
But it's the best I can do.

Boji sbuffa indispettito al solo sentire la parola “regalo” uscire dalla bocca di Pep. Non perché sia quel tipo di persona che detesta il proprio compleanno e che quindi cerca di viverlo esattamente come vive tutte le altre giornate, o perché gli dia fastidio ricevere regali dalle persone a cui tiene.
A Boji dà fastidio solo se è Pep a fargli un regalo, perché ha sempre la pessima abitudine di regalargli cose che può contemplare sul momento e poi mai più nella vita, costretto a nasconderle al resto del mondo perché gridano ai quattro venti cose molto simili a “sono un regalo di Mister Guardiola il quale è palesemente cotto e stracotto di Bojan Krkić e proprio non può fare a meno di ostentare la cosa ad ogni Natale, Capodanno, compleanno o Hanukkah”.
A lui quindi tocca sempre l'odioso compito di frenarlo e mettere paletti, pretendendo un minimo di sobrietà e decenza, anche perché di questo passo il prossimo regalo potrebbe essere con altissime probabilità un vestito da sposa, e non sarebbe proprio il caso.
Così quando Pep si ferma, arrivati sotto casa sua, e lo guarda dritto negli occhi, Bojan sa già cosa aspettarsi. Attende che esca fuori l'enormità di turno ma resta stupito quando vede Pep prendergli una mano con un sorriso tremulo in viso, per poi lasciargli scivolare sul palmo una chiave.
Bojan trattiene il fiato, senza parole. - Non ti regalo casa mia, tranquillo. - Pep scoppia a ridere ma non riesce a distogliere la sua attenzione da quel piccolo oggetto che si sta rigirando tra le dita, ammutolito. Si china su di lui, quindi, finendo la frase in un sussurro. - Ti regalo il modo più rapido per entrarci. -
Gli occhi di Bojan sono un po' lucidi quando incontrano quelli ansiosi di Pep; mentre lo abbraccia stringe forte la chiave nel pugno, e proprio non ricorda di aver mai ricevuto un regalo migliore.

~ Improvviso.

My gift is my song
And this one's for you.

Diluvia da ore, Bojan è stanchissimo e a Pep dispiace da morire aver fatto così tardi, vorrebbe solo che non ci fosse quel benedetto temporale a impedirgli di spingere sull'acceleratore e percorrere quella decina di chilometri che li distanziano da casa in un batter d'occhio.
- Posso mettere un po' di musica? Mi addormento, sennò. - Bojan sbadiglia senza attendere una risposta, allungando una mano verso il lettore e facendo partire il CD che vi era già inserito. Pep s'irrigidisce e si morde un labbro, imprecando mentalmente per non averlo fermato, troppo concentrato sulla strada buia e deserta. - Ma cos'è? Non pensavo fossi il tipo. - Bojan scoppia a ridere quando una musica piuttosto lenta e romantica si diffonde nella macchina. Pep sorride nervosamente senza voltarsi a guardarlo. - Elton John. Toglilo pure e metti quello che vuoi, lì ce ne sono altri. - Indica con un cenno un cumulo di CD in un angolo del cruscotto.
Bojan però non si muove e anzi lo guarda un po' preoccupato. - Tutto bene? -
-Sì. - Gli risponde quasi all'istante continuando a torturarsi il labbro inferiore. Bojan gli si avvicina, sorridendo un po' incerto. - Non mi pare. -
Pep sospira impotente davanti al suo sguardo. - Davvero, è una cosa stupida. - Gli rivolge un'occhiata fugace prima di riprendere, imbarazzato. - È che quando ascolto questa canzone penso sempre a te. È un po' come se fosse tua, ecco. -
Cala il silenzio per qualche minuto, leggermente a disagio, poi Pep lo sente poggiare la testa sulla sua spalla. - Non so se mi piace granché. - Azzarda Bojan dopo un po', e basta questo a farli scoppiare a ridere entrambi. Non parlano più ma ora il silenzio è disteso, e tra una cosa e l'altra ascoltano tutta la canzone fino alla fine.

~ Previsto.

And you can tell everybody
This is your song.

