TITOLO: He's my bully
FANDOM: Arashi
GENERE: Sentimentale, commedia
PAIRINGS: Ohmiya, Sakumoto (accenno)
RATING: PG-15
Capitolo 10:
Inatteso
“Nino? Nino!” lo chiama Satoshi scuotendolo ma quello non risponde.
Se lo carica in spalla e apre come può la porta di casa. Lo trascina dentro non senza fatica perché l'altro, essendo privo di conoscenza, non è di aiuto.
A peggiorare la situazione ci sono i vestiti fradici che ne aumentano il peso.
Possibile che un ometto così piccolo possa pesare così tanto?
Ma Satoshi riesce a portarlo fino in camera dove lo adagia a letto il più dolcemente possibile ricordando i problemi alla schiena di Nino.
Questo, una volta sdraiato, emette dei sospiri.
Satoshi lo guarda.
Bocca socchiusa e guance rosse.
Sembra un bambino, non che di solito dimostri l'età che ha.
Pensa Satoshi toccandogli la fronte.
“Merda scotta”
Preso dal panico, inizia a correre avanti e indietro per la stanza senza però combinare nulla di utile.
“Calmati Satoshi...calmati” si impone “Ha la febbre. Posso combatterla...vero?”
Va a prendere degli asciugamani e tira fuori dall'armadio una delle sue tute.
“Cavolo lo devo spogliare!”esclama guardandolo.
Si copre gli occhi con una mano mentre con l'altra cerca di spogliarlo ma l'impresa è assai ardua.
Non essere sciocco Satoshi! Lo hai visto in mutande decine di migliaia di volte, ora metti da parte l'imbarazzo e pensa a cambiarlo prima che si prenda davvero un accidenti.
Prende un profondo respiro e spoglia Nino rimanendo a fissare perplesso la fantasia assurda dei suoi boxer con tanti pezzi di sushi.
Poi lo asciuga e lo riveste con la propria tuta.
Infine mette una pezza bagnata sulla sua fronte.
“Ok...fatto”
“Oh...chan...” mormora debolmente Nino aprendo gli occhi guardandolo.
“Ehi Nino hai ripreso cono...”
“Mi hai spogliato... hai sbirciato”
“No! Non ho visto niente!”
Nino sorride ma il sorriso viene spazzato via da un violento starnuto.
“Devo chiamare un'ambulanza?”
“Non essere tragico. Se tu fossi stato in casa...”
“Stai dando la colpa a me?” chiede.
Nino si tira le coperte fino al mento.
Anche da malato, l'altro riesce ad irritarlo.
“Dobbiamo parlare seriamente...”
“Non ora” taglia corto il Riida “Hai la febbre devi riposare”.
Per una volta il più piccolo non ribatte e si accoccola maggiormente tra le coperte.
“Mmm...profumo di bucato... è proprio passata mamma Ohno”
Satoshi scuote la testa e mette il cellulare di Nino sul comodino, portando i suoi vestiti zuppi in bagno.
Dalla tasca della felpa cade il capellino logoro.
“Rieccoti di nuovo”.
Stende gli abiti alla ben che meglio non volendo azionare quell'infernale lavatrice.
Quando torna in camera trova Nino addormentato.
Meno male che occupa poco spazio e ho un letto grande così posso dormire...
Si blocca a metà di quel pensiero.
Dormire? Con lui?
No no no no no.
Si allontana rifugiandosi in cucina maledicendosi per gli stupidi pensieri su Nino e il letto.
Su Nino nel suo letto.
Lui e Nino nel suo letto.
Basta! Sto impazzendo!
Deve trovare qualcosa per distrarsi.
Cosa può fare per la febbre di Nino?
Ripensa a quello che faceva sua madre quando lui e sua sorella stavano male da piccoli.
Ma certo! Una bella zuppa ricostituente.
Controlla nel frigorifero se sua madre gliene ha preparata un po' ma non ce n'è-
Normale dato che lo ha visto in salute non ne ha preparata.
