Gente che va, gente che viene, gente che torna :D Perdonate le foto improponibili *_*
L’interno del pullman puzzava da morire, i sedili erano sporchi e la folla decisamente troppa. Una signora anziana vestita di tutto punto lanciò un’occhiata di disapprovazione ai suoi capelli lunghi, alla miriade di anelli che indossava e alla giacca in pelle.
-Bah… la moda di oggi. E dire che saresti un ragazzo così carino, senza tutta quella roba addosso. Come speri di trovare un lavoro, conciato così?
Alastair si limitò a rivolgerle un sorriso cortese.
-Mi dispiace che il mio stile non sia apprezzato. Tuttavia, sono totalmente a favore della libertà di espressione, e credo che ognuno abbia il diritto di dare sfogo alle proprie idee, finché si resta in un ambito cortese- rispose, in tono affabile. La donna sembrò raggelarsi. Probabilmente non si aspettava che fosse in grado di risponderle a tono.
-M-mi dispiace, non volevo dire che… insomma, forse…- per qualche ragione, sembrava del tutto incapace di scollare lo sguardo da quello di lui.
-Lo capisco, sul serio. E infatti non me la sono presa- un nuovo sorriso. Si portò una mano alla tasca, ne fece uscire un biglietto da visita -qualora voleste approfondire la questione, mi trovate qui-
L’altra prese il biglietto e lo fissò con aria confusa.
-Un’associazione di…?
-…Beneficenza, sì. Ci occupiamo di ragazzi disperati, in cerca di aiuto e di cure. Non sarà un lavoro vero e proprio, ma è sempre bello sapere di potersi rendere utili alla società, non crede?
Un sorriso sul volto della donna.
-Sei proprio un ragazzo pieno di risorse, sai? E mi scuso se ti ho giudicato in maniera così affrettata.
Alastair scosse la testa.
-Non c’è alcun bisogno di scusarsi. Capita a tutti di fare errori di valutazione- la rassicurò -comunque, se il progetto dovesse interessarla, siamo sempre in cerca di nuovi volontari. Più si è, meglio è- continuò, sorridendo di nuovo.
Lei si rigirò il biglietto tra le mani, prima di metterlo in borsa.
-Farò sicuramente un salto dalle vostre parti. Mi piace vedere giovani attivi per il sociale.
Lui accennò appena un sorriso. Nel frattempo, il bus aveva raggiunto la sua fermata.
-La ringrazio. Sarebbe un onore avere una persona tanto decisa pronta a collaborare con noi. Le auguro una buona serata, sperando di rivederla presto- fece un breve inchino in segno di saluto. La donna rispose sorridendo a sua volta. Ormai sembrava completamente andata per lui.
-Buona… serata…
Le porte del pullman si richiusero alle sue spalle, e Alastair lo guardò allontanarsi con aria divertita.
Un’associazione di beneficenza. Come no. “Dona anche tu un po’ di sangue per sostenere le creature della notte!” Chissà se potrebbe piacere, come slogan…
Si prese qualche altro minuto per risistemarsi gli abiti spiegazzati. La casa di quei tre non era molto lontana, e lui voleva essere più che presentabile. Sempre che non si facessero prendere da un colpo, prima. Dopotutto, vedersi concesso l’onore di una sua visita non era cosa di tutti i giorni.
…Anche perché non sopporterei mai un altro viaggio infernale. Meno che mai per incontrare loro.
Detestava viaggiare. I tempi in cui andava fuori spesso e volentieri per concludere affari erano finiti; adesso, preferiva di gran lunga che fossero i suoi dipendenti più fidati ad occuparsi delle faccende “esterne”.
Ma non questa volta.
No, avrebbe dovuto mettere fine a quella storia una volta per tutte. Da solo.
Si guardò intorno con circospezione, per assicurarsi che nessuno lo seguisse. Non che gli Antichi meritassero un riguardo del genere, ma era buona abitudine cercare di nascondere il più possibile le tracce di qualsiasi attività sospetta ad occhi indiscreti. Per fortuna, la via era piuttosto isolata. Merito dell’ora tarda, visto che si era nel centro della città. Alastair si lasciò sfuggire un sospiro.
-…Neanche la decenza di scegliersi un posto più isolato. E si meravigliano anche che gli affari vadano male.
Riprese a camminare, non senza uno sbuffo. Non vedeva l’ora di farla finita con quella storia e tornarsene a casa.
…Peccato che non avesse fatto i conti col Destino.
***
-Manca ancora molto?
Ormai era la decima svolta che facevano. Shane si strinse nelle spalle, e lanciò a Frehley un’occhiata incerta.
-Eppure, ero convinto che fosse qui…
L’intera situazione iniziava a sembrargli assurda. Conosceva quella strada come le sue tasche. L’ombra della verità aveva già iniziato a farsi strada nella sua mente, ma quel (poco) orgoglio che gli rimaneva sembrava impedirgli di ammetterlo.
Si erano persi.
