Dec 02, 2007 14:37
Le fusa di un gatto. Sentirsi cercati.
Sapere che è te che vuole - lei, animale, indipendente e libera. Sapere che quando sente i tuoi passi drizza le orecchie, e che se esci dalla stanza in cui sta dormendo, al ritorno la troverai seduta con gli occhi aperti, in attesa irritata. Di te.
E' una soddisfazione intima, profonda. Forse vana, ma bella.
Che poi somiglia a quella che senti quando al Lettorato d'inglese gente vista una sola volta chiede se il posto di fianco a te è libero - e ce ne sarebbero altri mille isolati. Quella che senti quando riesci a parlare con chi non conosci - quando riesci a riderci, a capirli. A sentirti accettata, per la tua faccia e i tuoi occhi, che solo quello conoscono. Insieme alla tua voce.
E ha qualcosa, anche, della libertà che provi girando da sola per librerie immense, prendendoti il tempo di sfogliare tutti i volumi. Lasciandoti incantare dalle copertine, dai titoli, e magari rischiare.
Perchè è una nuova soddisfazione, immergersi dentro un libro che ti ha chiamato. E sentire che, per qualche ragione contingente, magari, o assoluta, hai fatto bene a rispondere all'invito.
Leggendo Tempesta Elettrica, ti stupisci della bellezza di Jim. Di stupisci di ritrovare nelle sue parole qualche cosa che tu - scarsa conoscitrice dei Doors, della loro musica, della loro storia - avevi pensato di immaginare soltanto.
E pensi che invece, quello è davvero un altro caso di armonia. Di follia e labbra, occhi e destino. Perchè guardare il volto di quel ragazzo ferma il cuore, e leggere i suoi versi è una scossa che accellera il sangue.
La bocca è piena d/ sapore di rame.
Carta cinese. Moneta estera. Vecchi manifesti.
Diabolo su un filo, un tavolo.
Frulla una moneta. Le facce.
Come un pubblico al nostro dramma.
Magica maschera d'ombra.
Come un eroe di sogno, lavora per noi,
a nostro nome.
Quanto siamo vicini alla versione definitiva?
Cado. Dolce oscurità.
Strano mondo che aspetta & sta a guardare.
Antico orrore del non esistere.
Se non è un problema, che ne parliamo a fare.
Ogni cosa detta significa questo,
il suo opposto, & tutto il resto.
Sono vivo. Sto morendo.
E forse manca un senso. Perchè il senso, in realtà, glielo dò io.
E lui scriveva che "la vera poesia non dice niente, elenca solo delle possibilità. Apre tutte le porte. E voi potete passare per quella che preferite."
Ed è quel che hai sempre pensato, quel che hai sempre sentito.
Quel che ti permette di amare, allo stesso modo, senza sentirti in colpa o in errore, autori così dolorosamente diversi. Lorca e Izzo. Pavese e Benni. Morrison e la Paula dell'Allende. De Andrè e Hikmet, e Guccini e il Prometeo Liberato di Shelley e i testi di Hedwig. In momenti alternati, o tutti insieme.
E ritrovare in quel che scrivi influenze di tutti. Perchè non puoi ignorare, se ti fermi a pensarci, che nel tratteggiare l'atmosfera di ieri sera qualcosa del sangue di Pavese ti era rimasto dentro, e la bellezza di Jim affiora nei tuoi personaggi, nell'irrequietezza dei loro occhi. E gli sguardi di Izzo ti hanno insegnato a disegnarti Marsiglia, e a guardare il mare.
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writer | jim morrison,
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