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Oct 15, 2005 00:08


La mia vocazione è una delle poche cose che mi fanno dubitare dell'inesistenza di Dio.
Un tipo in libreria chiede un libro di economia. E io mi chiedo "perchè cazzo non ho studiato economia?".
Ci sono lavori che hanno molto meno a che fare con l'identità. Uno fa il benzinaio, il commesso, l'impiegato. Fa, non è. Io sono psicologa. Non c'è niente da fare. Lo sono perchè se mi togliessero la capacità di farlo o se dubitassi del mio talento non è che non saprei più chi sono, ma se ne andrebbe un bel pezzo di quel che sento nel modo che ho di percepire me stessa. Ci sono persone che fanno gli psicologi, ma io ho a che fare con la Vocazione, la chiamata, con il riconoscere dentro di sè una strada e un "destino".
E' tutta un'altra roba. Non è tanto uscire dai propri panni quando non si lavora, quello mi riesce benissimo. Non sono il tipo psicologa che gode nel mettere le persone a nudo anche quando non te lo chiedono, a me del potere non è mai fregato un cazzo. Non me ne frega niente di guardare gli altri da una cattedra, tent'è vero che mi sembra spesso che gli altri se la cavino meglio di me a vivere, che si complichino un pò meno la vita. Che poi nel complesso me la cavo egregiamente, non è questo il punto.
Il punto è che ogni tanto mi piglia il peso delle responsabilità. Mi viene paura.
Finiti i miei quattro anni di specialità, che includono solo due anni di supervisione, io non sarò obbligata a rendere conto a nessuno. Nessuno può punirmi per un fallimento terapeutico. Nemmeno il fallimento terapeutico è tanto facile da valutare. Un medico ti dà una medicina e la medicina non funziona? La cura è sbagliata, lo vedi subito. A me chi mi controlla? Come faccio a sapere a lungo termine se ho detto una frase sbagliata, se ho ciccato l'approccio, se ho perso un paziente per un errore tecnico? Io ho nell mani i pensieri. Posso creare problemi che non esistono, dalla mia posizione posso dare giudizi che segneranno la vita delle persone.
Così, anche se non credo, ogni tanto prego. Non dico di non sbagliare mai, ma di avere sempre la lungimiranza per rimediare. Vedo il sereno dopo il temporale, un pezzo di arcobaleno. Spero con tutto il cuore che nella vita per fare bene avere le migliori intenzioni sia sufficiente.



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