Lasciò andare di nuovo lo sguardo alle case e agli alberi circostanti. Un autobus si fermò a poca distanza da loro, e lui rimase a fissare i passeggeri che si allontanavano di tutta fretta, probabilmente diretti a casa o chissà dove. Avrebbe potuto chiedere indicazioni a loro, ma… si vergognava come un cane. Diamine, non bastava farci la figura del vampiro sfigato, adesso doveva pure risultare agli occhi di Frehley come quello che non conosceva la strada di casa sua! Esitò un attimo, indeciso sul da farsi. Mancava poco all’alba. Se avessero perso ancora altro tempo… probabilmente non ci sarebbero nemmeno arrivati, a casa. No, forse era il caso di darsi una mossa.
Buona parte dei passeggeri erano già spariti dalla circolazione. Rimaneva solo un tizio, alto e dall’abbigliamento alquanto alternativo. Shane non lo riconobbe subito. Si rivolse a Frehley, indicandoglielo.
-Aspetta un momento, chiedo una cosa a…
Si bloccò di botto. Strinse gli occhi, pregò di aver visto male. Purtroppo, la seconda occhiata gli confermò di non essersi sbagliato.
Alastair era lì, davanti a loro. Rimase lì impalato a fissarlo, incapace di proferir parola. Frehley provò a tirarlo per un braccio:
-Ehilà, ci sei ancor…?- sentì la voce morirle in gola dopo poco, una volta che ebbe seguito la direzione del suo sguardo.
***
Frehley non riusciva a staccargli lo sguardo di dosso. Divenne solo vagamente consapevole della presenza di Shane al suo fianco. Dopotutto, perché avrebbe mai dovuto importarle, in quel momento?
Lui era lì.
Bellissimo, nel suo fascino cadaverico. Immobile come una statua, scolpita dalle abili mani di un artista un tantinello troppo fissato con le borchie e i gingilli inutili. Lo sguardo di ghiaccio, le labbra piegate in una smorfia tanto crudele quanto sensuale. Lo vide farle cenno di avvicinarsi.
E nient’altro, in quel momento, sembrò avere senso.
-Non avvicinarti…!
Shane tentò di fermarla, tirandola per una manica. Neanche gli diede ascolto. Inutili le sue proteste sussurrate a mezza voce, ora in tono preoccupato, ora supplichevole.
Tutto diventava inutile… di fronte a lui.
***
Alastair fissò la ragazza di fronte a sé. Era bellissima, proprio come nel sogno che aveva fatto quella sera di tanti anni fa. Quella sera indimenticabile… subito dopo l’indigestione con l’insalata di gamberetti. Le sorrise con amore.
-Ti aspettavo da una vita.
La vide arrossire.
-Anch’io...- fu tutto quello che riuscì a mormorare. Era chiaro che si sentiva in imbarazzo. Non che avesse tutti i torti, in fondo. Il loro primo incontro… avevano tante cose da dirsi. Le prese le mani tra le sue. Decise di iniziare con la dichiarazione più facile.
-Sono un assassino.
Lei non sembrò scomporsi.
-Lo so.
Né un tremito, né un cambio di espressione. Bastavano i suoi occhi a dire ciò che realmente provava. E tuttavia, Alastair si sentì in dovere di farle comunque la domanda successiva.
-Non hai paura di me?
Lei scosse la testa.
-Non m’importa. Il nostro amore sarà più forte.
Alastair sorrise. Non aveva bisogno di sentire altro. Si degnò appena di rivolgere uno sguardo ad Allen, che continuava a fissarli a bocca aperta. Ricordò di dovergli dire qualcosa a proposito del deposito di sangue, ma quel pensiero fece presto a passargli di mente. Non contava più, ormai.
Porse un braccio a Frehley:
-Vieni con me. Diventerai la mia regina e vivremo per sempre nel nostro regno di tenebra- sussurrò, ad un filo dalle labbra di lei.
-…E Morgan?
Non era stata lei a parlare. Era la voce di Allen. Inutile fino all’ultimo. Lo raggelò con un’occhiata. Frehley non disse nulla, limitandosi ad accettare il braccio che le veniva offerto. Pronta a seguirlo ovunque lui volesse condurla.
Allen, tuttavia, non sembrava intenzionato a farla finita tanto presto. La cosa, sulle prime, sembrò spiazzare Alastair: il suo contabile non era mai stato granché famoso per il coraggio o lo spirito di iniziativa. Eppure, quando gli si avvicinò con quell’aria così dannatamente perplessa, non potè fare a meno di sorridere.
-Seriamente, capo… sei uscito fuori di testa? Cos’è questa storia?
Frehley non rispose. Continuò a fissare il suo principe con aria adorante. Alastair le fece una carezza leggera sul viso, e per un momento sembrò essersi del tutto dimenticato della domanda. Fu solo dopo un silenzio prolungato che si degnò di rispondere.
E ciò che disse fu…
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:D
...Sperando che adesso non vogliate ammazzarmi per la pessimata delle 23.37, buon pesce d'aprile, gente! :D
E lo so di essere sparita di nuovo. Ma i lavori sono ancora in corso, sul serio D:
Se può consolarvi, la parte fino alla discesa dal pullman di Alastair fa *davvero* parte del prossimo capitolo U___U Consideratelo una sottospecie di teaser *_* la versione definitiva vedrà più foto, nonchè immagini migliori, ma il concetto è quello *_* and again, perdonate la sparizione ç__ç