{supernatural + pacific rim au}
Il cigolio delle ruote di una barella riempie il corridoio.
L'unica telecamera a circuito chiuso di quella zona, l'ha inquadrata mentre usciva dall'ascensore, spinta da Castiel.
Si trova lì per ordine del Generale - sono sempre gli ordini del Generale - e, un passo dopo l'altro, la trascina all'unica porta di ferro nero del corridoio.
La numero uno. Allo Shatterdome di Tokyo, però, la chiamano Ruumurisetto e, ogni volta che è costretto ad entrarvi, un pezzo di lui viene lasciato lì dentro, insieme alla memoria cancellata dei piloti che accompagna - che trascina, sarebbe più corretto dire. La maggior parte di quei piloti è incosciente, ferito o costretto, la maggior parte di loro non vuole che la propria memoria sia mandata a puttane dal galoppino del Generale, quel figlio di puttana traditore.
Castiel inserisce il codice che fa scattare la porta, permettendogli l'accesso.
Questa volta non ci sono urla, imprecazioni, promesse di vendetta o "Sei un fottuto venduto, Castiel! Tuo fratello è dovuto crepare pur di starti lontano!", eppure la testa del pilota si riempie delle voci di tutti quelli a cui ha resettato i ricordi, come un computer ormai lento e troppo pieno che necessita di una formattazione. E' così che il Generale vede i piloti e Castiel si chiede quando, l'uomo, abbia dimenticato che infilati in quelle armature, ci sono degli esseri umani e non dei pezzi di latta.
O delle pedine da collezione.
E' il volto di una di quelle pedine che sta guardando, una delle più rare, che riempie i monitor della stanza insieme alla cascata di dati, missioni compiute, kaiju uccisi e catalogazione dei ricordi (banalmente li catalogano come personali, lavorativi e top secret). C'è così tanto che quegli occhi verdi screziati d'ambra hanno visto e che ora sta passando davanti agli occhi blu di Castiel, che l'idea di cancellare tutto gli dà il voltastomaco.
C'è un intera vita in quegli occhi, che lo fissano dallo schermo proiettato di fronte al pilota. Ricordi di un bambino che corre verso suo fratello, cercandone la mano più grande; ricordi di litigi con suo padre, dei suoi "devi farlo perché lo dico io" e dei propri "no"; ricordi della Jaeger Academy, la stessa che anche Castiel e Jimmy hanno frequentato per qualche anno; ricordi di combattimenti contro i Kaiju, di ordini ricevuti, ordini ignorati e ordini eseguiti, di bevute con gli amici, del primo bacio con una ragazza, del primo bacio con un ragazzo - suo fratello -, dei "Ti amo, Dean" pensati durante il drift, della prima volta in cui ha toccato il suo corpo nudo, delle tecniche di combattimento del loro Jaeger, delle lacrime, delle ferite, dello Jaeger danneggiato, del fetore di un Kaiju, del suo morso, del dolore, dell'acqua, dell'acqua, dell'acqua, DELL'ACQUA, dell'...
«Dannazione!»
Castiel si accorge troppo tardi di quello che ha provocato la carrellata di ricordi, sul corpo sdraiato sulla barella e collegato all'A.I. che lo sta analizzando.
In preda ad una crisi epilettica, il corpo si agita, si inarca e trema così forte che l'ago della flebo è scivolato in parte via dalla vena e il tubo in gola si è stortato, rendendo più difficile il passaggio dell'ossigeno.
Sbarra gli occhi sul volto del ragazzo, sulle scie castane dei capelli che, troppo lunghi, gli imbrattano la faccia, sulla barba che ha iniziato a macchiargli il mento e si bagna di saliva, mentre sta soffocando.
«Non ora.» sussurra il pilota.
Non è un medico, non ha la più pallida idea di cosa possa fare.
«Non ora.» continua a dirgli «Resta con me.»
E' l'istinto a fargli dare il via al programma di reset - per fargli dimenticare. Tutto. Per farlo smettere di soffrire...
Poggia la mano al petto del ragazzo, salendo verso il collo e il mento, in una carezza lenta e calda che, in qualche modo, viene percepita anche da lui.
Lo sente calmarsi sotto le proprie dita e ha l'impressione che le ricerchi, in un movimento impercettibile che forse è stato solo frutto della sua immaginazione e forse l'ha solo desiderato.
[Reset completato.]
La voce metallica dell'A.I. lo porta a sollevare gli occhi sullo schermo proiettato nell'aria.
[Desideri caricare nuovi dati?]
La mano di Castiel sfiora la guancia del ragazzo per un attimo soltanto, prima di scendere a cercarne la mano. Se solo non fosse stato trascinato fino alla baia di Tokyo, se solo non avesse mai pilotato uno jaeger, se solo non fosse uno dei due piloti di Hell Bound...
«Sì. Apri: Nuova identità.»
Incrocia le dita con le sue, in un contatto intimo in cui spera con tutto se stesso che possa capire quanto gli dispiaccia, che avrebbe voluto si trattasse di chiunque altro, ma non ha altra scelta. Non può disobbedire agli ordini del Generale, non lui.
Quando le nuove disposizioni sull'identità nuova del ragazzo terminano, c'è un lungo minuto di silenzio, in cui la cpu lavora e lui sente di nuovo le grida dei piloti che lo accusano di essere un traditore e, sopra tutte quelle voci, sente quella del ragazzo in coma che lo implora di non farlo, mentre i suoi "Ti amo, Dean" si spengono per sempre.
Che cos'ha fatto?
Che cos'ha fatto...
«Mi dispiace, Sam...»
[Nuova identità caricata.]Sam Winchester muore quel giorno, insieme ai suoi ricordi.
[New ID Code: R1V3R]