Titolo: Qualcosa di non completamente inaspettato
Fandom: The Following
Personaggi: Mark/Luke, Amber (OC)
Rating: NSFW
Parole: 1683
Prompt: Incest del COW-T #4 di
Maridichallenge.
Genere: Slice of life
Avvertimenti: Slash, Incest, Morte
Note: Inizio col dire che se generalmente non scrivo nsfw c'è un motivo, quindi scusatemi per questa cosa. Poi, sì, ecco, dovrebbe essere per Cam, perché insomma, sono comunque i nostri gemellini (per quando io non sappia scrivere certe cose. (...)).
Il titolo è completamente dettato dal panico dell'ultimo minuto, scusate. E credo ci siano vari errori di battitura qua e là, ma non ho avuto il tempo di rileggerla. Appena posso la sistemo. Se ne avrò il coraggio.
Disclaimer: Non mi appartengono e non ci guadagno nulla.
Osserva il corpo perfetto davanti a lui, percorre con la punta dei polpastrelli i contorni del volto dai morbidi lineamenti, si sofferma con particolare attenzione sulle labbra carnose e rosee. Si diverte a congiungere con l'indice destro tutti i nei di quella pelle, come se questi potessero formare delle nuove costellazioni. Dopo aver giocato, con lentezza esasperante, con quei puntini scuri, torna verso l'alto e fa scorrere le mani tra i capelli mori, lughi. Li sistema, li pettina con le dita. Ah, come gli piace quel contatto, fisico e non carnale. Le persone dovrebbero imparare a conoscersi di più, a scoprire il piacere dello sfiorarsi, del suggerire e non dare. In generale il sesso non lo interessa, non almeno come interessa tutti i suoi coetanei; sembra che tuttoruoti solo intorno a quello. Conosci una ragazza carina per poterla portare a letto, ti vesti elegante per fare colpo, mangi poco e fai esercizio fisico solo per risultare piacevole per chi ti guarda. Solo quando si è realmente in sintonia con l'altra persona, allora sì che un'unione di corpi potrebbe avere un vero significato, e risultare interessante anche per lui. Nulla, però, nulla riuscirebbe mai a superare le sensazioni che il toccarsi gli provoca; sensazioni che puoi conservare a lungo, anche dopo che il contatto è terminato.
« Ti stai divertendo? » La voce bassa del gemello, Luke, lascia trapelare una certa impazienza.
Sfiora ancora una volta la pelle candida del volto tenendo lo sguardo fisso in quqgli occhi azzurri, vitrei. « Mh-mh. Ma se vuoi... » Si mette a sedere, per poter osservare meglio il fratello. « Se vuoi posso lasciarti il turno. » Sorride, con un velo di malizia.
« Molto volentieri, fratellino. » Si siede vicino a lui sul letto, Luke, e prende quel volto tra le mani. « Sai, ti dona questa aria pallida. » Sfiora una guancia con il dorso della mano destra. « Forse dovresti muoverti un pochettino. »
« O forse dovremmo agghindarla come si deve. In modo che sia pronta per la festa. » Interviene Mark, alzandosi per controllare i vestiti nell'armadio della ragazza. Apre le ante e fa scorrere una mano sulle stoffe dei vari vestiti. Ah! Eccone uno che sembra carino. Lo tira fuori, per porterlo mostrare agli altri due. « Come dici cara? Sì, anche io penso che questo colore metta in risalto i tuoi occhi. Tu, invece, cosa ne pensi Luke? » Si poggia la stampella sul petto, per rendere l'idea di come il vestito color carta da zucchero possa cadere sopra un corpo.
