Mi fido ti te.

Nov 18, 2012 16:36

Titolo: Mi fido di te.
Autore: derezzed_v
Warning: Guardoni, fidanzate scassa palle, cibo spazzatura, fluff.
Paring: Stephan El Shaarawy/Mattia De Sciglio
Disclamer: Lo ammetto, è tutto basato sui racconti di Ambro il guardone, mi dice tutto quando mi drogo pesantemente. (?)
Note: Questa cosa è in ritardo, sto sclerando ed è tutta colpa dei Muse, di Bologna, di Torino, della mia ansia e delle transenne. As always ringrazio h_pixie che mi sopporta.
Post Fiorentina.



Mattia si sedette sul solito sedile aspettando che Stephan facesse lo stesso e quella sera era, a ragione, Stephan la fontana. Avevano letteralmente preso tre mazzate dalla Fiorentina e si sentiva scazzato, non aveva voglia di parlare, solo di starsene lì, con Ste buttato malamente addosso e il finestrino freddo contro la guancia.
Dietro di loro, Ambrosini aveva preso posto con Bonera, voleva monitorare la situazione e capire cosa stava succedendo tra quei due ragazzini, c’erano già troppi casini in squadra, se poi ci si mettevano anche quei due facendo le oche innamorate, sarebbe stata ancora più dura.
Decise che li avrebbe tenuti d’occhio per un po’, giusto per capire se doveva andare a prenderli per le orecchie o semplicemente dargli la sua benedizione e regalargli una scatola maxi di preservativi e lubrificante per Natale.
Per ora Stephan se ne stava piangente, accoccolato addosso a Mattia che gli accarezzava distrattamente la guancia, mentre borbottava in come non mai.
Mattia inizialmente pensò fosse arabo poi, concentrandosi meglio, si trovò a capire qua e là parole in italiano.
“Ste, mi ricordi l’acqua che bolle.”
Stephan si girò un po’ spostando una cuffia dell’Ipod.
“Che?”
“Borbotti peggio dell’acqua che bolle.”
“Matti, l’ironia, da un’altra parte.” Fece per girarsi e tornare nella posizione precedente ma l’altro lo prese per il mento e gli asciugò le lacrime che ancora gli rigavano il volto prima di baciargli la fronte.
“Guarda che girano anche a me le palle e se vuoi sfogarti, io ci sono.”
“Ora ho solo voglia di dormire un po’.”
Mattia annuii e si sistemò meglio per far appoggiare Stephan che, nel giro di qualche minuto, sprofondò nel mondo dei sogni.

“Per quello che mi dicevi prima, ti va di venire da me?” Chiese Stephan andando verso l’auto.
“Tecnicamente, dovrei uscire con la morosa…”
“Oh, bhè, certo.”
“Però sono un sacco scazzato e non ho molta voglia di vederla.”
“C’è un motivo se sono libero come l’aria.”
Mattia lo guardò storto poi prese in mano il telefono.
“Aspetta un attimo.”
Fece il numero della sua ragazza e aspettò che rispondesse, al secondo squillo si stava già innervosendo.
“Hey tesoro! -  Disse una voce squillante dall’altro capo del telefono - Mi spiace per la partita…”
“Tranquilla, succede ma sono un po’scazzato.”
“Volevi dirmi qualcosa?”
“Senti, sta sera non mi va di uscire. Possiamo fare un’altra volta?”
“Matti, insomma, non ti vedo mai!”
“E’ che sono scazzato e sarei intrattabile e litigheremmo e non mi va di litigare, giù ci vediamo poco, se poi ci urliamo pure contro….”
“Quindi, che fai sta sera?”
“Non lo so.”
“Vai da Stephan, vero?”
“Forse.”
“Insomma! Sei scazzato, non mi vuoi vedere e poi vai da Stephan?!”
“Ma non lo so se ci vado! Magari torno a casa e stop!” Disse alzando il tono della voce con Stephan che lo guardava accigliato.
“Sei sempre proto per andare da lui, ultimamente siete culo e camicia, e io? Conto qualcosa?”
“Smettila di fare la vittima quando praticamente ogni momento libero che ho lo passo con te!”
“Però sta sera preferisci andare da Stephan!”
“Si, preferisco! E ora vado. Ciao.” Chiuse la chiamata e si girò verso il compagno di squadra.
“Prendiamo una macchina sola?”
“Meglio, che se guido, con sto nervoso, finisce che mi schianto in qualche curva.”
“Ecco, e io non voglio un budino di Matti anche perché ci mancano giusto un po’di giocatori.” 
Mattia sorrise e caricò la propria borsa nella macchina di Stephan.
“Pizza e film?” Chiese sedendosi sul sedile del passeggero.
“Aggiudicata.”

