Character: Ilyas Nov'Argento; Gavriil
Pairing: Gavriil/Ilyas { platonic };
Rating: PG
Genre: Angst;
Words: 283
Scritta per: il
The Sprint Run - I edizione @
Piume d'Ottone; prompt parole: puzza di fumo
Gavriil non può fare altro che correre. Ha un macigno nel petto e l’orrore stampato negli occhi nel momento in cui ha visto il fuoco avvampare e divorare la piattaforma su cui si trovava Ilyas.
Sono tutte macerie annerite ora. Calpesta cadaveri di mattoni e respira il puzzo del fumo che gli annebbia la vista e gli brucia gli occhi. Darà al fumo la colpa delle proprie lacrime, non alla morsa che gli azzanna lo stomaco, al vuoto che gli si sta aprendo ad ogni passo (non lo trova, oddio, non lo trova) e al terrore che si è aggrappato alle sue vesti.
«Ilyas! Dannazione Ilyas, dove sei?»
Silenzio.
No, non portatevelo via. Prendetevi tutto, ma non lui. Prendete me al suo posto. Prendete me. Me. Me.
Ma quando il fumo inizia pian piano a diradarsi, Gavriil lo ritrova al centro delle macerie, circondato da un tappeto di cenere bianca e nera disposta in un cerchio quasi perfetto.
Illyas è inginocchio. Gli occhi vacui e la testa a penzoloni e sui palmi la magia ha scavato il suo contratto.
Gavriil si precipita da lui, lo abbraccia, lo stringe e sotto le proprie mani è così piccolo e fragile che teme di romperlo.
«Sei… sei stato tu?» osa chiedere.
Ilyas annuisce debole, la guancia premuta contro quella di Gavriil, il calore della pelle quasi assente.
«Sono morti tutti, Gavie… sono… sono morti tutti…» cantilena in un pianto silenzioso, senza lacrime, senza singhiozzi, dove tutto il dolore gli rimane dentro.
Gavriil non sa che fare e allora lo stringe più forte, e sa di essere egoista e non meritare nulla, ma per un attimo è solo felice che Ilyas sia ancora vivo.
«Non tutti, Ilyas.»