Characters: Rory Williams; Eleventh Doctor; Amelia Pond;
Pairing: Eleven/Rory {fezturion} ; Rory/Amelia
Rating: pg-13
Genre: Fluff; slice of life;
Warning: slash
Prompt: On a date
Words: 1.050
Disclaimers: I personaggi di Doctor Who appartengono a chi di diritto.
Scritta sui prompt di [
30 day OTP Challenge ]
Capitoli precedenti:
01 -
02 -
03 -
04
Day 04 # On a date
Sono lontani dalle urla della battaglia e dal cozzare delle armi, hanno sentito solo gli echi delle canzoni di guerra che smuovono l'intero mondo e scivolano tra la sabbia e la polvere di quelle lande aride che hanno seccato e indurito l'anima dei loro abitanti. Rory sente il sangue pulsare e le mani formicolare per il bisogno di stringere una spada e gettarsi nella mischia, seguendo l'istinto del Centurione che è stato in un'altra vita.
Si sente in colpa per essere così lontano; sono stati loro a dare inizio a tutto quanto, atterrando con il TARDIS tra due nazioni già sul filo di un rasoio e, invece di imbracciare un'arma e combattere, cercano un miracolo.
Ha promesso ad Amy che sarebbe stato attento, a River di badare al Dottore e alla piccola Celia, la bambina che li ha nascosti nel granaio di famiglia, che avrebbero trovato il modo di far finire la guerra e portare finalmente la pace suo popolo, anche se ciò che porta con sé il dottore è solo caos.
Guarda con diffidenza la strana costruzione che nasce direttamente dalla terra.
«Un sasso?» domanda, in fondo che altro può essere? «Siamo venuti qui a guardare un sasso?»
«Innanzitutto non è un sasso, Rory, presta più attenzione!» lo rimprovera il Dottore, colpendolo alla nuca con una delle pagnotte di grano duro che doveva essere la loro cena ma che, non si sa come, sono finiti a tirare a degli strani volatili che somigliano a piccioni con un becco di legno «E poi non stiamo guardando un sasso, questo è un appuntamento. Stiamo facendo quello che si fa in un appuntamento!»
Nessuno sano di mente potrebbe scambiare quella cosa per un appuntamento, ma il Dottore ne è così convinto che gli ha usato perfino la voce da "è tutto così ovvio, come fai a non capirlo?"
«Quindi, tirare interi panini ai piccioni, o qualsiasi cosa siano, sarebbe la tua idea di appuntamento?»
Per un lungo attimo il Dottore tace e Rory si illude di essere riuscito a fargli capire il proprio punto di vista.
Ma poi, che c'entra un appuntamento con la fine della guerra?
Stizzito il Dottore gli strappa la pagnotta che ha tra le mani, la agita nell'aria con il rischio di cavargli un occhio, la analizza con il cacciavite sonico in un tic nervoso ed inutile e, infine, la getta un po' a casaccio vicino ad un gruppo di piccioni, guardandoli volare via spaventati dal tonfo.
«Ho pensato fosse più veloce per ambo le parti, noi ci liberiamo in fretta le mani e loro ricevono subito quello che vogliono. Visto? Tutti felici.» la voce ha acquistato l'irritante sfumatura "Rory, ti credevo più intelligente".
Ma Rory ancora non riesce a cogliere il piano del Dottore e i secondi passano in fretta, senza che succeda nulla.
«C'è qualcosa che manca... ma cosa, cosa?» mormora Eleven. Pensieroso si abbassa verso l'uomo, cerca nei suoi occhi azzurri la risposta e, la cosa sorprendente, è che in qualche modo riesce anche a trovarla, nascosta nel nero della pupilla, dove il riflesso del proprio volto gli sorride.
«Oh Rory, sei un genio!» esclama. Gli afferra la mano, la solleva alla bocca, lasciando l'impronta di un bacio sul dorso e poi la tiene semplicemente lì, stretta tra le proprie dita, mentre Rory si chiede se gli abbia letto nel pensiero e abbia anche sentito il tremito che si è dipanato sotto la pelle a quel bacio. È sicuro di sì, non può non averlo sentito, ma lo sguardo del Dottore si solleva al sasso che ha appena cominciato a pulsare.
«A-ah! Lo sapevo!»
Non sta solo pulsando, in effetti, si è illuminato di una luce rossa, calda ed intensa e, sulla superficie, la cascata di lettere che lo ricopre continua a cambiare così velocemente che il TARDIS fatica a seguirlo nella traduzione.
«Ma che cos'è?»
«Oh Rory, Rory, questo è il cuore della terra, il luogo che ha visto il primo bacio tra nemici giurati e nascere l'amore tra i generali delle due nazioni, cento anni fa, quando la guerra non era che un pensiero nella testa degli stupidi e la speranza batteva ancora insieme a questo sasso.»
La mano del Dottore si alza, portando con sé quella di Rory, la poggia alla superficie rocciosa e, nel palmo aperto, sentono pulsare quel cuore di pietra, insieme ai ricordi di un uomo e di una donna che la guerra ha ucciso, ma il cui amore ancora vive e viene riportato alla luce e filtrato attraverso i racconti romantici e la voce appassionata dell'alieno.
«Lo senti Rory?»
«Credo di sì.»
Sente le voci dei generali chiamare la fine della guerra, sente la mano di Eleven stretta intorno alla sua, sente quella libera raccogliergli la nuca e la sua fronte poggiare contro la propria, sente il suo respiro soffiargli addosso e mischiarsi con il proprio e, infine, sente il rombo del tuono che ruggisce e trema nascendo dal sasso, gettandosi in un lampo di luce rossa verso il cielo, spezzandolo fino a farlo piangere.
Per la prima volta, dopo cento lunghi anni, torna a piovere.
Per la prima volta, dopo cento lunghi anni, le urla della battaglia si trasformano in urla di gioia e le canzoni di guerra diventano nenie per dar riposo ai morti e festeggiare i vivi.
«E' finita?» domanda Rory, stordito dalla vicinanza del Dottore e infreddolito dalla pioggia che gli batte addosso, bagnandone gli abiti e appiccicando i capelli alla fronte.
Il Dottore sorride, il suo sguardo non sembra più così pesante.
«Tutto il contrario, Rory, non è che l'inizio.»
E Rory è convinto che possa già vedere l'acqua piovana penetrare nel terreno, scavare fiumi, i fiori germogliare, i raccolti crescere e perfino Celia farsi grande e crearsi una nuova famiglia, piena di figli e di nipoti.
Si tira indietro, allontanandosi dal Cuore della Terra che pulsa insieme al suono dei tamburi in lontananza.
Vorrebbe muovere la mano, ma è ancora prigioniera di quella dell'alieno.
«Dottore, ora puoi lasciarla.»
Eleven guarda prima lui, poi le dita intrecciate. Sorride e scrolla le spalle.
«Credo che lo farò più tardi, Rory, quando sarà finito il nostro appuntamento.»
E la sua mano rimane stretta in quella dell'umano, in un contatto che nessuno dei due ritiene spiacevole, ma che inizia a caricarsi di un significato più intimo.