Cerca di ricordare il sapore di quella zuppa prodigiosa per poterla cucinare lui stesso ma non è proprio ferratissimo in materia culinaria.
Potrebbe telefonare alla mamma e chiederle la ricetta ma data l'ora tarda finirebbe solo per farla preoccupare e correre da lui.
C'è solo una cosa che può fare.
Prende il proprio cellulare e chiama l'unica persona che può aiutarlo in questo momento: Jun.
Al quarto squillo finalmente risponde.
//Pronto?// domanda una voce assonnata.
Satoshi allontana il telefono e guarda il display, non ha sbagliato, è il numero di Jun ma...
“Sho-kun?” chiede titubante
// Ohno-kun... ma hai idea di che ore siano?//
“Si lo so mi dispiace. Jun-kun..-per caso è lì con te?”
Sho sbuffa
//Amore c'è il Riida al telefono//
Amore...
//Pronto?// borbotta Jun.
“Ciao scusa per l'ora”
//Mh...stai male?//
“Ecco...”
//Che succede?// chiede Jun ora vigile e completamente sveglio //Riida parla che succede?//
“Volevo chiederti... come prepari quella tua buonissima zuppa che ci cucini quando stiamo male?”
//Stai male? Hai la febbre?// strilla quello dall'altro capo del telefono.
“Jun-kun calmati per favore” sospira Satoshi “Volevo solo avere la ricetta”
//A quest'ora della notte? Che sta succedendo?//
Satoshi si tiene la fronte con la mano.
Ne ha già una di madre e proprio perché non si preoccupasse non l'ha chiamata.
//Riida!//
“Sono qui... è una lunga storia. Ti prometto che domani con calma ti racconterò tutto. Ora ti prego, ti scongiuro dammi questa benedetta ricetta perché ne ho davvero bisogno”.
//E' già domani Riida!//
//Amore calmo che succede?// si sente la voce preoccupata di Sho in sottofondo.
//Non so che abbia. Penso che il Riida stia male ma non mi vuole spiegare//
“Jun-kun” lo interrompe “Non fa niente ho risolto”
//Aspetta Riida//
“Buonanotte. Saluta Sho-kun”
Chiude la telefonata sospirando.
Non ha risolto nulla e per di più domani Jun gli darà il tormento per sapere per filo e per segno che cosa sta succedendo.
Si maledice per non avere un computer.
Lì potrebbe trovare una ricetta per una buona zuppa ma si ricorda che tanto non saprebbe utilizzare quel dannato aggeggio.
Ce la puoi fare Satoshi.
Quante volte ti capita di dover cucinare nei programmi televisivi?
Quante volte da bambino hai osservato tua madre cucinare?
Cosa vuoi che sia una banalissima zuppa per combattere l'influenza?
Per sua fortuna, grazie alla visita di sua madre, in frigorifero e in dispensa ci sono un sacco di ingredienti.
Cipolla, porro, sedano, aglio, patata, rapa, un pollo intero...
“La pelle la lascio? Massì”
Mette tutto a bollire in una pentola fonda.
Poco a poco un liquido dall'inquietante color marrone inizia a trabordare dalla pentola.
Per tutta la cucina si spande un nauseabondo odore tanto che Satoshi deve aprire le finestre.
Spegne il fuoco prima che esploda tutto e prova ad assaggiare il brodo ma è disgustoso oltre ogni dire.
Prova a cucinarne un'altra ma con altrettanti scarsi risultati.
Esausto e sfiduciato abbandona la cucina in uno stato atroce come se un uragano fosse passato e avesse devastato tutto.
Sono le 03:30 del mattino e Satoshi è stanco morto dopo l'intesa giornata trascorsa-
Senza fare rumore entra in camera da letto guardando Nino che sta dormendo beatamente.
Si avvicina silenziosamente a lui toccandogli la fronte.