« Dico che mette in risalto anche i tuoi, di occhi. » Scherza, sollevando un angolo della bocca, in quel mezzo sorriso che piace tanto a Mark. « Ma credo sia adatto alla festa. Non sei contenta, Amber? » Volta il capo, in modo da potersi rivolgere direttamente alla ragazza. Le scosta i lunghi capelli in modo da liberarle il collo. « Oh, tranquilla. Ti copriremo questi segni con del fondotitnta. Mark è particolarmente bravo in queste cose, non ti preoccupare. Non potremmo mai farti uscire di casa in questo stato. » Sorride, prima di fissare il proprio sguardo negli occhi del fratello. Si alza dal letto per avvicinarsi a lui; si ferma a pochi centimetri di distanza, mantenendo sempre il contatto visivo. Sfiora la sua mano, un contatto di giusto pochi secondi, poi prende la stampella che l'altro teneva e torna verso Amber, per poterla vestire.
Cerca di essere il più delicato possibile, nonostante la difficoltà del preparare un corpo pesante ed inanimato, che pian piano inizia ad irrigidirsi. Mark lo osserva completamente rapito dai movimenti leggeri e precisi del gemello. Come solleva la ragazza per infilarle l'abito, il modo in cui la solleva e la adagia sulla sedia a lato del letto per poterle chiudere con calma i bottoni, la cura che usa per fare un ficco perfetto con la fascia che le cinge la vita. Gli va accanto, mentre l'altro raddrizza il capo della compagna, che loro avevano scelto per quela giornata. « Il turno, adesso, è tuo. » Esordisce spostandosi, così che l'altro potesse ridare un po' di colore a quel volto. « Non essere triste, Amber. Torno subito, vado solo a preparare uno spuntino veloce. » Passano pochi minuti di silenzio, prima che una musica lenta arrivi dalla cucina, insieme al suono di sportelli aperti e il cozzare delle padelle. « Mi piace il tuo gusto in fatto di musica, Amber! »
Sorride, mentre fruga nel beauty case della giovane donna in cerca dei trucchi giusti. Ci impiega poco a sistemarla. Ombretto perlato, eyeliner, mascara, fondotinta - soprattutto sulle macchie sempre più scure del collo -, un po' di blush per restituire un'ombra di vita sulle guance. Le spazzola i capelli, lisci come seta e scuri come la notte in cui era finita la loro proprietaria. La lascia lì, seduta davanti allo specchietto ovale dai bordi pieni di fotografie, davanti al quale era sicuramente solita truccarsi ogni mattina.
Entra in cucina con passo felpato, cercando di fare meno rumore possibile per riuscire a prendere Luke di sorpresa. E ci riesce; lo sente sobbalzare quando, da dietro, gli cinge le spalle in un abbraccio. Si scosta quasi subito, ridacchiando, prima che l'altro possa arrabbiarsi. Non ama essere colto alla sprovvista. Si gira subito, infatti, con uno sguardo che vorrebbe essere arrabbiato, di rimprovero, ma che nasconde a fatica il piacere che l'espansività del fratello gli provoca.
« Su. » Poggia il mestolo con cui stava per riempire il padellino con l'impasto per i pancakes e spegne il fuoco acceso sotto il tegame. Non serve che dica altro, anche perché Mark sa che non lo farebbe, e poi i suoi occhi sono più che eloquenti. Lo osserva attentamente ancora per qualche secondo, prima di avvicinarsi un'altra volta al gemello e stringerlo nuovamente, questa volta, però, per i fianchi. Chiude gli occhi e con molta lentezza fa aderire le proprie labbra a quelle di Luke. Sente le mani del fratello stringere a propria volta la sua vita, e sente finalmente sciogliersi la tensione che compiere certi gesti, come soffocare una persona, gli fa accumulare. Cerca di stringere il corpo dell'altro maggiormente contro il proprio, ma Luke lo fa indietreggiare, fino a quando non sente la propria schiena scontrarsi con il tavolo. Sente le mani altrui scorrere lungo le proprie gambe, per poi afferrarle saldamente e sollevarle, in modo da permettergi di sedersi sul mobile.
