{supernatural + pacific rim au} Headcanon: Dean che, dopo Sam, non è più in grado di interconnettersi neuralmente con nessuno e, uno dopo l'altro, frigge il cervello dei copiloti.
Il primo copilota gli viene affidato dopo ventisette giorni, tredici ore e ventiquattro minuti dalla morte di Sam; tutto tempo sprecato in analisi e colloqui con idioti che devono aver comprato la laurea di psicologia per corrispondenza e gli hanno fatto dono della loro mediocrità e dei loro “Tuo fratello è morto, ma tu sei vivo. Devi andare avanti”. E grazie tante Harvard e Yale per aver permesso che teste di cazzo del genere avessero licenza di praticare in America.
Canadese è invece la nazionalità del copilota affidato. Ha un nome che non ricorda, gli suona come Jimbo, ma potrebbe anche trattarsi di un Harry per quel che lo riguarda; è una testa calda cacciata dal corpo dei Marine e reclutato tra i piloti di jaeger della base di Los Angeles. Fin dal suo arrivo ha sputato sentenze e battute idiote sulla leggenda dei Winchester, è uno di quelli che non vede nulla di speciale in una famiglia decimata dalla guerra contro i Kaiju e che ha dato la vita per difendere le coste dell'America e i suoi abitanti. Tutto quello che interessa a Jimbo - o Harry - è fare il culo al pivello tutto lentiggini e occhioni verdi, neuralmente parlando, e farlo scendere dal piedistallo su cui altri lo hanno piazzato.
L'intesa è stata quella che è stata, ridicola. Non ci sono opzioni migliori alla base e, a meno che non vogliano lasciare IL pilota per eccellenza in panchina, mentre il mondo va a puttane, tanto vale provare.
All'avvio della stretta di mano neurale, le gambe di Dean tremano. Rimane in piedi, a farsi aprire la testa e a rivivere, scena dopo scena, la morte di suo fratello; è una ferita aperta e purulenta che non pensava potesse ancora fargli così male, eppure non c'è nient'altro. Non ci sono pensieri o ricordi non suoi ad invadergli la mente, non riesce a sentire il copilota e questo significa che il drift, dopotutto, ha fallito.
Poi, la voce di Ash, dalla postazione informatica, gracchia leggermente metallica attraverso gli auricolari del casco: «Mio Dio, spegnete tutto! Annullate la stretta di mano, annullatela ora!»
E, accanto, il corpo del pilota canadese è scosso dalle convulsioni, annientato dalla forza dei ricordi di Dean, dalla sua rabbia, dal suo odio, da ogni sua singola emozione moltiplicata per due (perchè Sam gli è rimasto dentro) che gli è scoppiata addosso, una mina esplosa sotto ai piedi, che ha frantumato le cellule del suo cervello, ancor prima che potesse affacciarsi alla testa di Dean.
Winchester lo guarda, il dispiacere che prova si perde tra le altre emozioni.
Jimbo -o Harry, o qualsiasi fosse il suo nome- è stato il primo di diciotto tentativi.
Quando due occhi azzurro ghiaccio lo fissano ferini e annoiati attraverso il casco nero e bordeaux del nuovo copilota che gli è stato affidato, tutti si aspettano il fallimento numero diciannove.
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«Forse sei arrugginito, ragazzino, ma quel bestione di categoria 4 non si ammazzerà da solo.»
Arrugginito è la parola esatta. Stupore e confusione è, invece, quello che prova quando la voce dallo spiccato accento della Louisiana gli rimbomba nei timpani e, per la prima volta dopo tanto tempo (tre mesi, una settimana, sei giorni e quindici ore dalla morte di Sam), il suo copilota completa il drift con lui. Diventa lui.
«Sì, forse sono arrugginito.» mormora, con una smorfia che potrebbe essere scambiata con la pallida ombra di un sorriso «Ma pilotare uno jaeger è come andare in bicicletta: andiamo, ammazziamo quel figlio di puttana e torniamo alla base.»
L'uomo ride.
«Mi hai letto nel pensiero.»
Cazzo sì, ci può scommettere le palle.