La febbre si è abbassata e Nino. Appena la sua fronte è entrata in contatto con la mano del più grande, inconsciamente sorride nel sonno.
Sei assolutamente adorabile quando dormi.
Pensa Satoshi facendo il giro del letto e stendendosi al suo fianco.
“Solo cinque minuti poi vado sul divano... promesso” biascica chiudendo gli occhi finendo per addormentarsi subito.
Quando il ragazzo riapre gli occhi la stanza è illuminata dal sole che filtra attraverso le persiane della finestra.
Si mette seduto spaventandosi quando si ritrova qualcuno nel letto.
Solo dopo si ricorda della notte precedente.
Fortunatamente Nino non sembra essersi svegliato nonostante i sobbalzi del letto dovuti ai bruschi movimenti di Satoshi.
“Certo che se si mette... dorme più di me” commenta il Riida a bassa voce.
Si stiracchia e si alza dal letto ciabattando in bagno.
Ricorda anche dello stato in cui vera la cucina e, anche se senza un briciolo di voglia, si trascina nella stanza per pulirla ma quando vi entra rimane scioccato.
Di quel casino assurdo che aveva lasciato ora non ve n'è più traccia.
Tutto è in ordine e pulito al suo posto, il terribile odore è sparito e al suo posto aleggia un delicato profumo di fiori.
Sul piano cottura troneggia una pentola sconosciuta.
Toglie il coperto e un delizioso profumino solletica il suo olfatto.
Da dove diavolo spunta questa meraviglia.
Si volta e sul tavolo vede una candela accesa e un foglio che prontamente afferra e legge.
“Meno che siamo passati!
La tua cucina era in uno stato pietoso!
Ho pulito tutto e ti portato da casa la mia famosa zuppa contro tutti i malanni.
Ho visto Nino nel tuo letto, al tuo fianco...
Non so cosa sia successo ma esigo assolutamente spiegazioni.
Gli impegni di oggi sono slittati ho parlato io col manager.
Riprenditi o riprendetevi … insomma non fate casini!
In ultimo... ti ho fatto anche la lavatrice, i vestiti puzzavano di cane bagnato.
MJ
P.S. Sho ha insistito per accendere una candela. Un po' perché la cucina puzzava come il bagno di una stazione ferroviaria un po' perché sta dannata fissa per le candele.
Ci credi che ne porta alcune in macchina? In caso servissero mi ha spiegato.
E' il caso che rivaluti la mia relazione...
Sei proprio un casinaro Ohno-kun!
Ma non credere a Jun che ti dirà che non ho aiutato!
La candela è al profumo Jasmine, la mia fragranza preferita spero che ti piaccia e che piaccia anche a Nino perché è nel tuo letto?
Ah Jun mi ricorda di dirti di non fare casini.
Sho
Come sono entrati in casa?
Come hanno fatto a riordinare tutto senza fare il benché minimo rumore?
Ma cosa più importante di tutte, Jun ha preparato la zuppa.
Ora non gli resta che riscaldarla e portarla al malato.
Mentre la zuppa si riscalda, Satoshi pensa a come affronterà Nino una volta che si sarà svegliato.
Prima di perdere i sensi la sera prima, il ragazzo gli ha detto che dovevano parlare seriamente e glielo ha ribadito in un momento di lucidità prima di addormentarsi.
Trema pensando a cosa voglia dirgli.
“Ti è presa la mania delle candele anche a te adesso?” chiede una voce alle sue spalle.
Nino, con tanto di coperta di pile sulle spalle tipo mantello, entra in cucina.
“Me l'ha portata Sho-kun” risponde Satoshi guardandolo “Quella era dentro l'armadio...”
“Ah si la coperta. Era in fondo in fondo. Ho fatto una fatica a prendere. Ah è caduto tutto poi raccogli tu ok?”
“Cosa? Ma perché sei andato a tirarla fuori?”
“Perché avevo freddo” ribatte tranquillo Nino.
“Si ma proprio quella nel fondo dell'armadio?”