Si lascia cadere a terra al fischio finale, assuefatto, felice, esausto. Rimane fermo per un po' respirando affannosamente e mostrando un sorriso tremulo; ha giocato fino allo stremo, non si sente quasi più i muscoli eppure è un momento talmente spensierato che ignora tutto e lascia che gli occhi vaghino sul cielo, sulle luci e sulle bandiere catalane che si agitano ininterrottamente.
Come sempre, si diffonde “Human” in tutto lo Stadio e Bojan ne ascolta l'inizio quasi distrattamente, la mente altrove e gli occhi che subito focalizzano il viso di Pep, chinatosi sorridente su di lui. Gli dà un buffetto e Bojan sorride a sua volta, tirandosi un po' su per abbracciarlo anche solo di sfuggita, accontentandosi di un contatto breve che potrebbe avere con chiunque altro.
Le parole di Human risuonano ovunque e Pep come al solito le canticchia sovrappensiero, lasciandolo andare, ma Bojan gli si avvicina di nuovo velocemente sovrapponendo un altro testo a quello che stanno sentendo e che per una volta vorrebbe lasciare da parte. - And you can tell everybody, this is your song. - Glielo sussurra talmente piano che quasi nemmeno riesce ad ascoltarsi nel mentre. - Prima o poi lo farò. - Gli sorride ancora dandogli una pacca sulla spalla e premurandosi di non guardarlo, quando s'incammina verso gli spogliatoi.

~ Sì.

It may be quite simple
But now that it's done.

Quando fa l'amore con Boji non c'è mai tempo a sufficienza per fissarsi nella memoria ogni piccola sfaccettatura delle sue espressioni, ogni suo gesto, ogni suo gemito roco. Che avvenga con calma o con affanno, in un ritaglio di tempo, ci sono così tanti particolari che meriterebbero di essere marchiati per sempre a fuoco nella mente che Pep quasi si sente esplodere, si sente bruciare dalla continua evoluzione di quegli attimi.
L'abbandono è così totale che spesso si è chiesto come facciano a reggersi se ognuno conta sempre solo sulla forza dell'altro; e c'è spazio per occhi chiusi oppure spalancati, appannati dal piacere, c'è spazio per graffi sulla pelle o per carezze, per baci famelici oppure lenti, quasi pigri. Infine, tra tutto questo, c'è quel momento che Pep aspetta dal principio, quello più breve e intenso. Poggia la fronte sulla tempia di Boji e poco prima di venire lo sente ripetere sempre la stessa parola, a voce bassissima. - Sì. -
Sì, ti amo. Sì, sono tuo, sì, sei mio. Sì, continua. Sì, per favore, per favore, continua.
Lui gli bacia la fronte facendosi bastare quella sola parola ripetuta infinite volte, venendo dentro di lui e lasciando che la sua testa venga affollata da colori e sussurri e fuoco - ancora, ancora.

~ No.

I hope you don't mind, I hope you don't mind that I put down in words
How wonderful life is while you're in the world.

- No. Boji, no. No. Ho detto di no. No. -
La voce di Pep è talmente decisa e ferma che a Bojan viene il dubbio che stia cercando più che altro di convincere se stesso. Il ragazzo mette su un broncio preimpostato già confezionato da riutilizzare all'infinito e oltre, si pianta davanti a Pep e mette le braccia conserte con altrettanta decisione. - A me non frega un cazzo del tuo Derby egiziano. Abbiamo passato una settimana infernale, l'unico pomeriggio libero io voglio vedermi Shin Chan. Cazzo. -
Pep vista la sua espressione sarà sicuramente lì lì per fargli notare che sta parlando di cartoni animati e che tutte quelle parolacce di mezzo conferiscono una certa ilarità a tutta la questione, ma Bojan lo ferma prima che possa parlare. - Eddai, durerà una mezzora, non di più. L'intervista dell'altro giorno mi ha fatto tornare la voglia. Chissà poi non mi venga anche voglia di altro. -
Tre. Due. Uno.
Ed eccolo lì il sorrisone tra l'adorante e il sonomoltosanto che fa sempre il suo puntualissimo effetto. Due minuti dopo infatti sono seduti sul divano a guardarsi Shin Chan; Bojan, la testa poggiata sulle gambe del suo demoralizzatissimo uomo, gli dà qualche pacchetta ogni tanto tra un popcorn e un altro, soddisfatto.

