Fic: Opposti 11-20 [Varie: Inter, Palermo]

Apr 30, 2010 02:03

CARRY MY JOY ON THE LEFT// (CAOS)
I giocatori dell’Inter guardano la partita nella sala comune della Pinetina, al pianterreno. Non si disperano per il gol di Totti al quindicesimo, e nemmeno gioiscono per quelli di Pazzini al cinquantaduesimo e poi all’ottantacinquesimo. “Manca ancora tanto,” dice Julio subito dopo il primo gol, tremando sulla propria poltrona. Le stesse parole ripete anche il capitano Zanetti subito dopo il secondo, le dita che affondano febbrili sullo schienale della poltrona in cui sta seduto Dejan e sulla quale lui si appoggia, come gli servisse qualcosa cui aggrapparsi per reggere la tensione del momento.
Il loro allenatore ha insegnato loro a non gioire né disperarsi mai prima del fischio finale. Ed è per questo che, solo quando il fischietto di Damato canta tre volte per la fine delle ostilità, saltano in piedi urlando e ballando e mettendo a soqquadro la stanza - che li sentano pure in tutta Italia, ché ora che son tornati in vetta vi si aggrapperanno con le unghie e con i denti, e gli altri provino pure a buttarli giù.

(ORDINE) //CARRY MY PAIN ON THE RIGHT
José Mourinho la partita non la guarda. Non gli interessa più il gioco della Sampdoria, così come non gli interessa quello della Roma, visto che ormai le ha affrontate entrambe. E non gli interessa nemmeno il risultato della partita, visto che - vada come vada - per avere una speranza di vincere il Campionato tutto ciò che l’Inter deve fare è vincere ogni singola partita che la aspetta.
È per questo che, mentre i suoi giocatori saltano tanto forte da dargli l’impressione di voler demolire la Pinetina a pestoni, al piano di sotto, lui resta in camera propria, al piano di sopra. Sorridendo appena, si allunga a recuperare l’iPod abbandonato in un angolo sulla scrivania, ed infila gli auricolari nelle orecchie, perdendosi istantaneamente nel suono della musica e tornando ad osservare le slide di preparazione della prossima partita.

Titolo: You Caught Me Up//I'm Caught Up In You
Autrice: lisachanoando (lizonair)
Beta/Prelettore: el_defe
Capitolo: 13-14/30
Riassunto: Il legame fra due polarità opposte crea energia. Lo scorrere dell'energia da un polo all'altro le unifica.
Wordcount: 442
Fandom: RPF: US Palermo
Personaggi/Pairing: Fabrizio Miccoli/Ondrej Celutska.
Generi: Romantico, Commedia, Introspettivo.
Rating: PG-13
Avvertimenti: Slash.
Note: Randomica pure lei, anche se naturalmente ambientata quest'anno, dopo l'arrivo di Ondrej a Palermo. Prompt: Previsto/Improvviso @ it100.
Disclaimer: Lies, lies!


YOU CAUGHT ME UP// (PREVISTO)
Quando Ondrej è arrivato a Palermo, non sapeva una parola di italiano. Il che poteva non essere così drammatico, essendo Palermo una città in cui il requisito minimo per essere amato dagli abitanti è parlare in una lingua che con l’italiano non ha niente o quasi niente a che vedere, ma lo poneva in situazioni di oggettiva difficoltà col resto della squadra, che invece a parlare in italiano era obbligata, un po’ per la compresenza di tante nazionalità diverse, un po’ perché mister Rossi e il palermitano non hanno ancora cominciato ad andare d’accordo, un po’ perché - come dice anche il presidente - “non siamo mica paesanazzi, ecchemminchia”.
Quando Fabrizio ha deciso di fargli da traduttore non è stato perché comprendesse qualsiasi lingua fosse quella in cui Ondrej parlava, ma perché era evidente che al ragazzino serviva un punto di riferimento, qualcuno accanto al quale sentirsi tranquillo. Non importava che si potesse discutere per ore - sono calciatori, in fondo, tutti i discorsi che possono passar loro per la mente possono essere espressi a parole ma possono essere espressi ancora meglio a calci - l’importante era stare vicini, e in virtù di questo, sì, aveva messo in conto che Ondrej potesse attaccarsi troppo, magari perfino prendersi una cotta, che ai ragazzini queste cose capitano, soprattutto quando sono soli e tanto lontani da casa.

(IMPROVVISO) //I’M CAUGHT UP IN YOU
Quello che non aveva previsto, naturalmente, era che a prendersi la cotta sarebbe stato anche lui. Che i sorrisi infantili di Ondrej potessero sciogliergli il cuore quasi quanto un sorriso di sua figlia, che i buffi gesti che ogni tanto faceva intervallando parole italiane a caso per cercare di farsi capire potessero scavarsi un posto dentro il suo corpo, sotto il cuore e sopra lo stomaco, e togliergli il respiro, dargli i brividi, perfino con le cose più idiote, come quando - un paio di giorni dopo essere arrivato - l’aveva raggiunto in camera al Tenente Onorato brandendo un paio di forbici e chiedendogli in un centinaio di incomprensibili lingue tutte diverse se per favore poteva tagliargli i capelli. E Fabrizio aveva riso, perché “ma che ci vuoi fare con quella roba’, picciri’, e aveva tirato fuori il rasoio elettrico passando due delle ore più divertenti della sua vita semplicemente tagliandogli i capelli a zero.
Ora lo guarda dormire placido al suo fianco, nel letto sfatto. Russa un po’, dorme scomposto come tutti i ragazzini che non hanno mai diviso il letto con nessuno - le gambe larghe, le braccia gettate a caso dove capita, sta messo di traverso e si prende tutte le coperte per sé - e, per qualche inspiegabile motivo, sorrise. Gli sono sempre piaciute le sorprese.

