Jul 17, 2006 23:36
La verità è che quel percorso che mi sentivo dentro, come un destino era in realtà una gara. La mia più grossa ostinazione è stata quella di batterti e ora che ho vinto tu mi sembri infinitamente piccolo e innocuo, bianco e più curvo di quanto ricordassi. Mi dispiace. Aver vinto non mi fa sentire meglio. Non mi ha trasformato in una donna, non ha dissolto quello che credevo di dissolvere. L’obbiettivo che ho raggiunto non era quello che credevo. Si è mascherato da ambizione, si mascherato da identità, da ragazza brava con gli occhiali che fa contenti tutti, da professione e bla bla bla. La verità è che volevo vincerti e ho imparato ripetere bene la lezione alla maestra.
Volevo solo laurearmi, non volevo così tanto fare la psicologa.
Ti ho battuto.
Tu mi sembri misero e io sono sempre la stessa.
E adesso che non ho più La Gara da rincorrere non so più la strada. So solo che non è il momento di decidere, altrimenti saprei cosa fare. Altrimenti saprei cosa fare.
Ci sono ancora tante cose ancora da vedere prima di fare. Da vedere da dentro invece che da fuori. E’ anche possibile che io veda qualcosa di diverso, com’è possibile che io veda le stesse identiche cose in modo totalmente nuovo. Ma. Sono contenta che non ci sia più nessuno a dirmi come le dovrei vedere, o meglio: siete ancora lì a dirmelo e io non ascolto più, come se avessi la testa sott’acqua, persa nei miei pensieri.
Capivi così bene l’altra parte di me in cui tu non eri responsabile di niente che mi stonava quella parte che ignoravi nella tua narrazione del mio Me secondo il tuo vangelo. Pensavo lo facessi apposta. E mi fa strano capire che non capivi, che non avevi scelta, perché io ti consideravo capace di comprendere qualsiasi cosa e ti consideravo quindi un colossale, gigantesco stronzo malvagio. Mi ci devo abituare all’idea che non capivi. Mi ci devo abituare all’idea che non avevi scelta. E sono talmente abituata a gareggiare con te che mi vien da pensare che siccome io gestisco il mio libero arbitrio, ti avevo battuto ancora prima che iniziasse questa distruttiva competizione.
Ma forse è ora di gettare la spugna.
Di dispiacermi per me e per te.
Di tutta quest'ansia di dimostrare qualcosa.
Delle cose che ho fatto non perchè mi piacevano.
Di guardarmi dentro e andare oltre.
"Tutto quello che hai fatto ti è servito a stare meglio?" (American History X)