~ Perdere.

I sat on the roof and kicked off the moss, well, a few of the verses
Well they've got me quite cross.

- Le mie chiavi della macchina. Le mie fottutissime chiavi. Dove. sono. finite. -
Pep parla da solo mentre fa il giro della casa una due tre venti trenta volte, cerca sotto cuscini, tavoli, letto, dentro ogni cassetto, vaso, posacenere, portaombrelli, dietro alle porte, dietro a qualsiasi oggetto della casa eppure non le trova. Non ci sono. E lui non può averle perse da un'altra parte, semplicemente non può, perché la sera prima si ricorda perfettamente di averle appoggiate all'ingresso e sì, d'accordo, forse era un tantino concentrato sulla cintura dei pantaloni di Boji - e sul loro contenuto - per rendersi effettivamente conto di dove fossero finite la sua borsa, la sua giacca e buona parte dei suoi indumenti, ma la chiave no, quella si ricorda benissimo di averla lasciata sul mobile appena accanto all'entrata. Eppure lì non c'è più.
Impreca per l'ennesima volta perché è terribilmente in ritardo quando sente uno strano rumore proveniente dall'ingresso. Rimane immobile, allarmato nel constatare che qualcuno sta tentando di forzare la serratura. Non fa in tempo a muovere un passo che sente il suonare prepotentemente il citofono. - Peeeeeep. Sono io. -
La voce di Boji lo tranquillizza, anche se per un attimo si è davvero spaventato, così va ad aprirgli, sospirando. - Ora tu spiegami, se non devi mai usarle, cosa ti ho fatto a fare una copia delle mie-- - l'ultima parola gli muore in gola nel momento stesso in cui lo vede e abbassa lo sguardo sulle sue mani, incredulo. Boji è alquanto contrariato mentre fissa a sua volta quella chiave solitaria, illuminandosi improvvisamente. - Oh. Ecco perché non apriva. Mi sa che queste non sono le chiavi di casa. -

~ Ritrovare.

But the sun's been quite kind while I wrote this song.
It's for people like you, that keep it turned on.

Bojan ultimamente ha degli incubi continui. Non sa a cosa siano dovuti, non sa che senso abbiano - non sa nemmeno se effettivamente ce l'abbiano, un senso - fatto sta che sono continui e sono violenti, improvvisi, maledettamente reali.
Si sveglia nel cuore della notte ed è talmente agghiacciato da non riuscire nemmeno a farlo di soprassalto; spalanca gli occhi, il fiato mozzato, e così rimane per interi minuti, diviso dal terrore di riaddormentarsi e quello di restare sveglio con addosso quell'angoscia incessante. Col passare delle settimane si è reso conto che trovarsi da solo lo paralizza, l'idea di non avere nessuno accanto lo fa sentire svuotato da ogni sicurezza, totalmente in balia delle sue peggiori paure.
Da qualche sera a questa parte dorme sempre da Pep, anche se gli è costato chiederglielo - e gli è costato proprio perché sapeva quale sarebbe stata la sua reazione, al solito dolce e comprensiva, facendolo però sentire comunque terribilmente a disagio.
Bojan si sveglia di nuovo e respira affannosamente, turbato. Muove una mano alla cieca e trova immediatamente quella di Pep, dita calde che si intrecciano alle sue come corde che lo riportano alla calma, tenendolo stretto quasi come se fosse lui ad avere bisogno di quel contatto. Pep gli bacia il collo, in dormiveglia, avvolgendolo con un braccio e continuando però a tenerlo per mano. - Dormi. - Gli sussurra, pianissimo.
Boji inspira e annuisce nel buio anche se sa che non potrà vederlo: chiude gli occhi mentre con l'indice gli massaggia il polso, tranquillizzandosi, bacia infinite volte la sua fronte ritrovando una quiete che non pensava di riuscire nemmeno a concepire, e poi, finalmente, si addormenta anche lui.

~ Calma.

So excuse me forgetting, but these things I do.
You see, I've forgotten if they're green or they're blue.