“Perché era quella più calda, più piccola per osarla come mantello e soffice. Ma non capisco perché ti lamenti tanto? Solo perché ho aperto il tuo armadio? Che sei come Jun che ha dei capi che costano più del pil dell'intero Giappone? O ci tieni i cadaveri delle ex mogli come Barbablù?”
Fremendo per la solita insolenza di Nino, Satoshi cerca di imporsi la calma.
Gli da le spalle prendendo profondi respiri mentre spegne il fuoco sotto la pentola.
“Hai preparato una zuppa?” domanda Nino sedendosi al tavolo.
“Si...no...cioè in realtà l'ha cucinata Jun-kun perché io... non sono stato in grado”
Dopo l'ammissione del fallimento culinario si pente di averlo detto.
Ora Nino lo sfotterò come se non ci fosse un domani.
“Volevi fare una zuppa per me?”
“Beh...” tergiversa Satoshi versando la zuppa in una ciotola “Si perché stavi male”
Gli porge ciotola e un cucchiaio.
“Grazie”
“Sarà sicuramente buona visto che è stata fatta da Jun-kun” detto ciò, Satoshi si volta per cercare qualcosa da mangiare per colazione.
“Era meglio un succoso hamburger” commenta Nino prendendo a guastare la sua pietanza.
Satoshi non parla ma resta in ascolto di tutti i rumori prodotti dall'altro.
Il lieve tossicchiare, il tirare su il naso, il rumore che fa con la bocca quando sorseggia.
E' così strano trovarsi in casa sua di mattino con Nino presente.
Come sarebbe se tute le mattine fossero così?
Al solo pensiero, tutto il corpo è percorso da un fremito.
Non è il caso di fantasticare troppo.
Dopo essersi preparato qualcosa di semplice e veloce si va a sedere all'altro capo del tavolo.
Nino alza lo sguardo dalla ciotola e lo osserva sollevando un sopracciglio.
“Siamo nel Medioevo?”
“Come?”
“Voglio dire... dovevi andare a sederti un po' più lontano. Siamo agli estremi del tavolo”
“Non ci avevo pensato. È che di solito mi siedo sempre qui”
“Hai paura che ti contagi? Non sono un untore”
“Ma no! Mi sono solo seduto al solito poto senza pensarci!”
“Si si lo so cosa pensi tu” insiste Nino.
“Ah no! Non te lo permetto! Non sai affatto cosa penso! Non ci provare!”
Nino lo guarda e poi riprende a sorseggiare la zuppa.
Anche Satoshi riprende a mangiare di malumore.
Mangiano in silenzio per un po' fino a quando, inaspettatamente è Satoshi a parlare.
“Stanotte, quando sono arrivato hai detto che volevi parlare seriamente. Di cosa?” domanda con crescente agitazione.
“Adesso non mi va di parlarne” taglia corto il più piccolo finendo il suo pasto.
“Non ti va? Cosa sei un bambino?”
“Se qui c'è uno che si comporta da bambino quello sei tu”
“Io?” la rabbia monta sempre di più in Satoshi.
Dannato Nino.
Lì di fronte a lui che fa l'altezzoso e continua a comportarsi da stronzo come al solito.
Cosa ci trovo in questo petulante nano malefico?
E dovrei dirgli che lo amo secondo Jun?
Mi strapperebbe il cuore dal petto, lo ridurrebbe in poltiglia e infine ci ballerebbe sopra il tip tap.
“Piuttosto” riprende Nino “Dove diavolo eri ieri sera?”
“Fuori”
“Grazie al cazzo fuori... con quel tempo da lupi?”
“Ero ben riparato e all'asciutto”
“Oh ma davvero? Magari anche tra le braccia di qualche donnaccia”.
Il tono accusatorio di Nino irrita maggiormente Satoshi.
Lui? Con una donna? E' Nino quello che fa le uscite di gruppo circondato da ragazze e fa il mandrillo”.