Titolo: Don't Be Scared//Of Your Shadow
Autrice: lisachanoando (lizonair)
Beta/Prelettore: el_defe
Capitolo: 15-16/30
Riassunto: Il legame fra due polarità opposte crea energia. Lo scorrere dell'energia da un polo all'altro le unifica.
Wordcount: 318
Fandom: RPF: Inter FC
Personaggi/Pairing: Davide Santon, nominati José Mourinho e Mario Balotelli.
Generi: Introspettivo.
Rating: PG
Avvertimenti: Gen, (lieve) Angst.
Note: Ambientata quest'anno, dopo i problemi al ginocchio di Davide. Prompt: Calma/Affanno @ it100.
Disclaimer: Lies, lies!


DON’T BE SCARED// (CALMA)
Ogni tanto Davide ripensa all’anno scorso, quando era tutto più facile. Nessuno sapeva chi fosse davvero - sì, chi seguiva il settore giovanile dell’Inter aveva una vaga idea di cosa fosse capace di fare, ma di certo non s’aspettava che ciò che riusciva tranquillamente a fare in Primavera potesse anche replicarlo tal quale coi grandi - e per quanto riguardava tutti gli altri, be’, non erano poi molto interessati: era solo un ragazzino all’esordio, poteva gestire la situazione con tutta la calma del mondo, poteva fidarsi dei sorrisi dei compagni, delle rassicurazioni del mister, delle coccole ruvide di Mario che “io ci sono passato, va’ che dopo i primi tempi è una figata”, poteva stare tranquillo e fare la sua cosa, semplicemente, ed era bellissimo - era bellissimo.

(AFFANNO) //OF YOUR SHADOW
Adesso è tutto diverso. Tutto corre più veloce, non c’è tempo per respirare, non c’è spazio per pensare, non c’è nemmeno abbastanza aria, che se solo prova a riempire i polmoni quelli gli fanno male, tanto è disabituato a sentire il petto pieno di qualcosa che non sia paura o ansia. I sorrisi dei compagni sono stati sostituiti quasi per la loro totalità dai sorrisi dei medici, che ci provano ad essere altrettanto caldi, ma non sono uguali. Il Mister, ormai, lo vede una volta ogni morte di papa, e solo in occasioni particolari o quando passa dalla palestra per chiedere al suo preparatore se il recupero stia andando bene, e per quanto riguarda Mario, be’, lui ha tanti di quegli altri casini per la testa, per ora, che andare a rassicurare lui è proprio l’ultimo dei suoi problemi.
Davide sospira, ogni tanto, e si sente stupido, perché quand’era piccolo non vedeva l’ora di diventare grande, ed ora che è grande vorrebbe poter tornare piccolo, e allora se lo chiede, se lo chiede davvero - quanto tempo ho perso e sto perdendo nel desiderare cose che non potrò mai avere?

Titolo: La Casa Non Perde//La Casa Nasconde
Autrice: lisachanoando (lizonair)
Beta/Prelettore: el_defe
Capitolo: 17-18/30
Riassunto: Il legame fra due polarità opposte crea energia. Lo scorrere dell'energia da un polo all'altro le unifica.
Wordcount: 324
Fandom: RPF: Inter FC
Personaggi/Pairing: Davide Santon, Mario Balotelli, nominato José Mourinho.
Generi: Introspettivo.
Rating: G
Avvertimenti: Gen.
Note: Ambientata poco prima di Barça-Inter. Il titolo è un proverbio di origine che non ricordo dettomi da melting_lullaby un secolo fa. Prompt: Perdere/Ritrovare @ it100.
Disclaimer: Lies, lies!


LA CASA NON PERDE// (PERDERE)
- Mi sembra di aver perso qualcosa. - borbotta Mario, rovistando ovunque e mettendo a soqquadro l’intera camera.
- Qualcosa? - chiede distrattamente Davide, continuando a sfogliare la rivista che ha per le mani, - Qualcosa tipo cosa? La testa, magari?
Mario si lascia sfuggire un mugolio sconfitto, ricadendo seduto sul letto accanto a lui.
- Non lo so, è una sensazione. - sbuffa contrariato, - A te non è mai capitato di avere la sensazione di aver perso qualcosa e non riuscire a capire cosa?
Davide sorride, posa la rivista di lato e lo guarda con un’indulgenza quasi sproporzionata rispetto al loro rapporto e all’età che hanno.
- Sì. - risponde, - Erano le volte in cui avevo perso la testa.