Fa scivolare le dita sulla schiena di Luke, fino a quando non sente i suoi capelli solleticargli i palmi. Stringe quelle ciocche corte e scure, mentre fa aderire meglio le loro labbra, le une contre le altre. Si scosta, poi, per osservare attentamente il fratello, gli occhi chiari e liquidi, che sembrano quasi fatti interamente di acqua. Respirano affannosamente. Si studiano, per qualche secondo, prima che l'altro finisca di sbottonare la camicia di Mark - lavoro già cominciato di Amber, prima che questo le cingesse il collo con due mani, un po' troppo forte a quanto pare, visto lo stato attuale della ragazza -. Lo libera ai vestiti, lasciandolo con indosso solo l'intimo. Si prende un attimo di tempo per guardare con attenzione quel corpo così identico al proprio; è giusto un momento, però, perché Mark si impossessa ancora una volta delle sue labbra esente che è arrivato il proprio turno di svestire il gemello, di far scorrere le proprie mani su quel corpo chiaro e caldo, di sentirlo vicino, più di quanto lo siano normalmente. È meno accurato di quanto lo fosse stato poco prima con Amber, ma questa volta i gesti sono dettati dal desiderio sempre più crescente. Lo sfiora fino a quando non lo sente rabbrividire, fino a quando lui non lo stringe a sé con forza, mordendogli, senza fargli troppo male, una spalla. Lo sfiora fino a quando non sente l'erezione del fratello premere contro la propria, in quell'abbraccio così stretto.
Luke si allontana, di poco, quel tanto che basta per sollevare il fratello, prenderlo in braccio, e trasportarlo verso il muro, contro il quale lo fa appoggiare.
« Voglio poterti guardare negli occhi. » Gli sussurra in un orecchio, prima di infilargli una mano dentro l'intimo, tra i glutei, per poterlo preparare. Mark inarca la schiena, cercando di non irrigidire troppo i muscoli a causa di quell'intrusione. Luke gli mordicchia di nuovo la scapola sinistra, per poi risalire con caldi baci il collo, la mandibola, il mento, fino a tornare ad impossessarsi delle labbra morbide e leggermente arrossate del gemello. Ciò aiuta quest'ultimo a rilassarsi, essendosi abituandosi a quella strana sensazione, nonostante stringa a sé con più forza il corpo dell'altro, avvinghiando saldamente le gambe dietro al suo bacino.
« Ci sei? » Gli domanda Luke, ansante, prima di tirare duori le proprie dita ed abbassare l'intimo di entrambi - Mark è costretto a toccare nuovamente terra, grugnendo la propria disapprovazione, per lasciar cadere i propri boxer a terra, mentre quelli di Luke si arrotolando intorno alle sue caviglie - avendo ricevuto un segno di assenso da parte del fratello. Si insinua dentro di lui lentamente, stando attento a non fargli del male. Quando il volto altrui torna a rilassarsi, lo bacia, iniziando a spingere, senza fretta e senza foga.
Situazione che non dura a lungo, perché man mano che l'eccitazione cresce, altrettanto fa la frequenza delle spinte. L'aria si riempie di gemiti, bassi, soffocati o nella bocca o nel collo dellaltro. Mark stringe con forza in una mano i capelli di Luke, quando questo inizia a massaggiare la sua erezione.
La musica, che fino ad allora era stato in sottofondo, viene totalmente coperta dai versi dei due fratelli, che raggiungono l'apice del loro piacere, accasciandosi, poi, l'uno sull'altro. Poggia i piedi a terra, Mark, tremante e con il fiatone. Solleva il volto, per poter fissare ancora una volta il proprio sguardo in quello del gemello.
« Dovremmo farlo più spesso. » Dice, vedendo finalmente un'espressione tranquilla, se non addirittura felice, sul volto del gemello. « E dovremmo anche farci una doccia. » Prende un gran respiro. « Mamma si arrabbierà, se non sistemiamo Amber in tempo. Dobbiamo portarla ad una festa, ricordi? »