«We are all just trying to be holy»

Feb 02, 2012 21:07

È strano in realtà come a volte siano date del tutto svincolate da scansioni predeterminate a suonare come sorta di cesura tra un periodo e l’altro. Oggi è un giorno come un altro, non è l’inizio né la fine di niente, ma è come se tutto stesse convergendo.
Ieri ho finito la prima sessione di esami qui in Spagna ed è stata probabilmente la più pesante della mia vita - tre esami in tre giorni successivi, con solo una settimana di tempo effettiva per prepararli tutti - e mi sono scoperta in grado di gestirli molto meglio di quanto mi aspettassi. Non so ancora come sono andati, ma mi importa meno di quanto importava a Torino - cambiano i parametri e cambiano le mie aspettative, anche, perché per qualche oscura ragione se il massimo è 30 io DEVO prendere 30 e lode, mentre se il massimo è 10 un semplice 9 mi va bene.
È illogico, forse, e forse c’entra il senso di provvisorietà unito a quello di qualcosa di inevitabile - non avere la possibilità di ridarlo, per dire, dover rimandare ogni scelta al rientro. Forse c’entra il fatto che sono esami in spagnolo preparati in una settimana di tempo e non pretendo da me stessa il massimo. Ma mi sembra di essere cresciuta un poco, almeno in questo.

Oggi è anche arrivata quella che sarà la mia nuova coinquilina, Laura. Ed è strano. Perché questi cinque mesi sono passati così velocemente che a volte mi sembra quasi impossibile, e a volte mi sembra che non ci sia mai stato altro. Oggi ridevo con Noemi sapendo che tra una settimana si trasferirà in un altro appartamento; facevo la spesa con Stefania e pensavo che tra due settimane sarà in volo per il ritorno. E domenica arriva l’altra ragazza ancora e sono agitata, sì. Ma meno di quanto lo sarei stata l’anno scorso.

Sono tornata a scrivere Rowan, poi. Ieri pomeriggio. E oggi ho finito il prologo e aperto Siken perché a volte ce n’è bisogno e trovato un titolo e Rowan stesso. Riscoperto la bellezza di Snow and Dirty Rain, l’assoluta perfezione di ogni verso, ogni immagine.
E non so.
C’è qualcosa di strano che si annida in gola nel sentirlo, nel pensarlo. Rendersi conto che è passato il tempo, rendersi conto che sto cambiando io - che c’è distanza tra me e tutto quel che conoscevo sei mesi fa e che al tempo stesso ormai conosco altro.
Che sono qui e Siviglia continua a distendermi i nervi ogni volta che l’attraverso.

E boh.
In realtà tutto questo doveva essere un “Sono viva” e “Spero che stiate bene”, e anche “Stiamo per pubblicare forse”. Running out of lullabies.
Ma come sempre mi è scappata la mano. *rolling-eyes*

uni, writer | richard siken, yo, siviglia, rowan

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