(RITROVARE) //LA CASA NASCONDE
Quando entra in camera, dopo aver parlato col mister per quelle che gli sono sembrate delle ore ed essersi poi sentito candidamente dire che “a Barcellona vieni anche tu, ovvio che vieni anche tu, vengono tutti, figurarsi se non vieni anche tu!”, la prima cosa che nota è il braccialetto elastico nerazzurro che credeva di aver perso eoni fa ed invece era lì a fare bella mostra di sé sotto la lampada alogena sulla scrivania, come niente fosse.
- Ah! - esclama indicandolo col dito puntato, - Eccolo!
- Eh? - biascica Davide, svegliandosi per il suo schiamazzo e mettendosi a sedere con aria ancora pesantemente assonnata, - Ma di che parli?
- Il braccialetto! - strillacchia Mario, quasi saltando fino alla scrivania, recuperandolo e infilandolo senza aspettare neanche un secondo, - Era questo quello che avevo perso, Dade! È sempre stato qui.
Davide sorride ancora, divertito.
- Come la tua testa. - risponde, - A proposito, a Barcellona ci andiamo entrambi, vero?
- Uh, sì. - risponde lui, gesticolando disinteressato come se la cosa fosse della minima importanza, - Mourinho me l’ha appena detto.
Davide ridacchia, stringendosi nelle spalle.
- E allora era proprio la testa. - soggiunge a bassa voce, ma Mario non lo sente e lui non ha nessun bisogno di ripeterglielo.

Titolo: Once The Stone You're Crawling Under//Is Lifted Off Your Shoulders
Autrice: lisachanoando (lizonair)
Beta/Prelettore: el_defe
Capitolo: 19-20/30
Riassunto: Il legame fra due polarità opposte crea energia. Lo scorrere dell'energia da un polo all'altro le unifica.
Wordcount: 396
Fandom: RPF: Inter FC
Personaggi/Pairing: Ricardo Quaresma, Catia Costa.
Generi: Introspettivo.
Rating: PG
Avvertimenti: Gen, (accennato) Het, (lieve) Angst.
Note: Ambientata di questi tempi e ispirata dal gossip su Ricky che non riconosce la bambina partorita dalla sua ex ragazza come figlia propria in quanto sussistono effettivi dubbi circa la sua paternità. Titolo da Hollow Year dei Dream Theater. Prompt: Grave/Leggero @ it100.
Disclaimer: Lies, lies!


ONCE THE STONE YOU’RE CRAWLING UNDER// (GRAVE)
Aspettare nove mesi è pesante. Ricardo non può dire di non esserne in grado, in primo luogo perché, be’, non ci può fare niente, e in secondo luogo perché da quando vive a Milano il significato della parola “attendere” s’è fatto molto più concreto ed importante di quanto non avrebbe mai pensato quando viveva ancora in Portogallo, ma comunque il fatto di esserne in grado non rende il tutto meno angosciante.
Cátia lo chiama una volta al giorno, alla sera. È gentile, sorride, è un po’ stanca, gli chiede quando passa a trovarla. “Presto” risponde lui, e mente. Sa bene che potrebbe andare quando vuole, il mister non avrebbe problemi a lasciarlo partire, vista la situazione contingente, ma il solo pensiero di trovarsi troppo vicino a lei e dover coesistere con i sospetti che gli affollano la mente lo distrugge.
“Presto,” ripete, e si sforza di sorridere a propria volta, ma il sorriso è pesante anche lui, e fa molta fatica a fingersi sincero, anche solo per un attimo.

(LEGGERO) //IS LIFTED OFF YOUR SHOULDERS
Ariana è minuscola. Lui non è esattamente un gigante, e le sue mani sono proporzionate rispetto al resto del suo corpo, ma nonostante questo la bambina è così piccola che potrebbe tenerla sul palmo di una mano senza farla cadere. Non l’ha fatto, naturalmente, solo perché, pur sapendo che non sarebbe caduta, quando l’ha stretta fra le braccia ha avuto paura di romperla - e da qualche parte c’era una voce cattiva e vigliacca che sembrava quasi consigliargli di farlo.
Non è andato in ospedale, non se l’è sentita. È rimasto in albergo ed ha aspettato la chiamata di Cátia, che s’è fatta sentire il giorno dopo il parto. La sua voce, al telefono, era ancora stanca. “Vieni a trovarci,” gli ha chiesto, sull’orlo delle lacrime, “per favore,” e lui è andato. L’ha stretta fra le braccia, le ha perfino sorriso mentre lei, addormentata, piccola e bellissima, gorgogliava nel sonno qualcosa di incomprensibile.
“Non è mia,” ha detto a bassa voce, prima di voltarsi a guardare Cátia, “Non è mia, vero?”
Lei non ha risposto, s’è morsa un labbro ed ha abbassato lo sguardo. Ricardo ha sorriso più apertamente - ma anche più tristemente - tornando a guardare Ariana - il nome che lui aveva scelto per lei - ed accarezzandole lentamente una guancia morbida e paffuta - se non altro, è tutta sua madre.
Ora che lo sa, quantomeno è più semplice.

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