“Quello che faccio nella mia vita privata non è affar tuo!”
“Certo che è affar mio!”
“Tu sei completamente pazzo!”
“E tu sei un bugiardo!”
“Bugiardo?!”
“Prendi in giro le persone!” continua imperterrito Nino.
“Ma tu stai male! Ma male veramente Nino! Io prenderei in giro le persone? Sei tu il denigratore ufficiale del gruppo! Con la tua lingua biforcuta e avvelenata distruggi le persone!” si scalda il Riida.
“Io lo definisco essere sinceri” alza le spalle il più piccolo.
“Io lo definisco essere stronzi”.
Cala di nuovo il silenzio tra i due.
Nino a testa alta con aria menefreghista come consuetudine e Satoshi, a testa bassa e ferito.
“Non te ne frega niente vero? Ferire le persone... confonderle... ti scaldi solo quando ti si risponde per le rime e non te lo aspetti. Per il resto non ti tocca nulla vero? Sei al di sopra di tutto e di tutti tu no? Il grande Ninomiya Kazunari... meglio del grande Gatsby”
“A proposito di menefreghisti e persone che ti confondono... che mi dici di te?”
“Di me?”
“Si proprio di te caro Oh-chan. Quando hai detto di essere innamorato di me”
Satoshi sbarra gli occhi ammutolendo.
Lui avrebbe detto cosa?
“No aspetta... che stai dicendo?”
“Che sto dicendo? La verità!” strilla Nino ora stizzito.
“No io... non può essere!”
“Si invece! A meno che... sei veramente un bastardo! Neanche ti ricordi! E poi sono io quello che gioca con i sentimenti degli agli altri eh?”
Il Riida, scioccato, non sa cosa dire.
Quando mai gli avrebbe detto di essere innamorato di lui se lo ha capito e ammesso a sé stesso solo ventiquattro ore prima?
“Perfetto fai il finto tonto”
“E' impossibile... io non posso averti detto che... che sono innamorato di te”
A questa dichiarazione la maschera di menefreghismo e indifferenza di Nino cade e il più grande può leggere nei suoi occhi una sofferenza mai vista prima.
“Sei... sei veramente qualcosa di...” a Nino si spezza perfino la voce.
“Mi dispiace Nino... ma tutto ciò è irreale. O sei ancora in preda ai deliri della febbre oppure... no aspetta aspetta aspetta.” Satoshi si mette le mani tra i capelli scompigliandoli nervosamente più di quanto non siano già “E' uno dei tuoi cazzo di scherzi! E' incredibile... ci casco sempre! Sono davvero un alloco! Te ne devo dare atto, mi metti nel sacco ogni volta” si complimenta acidamente.
“Ma quale scherzo! Non sto scherzando! Tu mi hai detto di essere innamorato di me!”
“E sentiamo quando mai lo avrei detto?”
Nino lo guarda sempre più avvilito e sconfortato.
“Non lo ricordi...”
“Dubito fortemente di averti detto una fesseria del genere”
“Fesseria?! Per te dire a una persona che la ami è una fesseria?!”
“No appunto perché non lo penso mi risulta impossibile che io te lo abbia detto. Non capisco dove tu voglia andare a parare”
“Che eri ubriaco si capiva dalla telefonata...”
“Quale telefonata?”
“Prendi quella cosa rettangolare che all'occorrenza fa foto, video...dove la gente si telefona, messaggia.”
“Non fare lo spiritoso. So perfettamente cos'è un cellulare” borbotta Satoshi recuperando il telefono abbandonato sul davanzale delle finestra dalla sera prima.
“Dai una controllatina alla cronologia delle chiamate effettuate. Quelle di tre mesi fa”
Satoshi controlla restando sconvolto quando vede nel registro una telefonata effettuata da lui proprio al numero di Nino di una durata pazzesca per il suo canone di telefonata.
“Oddio Nino... io non... che cazzo ti ho detto in quella telefonata da cinquanta minuti?”