Fili

Aug 25, 2007 20:46


C'è un nodo fermo in gola, che non sale e non scende. Arrivato da poco, chissà quando se ne andrà.
Babylon. Quanto tempo è che non ci metto mano?
Disamistade è ferma da più di un mese. Dopo settimane spese ad immaginarne ogni strada, a far convivere sogno e studio. A chinare il capo su storia ed inglese. E vedere Lizard.

Forse non avrei dovuto riaprire quei file. Ritrovarmi davanti gli occhi di Amistad è stato uno shock delizioso, che pretendeva una risposta. Risposta che non arriverà.
Non ora, non adesso. Non ci riesco. Mi prende quasi il panico all'idea di rimetterci mano. Così come mi prende panico pensando a Karel, ad Ayame, a tutti quei personaggi che non ho mai pubblicato. Che ho lasciato da parte, archiviati, per paura di non riuscire a proseguirli.
Che tutto ha un limite, e portare avanti due storie già era dura. Babylon e i suoi mondi mi sono cascati in testa e non ho saputo rifiutarli - e adesso Rosa dei Venti e Vivian e Keith - Keith, un giorno che non scrivo di lui e già sento il bisogno di rivederlo.
Fortuna che almeno il Nero è quasi finito. Una manciata di vite in meno con cui dover fare i conti. Anche se già so che al momento di scrivere l'epilogo piangerò - perchè non posso farne a meno.

E' strano come davvero, quel che scrivi ti si sciolga nelle vene e finisca per l'abitarti completamente.
Erri De Luca scriveva: "Parlare è percorrere un filo. Scrivere è invece possederlo, dipanarlo."
E ieri rileggevo questa frase che amo, che ho sempre trovato terribilmente vera. E mi sono accorta che, invece, è vero tutto l'incontrario. Quando scrivi non possiedi niente: ti lasci possedere. Il filo che percorri parlando, quando scrivi te lo vedi correre sotto pelle e non puoi strappartelo via senza farti sanguinare. Ed è questa la bellezza terribile, l'incanto pauroso. E' questa l'emozione di cominciare ogni volta una storia nuova. Senza conoscere ancora le voci che traverso di te parleranno, senza avere idea delle storie dietro ogni volto, dell'amore e dell'odio. Del pianto.

Ci sono delle volte, che tutto questo quasi mi fa paura.

schizofrenie, babylon

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