HEROES - "Malchance" (Gabriel Gray)

Aug 21, 2008 17:09

Titolo: Malchance
Fandom: Heroes
Personaggi: Gabriel Gray (Sylar), OFC
Rating: PG
Parole: 465 (W)
Prompt: Chiuso Per Ferie @ fanfic_italia // Lavoro @ fanfic100_ita
Warnings: Flash-Fic, pre-Volume I, Gen (o quasi)
EFP: LINK.
Riassunto: Un viaggio a vuoto.

Tabella: TABELLA.


Note.
- Non betata. Se ci sono errori, fatemelo sapere!
- Scritta per il Festival del Cocomero @ fanfic_italia. La fic postata nella community è a questo post.
- Ridavano alcuni episodi di Heroes ieri sera, uno era quello in cui Gabriel fa a far visita alla madre (1x21: The Hard Part). Virginia menziona i frequenti viaggi di Gabriel che - a suo dire - avrebbe visto tutto il mondo. Quindi... mi sono sentita ispirata in questo senso :] Parigi è la prima tappa! Gli avvenimenti di questa flash-fic si collocano prima del Volume I, prima di Sylar in pratica.
- Malchance significa "sfortuna" in francese.
- PIMPING: If You Love Me Won't You Let Me Know? @ cursednotes.





Malchance.

*

Rue Jules Verne, 35
75011 Paris
France

Rilegge le poche righe scritte a mano sul foglietto schizzato di inchiostro, prima di accartocciarlo.

L'insegna del negozio pende di lato: un vecchio orologio stilizzato che reca il nome della bottega subito sotto.

Gabriel socchiude per un secondo gli occhi, sforzandosi di non perdere la pazienza quando il suo sguardo si sofferma ancora una volta sul cartello che avvisa la gentile (e probabilmente inesisente) clientela che l'attività è chiusa fino a data da destinarsi.

Era sicuro che sarebbe riuscito a trovare i pezzi che gli servono, lì a Parigi, ma a quanto pare ha sbagliato a fare i conti.

Un viaggio a vuoto.

Dà le spalle alla vetrina sporca e polverosa, dalla quale riesce ad intravedere varie pendole, cucù, quadranti e lancette, batuffoli grigi negli angoli più bui della stanza.

Pensa con disgusto che, in confronto, la bottega di suo padre è la reggia di un sovrano.

"Ça va, monsieur?"

Una voce di donna lo raggiunge inaspettatamente. Si volta di lato, senza vedere nessuno.

"Su, monsieur!"

Alza di scatto il capo, mentre una donna appoggiata al davanzale dell'appartamento sopra il negozio, gli rivolge un gran sorriso.

Ha su per giù trentacinque anni, grandi occhi neri, capelli corvini che le circondano il viso in ciuffi scomposti, e una scollatura degna di nota accentuata dalla posizione china alla finestra.

"Cercavo...," Gabriel indica la vetrina. Non parla francese, lo spiccica un po', ma non ha intenzione di fare una qualche pessima figura con una donna del genere.

"Monsieur Barton?" Scuote vigorosamente la testa, senza smettere di sorridergli. "Il est mort."

Morto. Gabriel abbassa il capo, maledicendo la sua cattiva sorte.

"Vous le connaissez?"

Non solleva lo sguardo per per poterla guardare, limitandosi a scuotere la testa in cenno di diniego. No, non lo conosceva.

"Il était très malade," continua la donna, senza togliergli gli occhi di dosso, "et très bizarre, aussi. Voulez-vous boire quelque chose, Monsieur?"

Gabriel fa un passo indietro, scendendo dal marciapiede per avere una visuale migliore.

"No, grazie," si limita a risponderle, sempre in inglese, senza accennare ad un sorriso.

"Vous êtes fatigué, n'est-ce pas?"
"Un po'," dopo un viaggio così lungo, chiunque lo sarebbe.
"Vous pourriez faire une petite pause ici," propone lei.

I suoi grandi occhi neri si accendono di una luce strana, qualcosa che Gabriel non può riconoscere.

"Davvero, non -"
"Oh, allons monsieur! Je ne suis pas un terrible assassin!"
"Non -"
"Allez, je vous ouvre la porte!"
"Io -"

La vede sparire dalla sua visuale, probabilmente lanciata verso la porta, ma ricompare qualche secondo dopo, inaspettatamente.

"Votre nom?"
"Gabriel."
"Gabriel...," si illumina appena, ripetendosi il nome, "comme l'archange, n'est-ce pas? C'est jolie."

Gabriel le rivolge un sorriso strano, annuendo appena.

Sì.
Sì, come l'arcangelo.

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