Titolo: Rules are rules.
Autore:
derezzed_vParing: Michael Phelps/Ryan Lochte
Warning: fluff (doveva essere angst ma no, troppo amore, troppe lacrime.)
Rating: Orange
Disclamer: Al solito, tutto falso, tutto frutto della mia fantasia.
Note: Io penso di avere troppi feelings per poter dire qualunque cosa, pensare a Michael, al suo addio, non penso di potercela fare.
Rules are rules.
“E’ quasi il mio compleanno e prima ti ho lasciato vincere.” Disse Ryan, seduto su una delle panche degli spogliatoi mentre con lo sguardo percorreva il corpo di Michael.
“E quindi?” Chiese l’altro asciugandosi alla bell’e meglio dopo la doccia bollente.
“Le regole sono regole.” E un sorriso comparve sul suo volto lentigginoso.
“Ne riparliamo in camera.”
“Oh, certo e lo faremo in maniera approfondita.” Lochte diede una pacca sul culo a Phelps e uscì dalla stanza ridendo.
“Ora è il mio compleanno e prima ti ho lasciato vincere, le regole sono regole, pretendo un regalo degno.” Sbadigliò Lochte lasciandosi cadere sul letto, poco dopo la mezzanotte e un paio di brindisi.
Michael sorrise togliendosi la maglia per poi stendersi sul corpo atletico e semi nudo del proprio compagno di stanza. Gli mise una mano tra i capelli e lo baciò ridendo, ubriaco per la vittoria e per quel paio di bicchieri di vodka che, nonostante tutto, si era scolato prima di infilare una mano nei suoi boxer.
“Basta come regalo?” Sussurrò all’orecchio di Ryan mentre faceva scivolare giù quella stoffa inutile che li divideva.
“Non so, mi sembra presto per giudicare.” Rise prima di chiudere le proprie labbra su quelle di Mike.
Scoparono lentamente perché l’acqua, nonostante tutto, era sempre intorno a loro oltre che dentro, si cullavano piano, come l’acqua erano l’elemento l’uno dell’altro. Si scorrevano lenti, mani, bocche, la pelle che si cerca e si scontra ondeggiando, trasmettendo dolore e euforia, amore e dolore in parti uguali.
Abbracciati nello stesso letto, l’uno nascosto nell’altro a guardarsi dentro con consapevolezza che tutto stava cambiando troppo velocemente, era già il giorno.
“Pensavo, - sussurrò Phelps accarezzando i capelli, troppo corti, di Ryan - che oggi potrei regalarti una medaglia.”
Lochte si girò tra le braccia del compagno di squadra per guardarlo negli occhi con aria stralunata.
“Mike, mi sembrava che avessi bevuto poco.”
“Ryan, sto parlando seriamente, la mia ultima medaglia d’oro, vorrei fosse tua.”
“Hai ancora dopo domani, c’è la 4x100…”
“Ryan, oggi vincerò l’oro nei centro e sarà tuo.”
“E tua madre?”
“Ne ha altre venti.”
Michael zittì sul nascere l’ennesima domanda dell’amico, amante, quel che era, baciandolo. Era profondamente convinto che nulla sarebbe finito, solo cambiato, leggermente mutato, le regole sarebbero rimaste regole.