Titolo: Or a beautiful nightmare
Autore:
el_defePre-reader: nessuno, correggetemi pure
Fandom: RPF - FC Barcelona
Personaggi: Bojan Krkić, Pep Guardiola
Rating: VM16
Warning: slash e fantasie sessuali XD
Conteggio Parole: 536 (Word)
Disclaimer: Finto finto FINTISSIMO. Titolo: Sweet Dreams, Beyoncé.
Note:
Warning Weeks Fest @
fiumidiparole (Kink: Water).
Or a beautiful nightmare
Cominciano un microsecondo dopo il suo ingresso nello spogliatoio.
Il gavettone - no, l’onda di piena - travolge mezza squadra in un grido esaltato ed esultante, inondando armadietti e infradiciando vestiti ed arredi, ma manca clamorosamente Pep che è ancora schermato dalla porta di ingresso, e che si guarda bene dallo spalancarla proprio quando i lanci di bicchieri, catini, damigiane di acqua gelida viaggiano placidamente nell’aria. Si arrischia ad entrare soltanto quando, dallo spiraglio che continua a tenere aperto, vede ed ascolta meno spruzzi e più risate e canti di giubilo per la conquista di una Liga che appena due ore prima sembrava perduta nell’oblio di una stagione semplicemente storta; precauzione, quella di Pep, che si infrange miseramente al pari della secchiata che lo travolge e lo inzuppa tra le risate generali, che ignorano le sue grida e le sue minacce di sbattere Pedro fuori squadra fino alla fine del suo contratto se solo si azzarda a riprovarci.
Pep raddrizza una panca nell’angolo più riparato dello spogliatoio e vi si siede sopra, senza chiedersi se sia più o meno bagnata dei suoi abiti; i suoi occhi scuri e nervosi vagano per un po’ sui visi allegri e sugli inseguimenti più disparati, fino a trovare quello che cercava fin dall’attimo stesso in cui è entrato lì dentro, consapevole di ciò che stava accadendo.
Quello che non si aspettava di certo è trovare Bojan completamente fradicio, quasi che il gol che ha messo al sicuro i tre punti, arrivato un minuto prima del sorprendente e fantastico svantaggio del Real, sia motivazione necessaria e sufficiente per bersagliarlo con tutta l’acqua che si riesca a racimolare, e il risultato - almeno per Pep - è fonte di immenso turbamento. I pantaloncini di Bojan sono finiti chissà dove, e la maglia blaugrana è così zuppa da aderire completamente al suo corpo fino a mostrarne le linee dei muscoli del petto, quelle delle spalle, persino i capezzoli; e i boxer bianchi sono praticamente trasparenti, e mostrano a Pep anche più di quello che desiderava spiare - un’immagine disturbante, provocante e sfacciata eppure perfettamente innocente che lo spinge a socchiudere gli occhi, per sognare di accarezzare quell’eccitazione un po’ timida fino a sentirla pulsare sotto le sue dita, a spogliarlo e farsi spogliare, a strappargli un gemito nell’attimo in cui riesce a entrare dentro di lui e ad ascoltare tutti quelli successivi fino all’orgasmo.
«Che hai, mister?» grida Bojan, scuotendosi tutto per scrollarsi via almeno un po’ d’acqua di dosso, neanche fosse un cagnetto. Pep resta ancora qualche istante imbambolato, si guarda intorno per capire chi gli abbia chiesto cosa, e quando si accorge di quel sorriso un po’ preoccupato (per lui) gli fa prima un cenno di diniego con la mano, e poi congiunge indice e pollice in un cerchio; il necessario sospiro di sollievo lo tira soltanto quando Bojan, soddisfatto da quel segno di “okay” e investito dall’ennesimo gavettone, torna a inseguire Pedro per rendergli la pariglia. Pep torna a rovistare nella sua mente le immagini più raccapriccianti su cui un allenatore in preda a voglie sfrenate possa fantasticare, per evitare di mostrare alla sua intera rosa qualcosa su cui potrebbero sparlare per mesi interi.
Con sua intima soddisfazione e un pizzico di delusione, ci riesce.
FINE