Scritta per
Corsa delle 24h - IX edizione@
La torre di carta -
prompt: 26. Viola del pensiero, “Ti penso” [110w]
Steve non è tipo da fiori. Il suo amore è una biscia scellerata, striscia tra roseti che Bucky pianta per le dame, graffiato da spine arrabbiate e stregato da petali sgargianti.
Rossi - come il sangue che gli riempie il cuore.
Bianchi - come tele ancora nude.
Blu - come occhi con cui far l’amore.
Neri - un nero pieno e lucente, come l’abito da sera di cui veste i suoi segreti.
Ma un colpo di tosse spalanca la gola a un nuovo male. Steve si stacca dalla finestra, cade in ginocchio.
Sulla mano schizzi rossi e petali tricolore.
In strada, lontano dallo sguardo, Viole del pensiero piovono anche dalla bocca di un sergente.
prompt: 28. Rosa Muschiata, “Sei bella ma capricciosa [120w]
Le strade di Brooklyn bisbigliano sonnacchiose, le luci dei lampioni inghiottite dalla nebbia.
Steve naviga a vista, braccio contro braccio con Bucky.
Pugni stretti e broncio in faccia, prende fiato, si prepara, quasi dovesse affrontare l’incontro della vita: categoria peso piuma nel campionato di rimbrotti.
«Dico solo che non c’è nulla di dignitoso a crepare in una fossa, abbracciato a un fucile.» Bucky lo precede, un gancio da manuale. Ma sa che a fare a pugni - e prenderle - Steve potrebbe continuare tutto il giorno.
«Non cerco un modo degno di morire, ma uno degno di vivere.»
«Dio...»
S’interrompe, volta il capo.
Avvolto dalla nebbia, Bucky sputa petali rosati e sorride infelice.
Il suo amore, questa sera, è bello e capriccioso.
prompt 30. Viscaria, “Invito a ballare” [120w]
«Cosa sono?»
«Un invito.»
«Non fare il cretino, Buck, parlo dei fiori.»
Steve ha mani sporche di carboncino e una mina incastrata all’orecchio. Non si aspettava visite, ma guarda Bucky e affila il sospetto.
C’è un mazzo di fiori tra le mani dell’amico, piccole ondeggianti campanelle purpuree e, non meno importante, una cravatta annodata al suo collo.
Basta quella a dare l’allarme.
Bucky è un ragazzo a modo, colletti inamidati e scarpe lustre, ma lontano dalle messe della domenica, la noia di una cravatta s’accompagna solo a una donna.
E Steve nel mezzo.
No grazie, ha già dato.
Ma nei suoi fragili polmoni sbocciano fiori ronzanti d’emozioni: Bucky ha sorriso, Bucky gli ha scoccato un occhiolino, Bucky esiste.
«Anche io.»
22. Iris, “Ardo di passione per te” [120w]
Il mio nome è Iris, come il fiore.
Steve la segue sulla pista da ballo, tra banchi di coppie innamorate che nuotano in oceani di luci.
Iris è tutta volteggi e onde di velluto.
Steve ha braccia di piombo e gambe di melassa.
Da qualche parte Bucky ride e flirta, abbracciato alla sua dama. Lei s’alza sulle punte, gli ruba un bacio.
L’impronta rossa delle labbra svirgola alla guancia. Bucky s’è scostato, sfuggente come l’illusione della luna riflessa in un pozzo - se sei incauto rischi solo d’affogare.
È questo il problema di Steve. E incauto, appesantito da un amore disperato, affoga.
Il tonfo riecheggia nella sala.
In terra un corpo di spigoli e un’esplosione di petali blu e stami dorati.
04. Petali [120w]
«Perché non me l’hai detto?»
Bucky ha affondato le mani in una tomba di Iris blu; temeva di trovare solo polvere e invece ha raccolto Steve e il suo amore non corrisposto.
Steve, che ha un cuore grande in un petto di cristallo - un battito più forte basterebbe a frantumarlo.
