Керчь. Вид на гору Митридат (рисунок итальянского художника Карло Боссоли)
Kerch. La collina Mitridat, disegno di Carlo Bossoli.
Il fatto che a Kerch dal 1830 esisteva un consolato conferma l'informazione che a Kerch a quell’epoca c’era già quantità notevole degli italiani, secondo alcuni dati più di trenta famiglie. Perciò nello stesso 1830 fu cominciata la costruzione di una chiesa cattolica. La maggior parte dei soldi fu raccolta dalle offerte degli italiani vissuti in città e dei marinai delle navi italiani che arrivarono assai spesso a Kerch. A proposito, la chiesa fu costruita da un italiano, architetto Alessandro Digbi. Fu un piemontese, sudditto dell’Impero Austro-Ungarico. Viveva a Kerch per molti anni ed era l’architetto generale della città. I specialisti dicono che proprio le sue opere formarono l’aspetto del centro di Kerch. La chiesa fu costruita e consacrata al nome dell’Assunzione della Santissima Vergine Maria il 18 marzo 1840, e da quel momento diventò un punto di riferimento spirituale della comunità italiana.
Davvero, oltre l'altare c'era poco da riunire quegli emigranti. Cantavano canzoni diversi, parlavano diversi dialetti e a volte per capirci meglio usavano delle parole latine e addirittura russe. Furono i sudditti di diverse bandiere. Bisogna menzionare che non pochi, soprattutto i marinai, alla metà dell’Ottocento accettarono la cittadinanza dell’Impero Russo. E' perché a quell’epoca fu una condizione entrare al servizio marittimo sulle navi russi, anche quelle commerciali potevono solamente i cittadini russi. Così molte famiglie con i cognomi italiani diventeranno “russi” secondo i documenti. Ed ora è difficile se non impossibile confermare l’origine italiana delle famiglie cui avi son arrivati in Crimea prima dell’Unità d’Italia.
Probabilmente questa isoletta dell’italianità sarebbe sparita pienamente, cancellata dalle ondate di assimilazione. Le nuove generazioni man mano perdettero il senso dell’identita nazionale, com’è successo nel Medioevo con i discendenti dei colonisti genovesi.