Titolo: Still me, still here
Autrice:
moonylunastorta (l'esimia, Queen of Disappearland)
Fandom: Doctor Who
Pairing: Tenth Doctor/Rose Tyler
Rating: G
Timeline: subito dopo la rigenerazione, prima della 2x1
Note: il titolo fa schifo, la fic è anche peggio; è inutile, banale, insulsa, smielata... insomma. E si vede che sono arrugginita, temo xD Non volevo neanche postarla, se la vedete qua ad infestare la vostra f-list la colpa è tutta dell'
avvelenata (la quale si schiferà alla prima frase e mi manderà a casa un esercito di Dalek, LO SO)
Va bene, la finsico di compatirmi.
*distribuisce i moduli per lamentele eventuali sicure come la morte*
Still me, still here
“Sei diverso”.
La voce di Rose interrupe inaspettatamente la raffica di parole del Dottore. Si fermò a guardarla, togliendosi pensosamente gli occhiali.
“Sono sempre io” mormorò, con una lieve nota di preoccupazione.
“Non ho detto il contrario” ribattè lei pronta: si aspettava esattamente quelle parole, prova del fatto che era vero, era sempre lui - ma le serviva una prova? “Lo so che sei sempre tu. Però sei... diverso. Sono solo un essere umano, sono abituata a vedere sempre la stessa faccia sul collo di una persona, dal momento in cui la conosco”.
Il Dottore mosse qualche passo verso di lei, soppesando le parole da dire. “Capisco che sia disorientante, devi solo abituartici. Però se vuoi prenderti un po' di tempo, se vuoi restare un po' a casa, ti capisco. Posso tornare a prenderti fra qualche giorno, qualche mese... il tempo che ti serve” disse, supplicandola silenziosamente di non accettare quell'offerta da quattro soldi.
Rose scosse la testa con un sorriso. “Non servirebbe a niente, devo abituarmi vedendoti continuamente, non lasciandoti. E poi senza di te mi annoierei a morte”.
Sollevato, il Dottore le si avvicinò e le posò le mani sulle spalle. “Rose, guardami. Guardami negli occhi”.
La ragazza alzò piano lo sguardo, con uno stupido e inspiegabile timore di ciò che avrebbe potuto scoprire. Ma poi incontrò gli occhi di lui, e la luce che vi brillava dietro era innegabilmente quella inconfondibile di sempre. Come fosse un film, le passarono davanti agli occhi tutti i momenti che avevano passato insieme; d'istinto, cercò la mano di lui, che era come sempre pronta a stringere la sua. Il Dottore le sorrise, con quell'espressione dolce e un po' protettiva che riservava solo a lei. Mentre il cuore le batteva forte come se stesse per schizzarle fuori dal petto e andarsene in giro da solo per lo spazio e il tempo, Rose allungò timidamente la mano e con un gesto lento e leggero gli accarezzò la guancia, quella pelle ancora sconosciuta. La ragazza sorrise, acquistando mano a mano più familiarità con quel volto nuovo.
“Sono curiosa di sapere se sarà diverso ...”
“Cosa?”
Senza smettere di sorridere, Rose avvicinò il viso a quello di lui, alzandosi appena in punta di piedi, e posò le labbra sulle sue. Dopo un primo momento di sorpresa, il Dottore posò una mano sulla nuca della ragazza e dischiuse le labbra baciandola con trasporto.
“Allora, è diverso?” mormorò poi, a pochi millimetri dal viso di lei.
Rose gli sorrise, mordicchiandosi leggermente il labbro. “No” rispose semplicemente, un po' sorpresa lei stessa. “E i tuoi capelli sono nettamente migliorati” aggiunse scompigliandoglieli con gioia. Il Dottore si lasciò andare a una risata piena e sincera, prima di balzare ai comandi del TARDIS. “Avanti?”
Rose annuì, felice. “Avanti!”.