Chi è la sciocca che non l’ama, che potrebbe stringere il sole ma ha paura di scottarsi?
A rispondere il sibilo di un respiratore artificiale.
«Dovevi dirmelo, Steve, ti avrei aiutato.»
Ai piedi di un letto d’ospedale, Bucky piange lacrime e petali.
Di tempo non ne ha più - anche il suo amore è un ratto che lo mangia da dentro -, ma quello che rimane, giura, lo darà a Steve.
36. Paura [110w]
«Vorrei fare delle analisi anche a lei, se lo permette.»
Bucky solleva occhi da una tazza di caffè bruciato, li incastra dietro alle lenti dell’uomo e nel suo tono legge una diagnosi già pronta.
«Non ce n’è bisogno, doc. Preferirei pensasse a curare il mio amico.»
«Sta morendo, Sergente Barnes.»
Il dottore è un brav’uomo, ma è un macellaio d’emozioni.
Se Bucky non fosse già seduto, sarebbe caduto tra le macerie del pavimento aperto sotto ai piedi.
Troppo spaventato per chiedere chi, la risposta è una manciata di fiori sputata nel palmo.
Entrambi.
«Non si preoccupi, ho intenzione di resistere finché Steve non sarà guarito.»
Sarà quella cura a ucciderlo.
20. Emettere un gemito [120w]
Brooklyn si bagna di grigio, l’orizzonte una coltre nubi iraconde: il sole sta morendo in un letto d’ospedale.
Bucky entra dribblando con lo sguardo il letto e il suo penoso abitante. A ogni respiro, nel tubo di plastica si raccolgono boccioli di dolore, gemiti fioriti risucchiati dalle pompe.
Steve dorme, appassisce.
Bucky lo sfiora, una carezza di rimpianti e preghiere - torna da me.
«L’infermiera dice che servono rose per rallegrare la stanza. Come se non avessi abbastanza fiori tu per tutto l’ospedale, eh, Stevie?» Strozza una risata amara. «Ci ho provato… tu ti saresti arrabbiato: l’avrei portata qui e costretta ad amarti. L’ho cercata ovunque, perfino nei tuoi schizzi, ma è un segreto che ti si tenuto troppo stretto.»
21. Tulipano, “C’è il sole nel tuo sorriso” [110w]
Steve ha sognato campi di tulipani, laghi ondeggianti di giallo, rosso e rosa, e, sulla testa, un cielo che sapeva di quegli occhi che ha tanto amato. Si è tastato i calzoni, alla ricerca d’una mina per intrappolarli su carta - farli suoi. Il blocco da disegno è rimasto al di là del sogno, in una realtà da cui sfuggono carezze fantasma, spettri di un bacio a fior di fronte e l’eco di un desiderio struggente.
«Torna da me.»
Poi un colpo di tosse.
Sulla punta del naso una carezza di seta profumata.
Hanahaki.
Steve riemerge dal sonno con un nome sulla lingua.
Dopo giorni di buio, nella stanza sorge l’alba.
27. Crisantemo, “Sei un amico meraviglioso” [120w]
Se ne avesse la forza, Bucky ruoterebbe occhi al cielo e prenderebbe a sberle un amico testardo - un amore segreto - per il modo in cui da solo strappa tubo e maschera dalla bocca.
Dovrebbe chiamare le infermiere, le ha sentite a una porta di distanza, ma Bucky ha la bocca piena di fiori - sputa, tossisce, vomita petali e saliva.
«B-Buck…» La voce di Steve è una striscia fumosa e sfilacciata. Le sue mani, perfino più sottili, lo cercano in colpetti angosciati - Perché? Chiede lo sguardo, Si è risvegliato in una realtà capovolta.
Bucky tossisce.
Petali spenti, i colori rimasti a grondare giù per l’esofago, ad annacquargli i polmoni.
Crisantemi.
Ridendo a occhi lucidi pensa che non potevano essere più azzeccati.