Mattia entrò in casa e si girò a guardare Stephan.
“Questa volta non mi attacchi al muro?”
“Se ci tieni, rimedio subito.”
“Se non mi infili lo stipite nella schiena, potrei farci un pensierino.”
Stephan lo guardò come se fosse un alieno poi sorrise e lo spinse contro il muro tra le risa di Mattia prima di avventarsi sulle sue labbra e bloccarlo al muro con i suoi quasi 80 chili di peso.
“Ste…”
“Dimmi.”
“Se ti dico una cosa, prometti che non te la tiri?”
Stephan annuii e lo baciò a stampo.
“Baci meglio della mia fidanzata.”
Mattia arrossì e Ste sorrise.
“Potresti scriverlo sa qualche parte? Sento il bisogno di ricordarmelo spesso anzi, meglio, posso registrarti mentre lo dici?”
“No.”
“Dai!”
“No.”
“Ora tiro fuori il telefono e tu semplicemente dici che…” Non fece in tempo a finire la frase perché Mattia l’aveva zittio con un bacio.
“Penso di averti già detto che ti preferisco quando taci. Comunque ho fame.”
“Ordiniamo la pizza?”
“Decisamente si.”
Si svaccarono sul divano dopo aver ordinato da mangiare e si misero a giocare a Fifa fin che il fattorino non scampanellò e Stephan scese a prendere le due pizze che avevano ordinato insieme a una quantità industriale di patatine fritte e coca cola.
Si sistemarono con i piedi sul tavolino e Sky Cinema acceso su uno dei film di 007, pronti a dare l’assalto alle pizze.
“Non voglio sapere quello che dice di noi Sky Sport.” Biascicò Stephan tra una patatina e l’altra.
“Saranno sempre le solite cose, nessuno ci obbliga a vederle.”
“Che ti ha detto tua madre quando l’hai chiamata?”
“Che è contenta, dice che sei un bravo ragazzo. Poi ha biascicato qualcosa ma, sinceramente, non ho capito.”
Mattia rubò una patatina dalla mano dell’amico e rimase a guardarlo un attimo di sottecchi mentre con aria fintamente imbronciata prima di allungarsi a baciarlo in maniera quasi innocente e giocosa.
Si persero a commentare il film tra un morso e l’altro, continuando comunque a osservarsi appena, senza mai guardarsi negli occhi. La situazione era nuova, c’erano solo loro, nessun genitore nell’altra stanza, non c’era l’alcol a guidarli e non c’erano nemmeno nessun compagno di squadra pronto a rompere le palle. Era tutto fin troppo perfetto.
Finito di mangiare Stephan si sistemò meglio sul divano appoggiando le gambe su quelle di Mattia che sorrise e storse un po’il naso.
“Preferisco non sentire la puzza dei tuoi piedi.”
“Simpaticone e io che speravo mi facessi un massaggio.”
“Ma fottiti.”
“Leva ste gambe che voglio stendermi anche io.”
Stephan si spostò e Mattia si sdraiò accanto a lui, con la testa sorretta dalla mano per poter vedere qualcosa in tv.
“Sto film mi fa cagare.” Disse Ste girandosi verso il compagno di squadra.
“No, dai, è carino.” Rispose continuando a guardare.
“Matti, giochiamo con l’Xbox?”
“Sto guardando il film, dammi una buona ragione.”
“Ti do un bacio?” Disse ridendo, Mattia abbassò lo sguardo e scoppiò in una fragorosa risata.
“Sarei tentato di accettare.”
“Ma?”
“Ma il film è più interessante.”
“Va che stronzo!” Rise e diede un colpo al braccio di Mattia togliendogli l’appoggio.
“Stavo guardando il film!”
“Ti compro il dvd se ora ci diamo a qualcosa di più divertente.”
“Cos’è, un abbordaggio da videoteca?”
“Potrebbe.”
“Sai, io non ho ancora capito perché ci provi così con me.”
“Vuoi una risposta pensata e razionale?”
“C’è?”
“No.”
“Allora mi basta quella che hai.”
“Non lo so, la prima volta ho provato a baciarti perché mi andava poi ho continuato perché mi piace. E tu, perché ci stai?”
“Te l’ho già detto, perché baci meglio della mia morosa.”
Stephan praticamente gli saltò addosso e Mattia si strinse alle sue spalle come se fossero un’ancora di salvezza per tutti quei pensieri che gli affollavano la mente, per le cose non dette e quei sorrisi che non riusciva a trattenere. Si aggrappò con così tanta forza da lasciare Ste spiazzato.
“Matti, tutto bene?” Sussurrò contro le sue labbra.
“Si…”
“No, Matti, non va tutto bene.” Gli accarezzò piano una guancia cercando di spingerlo a parlarne. Non gli piaceva vederlo così corrucciato.
“Lo sai che io ci sono sempre, che quello che succede tra noi, qualunque cosa, da qui non esce, vero?”
“Lo so, mi fido di te.”
Stephan gli bacò la punta del naso poi sorrise.
“E io mi fido di te.”
Restarono in silenzio, abbracciati, con gli spari del film in sottofondo e il respiro calmo di Ste a tranquillizzare Mattia e le sue paranoie.
Stephan iniziò piano ad accarezzargli la schiena cercando di tranquillizzarlo ma ottenne solo uno sguardo stralunato e un sorriso appena accennato.
“Ste, dovresti trovarti una morosa e cercare di sedurre lei.”
“Non stavo…”
“Ste…”
“Davvero. E poi, anche se ci stessi provando, che male ci sarebbe?”
“Penso di essere abbastanza eterosessuale.”
“Quell’abbastanza e quel penso mi spaventano, non è che poi mi stupri la notte?”
“Qui quello che deve stare attento ai tentati stupri, sono io.”
Risero poi Mattia lo guardò negli occhi e Stephan non resistette, spostò una mano sulla sua nuca e si avvicinò per baciarlo come se non potesse fare altro nella vita.
Senza capire bene come si ritrovarono di nuovo nella stanza di Stephan, con le mani a cercare la pelle bollente sotto le magliette e la bocca di Mattia intenta a esplorare il collo di Ste.
“Matti… Matti… la cosa potrebbe…”
“Già, ecco, forse…” Disse staccandosi e mettendo qualche centimetro tra loro.
“Si, insomma…”
“Non è il caso…”
“A meno che...però no.”
“Meglio non far degenerare la cosa.”
“Decisamente.”
“Bagno.”
“Anche io. Vado di là.” E indicò quale dei due bagni aveva scelto.
“Aspetta.” Mattia si avvicinò e lo baciò appena prima di voltarsi e andare in bagno.

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