Osserva in silenzio il costante rialzarsi e abbassarsi del ventre di Bojan, respirando piano a pochi centimetri dal suo viso; il ragazzo è sveglio ormai da parecchi minuti e tiene il capo leggermente rivolto verso il basso, l'espressione assorta mentre contempla le morbide linee dei muscoli di Pep. Questi non accenna a muoversi, si lascia studiare nei minimi dettagli con una sorta di compiacimento e pigrizia, perdendosi tra le sfumature che velano gli occhi di Bojan nel fissare il suo corpo.
Sono entrambi illuminati da un sole brillante eppure anch'esso deliziosamente assonnato, ancora non del tutto sorto. Pep dimentica a cosa stava pensando poco fa, respira quell'aria che sa di baci leggeri ancorando lo sguardo agli occhi chiari di Bojan che sembrano essere fatti di acqua pura. Gli si avvicina lentamente, dapprima gli sfiora la fronte con la propria e poi poggia le labbra sulle sue palpebre - che Bojan socchiude con altrettanta lentezza, docile - baciandole, quasi sfiorandole appena, per interi minuti.
Restano lì a sospirarsi addosso e Boji può avvertire le labbra un po' screpolate di Pep su di sé, le trova piacevoli, inebrianti, di una dolcezza talmente palese da farlo quasi vergognare ricordandosi dei pensieri ben meno casti che hanno occupato la sua mente fino a poco fa.
Pep indugia ancora un po' su quella parte delicatissima appena sopra le palpebre, baciando anche quella come fosse la cosa più preziosa che quel corpo possa riservargli - di nuovo Bojan arrossisce e il suo respiro si fa meno regolare, mentre gli poggia una mano sul collo e gli impedisce di allontanarsi. Pep sorride e si distacca quel tanto che gli basta per guardarlo apertamente in viso, sereno. - Per un momento mi ero dimenticato il colore dei tuoi occhi. -
Bojan sbuffa piano, abbassando lo sguardo e sentendolo ridere, poi si lascia avvolgere da un abbraccio spensierato - ma lascia la mano lì dov'è, come se già fosse al suo posto.

~ Affanno.

Anyway, the thing is, what I really mean,
Yours are the sweetest eyes I've ever seen.

Si aggrappa al suo corpo con esigenza, esercita una forza tale che per un momento ha quasi paura di averlo ferito. Pep però non si lamenta, lascia che Bojan lo inchiodi al muro e lo tocchi lascivamente, lo baci, lo pretenda. È tutto precipitoso, veloce, ma lui ha bisogno che sia così perché non sopporterebbe l'attesa, non ora. Necessita il suo petto nudo e i suoi denti sulla sua spalla, li necessita ora e nell'esatto modo che sta mostrando lui per primo. Pep ansima sotto il suo tocco e Bojan lo stringe più forte, sentendosi terribilmente frustrato nel non poter fare di più e rendendosi conto che se potesse farlo probabilmente gli farebbe male sul serio a forza di stringerlo, abbracciarlo, graffiarlo. È nel momento in cui lo guarda negli occhi che sente tutta quella smania scorrere via come l'acqua di un fiume che si sta rapidamente seccando; Pep lo sta guardando con adorazione e lui non ha idea di che cosa possa vedere nei propri occhi in grado di renderlo arrendevole, totalmente fiducioso e abbandonato al suo volere. Deglutisce, improvvisamente smarrito, perché sentirsi così importante a volte lo spaventa, lo rende quel ragazzino indifeso e fragile che è stato fino a qualche anno fa e che davvero non gli manca per niente. - Scusami. -
E Pep è subito lì ad abbracciarlo, a riprendere il suo ruolo, come sempre, senza rimproverargli mai nulla. - È che ti voglio così tanto. - Singhiozza nel dirlo e subito dopo impreca a mezza voce, maledicendo se stesso per quelle stupide lacrime che ora gli scorrono impietosamente sulle guance.
- Io sono già tuo. - La voce di Pep è talmente dolce da sembrare quasi una melodia, così Bojan si abbandona al suo petto e alle sue braccia, alle sue mani un po' ruvide, senza pretendere da sé più di quanto sa già che non gli verrà mai richiesto.

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